Vai al contenuto principale Vai al footer

  +39 0547 346317
Assistenza dal Lunedì al Venerdì dalle 8 alle 12 e dalle 14 alle 18, Sabato dalle 8 alle 12

Pedagogia alternativa per bambini felici oggi e adulti consapevoli domani

Pubblicato 2 anni fa

Homeschooling, educazione in natura, Montessori, Steiner: approcci pedagogici incentrati sul bambino

L’istruzione dei nostri figli è un passaggio fondamentale per la loro crescita, per questo, come genitori, dovremmo scegliere molto attentamente l’approccio pedagogico alla base della scuola (o non scuola) che riteniamo possa essere maggiormente funzionale al loro sviluppo.

La maggior parte dei bambini e dei ragazzi frequenta, nel nostro Paese, scuole pubbliche o paritarie che seguono la medesima impostazione pedagogica, dettata dalle linee guida del Ministero dell’Istruzione che definiscono discipline, competenze e obiettivi da raggiungere. Sul territorio nazionale sono però presenti anche realtà educative che propongono approcci pedagogici alternativi, i quali lasciano ampio spazio allo sviluppo personale, spirituale, emotivo e fisiologico di bambini e ragazzi.

Vediamone alcuni insieme.

Indice dei contenuti:

Homeschooling

L’homeschooling, o educazione parentale, è la possibilità di istruire i figli a casa, seguiti direttamente dai genitori. In Italia è una modalità di istruzione assolutamente legale – nel nostro Paese è infatti l’istruzione ad essere obbligatoria e non la scuola – e ogni famiglia che lo desidera può metterla in pratica, seguendo un determinato iter burocratico. Per capire meglio di cosa si tratta abbiamo intervistato Erika Di Martino, life e family coach, mamma di cinque figli che non sono mai andati a scuola, punto di riferimento in Italia per l’homeschooling con la community Edupar.

Erika, quali sono i principi base dell’homeschooling?

Nel fare homeschooling dobbiamo ricordarci che lo sviluppo del bambino è olistico e che dobbiamo preparare i nostri figli alla vita, non solo alla scuola. Inoltre, un principio di base è che i bambini imparano naturalmente e che ciò che dobbiamo fare è fornire loro le opportunità, l’ambiente e i materiali che sostengano l’esplorazione autonoma e l’interazione con il mondo reale. Infine, direi che ciò che conta maggiormente è l’interazione, non l’istruzione passiva e statica a cui molti sono abituati.

E quelli dell’unschooling?

Personalmente, non amo utilizzare tutte queste etichette, poiché ho notato, negli oltre dieci anni di esperienza sul campo, che molte famiglie passano naturalmente da un regime più rigido di istruzione parentale a uno più armonioso e libero, crescendo in consapevolezza e conoscenza assieme ai propri figli. Detto ciò, posso affermare che il fondamento dell’unschooling è la fiducia: la convinzione che i nostri figli possiedano una saggezza interiore e un’intuitività innata che noi genitori possiamo catalizzare. Piuttosto che regole rigide, gli unschoolers vivono secondo dei principi di vita che permettono di raggiungere dall’interno una vita equilibrata e sana. Generalmente, le conquiste in campo accademico non sono una loro priorità.

Quali i principali benefici dell’homeschooling?

Una caratteristica personale che ritengo fondamentale è quella di avere una mente inquisitiva e la capacità di imparare in autonomia. La pratica dell’homeschooling allena questa peculiarità. Ogni bambino ha un bagaglio di domande infinito, e il nostro compito è quello di mantenere viva la fiamma della conoscenza, in un mondo che tende ad appiattire e standardizzare tutto. Un altro beneficio è che noi adulti stiamo imparando e di conseguenza crescendo accanto ai nostri figli, osservandoli e sostenendoli nelle loro ricerche e scoperte. Lo scambio di conoscenza non è univoco, docente-adulto verso discente-bambino, ma è reciproco e per questo incredibilmente arricchente. Infine, direi che tramite l’homeschooling si può accogliere l’errore come fonte di crescita e non causa di una punizione. Ciò permette al bambino di conservare l’amor proprio (poiché inevitabilmente si faranno parecchi errori) e di sentirsi libero di sperimentare.

A chi lo consiglieresti?

Innanzitutto, consiglierei di intraprendere un percorso di Homeschooling (non scuola parentale, sono due cose diverse) a chi non è soddisfatto del percorso scolastico tradizionale e sta osservando con tristezza e smarrimento lo spegnimento intellettuale e fisico dei propri figli, in un contesto standardizzato come quello della scuola. In secondo luogo, lo consiglierei a tutti coloro che non hanno paura di sperimentare nuovi approcci educativi, nonostante i possibili scogli che si potrebbero incontrare. Fare questa scelta significa, per molti, stravolgere la propria organizzazione lavorativa e familiare, rivedere le proprie amicizie, comporta soprattutto dare inizio alla propria descolarizzazione, tutte azioni che necessitano di forza interiore, equilibrio e fiducia. Propongo alle famiglie il network di edupar.it per intraprendere questo cammino con il sostegno dovuto e l’energia di un gruppo che guarda nella medesima direzione.

