Diverticoli e diverticolite
Pubblicato
2 anni fa
Romina Rossi
Giornalista e naturopata
Scopri cosa sono, con quali sintomi si manifestano, cosa mangiare e cosa evitare per ritrovare la salute
La salute intestinale influenza quella dell’intero organismo per tanti motivi. Il nostro secondo cervello, infatti, come ormai viene chiamato questo organo, ha funzioni diversissime che non si limitano solo alla digestione dei cibi.
Le condizioni che possono indebolire la funzionalità di tale organo sono davvero tante: dai problemi digestivi alle infiammazioni. Una condizione comune è la formazione dei diverticoli che, se infiammati, peggiorano e non di poco lo stato di benessere complessivo.
In questi casi è importante sia curare l’alimentazione, al fine di non peggiorare la propria condizione e aiutare l’intestino a ritrovare la propria funzionalità, sia prendersi cura dello stile di vita, per contrastare l’infiammazione intestinale.
In questo articolo vediamo alcuni suggerimenti in base alle recenti scoperte in questo campo, che permettono di far luce anche su alcuni dubbi che possono sorgere in caso di presenza di diverticoli.
Diverticoli, diverticolosi e diverticolite
La parete, o mucosa, intestinale sana è liscia perché deve permettere il passaggio del cibo digerito: è lungo il tubo digerente che viene separato ciò che va assimilato da ciò che va eliminato.
Per motivi diversi, lungo la parete si possono formare delle estroflessioni che ricordano delle sacche sporgenti di forma arrotondata che prendono il nome di diverticoli. Tali sacche, che sporgono verso l’interno del lume intestinale, rendono la mucosa irregolare e non più liscia. La porzione di intestino in cui queste estroflessioni si formano più spesso è il colon, la parte finale (dove notoriamente risiede anche il microbiota intestinale). Ogni diverticolo può avere dimensioni leggermente diverse: da quelle di un pisello fino a quelle di una biglia; raramente se forma solo uno, generalmente si tratta di estroflessioni multiple.
La presenza di queste estroflessioni lungo la parete del colon (vengono diagnosticate in seguito a TAC o a colonscopia prescritta dal medico) che è generalmente asintomatica, è una condizione che prende il nome di diverticolosi, che indica appunto la presenza dei diverticoli nel colon senza sintomi associati.
Scarso apporto di fibre tramite l'alimentazione quotidiana, stitichezza e difficoltà digestive, sedentarietà e obesità possono però infiammare i diverticoli. In questo caso di parla di diverticolite. Si tratta di una condizione che interessa circa il 3% di coloro che sono affetti da diverticolosi; le donne sembrano essere maggiormente interessate rispetto agli uomini. È inoltre una malattia legata all’età, più comune dai 60 anni in poi.
Diverticolite: sintomi principali
I diverticoli infiammati si manifestano con:
- dolore di pancia (che interessa la parte bassa e il quadrante di sinistra),
- gonfiore addominale,
- gas addominale o meteorismo,
- crampi addominali,
- vomito e nausea,
- diarrea,
- febbre,
- sanguinamento anale.
Spesso i sintomi possono essere talmente forti da far pensare a un attacco di appendicite: nel caso di diverticolite, però, uno dei segni distintivi è la presenza di diarrea o anche di stitichezza, che possono alternarsi. Nel caso si manifesti uno o più di questi sintomi, contatta il tuo medico tempestivamente per poter accertare l'origine e agire sulla causa.
Diverticoli: cosa mangiare e cosa evitare
Sebbene possano restare silenti e non creare fastidi, se viene accertata la presenza di diverticoli è bene prestare attenzione all’alimentazione per evitare che le sacche possano infiammarsi, favorendo i sintomi descritti sopra. Secondo le ultime ricerche in caso di diverticoli (non infiammati) è bene aumentare il consumo di fibre. Le trovi in:
- frutta,
- verdura,
- funghi,
- legumi,
- cereali integrali in chicco.
L’ideale è consumare 30-40 g di fibra al giorno. Sebbene sia benefico un aumento delle fibre, andrebbe però fatta una distinzione tra quali alimenti preferire e quali invece limitare: le ultime ricerche infatti suggeriscono che adottare un’alimentazione a basso contenuto di FODMAP (Low-FODMAPs Diet) aiuta a mantenere la salute e l’equilibrio intestinale: questo tipo di alimentazione ha infatti dimostrato di avere benefici nei confronti di colon irritabile, morbo di Crohn e colite ulcerosa.
I cibi FODMAP sono quelli che hanno un elevato contenuto di carboidrati a catena corta (oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli fermentabili) che, giunti nell’intestino, fermentano e richiamano acqua perché qui rimangono anche dopo digeriti. La loro fermentazione è causa di disturbi e di disequilibrio all’interno del tratto digerente. I cibi a maggiore contenuto di FODMAP sono quelli che contengono:
- fruttosio: miele, frutta come mele, susine, mango, anguria, pere;
- lattosio: contenuto nel latte vaccino, formaggi e derivati;
- fruttani: si trovano in aglio, cipolle, frumento, orzo e segale;
- galattani: si trovano nei legumi come fagioli e lenticchie;
- polioli: presenti in fichi, mele, ciliegie, pesche.
A parte i FODMAP, fra gli alimenti che è bene evitare in caso di diverticoli ci sono anche:
- latte e latticini,
- carne rossa, compresa quella processata come i salumi,
- farine raffinate,
- cibi fritti,
- frutta secca,
- cibi e spezie piccanti,
- bevande gassate, caffè, alcolici,
- cioccolato.
