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Allattare e Lavorare Si Può

Pubblicato 3 anni fa

Intervista a Giorgia Cozza su conciliazione fra maternità e lavoro (II parte)

Qualche tempo fa ho fatto una chiacchierata con Giorgia Cozza, giornalista e scrittrice che collabora con riviste e siti specializzati occupandosi di salute della mamma e del bambino.

Ci siamo trovate a condividere considerazioni sulla conciliazione fra maternità e lavoro, che in Italia sembra ancora essere un’impresa molto complicata per la maggior parte delle donne (le trovi nell’articolo dal titolo Non è un paese per mamme).

In realtà, la mia intenzione era inizialmente quella di trattare con lei un argomento che, in quanto consulente alla pari in allattamento, mi sta molto a cuore: la possibilità di allattare il proprio bambino dopo essere rientrate al lavoro.

Tante persone, infatti, sono convinte del fatto che allattamento e carriera lavorativa siano assolutamente incompatibili.

Giorgia a questo delicato argomento ha dedicato un libro uscito per la Leche League nel 2012 (1). Il suo parere, le sue riflessioni, i suoi consigli, sono dunque frutto di esperienza maturata in anni, ma anche di studio e analisi accurati.

Indice dei contenuti:

Una questione di salute

Giorgia: L'allattamento è prima di tutto una questione di salute, di salute del bambino, di salute della madre, pertanto è un argomento che deve interessare un po' tutta la società, non solamente le donne coinvolte in prima persona. 

Il latte materno è il nutrimento specifico che la natura ha pensato per ogni bambino, che gli consente quindi di raggiungere il massimo potenziale di salute (per approfondire si leggano gli articoli Perché allattare è davvero importante come si dice e Il latte materno, un alimento "vivo" che cambia nel tempo, N.d.A.).

Nel nostro paese, molte future mamme dichiarano che desiderano allattare il proprio neonato, poi però quelle che dopo il parto - quando il bambino ha un mese, tre mesi o cinque mesi - effettivamente allattano sono ancora una minoranza che decresce in modo esponenziale col passare del tempo. 


Una delle motivazioni per cui i tassi di allattamento, soprattutto in alcune regioni, sono così bassi è proprio quella legata alla ripresa lavorativa.


C'è infatti questo falso mito, questo pregiudizio diffuso e radicato nella società (quindi anche nel pensiero dei genitori) che non sia possibile allattare e lavorare (se ne è parlato anche nell'articolo Verità e bugie sull’allattamento al seno, N.d.A.).

Sono quindi tante le mamme che, prima di rientrare al lavoro, si impegnano a cambiare l'alimentazione del bambino, a offrirgli il biberon, a interrompere le poppate. Ci sono mamme che, sapendo di dover rientrare presto al lavoro, rinunciano proprio a iniziare l'allattamento, sapendo appunto di dover ritornare alla propria occupazione.

Invece ai genitori dobbiamo dare soprattutto questa bella notizia - perché fondamentalmente che si sappia: è possibile allattare e lavorare.

Non solo è possibile, ma l'allattamento addirittura può essere anche un valido alleato, sia della mamma, sia del bambino, in un momento impegnativo, forte dal punto di vista delle emozioni in gioco, anche faticoso, come quello del primo distacco. Pertanto è anche qualcosa che, oltre a continuare a tutelare la salute del bambino, favorisce il benessere emotivo di entrambi. Da una parte c'è infatti la mamma che è più serena, perché sta continuando a garantire quei benefici di salute grazie al latte; dall'altra c'è un bambino che, non appena ritorna fra le braccia della sua mamma, la ritrova grazie al gesto noto e amato della poppata, che ha fatto parte della sua quotidianità durante i primi mesi della sua vita. Questo può aiutare veramente tantissimo entrambi nei primi tempi, per affrontare meglio la separazione e il cambiamento nella routine.

Non esistono regole fisse

Noemi: Nella pratica come ci si può organizzare per allattare quando si è assenti da casa per tante ore per lavorare?

Giorgia: Ogni mamma può decidere per sé, non esiste una strada obbligata. Dipende molto dall'età del bambino e dall'organizzazione della mamma. 

Ci sono mamme che decidono di tirarsi il latte con un tiralatte o con la spremitura manuale: preparano una piccola scorta per il loro bambino, che quindi continua a nutrirsi di latte materno anche mentre loro sono fuori casa.  Alcune non preparano una vera e propria scorta, ma la sera si tirano il latte per il giorno dopo. Altre si fanno portare il bambino al lavoro e lo allattano direttamente, perché magari sono libere professioniste o comunque possono organizzarsi facilmente in questo modo. Ad altre ancora l'idea di estrarre il latte non risuona, per cui nelle ore in cui sono assenti il bambino riceve il latte formulato, però poi, non appena si ritrovano, proseguono con il loro allattamento. 


Insomma, ogni mamma si organizza in base alle proprie necessità. Non sarebbe giusto imporre una ricetta valida per tutte: ogni mamma è diversa, ogni famiglia è diversa, per cui le soluzioni vanno costruite sulla base dei bisogni di ogni singola mamma e di ogni singolo bambino. 


Ci sono anche donne che rientrano al lavoro quando il bambino ha già iniziato la sua alimentazione complementare con cibi solidi, per cui quando loro sono assenti può tranquillamente fare a meno del latte.

Le trasferte

Noemi: Quando invece una mamma si deve assentare per trasferte di più giorni come dovrebbe organizzarsi? 

Giorgia: Alcune donne raccontano di avere ripreso le proprie trasferte anche prima dell'anno del bambino e poi sono riuscite a proseguire tranquillamente il loro percorso, allattando per due anni e anche più, perché sono comunque riuscite a tenere alta la produzione tirando il latte, stimolando il seno e ovviamente attaccando il bambino una volta a casa. Anzi, in questo, in genere, il bambino aiuta, perché quando sta separato per un po’ dalla mamma poi chiede più spesso il seno. 

