Cereali e svezzamento: con quali cominciare?
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3 anni fa
I cereali sono il cibo più equilibrato per l’uomo, completi sia dal punto di vista nutrizionale che energetico. Per questo motivo devono costituire l’alimento principale per i cuccioli d’uomo fin dall’inizio dello svezzamento.
Storia dell’uomo e dei cereali
Circa 10.000 anni fa, l’uomo ha iniziato a coltivare cereali. Questo momento coincide con la fine del Paleolitico e l’inizio del Neolitico, quando l’uomo avvia una vera e propria struttura societaria e cessa di essere nomade.
Questo cambio epocale è reso possibile proprio dalla coltivazione, principalmente di cereali, che consente alla tribù di stivare scorte per affrontare periodi di carestia o condizioni climatiche avverse e soprattutto di programmare la quantità di cibo sufficiente a sfamare tutti. In queste condizioni favorevoli è più facile sopravvivere, si fanno più figli e la società può contare su un numero sempre crescente di forza lavoro. La struttura si fa via via più complessa, fino ad arrivare a tempi più recenti.
Da allora non si sono più verificati cambiamenti di questa portata nella vita dell’uomo e dobbiamo ringraziare principalmente i cereali, che ci sfamano da 10 mila anni!
L’equilibrio energetico dei cereali
I cereali sono il cibo più equilibrato dal punto di vista nutrizionale (contengono carboidrati, proteine, grassi, fibra, sali minerali e vitamine) e anche energetico, perché includono la parte più concentrata (yang) del seme e quella più espansiva (yin) del frutto.
Questa qualità energetica dei cereali è unica e non si trova in nessun altro alimento (eccetto i legumi, che però hanno caratteristiche nutrizionali diverse), a patto di prepararli a partire dal chicco integrale, che significa integro, così come lo troviamo in natura (per approfondire, leggi l’articolo Svezzamento: perché scegliere l’autoproduzione?).
Perché non iniziare con la frutta
Vedere il proprio bimbo che passa dall’allattamento esclusivo a divorare con gusto il suo “fruttino” dà parecchia soddisfazione. Non c’è da stupirsi, considerando che la frutta è dolce, anzi, dolcissima al suo palato!
Si tratta però di una soglia di dolcezza molto elevata per il suo palato vergine, che ancora non ha esplorato i sapori più equilibrati e delicati.
Il rischio è che quando andremo a proporgli cereali e verdure il bambino li rifiuti, perché non si avvicinano lontanamente a quell’intensità di sapore che ha già sperimentato. Inoltre, la frutta non può essere considerata un pasto completo, perché non possiede sufficienti nutrienti fondamentali, quindi non sostituisce una poppata.
Trovo che non abbia molto senso cominciare lo svezzamento proponendo quello che potrebbe essere uno spuntino, che dovrebbe essere l’ultimo pasto in ordine di importanza ad essere introdotto.
I cereali per iniziare lo svezzamento
Per semplificare, potremmo raggruppare le molteplici varietà di cereali in:
- Cereali maggiori senza glutine
- Cereali minori con glutine nativo (cereali antichi)
- Cereali maggiori con glutine (più moderni)
- Pseudo cereali (hanno caratteristiche nutrizionali simili, anche se botanicamente non sono cereali).
Inizia a utilizzare i cereali maggiori senza glutine: riso, miglio, mais, sorgo. Dopo qualche settimana introduci i cereali denominati “antichi”, come orzo, avena, segale, farro, kamut e gli pseudo cereali (principalmente grano saraceno).
Solo alla fine puoi inserire il cereale maggiore con glutine, cioè il frumento, nelle sue varie forme.
Ovviamente lo schema è flessibile e si possono proporre ad esempio gli pseudo cereali anche prima di aver esaurito la carrellata di cereali senza glutine. Resta valido però il concetto di prediligere i primi cereali indicati e di utilizzare in misura minore quelli seguenti.
Come trattare i cereali
La digestione e la capacità metabolica di un neonato non sono ancora efficienti, perciò dobbiamo rendere noi il cibo il più digeribile e assimilabile possibile. Questo significa ammollo, lunghe cotture, cibo molto morbido e, quando serve, passato al passaverdure.
È fondamentale lasciare in ammollo i cereali integrali qualche ora per ridurre in modo considerevole l’azione dell’acido fitico, che riduce l’assorbimento di alcuni nutrienti. Anche l’aggiunta di alga kombu in cottura e la lunga cottura del cereale contribuiscono a diminuire l’azione dei fitati.
Fa eccezione il miglio: è l’unico cereale alcalinizzante anche senza ammollo e decorticato contiene pochissima fibra (si può evitare di passarlo al passaverdure).
Infine, i cereali in chicco vanno passati al passaverdure per rimuovere la fibra insolubile, che sarebbe dannosa per l’intestino del piccolo. Questa pratica è necessaria almeno fino ai 16-18 mesi di vita, in seguito si può passare al semintegrale e dai 24 mesi circa il tubo digerente è abbastanza maturo per gestire il cereale integrale intero (sempre ammollato e ben cotto!).
Per variare, possiamo anche proporre questi formati: pane, pasta, pastina, polenta, semolino, cous cous, focaccia etc. Lo svantaggio di questi alimenti è che dobbiamo necessariamente sceglierli raffinati per il nostro bimbo, cioè sottoposti a un processo meccanico (talvolta chimico) che li impoverisce dal punto di vista energetico. L’importante, però, è non impostare l’alimentazione del bambino su questi cibi, ma su cereali in chicco di ottima qualità.
Trovi le ricette di Ume Sapiens in: Svezzamento: l’attrezzatura necessaria e la ricetta della prima pappa, Gli spuntini nello svezzamento: 4 ricette per i piccolissimi e Piatti unici in svezzamento.
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