Le 5 ferite dell'anima
Pubblicato
7 mesi fa
Romina Rossi
Giornalista e naturopata
Quali sono, perché si formano, quali conseguenze negative possono avere sul nostro benessere e sulla nostra felicità e come contrastarle
Ti è mai capitato di attivare un comportamento negativo in determinate situazioni? Ad esempio di esplodere di rabbia se ti tagliano la strada, di sentirti tremendamente ferito se qualcuno ti fa una critica o ancora di non sentirti all’altezza degli altri nonostante i successi che raggiungi?
Questi comportamenti rivelano un meccanismo sottostante che si attiva in presenza una ferita causata a sua volta da un trauma emotivo.
Tali ferite possono continuare a sanguinare e attivarsi durante tutta la nostra vita, senza che ce ne rendiamo conto, innescando dei comportamenti che hanno lo scopo di prevenire una ricaduta: ci impediscono di rivivere la sofferenza causata dal trauma che abbiamo vissuto.
Come una spirale negativa, più la ferita è attiva e inconscia, più siamo portati a rivivere situazioni che non ci aggradano e a restare confinati in una esistenza di dolore e sofferenza, che condiziona il benessere di mente e corpo.
Che cos'è una ferita emotiva
Siamo abituati a pensare ai traumi come a eventi tragici, importanti, che creano uno shock e lasciano un ricordo purtroppo indelebile in chi li vive. In realtà molti dei traumi che influenzano la nostra vita avvengono senza che ce ne rendiamo conto o che li ricordiamo, eppure hanno una enorme influenza sulla nostra esistenza.
Oggi la psicologia moderna e olistica (che prende in considerazione l’uomo in tutti i suoi aspetti) considera trauma un qualsiasi evento negativo durante il quale ci siamo sentiti impotenti e che potrebbe essersi ripetuto nel tempo.
Potrebbe essere un trauma, ad esempio, crescere con un genitore che non presta attenzione ai bisogni del proprio bambino oltre a quelli basilari (mangiare e dormire): ciò fa emergere la convinzione di non essere considerati, poiché l’anima si sente sottovalutata e ignorata.
Per Lise Bourbeau autrice del libro Le 5 ferite e come guarirle “tutto ciò che sperimentiamo di spiacevole nella nostra vita a livello mentale, emotivo e fisico è legato alle ferite della nostra anima”. Quindi, ansia, paura, senso di colpa, emozioni come rabbia, aggressività, e certe malattie psicosomatiche possono essere legate alle ferite della nostra anima.
Come conseguenza di questi episodi spiacevoli in prima battuta si crea una disconnessione emotiva sia con il genitore che con il proprio sé e con la voce della propria anima, o intuito, che porta il bambino, una volta adulto, a nascondere il proprio sé agli altri, e a indossare una maschera.
Da adulti, riviviamo inconsciamente il trauma ogni volta che tradiamo noi stessi per ricevere amore, oppure quando ci sentiamo non accettati dagli altri, o ogni volta che non siamo noi stessi per paura di non essere accettati o amati per come siamo.
Tutti questi episodi non fanno che riaprire le ferite dell’anima, che torneranno a sanguinare dolorosamente, anche a distanza di molti anni, creando disturbi di diversa natura e malessere fisico che si può manifestare con sintomi che non hanno una causa apparente. La maschera che la ferita ci impone è un meccanismo di difesa attivato per impedirci di soffrire nuovamente, ma anche un limite, poiché influenza, spesso negativamente, le nostre relazioni, la nostra felicità e il nostro benessere generale.
Il bambino interiore
Dentro di noi vive un bambino intimamente connesso al nostro intuito, all’immaginazione, alla creatività e al nostro sé. È la parte di noi più libera, autentica, piena di stupore e meraviglia, giocosa, allegra e sempre curiosa. O almeno così dovrebbe essere, perché le ferite causate dal trauma lo cambiano in maniera profonda. Quel bambino plasma l'adulto che diventerà un giorno.
I traumi dell’infanzia lasciano una ferita profonda nel bambino interiore con la quale sarà costretto a convivere per il resto della vita. La ferita farà riemergere in maniera inconscia le necessità e i bisogni emotivi, fisici e spirituali disattesi o ignorati, influenzando ogni nostra azione, scelta e decisione.
Ad esempio, è il bambino ferito che agisce in noi quando di fronte a una critica di nostra madre ci chiudiamo a riccio, piangiamo e abbiamo una reazione esagerata.
Il mancato riconoscimento delle ferite del nostro bambino interiore farà sì che restiamo prigionieri del comportamento esagerato e inadeguato di questa nostra parte, che agisce così per difendersi e non essere ferita un’altra volta.
