Piante: come annaffiarle e curarle d'estate
Pubblicato
1 anno fa
Emanuela Vibi
Giornalista ed editor
I consigli per prendersi cure delle piante d'appartamento e i trucchi per quando si è in vacanza
Potremmo sostenere, forse in maniera un po’ semplicistica, che la maggior parte delle tipologie di piante vadano annaffiate quando la terra è asciutta e prima che le foglie si affloscino. Eppure, la cura delle nostre piante in casa non è così semplice e immediata; per esempio, capire quando intervenire e quanta acqua somministrare può risultare complesso perché dipende dalla stagione, dall’effettiva temperatura dell’ambiente, dalle dimensioni del vaso e da quanto beve la pianta.
Quando annaffiare le piante?
Ogni pianta presenta esigenze diverse che è bene conoscere e tenere sempre presenti: se rimane sempre preferibile annaffiare le piante in casa una volta (massimo due) a settimana, lentamente e profondamente in modo che l’acqua penetri bene, in estate quelle sul balcone devono essere bagnate ogni giorno perché, a differenza delle piante in giardino, non possono sviluppare radici profonde. Quando poi il caldo si fa davvero torrido, il consiglio è di annaffiare i fiori all’esterno anche due volte al giorno.
Fra giugno e agosto, per esempio, arbusti e rampicanti andrebbero bagnati ogni tre giorni, mentre le annuali da fiore vanno annaffiate anche tutti i giorni e quelle più ricche di vegetazione, come le petunie e le surfinie, anche due volte al giorno.
Le piante dall'apparato fogliare molto denso richiedono più acqua di quelle a grandi foglie larghe.
Le piante a rosetta, così definite per la disposizione a raggiera delle loro foglie, come la saintpaulia, o a radice tuberosa, come il ciclamino, dovrebbero essere sempre bagnate per immersione del vaso, per evitare che l'acqua versata direttamente sul terriccio possa far marcire le radici.
Inoltre, bisogna fare molta attenzione che non cadano gocce d'acqua sulle foglie della saintpaulia, che potrebbero scolorirsi o marcire. Quindi versate l'acqua in una bacinella o in un piatto fondo, che possa contenere la base del vaso della pianta e lasciate che il terriccio si inumidisca lentamente per assorbimento.
Per le felci evita che la terra si asciughi completamente tra una bagnatura e l’altra, mentre per le succulente controllate che il terreno respiri bene per un paio di giorni almeno, prima di annaffiare di nuovo.
Ma le piante vanno bagnate al mattino o alla sera? Questione molto dibattuta! In molti sostengono che al mattino presto il terreno sia più morbido e l’acqua quindi possa filtrare meglio. Ma gli appassionati di giardinaggio sanno che al mattino l’acqua può evaporare rapidamente e le piante riescono a usarla a stento. Preferire l’annaffiatura verso sera permette alle piante di sfruttare a lungo l’acqua, anche durante le ore notturne, permettendo loro di reidratarsi bene. Infine, l’annaffiatura con la piena luce del sole è un errore conclamato, perché l’acqua rischia di creare un effetto lente e danneggiare le foglie.
Come annaffiare le piante in vaso?
Per innaffiare, di solito, va bene l'acqua del rubinetto, ma esistono eccezioni, come per esempio le azalee, per le quali conviene usare il più possibile l'acqua piovana, altrimenti si rischia che le foglie ingialliscano. Evitate di usare acqua trattata con addolcitori domestici. Le piante dai lunghi fusti e quelle legnose si possono innaffiare versando l'acqua sul terriccio, anche se l'acqua del rubinetto può lasciare un deposito di calcare in superficie.
Ogni pianta deve avere un sottovaso di circa un centimetro più largo rispetto alla dimensiona del contenitore, in modo da trattenere l’acqua che fuoriesce subito dopo l'annaffiatura e poterla riassorbire nel giro di pochi minuti.
Quando riempite l’annaffiatoio, lasciate riposare l’acqua alcune ore perché sia a temperatura ambiente e per far volatilizzare il cloro, che inibisce l’assorbimento di alcuni sali minerali da parte delle radici.
Inoltre, ogni due settimane, con una spruzzino bagnate a pioggia direttamente le chiome in modo da inumidire, lavare e reidratare le foglie in profondità.
Per fertilizzare le tue piante in maniera naturale ti consigliamo questi prodotti con organismi vivi
Quali piante di casa si possono mettere fuori?
