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Quanto è potente il tuo pensiero?

Pubblicato 2 anni fa

Come si realizza l'Amore? E come si riesce a riordinare i propri intenti per superare le paure del futuro o i rimpianti del passato? Se vuoi sentirti davvero sicuro, ora finalmente puoi scoprire come farlo!

Il tempo è un mezzo di realizzazione?

Il tempo è uno degli ostacoli che si esprime nell'illusione della dualità: perché nonostante esista solo il presente, tendiamo a essere sbalzati nel mondo duale tra passato e futuro.

Praticamente la dualità del tempo ci fa perdere tempo, nel senso che ci distoglie dal manifestare quello che siamo e ci blocca tra passato e futuro; così perdiamo la puntualità di realizzare ciò che siamo in ogni istante.


Essere se stessi si riferisce al presente, mentre se lo immaginiamo come qualcosa che appartenga al passato o qualcosa che si possa compiere solo nel futuro non lo realizzeremo mai. Per questo non c'è momento migliore dell'istante presente per adempiere al nostro compito, come bloccare un bicchiere che cade, amare, gioire, scherzare, o piangere.


Non dimentichiamo che la vera realizzazione è quella del monaco che riesce a essere presente a se stesso nell'azione che sta compiendo e non nello scopo, che è fuori da quella dimensione e quindi dalla realizzazione.

Stai leggendo un estratto del libro:

 

Indice dei contenuti:

Capacità di ordinare per ottenere pace e sicurezza

Ciò che più destabilizza l'uomo è la paura. Questa viene compensata con egoismo e potere e trae origine dall'ignoranza nei confronti della realtà, perché non ci sarebbe nulla da temere se ci si percepisse nel fluire di cui abbiamo parlato.

Mettere ordine corrisponde ad avere una visione meno caotica della realtà, così da non rischiare di perdersi nella paura.

Mettere ordine significa avere accesso senza ostacoli a ciò che ci permette di ottenere la stabilità interiore, attingendo a semplici canovacci di comportamento che ci ricordano se siamo o meno al posto giusto. Potremmo pensare alle briciole di pollicino o al filo d'Arianna, oppure alla provvidenza, alla fede in Dio, al Karma, insomma occorre pensare che i nostri passi o i nostri riferimenti sono sicuri, necessari, dovuti, ed ecco che la paura potrà essere superata.

Se non si hanno riferimenti ordinati e chiari si cadrà facilmente in uno stato di caos inconciliabile.

Quindi il cavaliere si sente sicuro con la sua spada e la sua armatura, il santo è sicuro grazie alla sua fede, uno scienziato è sicuro delle sue leggi e via discorrendo.

Abbiamo tutti bisogno di mettere ordine alle nostre gerarchie interiori, alle priorità, ai riferimenti. Oggi si tende a creare disordine, a banalizzare ogni cosa, omologando, potendo fruire illimitatamente di cose futili e limitatamente di quelli utili. Esistevano delle consuetudini, a volte anche molto rigide, che sicuramente limitavano alcuni tipi di libertà, ma erano nate per mettere ordine e creare sicurezza.

Le forze dell'ordine da una parte sembrano limitarci, controllandoci o multando e invitando a rispettare le leggi, e potrebbero essere un ostacolo per molti, ma in realtà poi tutti ne traggono beneficio perché si limita la violenza e lo scorrazzare di persone pericolose.

Ecco che se una persona mette ordine, stabilendo dei criteri, dei limiti, dei canovacci di comportamento, poi ne trae un vantaggio nel mantenimento della propria sicurezza, e quindi anche della propria pace.

Amore: il Bene supremo

Poter realizzare l'amore sembra una banalità, visto quanto spesso questa parola è sulla bocca di tutti, ma potrebbe essere che la si pronunci senza comprendere realmente il suo significato. Certamente ci sono forme di amore che sono facilitate, ma sono a scadenza, come l'innamoramento o la maternità (se correttamente vissuta), dove anche la componente ormonale aiuta a entrare in quella dimensione.

Poi però quando l'aiuto fisiologico finisce, occorre sapersi muovere con le proprie gambe superando ed espandendo quella percezione settoriale di amore, quindi innamorandosi di ogni creatura, divenendo madri di ogni creatura.

Amare è un'arte e dire arte è ancora poco rispetto a ciò che Cristo afferma come ultimo comandamento: "amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi".

Queste ovviamente sono le forme di amore più aulico e profondo e magari prima di pensare a questa dimensione universale meglio guardare allo scalino davanti ai nostri piedi, partire dal prossimo, da chi ci è più vicino, per iniziare a superare i nostri limiti.