Educazione in natura

Secondo l’Istat i bambini di oggi vivono per il 90% del loro tempo in ambienti chiusi, trascorrendo più di 40 ore a settimana davanti agli schermi (televisione, PC, tablet, console di gioco). Con questo stile di vita sedentario e totalmente avulso dal contesto naturale si espongono a quello che Richard Louv – famoso educatore americano – ha definito, nel 2008, "sindrome o disturbo da deficit di natura" che si manifesta sotto forma di obesità, stress, disturbi dell’apprendimento, iperattività, affaticamento cronico o depressione. Il contatto prolungato e giornaliero con la natura come principale fonte di apprendimento e di vita, porta al contrario, enormi benefici per i bambini e i ragazzi: lo sanno bene Giordana Ronci e Paolo Mai, fondatori del progetto didattico e pedagogico Asilo nel Bosco (nella campagna di Ostia), formatori e divulgatori della pedagogia della natura.

Ciao Giordana, quali sono i principi base dell’educazione all’aria aperta, in natura?

L’educazione all’aria aperta, in natura, ha varie declinazioni. Il nostro modo di educare in natura parte dal prendersi cura di alcuni aspetti per noi fondamentali: l’ascolto (di sé stessi e degli altri), la relazione (con la natura, con i bambini, con i genitori, tra i bambini stessi) e la libertà, terreno fertile per scoprire il talento che ognuno porta nel cuore.

Quali i principali benefici?

I benefici di questa modalità educativa sono molteplici, tra i più evidenti: l’acquisizione di competenze emotive e sociali spiccate, evidenti abilità motorie (punto di partenza per sviluppare le abilità cognitive), grande capacità di adattamento, un super sistema immunitario (i bambini cresciuti in natura, quanto meno nella nostra esperienza, si ammalano davvero di rado).

A chi lo consiglieresti?

Lo consiglierei a tutti, soprattutto a chi ha poche altre occasioni di godersi lo stare all’aria aperta: poter stare a contatto con la natura non solo è straordinariamente efficace per stare bene e imparare con piacere, ma è anche indescrivibilmente bello e nutriente sotto tutti i punti di vista, sia per i bambini sia per chi li accompagna.

Pedagogia montessori

I principi pedagogici di Maria Montessori hanno dato vita alla moderna pedagogia e sono un patrimonio che tutto il mondo ci invidia. Le scuole montessori sono infatti incredibilmente diffuse in moltissimi Paesi Europei e non, ma sono ancora poco conosciute e sviluppate in Italia, così come lo sono i fondamenti pedagogici del metodo, che si basa su ordine (da qui la famosa massima montessoriana “ogni cosa al suo posto e un posto per ogni cosa”), libertà e visione spirituale.
Ne abbiamo parlato con Elena Balsamo, pediatra, scrittrice, grande esperta e divulgatrice della pedadogia di Maria Montessori.

Quali sono i principi base del metodo Montessori?

Il cosiddetto “metodo Montessori” (che in realtà è molto di più: è una visione spirituale e una filosofia di vita) si basa fondamentalmente su tre pilastri: in primo luogo l’ambiente, che dev’essere ordinato, bello e funzionale, preparato in modo scientificamente rigoroso, così da divenire il vero maestro del bambino. Poi il bambino, che dev’essere lasciato libero di agire nell’ambiente e scegliere a quale attività dedicarsi (sempre nel rispetto altrui e dopo una fase preliminare di preparazione). Infine l’adulto educatore che ha la funzione di mentore e deve essersi formato non solo dal punto di vista tecnico-pedagogico ma anche interiormente dal punto di vista spirituale.

Quali i principali benefici di questo approccio pedagogico?

I benefici sono tanti: Montessori è un’educazione secondo natura! Il vero approccio montessoriano (attenzione alle etichette fasulle) rispetta la fisiologia dell’anima dei bambini e li aiuta a sviluppare al meglio le loro immense potenzialità, a esercitare l’autonomia, lo spirito critico e la libertà in un clima di cooperazione. In una parola, li fa crescere sani e felici.

È possibile applicare la pedagogia montessoriana a casa? Ci fai qualche piccolo esempio?

Certo, è possibile creare anche in casa un ambiente montessoriano attraverso piccoli accorgimenti per favorire l’autonomia: ad esempio un lettino basso, rasente terra, scaffali a misura di bambino, pochi oggetti ben scelti, preferibilmente di legno, attaccapanni ad altezza bimbo, tavolino e seggiolina per apparecchiare da soli. Si possono poi coinvolgere i bambini in attività domestiche, come pulire e cucinare, che possono diventare straordinarie attività educative se svolte con ordine ed entusiasmo.

