Sono la nuova frontiera nella lotta al cambiamento climatico
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1 anno fa
Ideate dal botanico giapponese Akira Miyawaki, le mini foreste ricreano l’ecosistema di una vera e propria foresta in aree urbane: abbassano le temperature, migliorano la qualità dell’aria, ospitano biodiversità, creano bellezza
Piantare alberi equivale a piantare una foresta? Purtroppo no: una piantagione di alberi è qualcosa di molto diverso da un ecosistema complesso come quello di una foresta. Grazie all’intuizione del botanico giapponese Miyawaki oggi è possibile ricreare in piccolo l’ecosistema forestale per rimboschire aree urbane e peri-urbane e creare zone particolarmente ricche di biodiversità: la grande varietà di specie vegetali di una mini foresta supporta la vita di molte specie animali. Inoltre le mini foreste hanno un grande valore educativo, in quanto permettono di risvegliare in adulti e bambini l’intelligenza naturalistica: ne abbiamo parlato con Elisa Manzino, presidente dell’associazione Tiny Forest Italia.
Che cos’è una mini-foresta?
Una mini foresta è un rimboschimento che si differenzia da quelli tradizionali perché cerca di imitare le dinamiche di una foresta naturale. In una foresta non troviamo solo alberi ma molte altre specie vegetali. Nel creare quindi una piccola foresta, si mira a ricreare l’ecosistema, anziché limitarsi a creare una piantagione di alberi. Il metodo, messo a punto dal botanico giapponese Akira Miyawaki, prevede la messa a dimora non solo delle specie arboree, ma anche di quelle arbustive del sottobosco. L’impianto è fitto, con le piante molto vicine, come avviene in natura, e si utilizzano solo piante autoctone provenienti dalla zona.
Quali sono i vantaggi di questa pratica?
Il metodo si ispira alla natura e consente quindi di ricreare le condizioni ottimali di crescita per le piante. In natura non esiste solo la competizione tra esseri viventi, ma anche la cooperazione. Negli ultimi anni sempre più studi hanno dimostrato come un bosco sia un ecosistema ricco di interconnessioni, dove le piante spesso si aiutano a vicenda attraverso le radici e le ife fungine presenti nel terreno. Creando una foresta anziché una piantagione di alberi, le piante crescono più velocemente, sopportano meglio gelate e stress idrico, il terreno rimane più coperto e trattiene l’acqua. Inoltre, una piccola foresta contiene al suo interno una biodiversità molto più alta di un impianto tradizionale: ha una grande varietà di specie vegetali, che supportano la vita di molte specie animali. Pensiamo ai molti uccelli che nidificano nelle piante del sottobosco, e che non troverebbero riparo in un rimboschimento dove non vengono messi a dimora anche arbusti.
Quali territori possono maggiormente beneficiare della micro forestazione?
Questa tecnica è perfetta per piccole superfici, mentre è più complessa da applicare su aree molto vaste a causa del gran numero di piante necessarie. È quindi una tecnica perfetta per la riforestazione urbana e periurbana, dove può creare piccole oasi di verde fitto che abbassino le temperature, migliorino la qualità dell’aria, ospitino biodiversità e siano esteticamente più belle e più simili a un ambiente naturale a beneficio dei cittadini, che nel mondo moderno vivono sempre meno a contatto con la natura.
Che differenza c’è con la food forest?
Una food forest è una foresta dove vengono messe a dimora piante da frutto o commestibili. Si differenzia da una normale coltivazione perché non è una monocoltura, ma contiene moltissime specie diverse. Ha in comune con le piccole foreste la densità d’impianto e l’imitazione delle dinamiche naturali, ma la food forest è pensata per produrre cibo per noi umani, la piccola foresta per supportare il mondo naturale.
Le piccole foreste hanno altri scopi oltre a quello ambientale?
Le piccole foreste hanno una forte valenza educativa, perché nella loro realizzazione viene coinvolta la cittadinanza, con particolare attenzione ai bambini. Le persone vedranno le piante crescere negli anni e cambiare con le stagioni. Questo permette di risvegliare ciò che Howard Gardner ha definito intelligenza naturalistica: la capacità di riconoscere i diversi elementi presenti nell’ambiente naturale. Il risultato è lo sviluppo della biofila, cioè l’amore per la natura e tutto ciò che è vivo.
Food forest in città
Creano uno spazio di bellezza, biodiversità e cibo sano
Fin dalla sua nascita l’Associazione Vivi Consapevole in Romagna si è posta l’obiettivo di operare a favore della Romagna, contribuendo ad affiancare, alla sua riconosciuta caratteristica di regione economicamente prospera, anche quella di modello di comunità ecologicamente sana.
Da questi presupposti, tra i vari progetti, è nato il sogno di creare dei boschi eco sovversivi con l’obiettivo di preservare la biodiversità, gestire i cambiamenti climatici e arginare il consumo di suolo conservando e creando boschi su terreni di cui l’Associazione acquisisce la proprietà. L’idea è quella di lasciare i boschi alla loro libera evoluzione, senza tagli con fini economici. Il primo passo è stato quello di raccogliere i fondi economici necessari: grazie a Macrolibrarsi sono state lanciate campagne per sostenere il progetto, che hanno permesso all’Associazione di trovarsi nella condizione di acquistare circa un ettaro di terra. I soci si sono messi alla ricerca di un terreno agricolo vicino a Cesena: l’idea di fondo è che la città ha certamente più bisogno di boschi che la montagna.
Il terreno di 10.000 metri quadrati è stato individuato e poi acquistato nella primavera del 2023 in località San Carlo di Cesena, in prossimità dell’area urbanizzata. Il terreno sarà destinato allo svolgimento delle seguenti attività:
- mettere a dimora una food forest per creare uno spazio di bellezza, biodiversità e cibo sano per gli uomini e gli animali attraverso un approccio ecologico e di agricoltura rigenerativa;
- creare uno piccolo spazio all’aperto per l’organizzazione e gestione di attività culturali, artistiche o ricreative di interesse sociale, incluse attività, anche editoriali, di promozione e diffusione della cultura e della pratica del volontariato e delle attività di interesse generale.
A seguito dell’acquisto del primo ettaro i nuovi vicini hanno proposto la vendita di un secondo ettaro adiacente, per il quale è già partita la raccolta fondi.
In questo modo continueremo a sottrarre terreni al mercato a vantaggio di flora, fauna e umani della future generazioni.
Francesco Rosso | direttore di Macrolibrarsi e Fondatore del Centro di Ecologia Applicata Autosufficienza
www.viviconsapevoleinromagna.it