Le 5 ferite dell'anima
Le ferite emotive, che più spesso sperimentiamo durante l’infanzia, sono 5: queste fanno sì che da adulti nascondiamo il nostro vero sé e indossiamo una maschera che ci limita emotivamente e ci tiene prigionieri in reiterati comportamenti inadeguati e dolorosi.
Più la ferita è attiva, più la maschera è profonda e presente, più il vero sé viene rinnegato.
Ognuno di noi può avere diverse ferite attive che si esprimono a diversi livelli. Si ritiene che una persona abbia almeno 3 ferite, con una solitamente più dominante delle altre. Tutte comunque svolgono indistintamente un ruolo importante nella nostra vita poiché condizionano i nostri comportamenti, i pensieri, le relazioni e le emozioni.
Ecco le 5 ferite emotive e come riconoscerle attraverso caratteristiche fisiche ed emotive.
1. Ferita del rifiuto
Questa ferita si può manifestare molto presto, addirittura durante il concepimento e fino al primo anno di età.
Il bambino ha vissuto una esperienza in cui si è sentito rifiutato e respinto, non voluto e non amato (potrebbe essere stata una esperienza vissuta in utero), che crea un vuoto interiore. La sua paura più grande, che fa di tutto per evitare è la paura di essere rifiutato.
Per sfuggire a tale paura indossa la maschera del fuggitivo, di colui che si ritira in se stesso talmente tanto da voler risultare invisibile, sfuggente e solitario: si tratta di una tattica inconscia per non essere nuovamente respinto.
Il fuggitivo che soffre a causa della ferita di rifiuto sente di non meritare l'amore, l'affetto e la comprensione di chi gli sta accanto, ed è convinto di non valere nulla. Non chiede mai aiuto perché sarebbe segno di essere un buono a nulla.
Si rifugia spesso in un mondo immaginario, dove si crea una realtà parallela, ed è più attratto dagli aspetti intellettuali e spirituali piuttosto che da quelli materiali.
2. Ferita d'abbandono
Si manifesta quando il bambino si sente abbandonato (perché i genitori lavorano tanto e hanno poco tempo da dedicargli). Ma potrebbe anche essere cresciuto con un genitore privo di partecipazione emotiva, oppure avere perduto il genitore che si prende cura di lui durante i primi anni.
Chi ha questa ferita non si sente amato o considerato abbastanza e tende ad avere bisogno dell’aiuto e dell’attenzione degli altri. La sua paura più grande è la solitudine e per evitarla indossa la maschera del dipendente, colui che ha costante bisogno di appoggiarsi (anche fisicamente) agli altri. Tende a catalizzare l'attenzione su di sé, e fa di tutto per farsi ricoprire da complimenti e dimostrazioni di quanto vale; è incapace di decidere da solo e ha grandi difficoltà a sentirsi dire di no.
Avendo paura della solitudine, farà di tutto pur di non essere abbandonato di nuovo dal partner, dagli amici o dalle persone care.
3. Ferita dell'umiliazione
Si verifica quando il bambino sente che uno dei genitori si vergogna di lui o quando si sente umiliato per l'assenza di libertà dovuta a un controllo genitoriale eccessivo.
La maschera che si crea è quella del masochista: è colui che fa continuo auto-sabotaggio, si vergogna di sé e teme che gli altri si vergognino di lui.
Si sente inferiore agli altri in qualsiasi situazione, manca di considerazione e amore per se stesso e può compensare le umiliazioni con il cibo. Non di rado chi soffre di questa ferita può avere problemi di peso.
La sua paura peggiore è la libertà: la teme perché la associa all'assenza di limiti e al rischio di divertirsi troppo, per questo antepone i bisogni degli altri ai propri e si mette al loro servizio. Sacrificarsi è un modo per esoricizzare la paura di apparire egoista e indifferente.
Per paura di essere umiliato dagli altri e vergognarsi, si umilia da solo, utilizzando una spiccata autoironia.
4. Ferita del tradimento
La ferita di tradimento si verifica quando il bambino si sente tradito e deluso dal genitore principale che si occupa di lui. Può svilupparsi quando un genitore non mantiene una promessa e tradisce la fiducia del bambino.
La paura più grande è quella della separazione e della negazione.
Tale ferita sviluppa la maschera del controllore: da adulto diventa scettico, diffidente, autoritario fino a dimostrarsi un vero manipolatore, il cui scopo è tenere sotto controllo gli altri e far sì che non deludano le sue aspettative.
