Spreco alimentare: perché sprechiamo e 10 regole per ridurlo
Pubblicato
1 anno fa
Alice Valli
Dietista ed esperta di sostenibilità e abbigliamento naturale
Sprecare cibo non è solo una questione etica: aumenta infatti il consumo delle materie prime, come l'acqua, e ci porta a spendere di più per la spesa: ecco i consigli su come evitare lo spreco alimentare
Immagineresti mai di andare al supermercato, comprare tre sacchetti pieni di cibo e poi gettarne immediatamente uno tra i rifiuti? Eppure, statisticamente, questo è esattamente ciò che accade al cibo oggigiorno: a livello globale 1/3 di tutto il cibo destinato al consumo umano finisce per essere sprecato.
All’interno di questo articolo approfondiremo il tema dello spreco alimentare, esplorandone le principali cause e l’impatto sul nostro pianeta. Forniremo inoltre 10 regole pratiche e semplici per ridurre lo spreco alimentare a casa e fare la differenza nel quotidiano.
Differenza tra “perdita alimentare” e “spreco alimentare”
Per affrontare il tema dello spreco alimentare, è fondamentale innanzitutto comprenderne la natura. A seconda del punto in cui questo fenomeno si verifica lungo la catena di approvvigionamento alimentare, si utilizzano infatti due termini apparentemente sinonimi ma con significati differenti: “perdita alimentare” e “spreco alimentare”:
- la perdita alimentare o “food loss” si riferisce alla perdita di cibo che avviene durante le fasi di produzione, raccolta, lavorazione e distribuzione e riguarda tutti quegli alimenti che non arrivano al consumatore finale a causa di inefficienze nel sistema di produzione o distribuzione oppure danni o standard estetici non soddisfatti. Un esempio significativo è rappresentato da prodotti come frutta e verdura, prodotti agricoli che spesso non raggiungono il mercato in quanto non soddisfano gli standard estetici di forma, dimensione o colore oppure a causa del deterioramento ai quali sono soggetti durante le fasi di trasporto e/o stoccaggio;
- dall’altro lato, lo spreco alimentare o “food waste” riguarda il cibo che, pur essendo ancora adatto al consumo, viene scartato a livello di vendita al dettaglio, ristorazione o nelle case dei consumatori. Questo può avvenire perché il cibo è vicino alla data di scadenza o l’ha superata, perché viene preparato in quantità eccessive o perché non utilizzato e quindi gettato via sia da famiglie che da ristoranti.
Le cause dello spreco alimentare
Lo spreco alimentare è un problema estremamente complesso e purtroppo assai diffuso le cui cause vanno quindi ricercate all’interno delle fasi conclusive della catena di approvvigionamento alimentare, che vedono i consumatori e i destinatari finali come principali attori.
Ma perchè “sprechiamo”? Lo spreco alimentare domestico può essere influenzato da numerosi fattori come lo status socio-economico, l’aspetto culturale, il territorio di provenienza e, ovviamente, da abitudini alimentari e comportamentali scorrette.
Ciò che emerge riguardo allo spreco alimentare in Italia dal rapporto Il caso Italia dell'Osservatorio Waste Watcher International del 2023 è infatti che chi spreca di più sono gli abitanti delle città e dei grandi Comuni rispetto ai piccoli centri; che a buttare più cibo sono le famiglie senza figli e i consumatori a basso potere d’acquisto e che lo spreco alimentare è un fenomeno più accentuato al Sud rispetto al Nord dell’Italia.
Al di là di questi fattori, le principali cause dello spreco alimentare risiedono in tutte quelle abitudini comportamentali inadeguate che spesso attuiamo senza rendercene conto, come:
- non pianificare i pasti: l’assenza di un “menù” o semplicemente di un lista della spesa può infatti portare ad acquistare cibo in eccesso, che non verrà poi consumato entro la scadenza; così come ad acquistare in maniera impulsiva alimenti dei quali non necessitiamo, spinti da offerte promozionali, dall’abitudine, spesso mal gestita, di fare scorte o dal timore di non avere cibo a sufficienza.
- preparare porzioni eccessive: preparare porzioni troppo abbondanti, tendenza che avviene soprattutto per via di eventi e occasioni speciali, può lasciare avanzi che non verranno consumati o che, per mancanza di conoscenza dei corretti metodi di conservazione, può accelerarne il deterioramento.