Quando la diverticolite è in fase acuta (i diverticoli infiammati si manifestano in maniera sintomatica) sarà il gastroenterologo a consigliare una dieta liquida o semi liquida per i primi giorni o fino a che i sintomi non passano per poi reintegrare i cibi solidi.
Poiché si tratta di un tipo di alimentazione molto drastica, è raccomandabile seguire le indicazioni del medico che monitorerà l’andamento della malattia e darà indicazioni su cosa evitare e cosa fare per non peggiorare il proprio stato di salute. Alimentazione a parte è bene anche adattare lo stile di vita, che contribuisce anch’esso a spegnere l’infiammazione contrastando così la tendenza a sviluppare diverticolite. Ecco 3 semplici suggerimenti:
- attività fisica: camminare, andare in bicicletta o fare altre attività, possibilmente all’aria aperta, per almeno 20-30 minuti al giorno aiuta a mantenere la tonicità dei muscoli che compongono la parete addominale, favorisce il transito intestinale e riduce il ristagno delle feci nell’intestino,
- perdere i chili in eccesso: in caso di sovrappeso o obesità la probabilità di sviluppare diverticoli è maggiore,
- evitare di fumare: anche il fumo è fra i fattori che possono aumentare la presenza di diverticoli.
Diverticoli e microbiota: che relazione c’è
Da alcuni studi sembra emergere una relazione fra la diverticolite e l’alterazione del microbiota intestinale che prende il nome di disbiosi intestinale. Sembra infatti che i cambiamenti nel microbiota, che favoriscono l’aumento di batteri con azione infiammatoria e la diminuzione di quelli con attività antinfiammatoria, in persone con diverticolite acuta possano alimentare l’infiammazione della mucosa che, a sua volta, favorisce lo sviluppo dei sintomi addominali. Nonostante ancora ci siano pochi studi al riguardo, si pensa ai probiotici (trovi una ampia selezione sul nostro ecommerce) come a un nuovo strumento che sia in grado sia di riequilibrare il microbiota intestinale sia di aiutare a gestire la diverticolite acuta riducendo i marcatori infiammatori.
Recenti studi clinici hanno dimostrato che il Lactobacillus reuteri (lo trovi in questo integratori di probiotici), in particolar modo, potrebbe aiutare a gestire la diverticolite acuta e a ridurre i periodi di ricovero negli adulti ricoverati al Pronto Soccorso.
Alimentazione corretta per un sano intestino
La corretta funzionalità del tratto intestinale, al fine di prevenire la formazione di estroflessioni e altri disturbi, non è indispensabile solo per contrastare la formazione dei diverticoli ma per mantenere tutta la salute. Il microbiota intestinale, infatti, è responsabile da solo del 70% delle nostre difese immunitarie e il suo squilibrio è messo in relazione con la comparsa di malattie infiammatorie, degenerative e autoimmuni.
Probiotici a parte, ecco alcuni consigli al fine di mantenere la funzionalità dell’intestino e l’equilibrio dei microrganismi che compongono il microbiota:
- Riduci il consumo dei cibi raffinati: pasta, pane, prodotti da forno con farine raffinate (o bianche) sono tutti ad azione proinfiammatoria oltre a non contenere più i nutrienti del chicco per l’eccessiva lavorazione.
- Evita cibi e bevande a base di zucchero: soprattutto quello raffinato che è un "cibo morto", talmente processato che non contiene più i nutrienti di partenza, e che toglie energia e manda in disequilibrio il microbiota intestinale.
- Aumenta il consumo delle fibre: frutta e verdura, legumi, semi oleosi, cereali integrali hanno il pregio di aiutarti a mantenere la linea, perché saziano prima e favoriscono il corretto transito intestinale, contrastando la stitichezza che facilita infiammazione.
- Inserisci cibi con prebiotici e probiotici che nutrono i batteri intestinali.
- Prediligi cotture leggere: sì a cottura a vapore, alla griglia o con pentola a pressione, mentre è meglio evitare cotture al forno, soprattutto se prolungate, o alla brace.
- Bevi almeno 1,5 litri di acqua al giorno. Vanno bene anche tisane, decotti o infusi purché non zuccherati.
Posso mangiare la frutta con i semini?
Uno dei dubbi che assilla chi è affetto da diverticoli, e che crea non poca confusione, riguarda il consumo di frutta con i semini: kiwi, fragole, uva, fichi, pomodori, melanzane ma anche semi oleosi, da quelli di girasole a quelli di lino e papavero, sono spesso messi nella lista nera degli alimenti da non consumare.
Una delle ragioni per cui viene sconsigliata è la convinzione che, restando intrappolati nelle sacche dei diverticoli, i semi possano favorire infiammazione e i conseguenti sintomi della diverticolite. Gli studi al proposito però non hanno dato riscontri circa la possibile relazione fra il consumo di alimenti con i semi e l’infiammazione e, anzi, uno studio del 2008 mette in evidenza proprio il contrario.
Da utilizzare con più moderazione ed evitare in caso di diverticoli, invece, la frutta secca, che essendo di natura calda può favorire infiammazione e quindi anche la diverticolite.
Infine, secondo una revisione di qualche mese fa, maggiore è il consumo di fibre e minore è il rischio di sviluppare diverticolite e di subire ricovero ospedaliero dovuto ad acutizzazione dei sintomi. Allo stesso tempo, chi fa ampio consumo di carne rossa, grassi saturi, zuccheri raffinati e poche fibre ha più rischio di ammalarsi di diverticolite.