Nel periodo estivo, se avete la possibilità, disponete le vostre piante all’aperto (in balcone, in terrazzo o in giardino) affinché possano godere dell’umidità notturna e di una maggiore luminosità. Dovete avere l’accortezza di collocarle in una posizione ombreggiata, anche se lontane dai muri che assorbono calore, senza il sole diretto, perché il salto dalla luce filtrata dell’appartamento al pieno sole cocente potrebbe essere molto rischioso.
Durante i primi giorni controllatele e quando risulteranno essersi ambientate bene e le foglie non presenteranno nessuna piccola bruciatura dovuta all’esposizione ai raggi solari, iniziate a spostare le piante che amano maggiormente il sole verso punti più soleggiati. Mi raccomando, l’esposizione non deve mai essere esagerata, ma realizzata nel tempo e in maniera progressiva: iniziate con una mezz’ora, quindi un’ora, per arrivare a una mezza giornata.
Come premesso, ci sono specie che tollerano meglio il sole rispetto ad altre e sono, per esempio, il croton, la sterlizia, il ficus, la gazania (pianta colorata, simile alla margherita) o il cactus; mentre piante come la sanseveria (nota anche come lingua di suocera), la felce, la maranta o la calathea è bene rimangano sempre all’ombra e mal sopportano la luce diretta anche quando sono in casa.
Il pothos è una tipica e notissima pianta da appartamento e deve il suo successo anche alla semplicità con la quale ci se ne può prendere cura. Unica accortezza: non metterla alla luce diretta del sole. Anche la zamioculcas è tra le piante più resistenti e di più facile gestione, e anche lei, come il pothos, ha bisogno di molta luce, va posizionata in una zona abbastanza luminosa della casa, ma teme i raggi del sole.
E quando poi partite per le vacanze estive?!...
Prima di partire per le tanto attese ferie è importante seguire alcune semplici precauzioni per come annaffiare le piante e assicurarsi che non soffrano durante la vostra assenza.
Iniziate con l’asportare tutti i fiori e i boccioli, operando delle cimature, in modo da ridurre la quantità di acqua richiesta dalla pianta.
Quindi, se le piante sono collocate di fronte a una finestra rivolta a sud o a ponente, spostale in un luogo meno caldo e comunque lontano dai raggi diretti del sole.
Annaffiate abbondantemente le piante e collocale tutte insieme in una cassetta, avvolgendo i vasi con giornali inbebiti d'acqua o con torba molto umida.
Un altro accorgimento facile da adottare per proteggerle dal caldo estivo è di procurarsi un certo quantitativo di foglie secche, paglia o corteccia di pino e disporre il tutto sul terriccio, intorno alla pianta; questo faciliterà il mantenimento di una buona umidità del terreno sottostante.
Un metodo semplice di annaffiamento “home made” è quello che si può effettuare utilizzando uno stoppino da lampade o un cordoncino di cotone. Collocate nel lavabo o sul tavolo della cucina un secchio pieno d'acqua, sopra a un mattone o una cassetta, che lo tenga rialzato, e sistematevi attorno le piante. Legate un sasso a una delle estremità di ogni stoppino e lasciatelo cadere nel secchio, inserite l'altra estremità nel terreno ben irrigato di un vaso, interrandolo in 2 o 3 centimetri: in questo modo l'acqua filtrando attraverso lo stoppino raggiungerà lentamente il terriccio e manterrà sempre umide le vostre piante.
Un altro sistema molto utilizzato è quello di mettere una bottiglia piena d’acqua capovolta nella terra. Annaffiare con le bottiglie è un buon sistema per garantire un periodo di autonomia alle piante, anche fino a dieci giorni, poiché l’acqua filtrerà pian piano.
Basterà praticare due forellini nel tappo (con un punteruolo o con un ferro da maglia), riempire d'acqua le bottiglie e infilarle nella terra a testa in giù in ciascun vaso (per quelli più grandi ne potete mettere anche due o tre) assicurandovi che si reggano in piedi. Potete iniziare a sperimentarne il funzionamento qualche giorno prima di partire per verificare quanto duri l'acqua, perché può capitare che la terra sia troppo soffice e il liquido fuoriesca quasi subito oppure, viceversa, che la terra sia argillosa e si crei un tappo che blocca l’uscita.
Potrebbero interessarti anche:
Ti suggeriamo alcuni vasi in ceramica per dare un tocco originale alle tue piante da interno