Quando stanno fuori casa, le mamme hanno mille paure, si chiedono cosa succederà, se la produzione calerà, se il latte sparirà. Fra i falsi miti, infatti, c'è anche quello del "latte che va via", che ci fa temere che, una mattina, al risveglio ci si ritrovi improvvisamente senza latte. In realtà, fortunatamente non funziona così! La Natura ci ha pensato bene, perché questo latte serve per nutrire, per far sopravvivere il bambino, per cui il latte non va da nessuna parte

Anche quando, per qualche motivo, si stesse effettivamente verificando un calo della produzione, non si tratta mai di una cosa improvvisa, per cui la mamma avrebbe il tempo di mettere in pratica degli accorgimenti per tornare a produrre una quantità maggiore di latte. Si tratta sempre di un processo reversibile: se il seno viene stimolato più di frequente, verrà prodotto più latte

Fino a qualche anno fa c'erano poche lavoratrici che allattavano, quindi avevamo anche poche esperienze su cui basarci per capire se quest'esperienza fosse possibile. Ora ci sono sempre più donne che lavorano eppure continuano ad allattare, anche dopo l'anno di vita del bambino, e i loro racconti, le esperienze e le testimonianze sono assolutamente incoraggianti. 

Ci sono tante mamme che dicono di aver dovuto rientrate al lavoro prima di quando avrebbero voluto, ma che, fortunatamente, hanno potuto perlomeno allattare per tutto il tempo desiderato, magari per anni. Questo è molto confortante! Poter affermare: "Non ho proprio la possibilità di decidere tutto, però decido questa parte importante della mia relazione con mio figlio, seguendo i nostri bisogni e i nostri desideri" è davvero importante. 

Cambiare la società

Noemi: Sappiamo che la nostra società non è amica delle mamme e dei bambini (si veda la prima parte dell’intervista con Giorgia). Come possono le mamme che intendono proseguire con l’allattamento far valere i propri diritti sul posto di lavoro?

Giorgia: Come dicevamo all’inizio, la promozione dell’allattamento al seno è a tutti gli effetti una misura di salute pubblica, dovrebbe quindi essere interesse di tutti portarla avanti.

Mi è capitato di parlare con mamme che si tiravano il latte durante l’orario di lavoro, in bagno, velocemente, in cinque minuti, magari nell'unico bagno per le donne, in fabbrica, dove magari non c'è neanche la mensola pulita su cui appoggiare il contenitore del latte.

Io suggerisco sempre di far presente questa necessità, ovviamente compatibilmente col proprio contesto lavorativo: bisognerebbe sempre segnalare che servirebbe nell'azienda un piccolo spazio, non necessariamente una sala, ma una piccola stanza con una poltroncina, una sedia e una mensolina pulita. Oppure chiedere semplicemente di poter chiudere la porta, se magari la mamma ha un ufficio a sua disposizione. In ogni caso sottolineare che le madri possono avere bisogno di alcune pause, senza uscire di nascosto o di corsa. 

Magari non si ottiene niente, magari è la prima che chiede una cosa del genere e viene guardata male. Però, se vogliamo cambiare la società, è davvero necessario chiedere, segnalare, buttare quel seme che poi nel tempo potrà germogliare

Io sono veramente fiduciosa, anche se è chiaro che il cambiamento è molto lento, indubbiamente è in corso. Oggi c'è più sensibilità su questo tema. 

Ci si può accordare con altri genitori che hanno la stessa necessità o che comunque sono interessati ad avanzarla insieme a noi: potremmo trovare degli alleati inattesi, un papà la cui compagna allatta, una mamma che ha allattato anni fa oppure che non ha allattato e avrebbe voluto farlo…

Si tratta di una richiesta lecita, da fare con gentilezza. Poi, come verrà accolta è quasi marginale, nel senso che noi lo facciamo per noi stesse e per i nostri bambini, ma anche per tutte le mamme e per tutti i bambini che verranno dopo di noi

Il cambiamento si costruisce solo così.

Immagino che qualcuno che legge potrà pensare che io sia matta e che non sia possibile negli ambienti di lavoro esprimere questo bisogno. È gravissimo che non sia possibile, e ciascuno sa se la propria situazione consente di fare richieste. Se ci sono dei margini, però, vale la pena chiedere.

Tante volte si fanno mille sacrifici, si cerca di arrangiarsi, di non farsi notare, come se la nostra condizione di lavoratrici che allattano fosse qualcosa di cui vergognarsi. 
Il latte invece serve ai nostri figli, i cittadini di domani, il futuro della nostra società, le persone indispensabili per portare avanti una nazione a tasso di natalità zero!

(1) I libri de La Leche League sono disponibili solamente su donazione all’associazione. Maggiori informazioni qui: https://www.lllitalia.org/risorse/libri.html


Ultimo commento su Allattare e Lavorare Si Può

Recensioni dei clienti

Barbara T.

Recensione del 28/12/2024

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 28/12/2024

Il cambiamento in questo ambito è doveroso. Le donne che lavorano non sono solo più una minoranza, sono tante. Pagare di meno una lavoratrice fa gola alle aziende o ai datori di lavoro in generale, allora che si adeguassero. Perché devono esserci aziende con la nursery e altre no? Certo bisogna pensare ai mezzi e ai capitali da investire, ma se la necessità diventa pubblica per non dire globale ci saranno anche le sovvenzioni adatte al caso. Tutto sta a iniziare. Rimanere in silenzio non serve a nessuno, tanto meno alle neomamme o a chi è in procinto di avere figli. Grazie per questo articolo molto significativo.

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