Ricordi tutte le tue password a memoria? Se la risposta è no, prova queste piante stimolanti
Pubblicato
3 anni fa
Romina Rossi
Giornalista e naturopata
Scopri i benefici dei nootropi naturali per contrastare il declino cognitivo e la perdita della funzionalità cerebrale
Secondo il World Alzheimer Report sono oltre 46 milioni le persone in tutto il mondo affette da demenza senile (più o meno come la popolazione di tutta la Spagna!) con un aumento di circa 10 milioni di casi all'anno (i dati sono del 2015). Si prevede che nel 2050 saranno 131,5 milioni. Oltre a questi casi si ipotizzano tanti altri milioni di persone che vivono in condizioni di deterioramento cognitivo lieve, una condizione che si classifica a metà fra la perdita di memoria dovuta a invecchiamento fisiologico e demenza.
Con l'allungamento dell'aspettativa di vita è inevitabile che aumentino anche le malattie legate all'età, ma non è impossibile contrastarne la comparsa o rallentarne il decorso per poter vivere la terza e quarta fase della vita in equilibrio.
In questi casi può venire in aiuto un nootropico naturale, estratto da piante che hanno dimostrato di avere benefici sul cervello e sulle facoltà cognitive. Scopri quali sono e che benefici hanno.
Invecchiamento: quando è fisiologico e quando non lo è
Una ottimale funzione cognitiva è vitale per mantenere l’indipendenza, la produttività e la qualità della vita. Quando si verifica un declino cognitivo è più facile che possa manifestarsi anche la demenza, una delle conseguenze più temute nella fase di invecchiamento.
Nei casi più gravi, infatti, la demenza è in grado di interferire pesantemente con la qualità della vita, perché rende impossibile svolgere molti compiti di routine. Tale condizione si verifica in seguito a perdita delle funzioni mentali principali, come la memoria, la capacità di comunicazione e di concentrazione, il ragionamento e la percezione visiva.
Sebbene siamo abituati ad associarlo alla vecchiaia, se pensi che il declino cognitivo sia un problema che interessa solo gli anziani, ti sbagli. Il cervello comincia a invecchiare e a mostrare segni di alterazione già dopo i 40 anni. Secondo le ricerche passati gli “anta” il suo volume e il peso diminuiscono del 5% ogni 10 anni. Ciò significa che a 50 anni il tuo cervello sarà più piccolo del 5% rispetto a quando ne avevi 40.
Ma da cosa dipende questa diminuzione? Da un lato è fisiologica, causata dall’invecchiamento biologico del nostro organismo, che favorisce cambiamenti nella dimensione, nella sua vascolarizzazione e nella capacità cognitiva dell'organo cerebrale. Sono fattori che possono facilitare il declino anche la morte dei neuroni, la perdita delle sinapsi e della loro plasticità. Allo stesso modo anche la perdita della sostanza bianca può favorire l’invecchiamento del cervello, così come la formazione dl placche amiloidali che favoriscono il morbo di Alzheimer in condizioni di stress ossidativo.
Lo squilibrio fra presenza di sostanze ossidanti e antiossidanti è un altro fattore che può facilitare l’invecchiamento della struttura cerebrale: l'aumento dello stress ossidativo e una concomitante diminuzione del sistema di difesa antiossidante del cervello sono stati associati alla senescenza funzionale e all'invecchiamento dell'organismo. Lo stress ossidativo infatti viene ritenuto un pericoloso nemico per la nostra salute: qui puoi leggere i motivi e i consigli per eliminare i radicali liberi in eccesso.
Ci sono poi anche fattori di rischio legati a errori che interessano lo stile di vita e l’alimentazione che possono comprendere: colesterolo alto, obesità, ipertensione, fumo di sigaretta, lesioni cerebrovascolari, sedentarietà, mancanza di attività ricreative e socializzazione ecc.
Come conseguenza il cervello invecchia e perde la propria funzionalità. Nello specifico si possono manifestare più facilmente:
- difficoltà di imparare nuove cose: la memorizzazione può richiedere più tempo rispetto a quello impiegato in età più giovane,
- difficoltà a ricordare nomi, cose, numeri (dalle password ai numeri di cellulare, alle date di avvenimenti importanti personali o storici),
- maggiore facilità a dimenticarsi gli appuntamenti,
- difficoltà a elaborare e pianificare le attività.
Alimentazione e stile di vita: gli alleati della salute del cervello
Mantenere la funzione cognitiva ottimale è indispensabile per vivere una seconda parte della nostra vita in maniera soddisfacente e indipendente.
Come per tutta la nostra salute, anche per mantenere la funzionalità cerebrale è indispensabile giocare d’anticipo attraverso la prevenzione che permetta di mantenere uno stile di vita equilibrato che aiuti a preservare le nostre funzioni e contrastare l’insorgenza della malattia. Alimentazione e stile di vita sano sono strumenti indispensabili per mantenere l’equilibrio del nostro organismo.