Il controllore non riesce a fidarsi degli altri e non tollera le bugie. È anche un perfezionista: tutto deve essere e andare secondo i suoi piani, altrimenti sono guai. Allo stesso tempo usa le sue qualità da leader per imporre la sua volontà e mantenere il controllo. Appare responsabile, forte, veloce e gli piace pianificare tutto per controllare tutto.
Può attuare manipolazioni subdole o aggressive per raggiungere i propri scopi. Ma così facendo, realizza la sua paura di essere abbandonato o tradito.
Tende a credersi indispensabile e a pensare che gli altri non possano avere successo senza di lui. La sua reputazione è molto importante, così come ci tiene ad apparire irreprensibile agli altri.
5. Ferita dell'ingiustizia
Questa ferita dell'anima si manifesta quando il bambino non si sente apprezzato e viene sminuito dagli adulti, oppure sente la pressione delle aspettative che gli altri hanno su di lui. Può nascere anche quando il bambino cresce in un ambiente freddo e autoritario.
La sua paura principale è dunque la freddezza.
Da adulto, chi ne soffre manifesterà di frequente rancore, collera e rigidità. Sviluppa la maschera del rigido, e appare freddo, insensibile e perfezionista fino alla paranoia.
Diventa molto esigente, prima di tutto con se stesso, nel tentativo di dimostrare agli altri di non essere inutile e di avere valore. Può apparire insensibile, anestetizzato dalla freddezza che ha sperimentato in famiglia.
La persona che soffre della ferita di ingiustizia cerca di essere perfetta in ogni circostanza, mostrandosi sempre ordinata e attraente. Anche quando è stanca, continua ad apparire vivace e attiva. Sempre ottimista e positiva, raramente ammette di avere problemi e, quando capita, si affretta a dire che non sono gravi e che è in grado di uscirne.
La rigidità di chi indossa questa maschera si nota anche fisicamente: la persona appare infatti rigida nei movimenti.
Tali maschere entrano in gioco ogni volta che abbiamo paura di rivivere la ferita con qualcuno: per paura di non essere amati o di perdere l’amore altrui indossiamo una o più maschere che non corrispondono a ciò che siamo realmente e ci forzano ad accentuare i nostri difetti e i limiti.
Ferite emotive: come guarirle
Riconoscere, accettare e amare la ferita inflitta alla nostra anima è il modo per ritrovare il benessere interiore e poter essere finalmente noi stessi, liberi da pesanti catene che ci causano infelicità e dolore.
Se risulta difficile accorgersi di quale ferita è più attiva rispetto alle altre o se ci sono vissuti che ancora creano traumi, dolore ed emozioni negative difficili da gestire e affrontare, rivolgiti a uno psicoterapeuta o a uno psicologo che possa sostenerti nel percorso.
Se sei già abituato a lavorare su te stesso, ci possono essere diverse tecniche e strumenti da adottare per superare i blocchi e i limiti che le ferite creano. Eccone alcuni.
Fiori di Bach per le emozioni negative
Una volta che capito quale ferita si attiva e innesca i meccanismi difensivi, puoi intervenire con rimedi naturali che aiutano a spezzare le catene di questo autosabotaggio inconscio.
Come ad esempio i rimedi floreali, che aiutano non solo a gestire le emozioni negative che il trauma passato ancora crea nel presente, ma anche a sviluppare i talenti e le virtù che possono aiutarti a ritrovare l'equilibrio interiore e il benessere.
I fiori di Bach possono essere scelti sulla base di ciò che provi quando si attiva la ferita e agisci o reagisci di conseguenza. Se, ad esempio, senti paura di restare da solo e hai paura della solitudine, può essere indicato Heather se, come conseguenza, tendi ad attaccare bottone con tutti, senza renderti conto di essere fin troppo loquace. Oppure può essere indicato Mimulus, il fiore per le paure specifiche e note, che dona coraggio.
Se senti di essere troppo rigido e perfezionista, e di avere aspettative troppo alte sia verso te stesso che verso gli altri, Rock Water è il fiore indicato per te.
Se invece nelle situazioni con gli altri emerge la sensazione di inferiorità, e ci ti lasci abbattare dalla bassa autostima, può essere indicato Larch, per ritrovare fiducia in te stesso e autostima, o Pine che aiuta a perdonare te stesso, accettandoti così come sei.
Per la rabbia, quella cieca che può favorire anche odio, rancore e desiderio di vendetta può essere indicato Holly; se invece la rabbia crea risentimento e la sensazione di essere vittima degli altri e delle circostanze, è più indicato Willow.
