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Riso nero: proprietà e benefici

Pubblicato 1 giorno fa

Alice Valli
Dietista ed esperta di sostenibilità e abbigliamento naturale

Scopri perché il riso nero fa bene, la differenza con il riso Venere e come cucinarlo per gustare tutti i suoi nutrienti

Con una storia affascinante legata a miti e privilegi imperiali, il riso nero che oggi conosciamo è diventato un alimento altamente apprezzato, considerato un vero e proprio “superfood” per le sue straordinarie proprietà nutrizionali e antiossidanti

Le sue caratteristiche benefiche per la salute, in grado di aumentare la forza e la longevità erano già riconosciute nell’antica Cina imperiale, dove il riso nero, chiamato “riso proibito” in quanto riservato esclusivamente all’imperatore e all’alta nobiltà, era considerato proprio per queste caratteristiche un alimento sacro.

Nel tempo, con il declino delle dinastie imperiali e la maggiore diffusione delle colture agricole, il riso nero iniziò lentamente a comparire anche in altre regioni asiatiche, come Thailandia, Indonesia e Vietnam, rimanendo tuttavia per molti secoli un alimento di nicchia, raro e prezioso.  In Occidente, il riso nero è arrivato solo di recente. In Italia, per esempio, la sua storia inizia ufficialmente nel 1997, quando viene creata la varietà “Venere”. 

Indice dei contenuti:

Differenza tra riso nero, riso Venere e riso bianco 

Diverse varietà di riso: nero, rosso, bianco e integrale

A volte possono generare confusione, soprattutto riso nero e Venere. Ecco qualche indicazione su queste tre diverse varietà. 

Riso nero 

Il riso nero è una varietà di riso antica nota per il suo colore scuro dei chicchi, dovuto all’elevato contenuto di antociani, pigmenti con potenti proprietà antiossidanti contenuti anche in frutti come i mirtilli.

Il riso nero ha un aroma deciso e talvolta leggermente dolce, per questo viene spesso utilizzato in cucina per la preparazione di piatti della tradizione orientale, insalate fredde, wok e dessert, anche grazie alla sua consistenza soda e al sapore caratteristico.

Riso Venere

Si tratta di una varietà italiana di riso nero, nata dall’incrocio naturale (non si tratta di un prodotto OGM) tra un riso nero cinese e una varietà tipica della Pianura Padana. Pur condividendo con il riso nero le caratteristiche dei risi integrali, come il contenuto di fibre, proteine e minerali, presenta un aroma e una consistenza leggermente diversi, adattati alla coltivazione locale.

Rispetto al riso bianco, sia il riso nero che il riso Venere apportano più ferro, selenio, proteine e fibre, offrendo maggiore sazietà e benefici nutrizionali. Spesso il riso Venere viene confuso con il riso nero, ma è importante ricordare che il riso Venere (lo trovi qui) è una tipologia specifica di riso nero

Riso bianco

Questo è un riso raffinato a differenza dei due precedenti: viene privato del pericarpo (la parte esterna del chicco), del germe e della crusca, risultando quindi più povero di fibre, vitamine e minerali rispetto al riso nero ma anche a quello integrale o semi-integrale. Ha un sapore neutro e cuoce più rapidamente, il che lo rende versatile per molte preparazioni e ha contribuito nel tempo a farlo diventare la varietà più diffusa al mondo. 

Mentre il riso bianco resta la scelta più comune e versatile, il riso nero e il riso Venere rappresentano alternative più ricche e salutari, ideali per chi cerca un’alimentazione funzionale. Io cerco di cucinare piatti con tutti e tre i tipi di riso in rotazione a seconda del tempo disponibile, della ricetta che voglio realizzare e, ovviamente, seguendo il mio gusto personale. 

Proprietà nutrizionali del riso nero 

Il riso nero è considerato un vero “superfood” per il suo profilo nutrizionale completo e ricco di sostanze benefiche. È naturalmente privo di glutine, contiene più fibre rispetto al riso bianco e ha un buon apporto proteico, superiore rispetto ad altri cereali.

È particolarmente ricco di antociani, potenti antiossidanti responsabili del colore scuro del chicco, noti per il loro ruolo protettivo contro l’invecchiamento cellulare e lo stress ossidativo. Inoltre, il riso nero contiene quantità di importanti vitamine del gruppo B (B1, B3, B6), vitamina E, e sali minerali come ferro, zinco, fosforo e magnesio.

Ha anche una buona quota di acidi grassi essenziali, che contribuiscono al benessere cardiovascolare.

