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I petrolati nei cosmetici

Pubblicato 9 anni fa

La Redazione di Macrolibrarsi
Un team di esperti per promuovere la salute a 360 gradi

Scopri quali sono queste sostanze presenti in creme, shampoo e detergenti, perché sono dannose per la pelle e per l'ambiente e quali sono dei sostituti eco-bio

 

I petrolati sono sostanze che derivano dalla produzione del petrolio e vengono utilizzate in moltissimi prodotti, in cosmesi e nell'igiene del corpo.

Hanno però molte controindicazioni sia per la pelle che per l'ambiente.

Scopriamo insieme quali sono e perché sono da evitare.

 

 

 

Indice dei contenuti:

Una pelle vellutata che non respira

I petrolati sono degli idrocarburi, sostanze che derivano dagli scarti di raffinazione del petrolio. Nella cosmesi vengono utilizzati i cosiddetti "petrolati bianchi", raffinati e liberi dalle impurità della lavorazione.

Al pari dei siliconi, vengono utilizzati soprattutto nelle creme, nei bagnoschiuma, negli shampoo e nei trucchi come agenti protettivi per evitare la disidratazione della pelle.

Come agiscono? Creano sulla pelle una vera e propria pellicola protettiva, che evita la disidratazione impedendo all'acqua presente nelle cellule di evaporare. Inoltre la loro consistenza fa sì che la pelle si presenti liscia e setosa.

Questa sensazione, però, è soltanto momentanea: infatti non nutrono la pelle, ma si limitano semplicemente a ricoprirla con uno strato oleoso.

La loro caratteristica filmante è però anche uno dei loro più grossi difetti: infatti impediscono non solo all'acqua di uscire, ma anche all'ossigeno di entrare, andando a interferire con la normale respirazione cutanea e permettendo a microorganismi e batteri di proliferare al di sotto del loro film protettivo.

Si tratta inoltre di sostanze comedogene: chiudendo i pori, favoriscono la formazione di punti neri, brufoli e altre imperfezioni.

Evitarli per la propria salute e quella dell'ambiente

I petrolati sarebbero dunque da evitare non soltanto per i problemi che possono creare alla pelle, ma anche per l'impatto negativo che possono avere sulla salute e sull'ambiente.

Alcune di queste sostanze, infatti, sono state catalogate come cancerogene di tipo 2, come la vaselina, tanto è vero che chi le produce per uso cosmetico deve certificare che non contengano più del 3% di impurità pericolose.

Inoltre, essendo derivati chimici dal petrolio, sono altamente inquinanti in quanto non biodegradabili. Essendo utilizzati anche in shampoo e bagnoschiuma, quando questi prodotti vengono risciacquati finiscono nelle fogne e da lì nei fiumi e nei mari.

INCI: come riconoscerli e alternative eco-bio

I petrolati più conosciuti sono sicuramente la vaselina e la paraffina, ma in commercio ne esistono di molti altri tipi (se vuoi saperne di più su come si legge un INCI, leggi qui)

Ecco i nomi di alcuni dei più diffusi e che potete trovare nell'INCI dei cosmetici tradizionali:

  • Paraffinum liquiduum / Paraffina
  • Cera microcristallina / Microcrystalline Wax
  • Vaselina
  • Mineral oil (oli minerali)
  • Petrolatum

Negli ultimi anni la cosmesi eco-bio ha cercato di trovare dei sostituti più sani per l'uomo e per l'ambiente, che non necessitino di sperimentazioni animali e che apportino reali benefici duraturi alla pelle. Queste alternative sono burri e oli vegetali.

Queste sostanze, a differenza dei petrolati, evitano la disidratazione e nutrono la pelle, ma non occludono i pori, perché penetrano nella cute attraverso il cemento che lega tra loro le cellule. Questo cemento è formato da sostanze grasse, esattamente come gli oli o i burri.

La scelta della sostanza più adatta noi deve essere fatta in base al nostro tipo di pelle. Ad esempio per le pelli grasse è indicato quello di jojoba, mentre per le pelli secche e disidratate sono perfetti quello di mandorle o di cocco.

 

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