Una miscela di 5 o 6 fiori di Bach, scelti in base agli stati d'animo negativi che senti più stressanti o difficili da gestire nel presente è il un buon passo per riconoscere e guarire le ferite dell'anima.
Sii paziente
Riconoscere gli schemi che la ferita attiva può non essere immediato, soprattutto se ti sembra normale reagire in certi modi. Allo stesso modo, non puoi aspettarti di guarire immediatamente una volta che avrai riconosciuto le maschere che le ferite ti impongono.
Riconoscere e guarire le ferite è un viaggio che richiede adattamento e flessibilità: potresti notare di andare lentamente e poi accelerare, per poi bloccarti o tornare indietro. Non è una gara, non ci sono premi, ma c'è una versione migliorata di te stesso, più consapervole e in grado di trasformare i tuoi punti deboli in punti di forza.
In tale viaggio è necessario avere pazienza e compassione per te stesso, accettando e amando i tuoi punti deboli, invece di vergognarti o sentirti in difetto. Siamo umani è normale sbagliare, anche dopo tanto tempo e anche dopo aver imparato a riconoscere ferita, maschera e schemi negativi.
Pazienza, compassione, fiducia e tenacia sono le parole chiave che servono per poter affrontare questo viaggio. È normale inciampare o rallentare, sbagliare e risbagliare, quello che conta è andare avanti, cercando di migliorare di volta in volta.
Fai ciò che ti piace e ti dà piacere
Guarire le ferite emotive significa guarire anche il bambino interiore e ritrovare il contatto con lui o lei. Come si ristabilisce il contatto con il proprio bambino interiore? Giocando e facendo tutte quelle attività che ci fanno stare bene. I bambini amano giocare: cosa ti piaceva fare quando eri piccolo? Trova le attività che possono aiutarti a stare bene, ridere, sentirti più leggero e ad essere te stesso senza paura di essere giudicato.
Pratica la gratitudine
La gratitudine è uno strumento molto potente, in grado di aumentare il nostro benessere perché favorisce emozioni positive, empatia e aiuta a trovare lo scopo della nostra vita. Martin Seligman, il padre della psicologia positiva, consigliava alcuni esercizi per stimolare la gratitudine e farla diventare una sana abitudine.
Ad esempio, cerca di ricordare un episodio in cui una persona ha detto o fatto qualcosa che ti ha permesso di cambiare la tua vita (o certi aspetti della tua vita) in meglio. Potrebbe essere un insegnante che ti ha aiutato a perseguire i tuoi sogni, o un fratello o una sorella che ti hanno supportato in un momento delicato.
Sii grato di tale esperienza e scrivi una lettera (che potrai tenere per te, senza doverla spedire) per ringraziarla.
Oppure la sera, ritagliati un momento per rievocare la giornata appena trascorsa e trova 3 cose per cui essere grato. Puoi anche annotarle su un diario, scrivendo le emozioni associate a questi 3 eventi, situazioni o circostanze. Si tratta di un altro modo per stimolare la gratitudine e la sensazione di benessere interiore.
Conclusione
Le ferite dell'anima sono un prodotto del nostro ego, una esperienza che l'anima ha scelto di vivere per apprendere la lezione che deve ancora imparare. Tutti ne abbiamo, a volte persino ereditate dai nostri genitori affinché possiamo risolverle.
Sebbene siano dolorose e attivino meccanismi difensivi difficili da riconoscere, non sono una condanna, una sfortuna o qualcosa di negativo. Dovremmo considerarle come un'opportunità. Solo accettandole possiamo guarirle e ritrovare il nostro vero io. In questo modo saremo anche in grado di gettare la maschera che ci intrappola in una versione di noi stessi che non corrisponde alla realtà.
Lenire le ferite emotive e ristabilire il contatto con il nostro bambino interiore permette di aumentare il nostro benessere e di migliorare le nostre relazioni.
Vuoi saperne di più sulle ferite e capire come riconoscerle per sciogliere i blocchi nella tua vita? Ti suggeriamo questi libri:
Disclaimer
Le informazioni fornite su Macrolibrarsi.it di Golden Books Srl sono di natura generale e a scopo puramente divulgativo e non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico abilitato (cioè un laureato in medicina abilitato alla professione) o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, farmacisti, fisioterapisti e così via).
Le nozioni e le eventuali informazioni su procedure mediche, posologie e/o descrizioni di farmaci o prodotti d'uso presenti nei testi proposti e negli articoli pubblicati hanno unicamente un fine illustrativo e non consentono di acquisire la manualità e l'esperienza indispensabili per il loro uso o pratica.