- confusione sulle date di scadenza: le diciture “data di scadenza” e “da consumarsi preferibilmente entro” sono ancora spesso fraintese da molte persone, portandole a scartare cibo che dal punto di vista della sicurezza alimentare sarebbe ancora consumabile.
- non riutilizzare le rimanenze: gli avanzi dei pasti che non vengono riutilizzati o trasformati in nuovi piatti sono spesso gli alimenti più gettati, soprattutto a causa della mancanza di conoscenza su come riutilizzarli in modo creativo o incorporarli a nuove ricette.
- dimenticare il cibo: gli alimenti possono essere dimenticati nel frigorifero o nella dispensa e diventare inutilizzabili prima di essere consumati.
I dati dello spreco alimentare in Italia
Lo spreco alimentare domestico è quindi principalmente legato alla mancanza di consapevolezza e alle scarse competenze nella gestione pratica del cibo: pianificazione inadeguata, acquisti eccessivi e porzioni troppo abbondanti contribuiscono infatti in maniera più che significativa al fenomeno, dal momento che solo in Italia lo spreco alimentare domestico incide per circa 7,5 miliardi l’anno sui 13 miliardi complessivi, a cui vanno aggiunti i circa 5,5 miliardi di euro della perdita alimentare di filiera tra campo, industria e distribuzione.
Una fotografia tragica, se si pensa tra l’altro che la maggioranza dei cibi sprecati in Italia è rappresentata da prodotti a base di cereali come il pane, frutta fresca, verdure, insalata e tuberi; alimenti la cui produzione comporta anche un impatto ambientale significativo.
Lo spreco alimentare in Italia infatti, contribuisce significativamente all'emissione di gas serra e al consumo di risorse naturali. Si stima che nel Paese il cibo sprecato a livello domestico produca circa 7,8 milioni di tonnellate di CO2 all'anno, un contributo decisamente non trascurabile all'inquinamento atmosferico. Ma lo spreco alimentare non riguarda solo la perdita di cibo e l’inquinamento atmosferico, oltre chiaramente a uno spreco di capitale, ha anche un impatto significativo sull'uso delle risorse naturali, in particolare acqua e suolo.
La produzione di cibo richiede infatti enormi quantità di acqua, una risorsa preziosa e limitata. Ogni anno con il cibo sprecato vengono gettati 151,469 miliardi di litri d’acqua solo in Italia, ovvero, se li si vuole convertire in bottiglie da mezzo litro, oltre 302 miliardi. Un numero difficile da immaginare ma che risulta sicuramente di maggiore impatto se lo si pensa in questo modo: se affiancate l’una all’altra, il numero di queste bottiglie permetterebbe di fare giro del mondo più di quattro volte.
Conoscere la situazione attuale del nostro Paese riguardo questo argomento è fondamentale, dal momento che solo attraverso una maggiore consapevolezza sarà possibile raggiungere l'obiettivo di dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030 come previsto dall'Agenda 2030 dell’ONU.
La lotta allo spreco alimentare
Non è una sorpresa trovare all’interno dei 12 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 redatta dall’ONU la missione di “dimezzare lo spreco alimentare globale pro-capite a livello di vendita al dettaglio e dei consumatori entro il 2030”.
Lo spreco alimentare è quindi riconosciuto a livello mondiale come un problema complesso e diffuso, con significative implicazioni sia economiche che ambientali e sociali. La lotta allo lo spreco alimentare richiede pertanto soluzioni concrete, come l'implementazione di politiche governative che incentivino la riduzione degli sprechi, promuovano la donazione di cibo invenduto e migliorino l'efficienza della catena di approvvigionamento; così come innovazioni tecnologiche per monitorare la freschezza del cibo, ottimizzare la produzione e migliorare la logistica.
Allo stesso tempo, campagne educative mirate ad aumentare la consapevolezza dei consumatori finali sul problema dello spreco alimentare giocano un ruolo cruciale, dal momento che il cibo sprecato a livello domestico rappresenta più della metà dello spreco alimentare in Italia.
Siamo quindi anche noi, in quanto consumatori, ad avere un impatto decisivo e diretto sul problema dello spreco alimentare.
