Radice di loto: scopri in che modo rinforza polmoni e colon
Pubblicato
3 anni fa
Dealma Franceschetti
Foodblogger, autrice, insegnante di cucina e consulente macrobiotica
I consigli della macrobiotica su come utilizzarla
La radice del loto, il bellissimo fiore simbolo di purezza e illuminazione nel buddismo, di elevazione spirituale nell’induismo e di rinascita nell’antica cultura egiziana, viene comunemente usato in Oriente come ingrediente in cucina e come rimedio erboristico.
La pianta del loto è una ninfea, cresce quindi nell’acqua e le sue radici affondano nel fango. La simbologia della purezza e della capacità di vivere nel mondo senza esserne contaminati, è legata alla sua capacità di crescere nell’acqua, anche stagnante, elevandosi al di sopra dell’acqua e del fango con un fiore immacolato e bellissimo.
Dal punto di vista macrobiotico, è molto interessante la capacità di questa pianta di vivere nell’acqua senza marcire, producendo foglie e fiori che allontanano l’acqua. Questo ci lascia intuire la sua capacità di “gestire l’umidità”. Ecco che la macrobiotica vede in questa capacità, la potenzialità di agire nel nostro corpo in modo simile, aiutandoci a portare fuori l’umidità, in particolare l’eccesso di muco.
La radice di loto viene usata da millenni per problemi di muco (catarro, raffreddore, sinusite, otite, tosse grassa), proprio per la sua azione fluidificante e mucolitica.
Ma le sue proprietà non finiscono qui: ha anche la capacità di rinforzare i polmoni e il colon, dato che si usa anche per alleviare i disturbi intestinali e rinforzare l’apparato respiratorio in caso di asma.
Dal punto di vista nutrizionale è ricca di vitamine, soprattutto la vitamina C, ma anche Sali minerali, acido folico e fibre, ed è povera di calorie. È quindi un ottimo alimento, da usare insieme alle altre verdure.
Forma e struttura: cosa ci dice la macrobiotica
La macrobiotica prende in considerazione molti aspetti degli alimenti, comprese forme, direzioni di crescita, colori, strutture ecc. Tutti questi elementi hanno particolari energie e analogie con il nostro corpo, che possono dare indicazioni curative interessanti.
La radice di loto ha una struttura esterna particolare, “a salsicciotto”, che ricorda la struttura del nostro colon. In base a questa analogia viene utilizzata in Oriente da migliaia di anni per i disturbi di questo tratto dell'intestino.
Tagliando a metà la radice si può osservare che la sua struttura interna è fatta a tubuli, che ricorda molto quella del nostro apparato respiratorio. Viene infatti usata per rinforzare questo apparato e in particolare per fluidificare ed eliminare l’eccesso di muco.
Della pianta del loto si usano tradizionalmente le radici, i fiori e i semi. I fiori vengono essiccati e usati per infusi rilassanti, oppure utilizzati per estrarre un olio essenziale per favorire la meditazione.
I semi, dalle proprietà calmanti, antiossidanti e antiinfiammatorie, vengono usati soprattutto nella cucina indiana, dove si usano crudi o cotti. Si possono aggiungere alle minestre, oppure si possono ridurre in farina.
La radice (chiamata Renkon) si usa tipicamente in cucina, ma anche per preparare dei rimedi curativi per disturbi intestinali e respiratori, per fluidificare il muco e rinforzare il sistema immunitario.
In commercio troviamo facilmente la radice essiccata a fette oppure in polvere. La radice fresca è più difficile da trovare, ma non impossibile.
Come si usa in cucina la radice di loto
Utilizzando la radice secca a fette o rondelle, dobbiamo prima ammollarla in acqua tiepida per una decina di minuti circa. Quindi possiamo aggiungerla alle zuppe, alle minestre, oppure a padellate di verdure. Possiamo aggiungere la rondella intera oppure a pezzetti, oppure tritata. L’acqua di ammollo può essere riutilizzata.
Utilizzando la radice fresca, dobbiamo sbucciarla e poi affettarla a piacere, per poi aggiungerla dove preferiamo, nelle zuppe o nelle padellate di verdure.
Va cotta a lungo per farla diventare tenera.
La polvere si può aggiungere a piacere nelle zuppe.
Come si usa la radice di loto come rimedio naturale
Nella “medicina” macrobiotica si usa la radice secca oppure fresca per preparare un decotto, da usare per raffreddore, catarro, otite, sinusite.
Si fa cuocere in acqua per circa 15 minuti, poi si aggiunge qualche goccia di salsa di soia e qualche goccia di succo di zenzero e si beve caldo, una volta al giorno per 2-3 giorni. Lo zenzero potenzia l’attività espettorante.
La radice fresca si può utilizzare anche per preparare un impiastro da applicare sulla fronte in caso di sinusite. Si grattugia e si mescola con farina. Si aggiunge qualche goccia di succo di zenzero, si mette in un fazzoletto di cotone e si applica sulla fronte. Questo rimedio va ripetuto per alcuni giorni.