Tiroide: i sintomi che indicano che non funziona come dovrebbe
Pubblicato
1 anno fa
Romina Rossi
Giornalista e naturopata
Scopri come capire quando la ghiandola è in disequilibrio, che rapporto c'è con la disbiosi intestinale e cosa mangiare per sostenerne la funzionalità
La tiroide è una piccola ghiandola che si trova alla base del collo, con la caratteristica forma di farfalla. È capace di regolare vari meccanismi: il suo malfunzionamento ha infatti ripercussioni su diversi distretti corporei.
Nonostante le disfunzioni della tiroide interessino, secondo la Società Italiana di Farmacologia, il 20% degli italiani, in maggioranza donne, c’è ancora tantissima confusione sulle malattie che si possono sviluppare in seguito a un suo malfunzionamento e soprattutto sugli approcci - che abbracciano lo stile di vita e l’alimentazione - da adottare per mantenere la funzionalità o non peggiorare i sintomi.
In questo articolo vediamo quali sono i sintomi più comuni che permettono di capire quando la tiroide non funziona come dovrebbe e le malattie che possono essere collegate a una sua disfunzione.
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La tiroide: una piccola ghiandola con grandi funzioni
Questa piccola ghiandola (ha un peso medio di appena 20 grammi, lo stesso di una moneta da € 0,20) è importantissima: sai che senza non è possibile vivere a meno che non si faccia una terapia sostitutiva a vita?
Nel corso della vita, il suo modo di lavorare, veloce e dinamico, può subire delle variazioni: in certe situazioni può essere costretta a fare un superlavoro, che non sempre è in grado di svolgere se non è in condizioni ottimali. La produzione di ormoni a cui è deputata, garantisce alcune funzioni vitali, come:
- battito cardiaco,
- temperatura corporea,
- forza muscolare,
- peso corporeo,
- ciclo mestruale,
- sistema nervoso,
- corretto livello di colesterolo,
- respirazione.
La dottoressa Serena Missori, specialista in endocrinologia, spiega nel suo libro, Asse tiroide-intestino che: “Quando la tiroide sta bene, la sua funzione varia di continuo nell’ambito dei range ottimali. Se è ammalata, lo manifesta con un corollario di sintomi che all’inizio possono sembrare aspecifici e confondere le acque”.
Da qui, dunque, la difficoltà nel riconoscere subito i segnali di una tiroide in difficoltà che rischia di mettere in crisi l’intero organismo umano.
“La tiroide - spiega Missori - è parte di un grande network e lavora costantemente in sinergia con altri centri regolatori; [...] è parte di un ingranaggio perfetto che include l’ipotalamo, l’intestino, il fegato e tutte le cellule del corpo. Ecco perché quando funziona male, lo fa anche il resto del corpo. Questo è il motivo per cui i sintomi delle disfunzioni tiroidee sono a carico di tutti gli organi e apparati”.
Ipotiroidismo e ipertiroidismo: i sintomi per riconoscerli
Due sono le principali disfunzioni che interessano questa ghiandola:
- quando è affaticata il metabolismo cellulare rallenta, tale condizione è nota come ipotiroidismo,
- quando invece lavora troppo, il metabolismo accelera, condizione nota come ipertiroidismo.
Si tratta di due condizioni molto diverse che vanno trattate in maniera differente. Fra le due l'ipotiroidismo è la disfunzione della tiroide più comune: interessa il 5% della popolazione italiana, con le donne in netta prevalenza rispetto agli uomini. Anche i sintomi sono molto diversi: alcuni sono generici, tanto che spesso non vengono messi subito in relazione con la ghiandola tiroidea.
I 15 sintomi dell’ipotiroidismo
I sintomi della tiroide rallentata, o ipotiroidismo, più comuni sono:
- alterazioni del ciclo mestruale,
- astenia e stanchezza,
- aumento di peso,
- bassa temperatura,
- capelli fini e secchi,
- difficoltà a dimagrire,
- dolori articolari e muscolari,
- intolleranza al freddo,
- pallore,
- perdita di memoria,
- riduzione della libido,
- ritenzione idrica,
- scarsa concentrazione,
- stipsi e gonfiore addominale,
- alterazioni dell’umore.
I 15 sintomi dell’ipertiroidismo
Come capire se la tiroide è rallentata? Ecco i sintomi principali:
- alvo frequente, con diarrea,
- alterazione del ciclo,
- alta temperatura,
- cardipalmo,
- cute umida e sottile,
- dolori articolari e muscolari,
- fibrillazione atriale,
- gozzo,
- dimagrimento,
- fragilità delle unghie,
- insonnia,
- perdita di capelli,
- nervosismo e irritabilità,
- tremori,
- vitiligine.