A livello calorico, il riso nero apporta circa 350 kcal per 100 grammi, ma grazie all’elevata presenza di fibre, favorisce un maggiore senso di sazietà rispetto al riso bianco ed è anche meno soggetto a provocare picchi glicemici, rendendolo quindi un cereale più adatto a persone affette da diabete o per chiunque cerchi di controllare la glicemia. 

Benefici del riso nero

Piatto di riso nero con tonno e pomodorini

Grazie al profilo nutrizionale particolarmente ricco, il riso nero apporta numerosi benefici alla salute se consumato all’interno di una dieta varia ed equilibrata.

Come già menzionato, il primo beneficio è la sua azione antiossidante legata alla presenza di composti che aiutano a combattere i radicali liberi, rallentano l’invecchiamento cellulare e riducono l’infiammazione cronica. Per questo motivo, il riso nero è spesso consigliato nella prevenzione delle malattie degenerative e cardiovascolari.

Inoltre, grazie all’alto contenuto di fibre, il riso nero favorisce la regolarità intestinale, migliora la digestione e contribuisce al senso di sazietà, rendendolo utile nelle diete dimagranti.

Il ferro e il magnesio aiutano inoltre a combattere la stanchezza e sostengono il metabolismo energetico.

Il riso nero ha anche proprietà detossinanti: aiuta infatti il fegato a “eliminare” tossine e migliora inoltre il funzionamento dell’apparato urinario.

Il basso indice glicemico è un altro grande vantaggio poiché contribuisce a mantenere stabile la glicemia e può essere inserito nelle diete per diabetici. Dal punto di vista pratico, è anche un alimento versatile, che si adatta a preparazioni dolci e salate, rendendolo facile da integrare in uno stile di vita sano e in numerosissime ricette. 

Come cucinare il riso nero

Essendo una varietà integrale, il riso nero richiede una cottura più lunga rispetto al riso bianco. È quindi consigliabile, prima di cucinarlo, sciacquarlo sotto acqua corrente per eliminare eventuali impurità e, se si desidera ridurre leggermente i tempi di cottura, lasciarlo in ammollo per circa 30 minuti.

Il metodo tradizionale di cottura prevede di portare a bollore l’acqua, aggiungere un pizzico di sale e versare il riso, abbassando poi la fiamma al minimo e coprendo la pentola. La cottura dura generalmente tra i 35 e i 40 minuti, dopo i quali si consiglia di lasciare riposare il riso per qualche minuto a pentola coperta, in modo che assorba l’umidità residua, per poi sgranarlo.

In alternativa, il riso nero può essere tostato brevemente in padella con un filo d’olio prima di aggiungere acqua o brodo, procedimento che ne esalta l’aroma e preserva anche meglio i nutrienti. I tempi di cottura possono anche essere ridotti con cottura con pentola a pressione (18-20 minuti).

Una volta cotto, può essere conservato in frigorifero per due o tre giorni, rendendolo quindi una scelta pratica anche per il “meal prep”, ovvero la pratica di organizzare e preparare in anticipo i pasti per più giorni.

Con la sua storia millenaria e il prestigio di “riso proibito”, il riso nero si conferma oggi un alimento straordinario, ricco di nutrienti, fibre e potenti antiossidanti. Integrarlo nella propria alimentazione significa non solo arricchire i pasti con un sapore unico e una consistenza particolare, ma anche prendersi cura della salute in modo naturale, favorendo sazietà ed equilibrio glicemico. Il riso nero non è quindi solo un ingrediente speciale, ma un vero alleato del benessere quotidiano.

Controindicazioni del riso nero 

Pur essendo un alimento ricco di benefici, il riso nero presenta alcune controindicazioni da tenere in considerazione, specialmente per soggetti con determinate condizioni. Il suo alto contenuto di fibre, sebbene generalmente positivo, può causare infatti problemi a chi soffre di colon irritabile, gonfiore intestinale o difficoltà digestive, soprattutto se introdotto in modo improvviso e molto frequente nella dieta. In questi casi, consiglio ai miei pazienti di iniziare con piccole quantità e valutare la tollerabilità, aumentandola mano a mano.

Inoltre, trattandosi di un riso integrale, richiede una cottura più lunga e una buona masticazione: consumarlo crudo o poco cotto potrebbe renderlo particolarmente difficile da digerire. In caso di dubbi o patologie croniche, è comunque sempre opportuno consultare un dietista o un esperto di nutrizione prima di introdurlo regolarmente nella dieta. 

Scopri la nostra selezione di riso nero: 

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