Il latte materno, un alimento "vivo" che cambia nel tempo
Pubblicato
3 anni fa
Noemi Zucchi
Consulente alla pari in Allattamento e Dottoressa in Comunicazione
Una "ricetta" che cambia con le esigenze del bambino
La composizione del latte materno rappresenta un mistero per la scienza e un miracolo dell’evoluzione nello stesso tempo. Milioni di cellule vive, migliaia di sostanze nutrienti sono presenti in esso, tanto da renderlo inimitabile e irripetibile.
Addirittura, alcuni degli ingredienti che lo costituiscono non sono ancora stati identificati, né tanto meno si è arrivati a comprendere quali meccanismi dovrebbero innescare.
Specie-specificità del latte
Così come il latte prodotto dalle mucche è calibrato perfettamente per consentire la crescita di un vitellino appena nato, esattamente allo stesso modo quello umano viene creato per provvedere alle esigenze di un cucciolo d’uomo.
Ogni mammifero, infatti, produce latte “specie-specifico”, cioè adatto allo sviluppo dei propri piccoli, che evidentemente hanno caratteristiche peculiari: un vitello, quando nasce, deve reggersi in piedi da solo fin da subito e ha quindi bisogno di molte proteine che lo aiutino velocemente a sviluppare la massa muscolare; il cervello più evoluto dell’uomo, per svilupparsi, necessita invece di più zuccheri e acidi grassi a lunga catena. La composizione del latte di ciascuna specie rispecchia queste differenti esigenze.
Il latte materno è costituito per quasi il 90% da acqua, poi al suo interno troviamo zuccheri, proteine, grassi, vitamine, minerali, ma anche anticorpi e globuli bianchi che proteggono dalle malattie e combattono le infezioni, prebiotici e batteri benefici per la salute di stomaco e intestino, cellule staminali per lo sviluppo degli organi, enzimi, ormoni.
La combinazione di questi elementi, però, non è fissa, varia nel tempo, non solo col passare delle settimane per adattarsi alle necessità mutevoli del lattante che cresce, ma anche nei diversi momenti della giornata e addirittura nel corso della singola poppata, nonché in presenza di alcune condizioni, ad esempio se il bambino nasce prematuramente oppure si ammala. Per questo si è soliti dire che il latte materno non è solo - come si è già visto - specie-specifico, ma addirittura “individuo-specifico”, adatto cioè a quel particolare bambino, in quel particolare momento.
Ne è una prova il fatto che il suo colore e la sua consistenza cambiano continuamente: a volte è più trasparente e liquido, altre volte diventa più bianco e denso, ma può anche avere una leggera sfumatura colorata, gialla, arancione, rosa, addirittura azzurrina o verdognola, anche in base al cibo ingerito dalla mamma, che lo “aromatizza” e - appunto - gli dà colore!
Come la composizione del latte materno cambia nei mesi
Mano a mano che il neonato cresce, mentre passano i giorni, le settimane e i mesi, le sue esigenze nutrizionali si modificano profondamente; di conseguenza anche l'alimento che la natura ha espressamente previsto per lui subisce dei cambiamenti.
Appena nasce, la madre comincia a produrre piccole quantità di colostro, una secrezione molto densa e di colore giallo. Il suo aspetto, unito alla sua composizione, gli hanno fatto meritare l’appellativo di “oro liquido”.
Poiché il bambino appena nato ha uno stomaco minuscolo, grosso modo delle dimensioni di una ciliegia (ne ho già parlato qui), questo suo primo alimento racchiude in poche gocce sostanze preziosissime.
Innanzitutto il colostro è ricchissimo di globuli bianchi, immunoglobuline e altri componenti protettivi, come la lattoferrina e il lisozima, fondamentali per il sistema immunitario che nel neonato è ancora immaturo. Viene infatti considerato un vero e proprio vaccino completamente naturale. Contiene poi fattori di crescita, proteine, agenti antiossidanti, sali minerali e vitamine.
Dopo pochi giorni dalla nascita, gradualmente si trasforma in latte cosiddetto “maturo”, che ha un aspetto completamente diverso: è più liquido e bianco; si arricchisce di acqua, zuccheri e grassi, mentre diminuiscono proteine e sali minerali.
Via via che passano le settimane, l’equilibrio fra i vari ingredienti varia in maniera armoniosa con la crescita del bambino, adattandosi anche ad esigenze particolari.
Se la mamma è esposta ad un’infezione virale o batterica, il suo corpo produce anticorpi specifici che, attraverso il latte, passano al bambino, ma recentemente si è scoperto (ed è qui che la magia si compie!) che anche quando è il lattante ad ammalarsi, avviene uno scambio di comunicazioni fra il suo corpo e quello della madre, denominato in inglese baby spit backwash, grazie al quale il sistema immunitario della mamma viene stimolato a produrre gli anticorpi che servono al piccolo, in modo da poterglieli trasferire col latte.