Alcuni studi hanno dimostrato che la modifica dei fattori dello stile di vita come l'alimentazione può prevenire e ridurre sia il declino cognitivo associato alla demenza che all'invecchiamento fisiologico. È stato anche dimostrato che certi nutrienti in quantità adeguate (che si trovano naturalmente nel cibo o sono resi disponibili come integratori alimentari) migliorano la salute del cervello e la funzione mentale attraverso i loro effetti sulla plasticità sinaptica del cervello, sulla funzione neuronale e sulla capacità cognitiva.
Numerosi studi hanno esaminato gli effetti di diversi stili alimentari sul declino cognitivo legato all'età. In generale, i risultati indicano che un aumento dell'assunzione di frutta, verdura, pesce, noci e legumi (alimenti che fanno parte della dieta mediterranea) e una riduzione dell'assunzione di carne e latticini ad alto contenuto di grassi (presenti nelle diete occidentali) è apparentemente associato a una migliore funzione cognitiva e/o a un ridotto rischio di sviluppare demenza in età avanzata.
Accanto all'alimentazione, anche una abituale attività fisica e attività rilassanti e stimolanti sono d'aiuto per tenere il cervello in allenamento.
I nootropi per la memoria
Il terzo strumento che possiamo utilizzare per mantenere il delicato equilibrio (omeostasi) del nostro organismo e quindi promuovere la funzionalità di tutti gli organi, apparati e sistemi sono gli estratti delle piante ad azione nootropa e antiossidante. Ne hai mai sentito parlare?
I nootropi in medicina sono utilizzati per bloccare il declino cognitivo negli anziani affetti da demenza e morbo di Alzheimer. Sono chiamati anche potenziatori cognitivi, perché hanno la capacità di stimolare e migliorare memoria, concentrazione, lucidità mentale, umore e abilità cognitive. Alcuni di questi agiscono modulando le attività di specifici percorsi cerebrali che coinvolgono neurotrasmettitori e neuromodulatori che hanno ruoli distinti nei processi cognitivi.
Gli studi hanno dimostrato che esistono anche nootropi naturali: si tratta di piante da sempre usate nell’erboristeria che possono avere la capacità di agire sulle nostre facoltà mentali e cognitive, andando a potenziarle. Le piante che rientrano in questa categoria sono le cosiddette adattogene, cioè quelle in grado di aumentare la capacità del nostro organismo di rispondere allo stress, diventando in questo modo più resiliente. Immagina un albero che in piena tempesta si piega e ondeggia al vento ma non si spezza: le piante adattogene sono quelle che ti danno la flessibilità necessaria per affrontare le raffiche di vento.
Di seguito vediamo alcune delle piante che hanno dimostrato di avere maggiori capacità benefiche sulla funzionalità cerebrale e in che modo.
Rodiola rosea
La Rhodiola rosea è una pianta adattogena originaria delle zone di alta quota in Europa e in Asia. Gli studi dimostrano che può inibire la produzione degli ormoni come il cortisolo che il corpo produce in abbondanza nei periodi di forte stress. Ciò impedisce che l’organismo possa smaltirne l’accumulo, che quindi crea una condizione di perenne stato di allerta.
Viene comunemente considerata una sostanza ad effetto nootropo perché ha dimostrato di essere in grado di ridurre lo stress e la fatica e, allo stesso tempo, di aumentare il livello dell’energia, della resistenza e le prestazioni mentali sotto stress. Può aumentare la concentrazione anche per periodi prolungati. Influenzando la produzione di serotonina e noradrenalina, contribuisce a migliorare l’umore. Aiuta anche nei casi di nebbia cerebrale (detta anche nebbia cognitiva) o brain fog.
Ad essere benefico sulla memoria è il salidroside, uno dei principi attivi che compone il fitocomplesso di questa straordinaria pianta, che viene ritenuto una delle sostanze in grado di migliorare e potenziare la memoria e il comportamento emotivo.
La pianta è in grado anche di favorire la neurogenesi, un processo che avviene naturalmente nel cervello dei mammiferi e che svolge diversi ruoli nei processi di memoria e apprendimento e facilita il recupero delle lesioni. Anomalie in questo processo possono favorire disturbi dell’apprendimento e della memoria, favorendo il morbo di Alzheimer in presenza di stress ossidativo eccessivo. In studi di laboratorio l’estratto di Rodiola ha dimostrato di poter agire su entrambi i fattori: da un lato diminuisce lo stress ossidativo nell’ippocampo e dall'altro aumenta la neurogenesi.
