Lo yoga è per tutti?
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Daria Vita Fede
Copywriter, storyteller e content creator
Scopri perché lo yoga è accessibile per tutti e come adattare la pratica alle proprie esigenze
Lo yoga è per chiunque abbia bisogno di trovarsi, di trovare il proprio respiro, di attingere alla propria essenza. Ma anche prendere profonda consapevolezza di sé, stare meglio nel proprio corpo. In un certo senso, yoga è tornare a casa.
Ma lo yoga è davvero per tutti? Le immagini che troviamo sui social di corpi snelli in posizioni acrobatiche o le estenuanti e difficilissime lezioni proposte in alcune palestre focalizzate sulla pratica fisica potrebbero confonderci su cos’è davvero lo yoga e, forse, anche spaventarci e allontanarci dalla disciplina.
Il corpo di ciascuno di noi è unico nel suo genere ed è bene tenere a mente questo concetto mentre ci si avvicina allo yoga. Non necessariamente nella nostra vita saremo mai in grado di fare le āsāna più complicate, o alcuni prānāyāma potrebbero non essere adatti a noi. E va bene così: lo yoga non è una performance, ma una pratica da adattare alle proprie esigenze.
Lo yoga ci permette di accedere a uno strato più profondo del nostro essere: come possiamo farlo se non troviamo comodità, se non assecondiamo il nostro corpo nelle sue esigenze e unicità? Se gli remiamo contro senza incontrarlo a metà strada?
Cos’è lo yoga accessibile?
Il termine stesso, accessibile, indica qualcosa a cui è possibile avere accesso, di cui si può avere esperienza al meglio del proprio potenziale e delle proprie possibilità. Ma cos’è lo yoga accessibile? Non è un nuovo stile (come al contrario sono vinyasa, iyengar, kundalini ecc.), bensì un approccio che si porta durante le lezioni affinché chiunque possa avere un’esperienza appagante e completa della pratica.
In quest’ottica, facendo attenzione al tema accessibilità la pratica viene resa fruibile a chiunque, al di là della dimensione del proprio corpo, delle proprie capacità motorie, o di limiti fisici dovuti all’età. Lo yoga può far bene se impariamo ad adattare la pratica alle nostre esigenze e darci una tregua.
Yama e Niyama: cosa sono Ahimsa e Santosha e perché sono fondamenti importanti per rendere la pratica yoga accessibile
Come non citare gli Yoga Sūtra di Patañjali (trovi il libro sul nostro e-commerce), antichissimo e fondamentale testo della tradizione yogica che mantiene una rilevanza tutt’oggi per i suoi insegnamenti. Qui lo yoga viene descritto come una pratica quotidiana, una via da percorrere, che può dare una direzione veramente positiva nel modo in cui viviamo la vita e ci relazioniamo alle altre persone.
Tra i fondamenti dello yoga secondo Patañjali, è importante citare yama e niyama, due degli otto passi dello yoga (in sanscrito Ashtanga Yoga: “ashta” otto e “anga” passi).
Gli Yama sono precetti che ci guidano nel modo in cui ci relazioniamo al mondo esterno a noi. Tra questi, troviamo ahimsa (non violenza), un invito a non far del male agli altri ma, in primis, a sé. Se facciamo del male a noi stessi, come possiamo prenderci cura degli altri? Ahimsa ci ricorda di avere sempre uno sguardo compassionevole anche e soprattutto nei propri riguardi. In una pratica āsana può spesso capitare di farsi male se ci si spinge al di là dei propri limiti. In quei momenti è bene ricordare che la priorità è trovare un equilibrio tra prudenza e voglia di sfidarsi.
I Niyama riguardano il modo in cui ci rivolgiamo all’interno, in cui parliamo a noi stessi e ci relazioniamo al nostro io. Qui spicca santosha (contentezza): ci invita ad accettarci così come siamo. Ci incoraggia a coltivare gratitudine e ad accogliere il nostro corpo così com’è, senza doverlo cambiare. Inevitabilmente cambieremo, ci evolveremo. Forse diventeremo più forti e consapevoli con la pratica, ma santosha ci ricorda di apprezzare il punto in cui siamo adesso.
Quando ho iniziato a praticare ero molto dura con me stessa e mi spingevo oltre i limiti tollerati dal mio corpo. All’inizio, la pratica era pure frustrante. Continuavo a farmi male e a scegliere pratiche sbagliate per me, entrando in un circolo vizioso. Credevo di essere io il problema, ma era solo l’approccio mio e delle lezioni che seguivo. Con il tempo, trovando il giusto insegnante, ho imparato ad apprezzare il mio corpo così com’è e fare un passo indietro quando necessario. Per imparare ad accogliere i segnali è bene stare in ascolto. Quindi fermati un attimo, inspira ed espira dal naso e chiediti: come sto oggi?
