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Yoga della felicità: intervista doppia a Sara Bigatti e John Kraijenbrink

Pubblicato 4 anni fa

Tutto quello che avreste sempre voluto sapere su "La Scimmia Yoga"

In occasione dell'uscita del nuovo libro "Yoga della Felicità" ho avuto il piacere di fare qualche domanda agli autori: Sara Bigatti e John Kraijenbrink. Per chi ancora non li conoscesse: Sara è l'ideatrice del progetto "La Scimmia Yoga" ed insegna questa meravigliosa disciplina con entusiasmo e coinvolgimento, John è un insegnante di Yoga, appassionato e curioso, massaggiatore terapeutico, scrittore e compagno di Sara.

Preparatevi una tisana calda, mettetevi comodi e lasciatevi scaldare il cuore dalle parole di due insegnanti preparatissimi, che in questa intervista si mettono a nudo e ci regalano importanti consigli per affrontare il lockdown.

Buona lettura!

Indice dei contenuti:

Partiamo dalle domande semplici: Cos'è per voi la felicità?

Sara: trovare sempre il lato positivo, l’insegnamento nascosto in ogni cosa, vedere il passato in prospettiva e essere grati anche per i momenti meno belli, perché senza non sarei dove sono. 

John: sentirsi fisicamente ed emotivamente in equilibrio. Saper gestire gli alti e bassi della vita senza perdere il centro.

Quali ostacoli alla felicità avete dovuto affrontare o state affrontando?

Sara: un’idea su cui ho dovuto lavorare molto riguarda il mio stesso valore. Pensieri come "Non sono in grado" o "Non me lo merito" mi hanno per anni (parecchi anni) limitato nelle mie scelte di vita, negandomi la possibilità di esprimermi e quindi di essere felice.  E' un lavoro che ho fatto in passato su di me, ma che continuo a fare quotidianamente.

John: ho sofferto di depressione, uno degli ostacoli più grandi per la mia felicità. E’, purtroppo, un problema in cui è molto facile ricadere, ma è anche uno stimolo per continuare a tenere la mia mente allenata e sotto osservazione con la meditazione.


Gli insegnamenti chiave nello Yoga per me sono Svadhyaya e Santosha


lo studio del Sè e la contentezza, e siccome sono una persona principalmente Vata con sempre mille pensieri per la testa, lavoro su questi concetti usandoli per mettere tutto in prospettiva. Continuare a riflettere su cose che sono successe nella mia vita mi serve, perché solo così posso capire che ciò che mi è successo, è capitato per un ragione. Mentre nel momento stesso in cui succedono le cose, spesso è troppo difficile o doloroso comprendere. 

Siamo abituati a curiosare le vostre vite dai social, dove tutto sembra perfetto. Voi vivete assieme, lavorate assieme…

Ci sono dei momenti di screzio? Se sì, come li affrontate?

Sara: si certo, anche noi abbiamo le giornate no e i momenti di scontro. Il fatto è che parliamo sempre un sacco. Quindi quando uno dei due nota che l’altro ha qualcosa che non va, ne si parla subito. In questo modo evitiamo di arrivare al momento del litigio, dove spesso la rabbia del momento non fa ragionare.

John: ne sono sorpreso anch’io, ma a dire il vero noi litighiamo davvero raramente. Se litighiamo, sappiamo entrambi che parlandone possiamo trovare la soluzione. Il litigio diventa quindi un momento di crescita.

Siete due personaggi pubblici molto conosciuti nell’ambito dello yoga, e anche in quello degli imprenditori digitali...

Come gestite la gelosia?

Sara: io lego la gelosia all’insicurezza. Come scrivevo prima, ho dovuto lavorare molto sulla mia insicurezza e di conseguenza sulla gelosia. Quello che prima vedevo come una minaccia, che mi avrebbe lasciato in ombra e svalutato ancora di più, ora è un modo di condividere la stessa passione.  

John: quando vedo Sara insegnare non sono geloso, solo solamente orgoglioso di lei. So che Sara è il volto della Scimmia Yoga, è la persona che gli studenti vogliono vedere. Quando creo un corso e leggo da qualche parte "Sara ha fatto questo meraviglioso corso…" ovviamente penso: "Beh in effetti sono io che ho scritto il corso". Ma allo stesso tempo, capisco che tutte le opportunità che ho ora di realizzare questi progetti sono grazie al lavoro che ha fatto Sara negli anni passati. In più devo dire che amo molto insegnare, ma non mi piace per nulla essere al centro dell’attenzione. Quindi quando non insegno, mi piace avere tempo per me e lasciare a Sara le attenzioni del pubblico.

Sara Bigatti - La scimmia Yoga
A causa del lockdown e della pandemia da Covid-19 uno dei problemi che forse un po' tutti ci siamo trovati ad affrontare è legato all'ansia e allo stress...

Due consigli per gestire l’ansia: uno “yogico” e uno no.

Sara: 1. Iniziare o, se già lo fate, approfondire una pratica di canto dei mantra. Non serve avere particolare capacità. I mantra si possono cantare, ascoltare, ripetere nella mente. Sono il modo migliore per sentirsi meglio e prendersi cura della propria energia. 2. Staccare dai social e fare altro. Io leggo parecchio, ma in questo periodo ho una media di un libro ogni due settimane. Cosa che mi da una serenità impossibile da trovare sui social!

