Autosvezzamento sì o no: è davvero una scelta?
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3 anni fa
Negli ultimi anni, in particolare nell’ultimo decennio, si è fatta largo tra i neogenitori la pratica dell’autosvezzamento. Che cosa significa autosvezzare e quali sono i pro e i contro rispetto allo svezzamento tradizionale?
Se siete diventati da poco genitori, o siete in attesa del lieto evento, avrete già letto o sentito parlare di autosvezzamento. Vediamo innanzitutto che cosa si intende con questo termine.
Che cos’è l’autosvezzamento e come nasce
Con il termine autosvezzamento, o alimentazione complementare a richiesta, si intende un cambio graduale nell’alimentazione del neonato che intorno al sesto mese di vita inizia ad alternare il latte ad alimenti solidi, esplorando il cibo proposto dai genitori in modo libero e autonomo, fino a sostituire completamente il latte con il pasto solido. Si differenzia quindi dallo svezzamento tradizionale sia nella proposta del tipo di alimenti (non più pappe e brodi, ma veri e propri piatti da adulti) sia nelle modalità di somministrazione (è il bambino che autonomamente prende il cibo e lo porta alla bocca).
La teoria dell’autosvezzamento fu elaborata negli Stati Uniti sulla base di studi sull’alimentazione dei bambini condotti già a partire dagli anni ’30 del secolo scorso. Abbracciare l’autosvezzamento in tempi più recenti ha significato smentire alcune false teorie sull’alimentazione dei neonati, ad esempio: l’inadeguatezza del latte materno oltre i tre mesi di vita del bambino come unico pasto, l’importanza di svezzare il bambino già verso i quattro mesi per renderlo autonomo il prima possibile, la necessità di ricorrere agli omogenizzati industriali o di adeguarsi allo schema di divezzamento imposto dal pediatra.
Oggi per fortuna queste teorie non sono più ritenute valide dalla comunità scientifica (1). C’è da dire, però, che tra lo svezzare un neonato di tre mesi con omogenizzati e autosvezzare un bambino di sei mesi con la pastasciutta, ci possono essere infinite possibili alternative. Ed è proprio questo che vorrei comunicare ai genitori che si sentono in obbligo di dover fare una scelta tra lo svezzamento tradizionale e l’autosvezzamento: non dovete scegliere per forza, anzi!
Ma andiamo con ordine.
Vantaggi e dubbi sull’autosvezzamento
Iniziamo dai vantaggi più significativi:
- Il bambino mangia lo stesso pasto condiviso da tutta la famiglia, niente più pentole a parte per preparare la “pappa”.
- Il bambino conosce fin da subito quello che sarà il cibo caratteristico della propria famiglia, non dovrà trovarsi ad un certo punto a cambiare alimentazione, dalla crema di tapioca alla pasta al pomodoro.
- Il bambino conosce fin da subito una vasta gamma di alimenti e difficilmente svilupperà antipatie verso un’intera categoria di alimenti, come “le verdure”.
- L’atteggiamento del bambino nei confronti del cibo è sempre attivo, non “subisce” né il tipo di alimento né la quantità, imparando così ad autoregolarsi da subito.
D’altro canto, non posso non riportare alcune criticità:
- Il formato “pappa” non viene più preso in considerazione a prescindere dagli ingredienti e da come viene preparata (tra poco vedremo perché questo rappresenta un grande limite).
- Rinunciamo a una serie di buone abitudini alimentari, come minestre e zuppe. Sarà molto difficile introdurle dopo lo svezzamento.
- Se non siamo troppo abili e creativi in cucina, rischiamo di essere ripetitivi nelle tipologie di cibo che proponiamo (carne, uova e pesce come uniche fonti proteiche, pasta come unico cereale, carote e zucchine come uniche verdure perché poco fibrose…).
Cosa manca all’autosvezzamento?
Un ingrediente fondamentale, che purtroppo non viene mai preso in considerazione dai professionisti dell’alimentazione: la natura energetica del cibo.
Grazie alla macrobiotica e ad altre discipline energetiche, sappiamo che l’energia trasmessa dal cibo varia moltissimo in base alla qualità del cibo stesso.
Faccio un esempio: nonostante sulla carta 100 g di riso integrale in chicco contengano esattamente gli stessi nutrienti di 100 g di farina di riso integrale, non c’è dubbio sulla superiorità del cereale integrale in chicco in termini di qualità energetica.
La farina non può più germogliare, non ha più quella forza generatrice di nuova vita che è propria degli alimenti su cui si dovrebbe fondare l’alimentazione umana, ma che viene meno una volta che essi vengono lavorati. Più essi sono lavorati (raffinati), meno sono forti dal punto di vista energetico. Fino a diventare addirittura problematici all’estremo (pensiamo alla farina 00, che invece che nutrire indebolisce l’organismo).
Avevo già trattato questo argomento nell'articolo dal titolo "Svezzamento: perché scegliere l'autoproduzione?".
Volendo adottare l’autosvezzamento a 360° è praticamente impossibile che il bambino possa godere di questa energia vitale, perché il suo intestino non è ancora pronto a gestire la fibra insolubile di questi cibi e non potrebbe mangiarli così come sono. Per questo è utilissimo il famoso formato “pappa”!
Uno svezzamento naturale che tenga conto di tutte le necessità dell’essere umano (non solo di assumere sufficienti carboidrati, grassi e proteine) prevede che la prima pappa contenga cereali ed eventualmente legumi e semi oleosi, tutto integrale e in chicco, che siano prima ammollati, poi ben cotti e infine passati al passaverdure, perché i nutrienti possano essere ben tollerati dal bambino e allo stesso tempo possa godere dei benefici di un cibo vitale, integro, nutriente sotto tutti gli aspetti.
Per un approfondimento su questo aspetto si legga l'articolo dal titolo "Cereali e svezzamento: con quali cominciare?".
Che cosa è meglio fare?
Cari neogenitori, non esiste al mondo alcun manuale di svezzamento o autosvezzamento che si possa adattare alla vostra famiglia, alle preferenze del vostro bimbo, ai vostri ideali. Ricordatevi che non c’è nessuna regola che vieti di adottare l’autosvezzamento e contemporaneamente inserire delle “pappe” fatte come si deve. Non sarete giudicati per aver fatto una scelta piuttosto che un’altra e nemmeno se non farete alcuna scelta!
Ascoltate i vostri bisogni e soprattutto il vostro bambino, ogni svezzamento è unico!
Trovi alcune ricette di Ume Sapiens in: Svezzamento: l’attrezzatura necessaria e la ricetta della prima pappa e Gli spuntini nello svezzamento: 4 ricette per i piccolissimi e Piatti unici in svezzamento.
Per approfondire maggiormente l'argomento puoi leggere…
(1) Ministero della Salute, Corretta alimentazione ed educazione nutrizionale nella prima infanzia, 2016.