Ginkgo biloba
Altra pianta considerata ad effetto nootropo è il Ginkgo biloba, che migliora direttamente la capacità cognitiva grazie alla sua azione su specifiche regioni del cervello tra cui i lobi parietali, temporali, frontali, occipitali e l'ippocampo.
Nei test ha dimostrato di aumentare i livelli di acetilcolina cerebrale (il neurotrasmettitore più presente nel sistema nervoso che facilita la comunicazione tra i neuroni) così come la densità di alcuni recettori nell'ippocampo.
Viene considerato benefico in caso di disturbi cognitivi, poiché contribuisce a potenziare la memoria grazie alla presenza di ginkgolidi.
La particolarità di questa pianta è di avere effetti positivi in caso di insufficienza cerebro-vascolare, la condizione in cui si verifica un restringimento delle arterie che portano sangue al cervello, diminuendo l'afflusso sanguigno al cervello. Il Ginkgo riesce infatti ad alleviare alcuni dei sintomi che possono insorgere come conseguenza del restringimento venoso, come difficoltà di concentrazione e di ricordare le cose, stato confusionale, mancanza di energia, stanchezza, ansia, tinnito e mal di testa.
Bacopa monnieri
Anche la Bacopa monnieri è una pianta utile per migliorare le capacità cognitive e alleviare lo stress. Come la Rodiola anch'essa aiuta ad alleviare lo stress e ad aumentare la resilienza dell’organismo, ripristinando la naturale omeostasi.
Detta anche Brahmi in Ayurveda, la secolare medicina indiana, è una pianta utile per migliorare gli aspetti cognitivi del cervello, probabilmente grazie alla sua attività antiossidante. In questo modo svolge azione neuroprotettiva.
Uno studio ha dimostrato che può ridurre lo stress ossidativo anche in caso di demenza: l’assunzione aiuta infatti a ridurre la perossidazione lipidica (l'ossidazione dei lipidi nel sangue a causa di un accumulo di radicali liberi), contrastando anche la compromissione della memoria.
È utile inoltre per conservare e archiviare nuove informazioni apprese recentemente.
In sostanza, la Bacopa ha effetti simili a quelli della Rodiola, tanto che spesso fra le due si fa confusione: come scegliere quello più adatto a te? Mentre la Bacopa agisce sulla mente, la Rodiola ha effetti anche sul corpo, dato che ne migliora le prestazioni. Forse ricorderai che la pianta divenne famosa negli anni Sessanta perché era utilizzata dagli atleti e dagli astronauti russi per aumentare la loro prestazione e la resistenza.
Inoltre, la Bacopa ha un effetto più calmante, mentre la Rodiola è più energizzante.
Ginseng
Nella medicina cinese il Ginseng è considerato “l’erba del re”, data la sua importanza e i benefici che vanta. I ginsenosidi, una delle sostanze tipiche della pianta, aiutano a modulare gli effetti di stress, affaticamento e a migliorare l'apprendimento. Agendo sullo stress, aiuta anche a migliorare il tono dell’umore.
Oltre a migliorare anche la resistenza fisica, rivelandosi utile per chi fa lavori che richiedono sforzi continuativi o attività fisica intensa, aiuta a perdere peso, aumentando il dispendio energetico (aiuta a bruciare le calorie) e riducendo l'apporto energetico (le calorie introdotte).
Per quanto riguarda la mente, il Ginseng è in grado di migliorare le capacità cognitive.
Secondo alcuni studi sarebbe anche in grado di migliorare l’attività delle onde cerebrali, le fluttuazioni ritmiche dell’attività elettrica del cervello da cui dipendono pensieri e ricordi. Mantenere in equilibrio tali onde promuove una memoria migliore.
Poiché ha un’azione molto energizzante, nella medicina cinese viene consigliato soprattutto per gli uomini, nelle donne può infatti avere un effetto troppo forte e indurre disturbi come palpitazioni, agitazione e nervosismo.
Controindicazioni
La Rodiola può creare interazioni con alcuni tipi di farmaci antidepressivi. L'uso è sconsigliato in gravidanza e allattamento e per i bambini.
Il Ginkgo biloba non è indicato in gravidanza e allattamento, in caso di diabete o di problemi di coagulazione del sangue. Può interagire con molti tipi di farmaci.
Il Brahmi è sconsigliato in gravidanza e allattamento. Può interferire con alcuni farmaci ansiolitici.
Il Ginseng è sconsigliato in gravidanza e allattamento e nei bambini e coloro che stanno assumendo farmaci anticoagulanti.
Se stai assumendo farmaci chiedi il parere del tuo medico prima di assumere un integratore alimentare, in modo che possa valutare, in base alle tue condizioni di salute, quali rimedi sono più adatti a te e in che dosaggi, monitorando anche l'andamento del trattamento.
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