John: 1. Suggerimento yogi è di fare ogni sera una pratica, principalmente di piegamenti in avanti, seguita da pranayama, respirazione a narici alternate, e concludere con una meditazione con il mantra So-Ham per calmare la mente. Nel libro ci sono sequenze di questo tipo, specialmente per calmare la mente. 2. Suggerimento non-yogico: visto che passiamo più tempo a casa di quello a cui siamo abituati, possiamo usarlo per imbarcarci in una nuova avventura e imparare qualcosa di nuovo. Per esempio, sfortunatamente per Sara, io sto cercando di imparare a suonare l’ukulele e sto lavorando alla mia prima animazione.

Meglio continuare a progettare, nonostante la difficile situazione esterna, o rimanere nel qui ed ora?

Sara: Rimanere nel qui e ora può anche voler dire focalizzarsi al massimo su un nuovo progetto.

John: lavorare ad un progetto, anche se solo in fase iniziale, ti fa sentire più felice. Questo aiuta a distogliere il pensiero dal continuo bombardamento di notizie. 

Entrambi avevate un lavoro, diciamo più “canonico”, poi avete scelto di diventare insegnanti di Yoga e farne una professione.

C’è stato un momento in cui avete dubitato della vostra scelta?

Sara: per me quello che faccio ora è un’evoluzione del mio lavoro in passato. Non ho del tutto abbandonato il design, ma ho applicato quello cha sapevo fare al progetto La Scimmia Yoga. Questo lavoro mi permette davvero di esprimermi e non mi dà tempo di avere molti dubbi. 

John: insegnare Yoga è solo una delle cose che faccio. In verità ora sono riuscito a combinare le mie passioni e le professione che ho esercitato in passato. Sono passato da scrivere articoli a scrivere libri di Yoga, ad esempio. Mi piace mantenere tutte le mie passioni, come gli studi di anatomia che ho seguito per diventare terapeuta, e che ora applico allo Yoga.

Lo Yoga è la vostra passione, il vostro lavoro, la vostra vita. C’è un momento in cui è bene prendersi una pausa anche dallo Yoga?

Sara: Come yogini non credo mi serva una pausa dallo Yoga, perché è il mio stile di vita e il mio percorso. Come insegnante, cerco sempre di mantenermi motivata.


Lo faccio grazie allo studio, ma anche tenendo in mente la gioia di condividere con gli altri lo Yoga.


John: il trucco come insegnante è quello di rimanere uno studente e continuare a studiare. Quando si continua a ricercare e studiare, si imparano così tante cose, che ti rendono entusiasta e non vedi l’ora di condividerle con gli altri. Il nostro lavoro è molto variato, mi occupo di molte cose anche differenti tra di loro e stancarsi è quindi difficile. Credo che il momento in cui un insegnante si senta stanco del suo lavoro, è perchè ha la necessità di tornare a studiare.

Molti credono che Yoga sia l’equivalente di Asana, come possiamo fare per sfatare questo mito?

Sara: io credo molto nella divulgazione, anche in modo molto fresco e leggero, dei concetti base dello Yoga. Se si parla sempre e solo di Asana è ovvio che chi si approccia alla pratica penserà che lo Yoga sia solo Asana. Sta agli insegnanti trovare il modo per comunicare anche gli altri aspetti dello Yoga.

John: scrivendo un libro! Ogni classe di Asana non dovrebbe essere solo una lezione di Asana, dovrebbe essere un lezione di Yoga. Nel senso che ogni lezione dovrebbe portare un messaggio, costruendo la classe di asana su ciò che si vuole comunicare.


E chi è pronto per ricevere questo messaggio, saprà coglierlo.


John, come mai ci sono tutte queste insegnanti e praticanti donne (parlo per il contesto italiano)?

Credo per due ragioni. L’immagine dello Yoga è stata trasformata in qualcosa di più simile all’aerobica o alla danza, che probabilmente attirano di meno il pubblico maschile. Probabilmente cambierà quando ci saranno più esempi di uomini conosciuti che fanno Yoga. La seconda ragione è che molti uomini che provano, spesso fanno fatica. Sembra facile, ma in verità è una pratica molto intensa. Per esempio in Olanda ho fatto in passato dei workshop per giocatori di calcio professionisti, portando con me alcune delle mie studentesse per aiutarmi. E ho sempre notato come, il fatto di confrontarsi con delle donne nella pratica li facesse sentire a disagio. Il loro ego difficilmente accettava che una donna potesse essere più forte. Lavorare sull’ego è una delle cose principali dello Yoga, ma anche in questo caso, lo studente deve essere accompagnato in questo percorso dall’insegnante.

Ho notato anche che l’Italia a differenza di altri paesi europei, ha ancora una forte immagine del macho. Sorpassata quella, credo che sarà più facile per gli uomini italiani vivere lo Yoga come una pratica anche per loro.

Come vi vedete tra 10 anni?

Sara: rispondo per entrambi. Ci piace vivere nel momento presente e godere ogni istante. Abbiamo progetti, ma rimaniamo flessibili e aperti a quello che arriverà.


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