Prestando attenzione ai comportamenti che attuiamo nella vita di tutti i giorni possiamo ridurre significativamente lo spreco di cibo e contribuire ad un futuro più sostenibile.
Come ridurre lo spreco alimentare
Cambiare le proprie abitudini quotidiane può sembrare una sfida, ma è importante ricordare che ogni singola azione può avere un impatto rilevante e che ogni persona può contribuire.
Ecco quindi 10 regole per ridurre lo spreco alimentare nella vita di tutti i giorni:
- Pianifica gli acquisti in anticipo con una lista della spesa: prepara un menù settimanale e crea una lista della spesa in base a ciò di cui hai bisogno controllando prima ciò che è già presente in frigorifero e in dispensa. Questo ti aiuterà a evitare acquisti impulsivi e a ridurre le quantità eccessive di cibo.
- Acquista periodicamente prodotti a lunga scadenza e frequentemente prodotti freschi: evita di fare grandi scorte di prodotti deperibili se non puoi consumarli in tempo. Opta invece per porzioni più piccole o acquista solo ciò che sai di poter utilizzare; così facendo farai degli acquisti consapevoli.
- Organizza il frigorifero e la dispensa per scadenza dei prodotti: per assicurarti di consumarli in tempo, metti gli alimenti con scadenza più vicina davanti e quelli con una scadenza più lontana dietro; puoi anche aiutarti con etichette oppure suddividendo il cibo per categorie.
- Valuta attentamente le quantità necessarie prima di cucinare e le porzioni: servi porzioni più piccole e aggiungi altro cibo se necessario. Questo comportamento riduce il rischio di lasciare avanzi sul piatto e aiuta anche a controllare meglio la quantità di cibo consumata.
- Usa tutte le parti degli alimenti: utilizza ogni parte degli alimenti, come bucce di frutta e verdura, per preparare brodi, tisane o compost; così facendo ridurrai i rifiuti e sfrutterai al massimo le risorse.
- Congela (correttamente) il cibo: se hai comprato troppo cibo o hai preparato porzioni abbondanti, congela ciò che non puoi consumare subito. Molti alimenti si conservano bene nel freezer e possono essere utilizzati in un secondo momento.
- Usa gli avanzi: riutilizza gli avanzi di cibo per creare nuovi piatti, come zuppe, insalate, frittate o torte “svuotafrigo”. In questo modo ridurrai lo spreco avendo allo stesso tempo la possibilità di sperimentare in cucina e creare nuove ricette.
- Impara a leggere le etichette: con questo punto si intende principalmente comprendere la differenza tra le diciture “da consumarsi entro”, e “da consumarsi preferibilmente entro”. La prima si riferisce infatti alla sicurezza del prodotto e consumare cibi oltre questa data potrebbe essere rischioso per la salute, quindi è importante rispettarla. La seconda riguarda invece la qualità del prodotto: significa che l'alimento può perdere alcune delle sue qualità organolettiche (sapore, consistenza, odore) dopo quella data, ma è ancora sicuro da mangiare per un periodo di tempo.
- Conserva correttamente il cibo avanzato quando cucini troppo: impara a conservare gli alimenti in modo adeguato, utilizzando contenitori ermetici o involucri naturali rivestiti di cera d’api e rispettando le temperature di conservazione. Questo prolungherà la vita degli alimenti e ne eviterà il deterioramento.
- Supporta le iniziative anti-spreco: Partecipa a programmi locali di recupero del cibo o acquista da mercati solidali che vendono prodotti che sono rimasti invenduti per motivi estetici ma ancora perfettamente edibili.
Alcuni contenitori e sacchetti che ti aiutano a organizzare meglio la tua dispensa antispreco:
Ridurre le perdite e gli sprechi alimentari è quindi una priorità per migliorare l'efficienza del sistema alimentare globale, ridurre le emissioni di gas serra e garantire che le risorse naturali siano utilizzate in modo più sostenibile. Per evitare che lo spreco alimentare continui a crescere con l'aumento della popolazione e, di conseguenza, della domanda di cibo, adottare un atteggiamento di “waste no food" è essenziale.
Ognuno di noi è tenuto a contribuire attivamente con la consapevolezza che ogni singolo gesto può fare la differenza nella lotta allo spreco alimentare.
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