Quando, intorno ai sei mesi del bambino, si cominciano ad introdurre alimenti diversi nei suoi pasti, il latte continua a fornire la maggior parte dell’apporto nutrizionale alla sua dieta (si calcola che il latte materno fornisca il 93% delle calorie introdotte giornalmente a 7 mesi e passi al 50% fra gli 11 e i 16) e a cambiare la propria composizione.
Anche dopo l’anno di vita, quando in base alle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità la dieta del bambino dovrebbe essere ormai abbastanza ricca, esso non diventa improvvisamente carente di nutrienti come qualcuno potrebbe pensare, ma anzi rimane un prezioso alleato per la sua crescita sana ed equilibrata proprio perché si adegua alle sue nuove necessità, tanto che la quantità di alcuni nutrienti presenti in esso addirittura cresce. Aumenta il ferro, aumentano proteine e grassi, così come tutte le componenti anticorpali che consentono ad un bimbo già grandino che comincia a camminare e a esplorare il mondo circostante di difendersi da virus e batteri che in questa fase più facilmente incontra rispetto a quando passava la maggior parte del tempo in braccio ai genitori.
Come il latte materno cambia durante la giornata e la singola poppata
Il latte materno non si modifica solamente nell’arco delle settimane e dei mesi, ma anche nel corso della giornata e addirittura della singola poppata.
Al mattino, così come all’inizio di ciascuna poppata, appare più liquido e trasparente: è infatti più ricco di acqua e zuccheri, per dissetare il bambino e fornirgli energia immediata.
Si tratta di quello che viene chiamato “primo latte”.
Alla sera, così come alla fine della poppata, risulta più denso e opaco, perché diventa più ricco di proteine e grassi per fornire maggior nutrimento.
Si parla in questo caso di “secondo latte”.
La transizione fra i due è assolutamente graduale e non è dettata da tempi rigidamente stabiliti, dipende soprattutto dal tipo di suzione del lattante e dalla frequenza delle poppate. Alla fine della giornata, in ogni caso, si può star certi che il bambino avrà ricevuto la quantità di zuccheri, proteine e grassi di cui ha bisogno.
Il latte materno può essere considerato insomma un tessuto biologico vivo a tutti gli effetti, impossibile da replicare in laboratorio (per approfondire tutti i benefici che apporta a mamma e bambino si legga l'articolo intitolato Perché allattare è davvero importante come si dice).
Millenni di evoluzione hanno consentito di arrivare ad una formulazione estremamente complessa ma perfetta, ideata per rispondere a precisi bisogni, differenti da individuo a individuo.
Tutti gli studi compiuti negli ultimi decenni non sono stati in grado di svelarne completamente i segreti. A noi non resta che prendere atto della "magia" che si compie nell'interazione fra ogni mamma e il suo bambino e osservarne i meravigliosi effetti.
Per approfondire puoi leggere...
Fonti Bibliografiche
Ballard O. et al, Human Milk Composition: Nutrients and Bioactive Factors, Pediatric Clinics of North America Volume 60, Issue 1, February 2013, Pages 49-74.
Dror D.K. et al, Overview of Nutrients in Human Milk, Advances in Nutrition, Volume 9, Issue suppl_1, May 2018, Pages 278S–294S.
Deoni S.C. et al, Breastfeeding and early white matter development: A cross-sectional study, Neuroimage, 2013; 82:77-86.
Lönnerdal B, Nutritional and physiologic significance of human milk proteins, American Journal Clinical Nutrition. 2003; 77(6): 1537S-1543S.
Bode L, Human milk oligosaccharides: every baby needs a sugar mama, Glycobiology. 2012; 2 2(9): 1147-1162.
Newman J, How breast milk protects newborns, Scientific American, 1995 Dec; 273(6):76-9.
Hassiotou F. et al, Maternal and infant infections stimulate a rapid leukocyte response in breastmilk, Clinical & Translational Immunology. 2013; 2(4):e3.
Pannaraj P.S. et al, Association Between Breast Milk Bacterial Communities and Establishment and Development of the Infant Gut Microbiome, JAMA Pediatrics, 2017; 171(7): 647-654.
Hassiotou F, Hartmann P.E. At the Dawn of a New Discovery: The Potential of Breast Milk Stem Cells, Advanced Nutrients, 2014; 5(6):770-778.
La Leche League, Color of Milk, 2018.
Mandel D, Lubetzky R, Dollberg S et al, Fat and energy contents of expressed human breast milk in prolonged lactation, Pediatrics, 2005;116(3):e432-5.
Hassiotou F et al, Maternal and infant infections stimulate a rapid leukocyte response in breastmilk, Clinical & Translational Immunology, 2013; 2(4):e3.
Al-Shehri S.S et al, Breastmilk-Saliva Interactions Boost Innate Immunity by Regulating the Oral Microbiome in Early Infancy, Plos One, 2015; 10(9).
Dewey KG et al, Breast milk volume and composition during late lactation (7-20 months), Journal of Pediatric Gastroenterology and Nutrition, 1984;3(5):713-720.