La tiroidite di Hashimoto
A parte le due malattie che originano dal malfunzionamento della ghiandola endocrina, la tiroide può essere interessata anche da tiroidite di Hashimoto. Si tratta di una malattia cronica autoimmune che si manifesta quando il sistema immunitario, per una erronea risposta, attacca le cellule della tiroide. Non è infrequente che la tiroidite di Hashimoto provochi un rallentamento della tiroide, facilitando ipotiroidismo.
Anche questa malattia si può manifestare con sintomi diversi, sebbene non sia raro che alcune persone non ne mostrino alcuno. Conferma la dottoressa Serena Missori che: “In alcuni casi le persone scoprono in modo occasionale di avere la tiroidite e non accusano particolari sintomi degni di nota soprattutto se considerano, per esempio, normali disturbi come la stitichezza o la stipsi. Molte persone non sanno ascoltarsi e si abituano a una normalità errata”.
I sintomi più frequenti che indicano una tiroidite autoimmune sono:
- gonfiore addominale,
- disturbi digestivi,
- colite,
- alterazioni dell’alvo,
- stanchezza e astenia,
- caduta dei capelli,
- alterazioni del ciclo,
- difficoltà a concepire.
Lo stretto legame tra microbiota intestinale e tiroide
Perché la tiroide si ammala e perde la propria funzionalità? Tante possono essere le cause, una di queste, però, viene quasi sempre ignorata e riguarda la disbiosi intestinale.
Del microbiota intestinale sappiamo ormai molte cose: a parte regolare la funzionalità digestiva e controllare il 70% delle nostre difese immunitarie, questo super organismo formato da virus, funghi e batteri amici, regola e influenza tantissime altre funzioni, organi e apparati.
Non sorprende, dunque, che un microbiota in salute possa determinare anche la salute della tiroide. Diversi studi hanno ormai accertato che le malattie tiroidee e quelle intestinali possono coesistere: tiroidite di Hashimoto e malattia di Graves possono essere presenti insieme a celiachia e sensibilità al grano non celiaca.
Dagli studi citati, inoltre, è emerso che le persone affette da ipotiroidismo e tiroidite soffrono anche di disbiosi intestinale a sottolineare lo stretto legame fra i due organi.
La presenza di disbiosi intestinale (la perdita di funzionalità del microbiota, causata dalla prevalenza di alcuni ceppi su altri che diventano dannosi) è in grado di alterare non solo la funzionalità del sistema immunitario e di aumentare il tasso di infiammazione nell’organismo, ma può influenzare la produzione ormonale della tiroide, riducendo la capacità della ghiandola di convertire il T4 in T3.
La presenza di disbiosi intestinale, inoltre, può diminuire anche la disponibilità di alcuni minerali indispensabili alla ghiandola per produrre gli ormoni tiroidei, come:
- Iodio: l’assorbimento di tale minerale e la sintesi da parte della tiroide possono essere influenzati anche dagli alimenti gozzigeni, sostanze presenti nelle crucifere (cavoli, rape, rucola, ravanelli), nel latte di mucca e derivati,
- Zinco, tale minerale è spesso carente in casi di ipotiroidismo, nei quali possono riscontrarsi anche bassi valori di Rame. Non è solo l’ipotiroidismo a favorire carenza di Zinco: inadeguati apporti di questo minerale possono infatti favorire una ipo-funzionalità della ghiandola,
- Selenio, oltre a essere necessario per la sintesi degli ormoni tiroidei, questo minerale influenza la composizione e la colonizzazione del microbiota intestinale. Un adeguato apporto di Selenio aiuta a contrastare i sintomi dell’ipotiroidismo e a migliorare sia la struttura che il metabolismo della tiroide,
- Ferro: la carenza di Ferro è molto comune nelle persone che soffrono di ipotiroidismo, fino al 60% di coloro che ne sono affetti; è inoltre spesso presente anche in chi soffre di tiroidite di Hashimoto. Dei controlli periodici per valutare i propri valori nel sangue possono aiutare a contrastare molti disturbi che possono sommarsi a quelli dell’ipotiroidismo, come la spossatezza.
L'equilibrio dei ceppi buoni del nostro microbiota intestinale è dunque fondamentale per poter favorire anche la funzionalità e l’equilibrio della ghiandola tiroidea. Bifidobacterius e Lactobacillus sono i due ceppi fra i più benefici che, in caso sia di ipertirodismo che di ipotiroidismo, possono essere presenti in quantità ridotte.