Ogni scalino in più in questa direzione corrisponde poi al nostro bene, perché l'amore è un antidoto a tante patologie che affliggono questa umanità sempre più intollerante, nervosa, frettolosa, incurante e miope.

Costumi: la via di realizzazione dell'Amore

Se l'amore è lo scopo finale, per essere aiutati ad andargli incontro, ha senso che vi siano strumenti utili a mantenersi nella giusta traiettoria.

Gli usi e i costumi, pertanto, fungono da capisaldi, un po' come l'educazione che i genitori impartiscono ai figli perché diventino adulti capaci e assennati.

I costumi contengono la struttura e il modo ideale di raggiungere determinati obiettivi, e spesso le tradizioni, le filosofie e le religioni contengono elementi utili a questo scopo. Il problema attuale è che i costumi non vengono considerati ma neanche superati, nel senso che invece che migliorarli, l'attuale società li ha abbattuti in funzione di una loro banalizzazione. Così, come se perdessimo la gerarchia delle fonti, diventa vero tutto e il contrario di tutto, insomma si è in preda al caos, e i costumi vengono aboliti in funzione di un dilagante consumismo che porta all'esaurimento delle risorse in tutti i sensi.


Occorre quindi ristabilire un ordine e recuperare un modo chiaro e pratico per andare in direzione opposta a quella distruttiva del caotico qualunquismo attuale, dando valore al come si fanno le cose, quindi con coerenza, onore, rispetto, umiltà e coraggio. Occorre pensare che l'uomo crea la società, ma la società forgia l'uomo.


C'è un proverbio arabo che così suggerisce: "Tempi duri generano uomini forti, uomini forti generano tempi felici. Tempi felici generano uomini deboli, uomini deboli creano tempi duri". Per quanto questo flusso possa anche essere normale in una certa misura, occorrerebbe ridurre gli estre-mi, trovando tempi duri quanto basta perché gli uomini non diventino deboli.

I costumi dovrebbero offrire questi connotati alla nostra società. Questi codici una volta erano sentiti e conferivano onore e valore a chi li rispettava, mentre ora tutto è banalizzato, e nemmeno ci si domanda perché un tempo li si rispettava. In ogni caso, se ci si smarrisce, accadrà come il proverbio arabo ci racconta e i nodi verranno al pettine, quindi prima o poi si raccoglierà quel che si è seminato.

Allo stesso tempo se si educano i figli a certi valori e costumi, è probabile che questo crei delle difficoltà iniziali, rispetto a chi segue la via più facile. Quindi occorre anche essere bravi nel mediare, ma questo è già il primo indizio che si stanno crescendo uomini forti, perché se si segue sempre e solo la via più facile non si sarà allenati a sufficienza per i tempi duri.

Insomma se si lavora coesi, creando dei costumi che come finalità abbiano il mantenimento di una minima dose di allenamento alla vita, questo permetterà poi di avere anche delle migliori basi per apprendere l'arte di amare.

Equità: riconoscere ciò che ci compete e ottenere felicità

Se prendiamo come esempio la legge del Karma, non abbiamo bisogno di guardare l'erba del vicino.


Quello che abbiamo è ciò che è giusto per noi. Se lo accettiamo abbiamo solo da guadagnarci in serenità.


Al contrario, se non accettiamo le circostanze che la vita ci pone di fronte, diventeremo miopi tanto quanto basta per evitare di rimboccarci le maniche e finiremo per ritrovarci in una situazione peggiore di quella precedente.

Per avere di più non serve affatto lamentarsi, poiché ciò amplifica solo il malcontento, ma occorre entrare in risonanza con ciò che produrrebbe in noi quello che desideriamo, quindi essere grati, ad esempio, è parte della via per cambiare le circostanze.

Siamo gli eredi di noi stessi: se ci arriva una multa andrebbe pagata con gioia, mentre se tentassimo o magari riuscissimo a non pagare, avremmo sempre più spesso a che fare con situazioni analoghe.

Se un bambino è piccolo è normale che sia il genitore a guidarlo, e se lo accetta vivrà un'infanzia serena, mentre se non lo accetta avrà per tutta la vita problemi con l'autorità. Se uno lavora con dedizione è normale che gli venga riconosciuto un aumento.

Nel passato le persone con disabilità erano considerate non amate da Dio, ed è certamente un errore questo, ma di fatto specifiche situazioni rappresentano una prova karmica da affrontare, pertanto non saremo mai uguali perché ognuno è nel punto del "gioco dell'oca" che gli compete.