Per approfondire Yama e Niyama ti consigliamo anche questi libri:
Quale tipo di yoga è “il più accessibile”?
Accessibile non vuol dire facile, poiché una pratica può essere adatta a tutti ma al contempo mantenere una certa dinamicità e anche un certo livello di sfida. Una pratica accessibile può essere attivante e risvegliare tutti i muscoli (anche quelli che pensavi di non avere!), solo che lo fa mantenendo pieno ascolto di sé e dei segnali del proprio corpo.
Se parliamo di pratiche a basso impatto, invece, lo yoga nidra è particolarmente adatto a chiunque! Questa pratica porta a uno stato di profonda consapevolezza, facendoci piombare in uno stato di apparente sonno, attraverso una meditazione che mira a rilassare il corpo intero senza muovere un solo dito.
Lo yin yoga può essere considerato una pratica a basso impatto, per la sua natura passiva: le āsāna sono prevalentemente riposanti e vengono tenute per diversi minuti, senza attivazione muscolare. Può tuttavia essere fisicamente intensa soprattutto se i nostri legamenti sono particolarmente tesi. Con i giusti accorgimenti, però, lo yin yoga ha tantissimi benefici a livello fisico e mentale: agisce a livello della fascia alleviando le tensioni e attiva il sistema nervoso parasimpatico, inducendo uno stato di calma e rilassamento profondo che aiuta a contrastare lo stress cronico (associato al sistema simpatico “lotta o fuga”).
Come scegliere la pratica giusta per le proprie esigenze
Quando scegliamo la pratica giusta per noi, che sia online o dal vivo, facciamo attenzione, specialmente agli inizi, che sia un corso adatto a principianti. Esistono diverse opzioni pratiche, che puoi ricercare nel corso che seguirai o che puoi imparare a introdurre nella tua pratica autonomamente.
Blocchetti e cinghie yoga: cosa sono e a cosa servono i supporti alla base di una pratica yoga accessibile
Spesso durante le pratiche che condivido con i miei studenti, quando porto con me i blocchetti yoga mi capita di vedere delle facce stupite. Quando esorto a utilizzare questi supporti, noto che molte persone sono restie. Forse, nella società in cui viviamo, siamo portati a pensare che ricevere aiuto sia un segno di debolezza. Forse l’aiuto che possono fornirci i blocchetti ci ricorda dei limiti di cui facciamo esperienza nel nostro corpo.
I blocchetti yoga (puoi trovarli sul nostro shop online) sono però un ausilio importantissimo nel corso della pratica: aiutano il corpo ad avere più spazio a disposizione per muoversi liberamente e con più agio. Il blocchetto può essere posizionato sotto la propria seduta in sukhasana per sollevare il bacino ed estendere la schiena o sotto il gluteo in eka pada kapotasana, se il fianco si solleva da terra. Possono essere usati in coppia in posizioni come anjaneyasana, l’affondo basso, oppure posizionati sotto le mani per eseguire adho mukha svanasana con l’ausilio di un po’ di spazio.
Personalmente, ho il busto molto corto. Questo mi impedisce di allungare bene la schiena in alcune posizioni e l’aiuto dei blocchi mi permette di avere quei centimetri in più per eseguire bene una posizione.
Anche le cinghie possono venirti in aiuto: in gomukhasana, se le mani non riescono a raggiungersi dietro la schiena, o in supta padangusthasana, se la mano non raggiunge il piede, una cinghia è lo strumento più utile per non forzare il corpo e assumere posizioni scorrette.
Se cerchi blocchi, cinghie e altri sostegni per lo yoga, ti consigliamo questi:
Yoga e disabilità: una pratica davvero inclusiva
Lo yoga è una disciplina adattabile anche e soprattutto per le persone con disabilità. Grazie a supporti come sedie, cuscini, blocchi o cinture, le posizioni possono essere davvero accessibili a tutti e adattate alle esigenze di ciascuno. Per fare esperienza dei benefici dello yoga non è necessario eseguire determinate posizioni, quello è infatti solo lo strato più superficiale della pratica!
La pratica yoga più avanzata è quella che permette di entrare in contatto con il vero sé, non importa attraverso quale modalità. Possiamo essere super flessibili, forti e snodati, ma non andare a fondo del cuore della pratica e viverla solo come una disciplina sportiva. Possiamo benissimo fare yoga senza praticare le posizioni che il nostro corpo non può sostenere.