In presenza di queste due malattie e di tiroidite, infatti, la composizione del microbiota appare alterata, con una maggiore presenza di ceppi “cattivi” che possono favorire ossidazione con aumento dello stress ossidativo e dell’infiammazione cronica che può favorire anche il cancro della tiroide.
Vuoi approfondire quali rimedi naturali sono adatti per sostenere la tiroide? Leggi l'articolo che trovi qui.
Suggerimenti per mantenere la salute della tiroide
Come fare per prendersi cura della propria tiroide, anche in presenza di una malattia? Tante sono le strategie che si possono mettere in atto quotidianamente per sostenere la funzionalità della tiroide, così come per contrastare e rallentare l'andamento dei sintomi che si possono presentare. Afferma infatti la dottoressa Missori: “Consigliamo vivamente un approccio diagnostico e terapeutico a 360° che preveda di indagare non solo la funzionalità tiroidea, ma anche le eventuali carenze di micronutrienti e l’infiammazione/disbiosi/permeabilità intestinale. Con un quadro completo della situazione i segni e i sintomi diventano reversibili molto più velocemente”.
Oltre a tenere conto del proprio biotipo, la dottoressa Missori suggerisce di apportare le seguenti modifiche alla propria dieta, per migliorare la salute della tiroide e dell’intestino:
- ridurre o eliminare il glutine,
- ridurre o eliminare latte e derivati,
- ridurre i legumi (in caso di disbiosi, permeabilità, colite e autoimmunità),
- ridurre il consumo di solanacee (in caso di permeabilità e autoimmunità) che in caso di ipotiroidismo solo, possono invece essere consumate cotte, fermentate o crude, in associazione con il pesce,
- ridurre il consumo di alimenti con istamina o che la rilasciano,
- eliminare gli alimenti che provocano allergia.
Gli alimenti consigliati per la tiroide
Poiché su cosa mangiare e cosa evitare in caso di malattie della tiroide c’è tantissima confusione, nel suo libro Asse Tiroide-Intestino, la dottoressa Missori fornisce anche una lista di alimenti consigliati in modo che ognuno possa compilare il proprio menù settimanale senza troppe difficoltà. Eccone alcuni di seguito:
- cereali e pseudo-cereali senza glutine: amaranto, avena, grano saraceno, miglio, quinoa, riso, sorgo, teff,
- tuberi, radici tuberose: barbabietola rossa, batate, patate bianche americane, sedano rapa, topinambur, zucca,
- proteine di qualità: agnello, cacciagione, crostacei, feta, legumi, manzo allevato al pascolo, pollo biologico, pesce in vetro all’olio o naturale, uova bio, ricotta di siero di latte, yogurt greco,
- proteine vegetali in polvere: canapa, quinoa, riso,
- verdure: aglio, asparagi, barbabietole, bieta, bietola, broccoletti, broccoli, carciofi, cardi, carote, cavolfiore, finocchi, lattuga, pastinaca, porri, rabarbaro, radicchio, valeriana, verdure fermentate, verza, zucche, zucchine,
- frutta: albicocche, ananas, anguria, arance, avocado, banane, castagne, ciliegie, cocco, datteri, fichi, fragole, kiwi, lamponi, mandarini, mele, melone, mirtilli, more, papaia, pere, pesche, susine e prugne,
- grassi sani: ghee, latte di cocco, olio di avocado, olio di cocco, olio extravergine di oliva, olio di vinaccioli, olive,
- semi e frutta oleosi: canapa, chia, girasole, lino, papavero, sesamo, zucca, anacardi, nocciole, mandorle, noci, pinoli,
- condimenti: aceto di cocco, aceto di mele non pastorizzato, cannella, cardamomo, chiodi di garofano, cumino, curcuma, alloro, ginepro, origano, pepe nero, peperoncino secco, prezzemolo, rosmarino, tarassaco, timo, sale integrale o rosa, senape.
Queste e altri consigli e accortezze che la dottoressa Missori suggerisce nella sua pratica clinica quotidiana aiutano chi è affetto da una disfunzione della tiroide ad alleviare i propri sintomi. Afferma infatti che: “Ridurre i sintomi significa recuperare benessere e salute, assenza di disturbi, riduzione della stanchezza, scomparsa dei fastidi addominali e digestivi, recupero della libido e ottimizzazione del ciclo e della fertilità e così via”.
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