Ognuno ha la sua dignità, e se le circostanze sono diverse lo sono per un motivo connesso alle regole del gioco. Questo non significa creare caste, allontanare i Paria, ma molto più semplicemente riconoscere il proprio ambito.

Dio ha creato ogni essere con lo stesso amore, eppure il leone ha un privilegio sulla gazzella, che può considerarsi erroneamente una vittima, o essere fiera di poter ogni giorno competere con il leone e dí essere così interessante per lui, che è il "re" della Savana.

Tuttavia la gazzella che si perde nella vittimizzazione ambirebbe a invertire le dinamiche, ma cosa otterrebbe? Magari i leoni si convertirebbero a mangiare erba, ma poi ce ne sarebbe meno per tutti, comprese le gazzelle, e tutti morirebbero di fame.

Se invece si accetta la propria posizione, passo passo ci sarà la possibilità di evolvere, magari vita dopo vita.

Le cose cambiano perché tutto muta sistematicamente, ma secondo ritmi che non tengono conto dell'ego umano, e pertanto dobbiamo imparare a considerare ciò che c'è come l'espressione di un grande equilibrio che dobbiamo accettare o con cui possiamo interagire, rispettandone comunque i moti e le regole, proprio per poter trarre felicità da quel che si ha e da ciò che si è, nel presente.

L'incessante trasformazione si manifesta nel tempo, e ogni cosa segue il suo percorso in cicli infiniti. E grazie al tempo che i nodi vengono al pettine, così ciò che è sfuggito alla trasformazione ha le ore contate, è atteso al varco.

Come lo scadere della gravidanza non ha altra soluzione che il parto, così la vita o il susseguirsi delle vite non può che riportare da un'espansione a una contrazione, quindi siamo destinati grazie al tempo a tornare sui nostri passi verso l'unità o Dio. E per questo che il cambiamento scandito nei suoi tempi naturali e cicli rappresenta l'essenza delle cose; d'altra parte in esso avviene ogni istante della nostra vita, eppure, nonostante l'ineluttabilità di questo movimento, ci capita di sentirci fragili, quasi che il marinaio fosse impaurito ogni volta che dal porto riparte per il largo.

Il tempo, come il fascio di luce, gira attorno a un punto, creando una visione olografica differente, istante dopo istante, senza che in realtà cambi nulla, a parte la posizione della luce o dell'attenzione.

Insomma è sempre l'osservatore a determinare la realtà, ma è grazie al tempo che gradualmente si individua il senso delle cose e si scopre il trucco dell'ologramma, per poter tornare a riconsiderare l'unità invece che la sua proiezione olografica.


Il movimento del tempo è come il pulsare del cuore e pensare di opporsi a questo pulsare non è ciò che possiamo definire vita, mentre accoglierlo ci avvicina a una maggiore comprensione di Dio, della vita e della serenità.


Forza Divina

Se la vita si poggia sull'instabilità, sulla paura, su "certezze" deperibili e quindi non si è connessi con la fonte, con la propria anima, il vivere risulterà una lotta costante per la sopravvivenza, una continua ricerca di risorse, come fossimo animali affamati.

Al contrario, se volessimo sentirci stabili e duraturi dovremmo nutrirci di ciò che procura queste qualità.

Essere connessi a Dio, o con ciò che per noi rappresenta questa essenza, è fondamentale per risuonare con quella parte di noi che ci rende instancabili e che conferisce la volontà di mantenersi tali.

A questo scopo il male non è fuori di noi, ma dentro, come diceva Cristo: "non è impuro quello che entra dalla bocca ma quello che vi esce".

È nato prima l'uovo o la gallina? Mangio male e mi avveleno o mi avveleno e mangio male? La decisione che porta a mangiare male è ciò che fa male, prima ancora che mettiamo qualcosa in bocca.

Per questo occorre frequentare ciò che rafforza e togliere ciò che indebolisce, a partire proprio dai pensieri e dalle intenzioni. Per diventare incorruttibili bisognerebbe essere come si dice "casa e chiesa" o praticare ora et labora, come i frati, che fanno della regola la parte funzionale della loro vocazione, perché è attraverso la buona regola che si mantengono più facilmente le redini della propria condotta.

Non è un invito al monachesimo, quanto piuttosto a identificare un ambito di frequentazione quotidiana della nostra parte spirituale, e allo stesso tempo a escludere ciò che è superfluo nel nostro stile di vita, trovando il nostro modello ideale da perseguire, una regola di vita a cui attenerci.

Creare un modello ideale di noi stessi

Attraverso questo mezzo sarà più semplice restare connessi a quella forza divina che ci permetterà di affrontare la vita con soddisfazione reale.

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