Non siamo noi a doverci adattare alla pratica, ma la pratica che si adatta a noi!
Questo insegnamento si può trovare nello scritto Il cuore dello Yoga di Krishnamacharya (lo trovi qui) il quale, senza fare alcun accenno all’accessibilità, ci invita a sviluppare una pratica personale e sostenibile per il nostro corpo.
Yoga sulla sedia: il movimento alla portata di tutti
Lo yoga sulla sedia è perfetto per chiunque: per chi trascorre molte ore seduto al computer o per chi ha ridotta mobilità. Non è corretto associare questa pratica esclusivamente alle persone anziane, perché chiunque può beneficiarne, senza limiti di età o di abilità.
Le āsāna tradizionali, dalle più facili alle più sfidanti, possono essere eseguite con l’ausilio di una sedia, un ottimo supporto che può aiutarci a eseguire più movimenti rispetto a terra o in piedi.
Yoga per anziani e terza età
Lo yoga per anziani è pensato per essere una pratica dolce, a basso impatto, per chi desidera mantenere mobilità ed equilibrio con esercizi dedicati e sicuri per la terza età. Per le persone anziane lo yoga diventa un alleato prezioso: sostiene le articolazioni, riduce lo stress, stimola la memoria e favorisce la socialità quando praticato in gruppo.
Si può fare yoga in gravidanza?
Sì, lo yoga in gravidanza è non solo possibile, ma consigliato, purché adattato e sempre dopo aver consultato il proprio medico. Aiuta a ridurre il mal di schiena, a rilassarsi e a prepararsi al parto con maggiore consapevolezza. Naturalmente, alcune posizioni sono da evitare, ma con la guida di un’insegnante esperta si possono vivere momenti di grande connessione con sé stesse e con il bambino.
Yoga e dimagrimento: un approccio body positive
Molte persone cercano lo yoga per dimagrire, ma è importante chiarire una cosa: lo yoga non è fitness. Come insegnante yoga, quando condivido la mia pratica durante le lezioni che conduco, non utilizzo alcun termine che faccia riferimento al dimagrimento, alla tonificazione, alla prova bikini ecc.
A lezione vengono persone di ogni genere e di cui raramente conosco la storia personale. Tra queste, potrebbero esserci persone profondamente insicure rispetto al proprio aspetto fisico, che hanno combattuto o ancora combattono con un disturbo alimentare. In termini di accessibilità, parlare di dimagrimento farebbe sentire queste persone escluse. Fare leva sulle insicurezze altrui per promuovere un’idea performativa dello yoga esclude molte, tantissime persone il cui intento è semplicemente star bene con se stesse.
Qui ritorna il concetto di santosha, accettazione di sé e contentezza del momento in cui siamo, che ci invita ad accettare il nostro corpo così com’è senza doverlo cambiare. Torna anche ahimsa, che ci invita a coltivare compassionevole amorevolezza verso noi stessi e gli altri.
Certo, la pratica costante aiuta a rafforzare i muscoli, migliorare il metabolismo e farci sentire bene nel nostro corpo. Lo yoga ci fa sentire forti, felici e rilassati nel corpo. Ma ci regala soprattutto consapevolezza di noi stessi, connessione con il nostro respiro e un profondo rilascio di tutto ciò che non ci serve più e ci appesantisce soltanto.
Consigli pratici per adattare lo yoga alle tue esigenze
- Ascolta il corpo: non forzare le posizioni, se non riesci più a respirare profondamente vuol dire che devi fare qualche passo indietro.
- Usa supporti: cuscini (ne trovi un'ampia selezione qui), blocchi o una semplice coperta possono fare la differenza.
- Crea il tuo spazio: anche un piccolo angolo di casa può diventare un’oasi di pace.
- Scegli lo stile giusto: usa le parole chiave giuste quando cerchi una risorsa video su internet (yoga per principianti, yoga sulla sedia, yoga gentile, yoga restorative, yoga nidra, yin yoga ecc.).
Conclusione
Lo yoga è un invito a incontrare noi stessi, non a piegarci a modelli esterni o a ideali irraggiungibili. È una pratica viva, che cambia insieme a noi e che può accompagnarci in ogni fase della vita, indipendentemente dal corpo che abbiamo o dalle condizioni in cui ci troviamo. Rendere lo yoga accessibile significa renderlo autentico: un cammino di ascolto, accoglienza e libertà.
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