A chi lo consiglieresti?

A tutti i bambini, di ogni nazionalità e cultura e di ogni età, fin dalla nascita. Ai genitori che vogliono crescere i loro figli come individui liberi, responsabili e creativi, cittadini di un nuovo mondo.

Pedagogia steineriana

La pedagogia steineriana, o Waldorf, è l’approccio pedagogico sviluppato dal filosofo tedesco Rudolf Steiner nei primi anni del Novecento: oggi sono circa un migliaio le scuole in tutto il mondo che seguono questo approccio, di cui trenta in Italia. La pedagogia steineriana divide l’età evolutiva in clicli fondamentali (3 periodi di 7 anni ciascuno) in cui gli approcci pedagogici si differenziano in base alle competenze emozionali, spirituali e cognitive che caratterizzano ogni settennio. Lo sviluppo in settenni prosegue poi per tutta la vita dell'essere umano. Per capire meglio i principi i questo approccio, abbiamo incontrato Greta Luppi, docente presso la Scuola Steineriana “Maria Garagnani” di Bologna.

Quali sono i principi base della pedagogia steineriana?

Innanzitutto, l’idea che l’essere umano, nel suo sviluppo ripercorra lo sviluppo dell’umanità; l’idea che ci siano quindi delle tappe fisse, in particolare che ogni settennio debba essere considerato in maniera diversa. Per cui “il pensare”, “il sentire” e “il volere”, che sono le tre principali attività dell’anima dell’essere umano, si sviluppano e si esplicano in maniera differente. Da qui, gli insegnanti, l’ambiente e le attività proposte devono adeguarsi e adattarsi per rispondere alle esigenze che il bambino man mano ha, a seconda dell’età che in quel momento vive.

Quali sono le principali differenza tra una scuola steineriana e una scuola “tradizionale”?

Principalmente, la differenza sta nel fatto che le materie sono uno strumento per aiutare lo sviluppo del bambino. L’obiettivo non è la prestazione nella materia, ma la materia come mezzo e strumento per dare al bambino o alla bambina gli strumenti per crescere e per diventare un essere umano capace di determinare la propria vita in futuro: scegliere chi essere, cosa essere e come agire nella vita. Un altro aspetto importante, anche se molto pratico, è quello dell’insegnamento portato avanti a epoche: nelle prime due ore della mattinata, i bambini svolgono, per quattro settimane circa, la stessa attività, che può essere – ad esempio nel secondo settennio – matematica, italiano, disegno di forme o altro. Ci si concentra quindi su un unico argomento e si lavora su quello per un congruo periodo di tempo, per poi lasciarlo andare, “farlo riposare”, come diciamo noi, “farlo dimenticare” – in realtà, però, nel periodo di quiescenza viene rielaborato dal bambino in maniera inconscia – per poi riprenderlo in un momento successivo e portarlo a un livello differente. C’è poi un altro aspetto. Siccome nel secondo settennio il bambino sviluppa principalmente il suo sentire, quindi la sua moralità e la sua capacità di agire in maniera morale, si passa a immagini, storie e attività artistiche che possano nutrire e sviluppare la sua capacità di avere forze di simpatia, di antipatia e di immagini viventi, che gli permettano di continuare a sviluppare dei concetti che si trasformino con l’età e con le esperienze che fa, quindi non definizioni rigide e bloccate.

Com’è l’ambiente scolastico di una scuola steineriana?

Idealmente, dovrebbe essere costituito da materiali il più possibile naturali e adeguati all’età di sviluppo. A seconda dell’età che hanno i bambini, anche le pareti della classe dovrebbero avere un colore che possa agire in maniera idonea sul momento di sviluppo del bambino, quindi colori più vivaci quando i bimbi sono piccoli e colori invece meno vivaci, più di suggestione o di interiorità man mano che crescono. Tavoli e sedie in legno; matitoni in legno; cere prodotte da cera d’api con colori naturali; la penna soltanto dalla quarta elementare in poi, stilografica peraltro; fogli bianchi, senza righe e quadretti, per permettere una maggiore duttilità e capacità di trasformare il foglio bianco in ciò che serve. Inoltre, “l’angolo della natura”, ovvero una zona della classe nella quale viene rispecchiato il periodo dell’anno, le festività principali, usando oggetti che arrivano dal mondo della natura quali sassi, piante, oppure animali fatti in lana cardata o con altri materiali, comunque sempre di origine naturale.

Qual è l’attualità di questa proposta pedagogica?

Per certi aspetti, è attualissima. Se infatti, andiamo a vedere le ultime indicazioni, dal 2012 in poi, che il Ministero dell’Istruzione ha dato, vedremo che sono quelle di lasciare in secondo piano le discipline, cioè quelle che una volta erano chiamate “materie”, per permettere agli esseri umani di sviluppare delle loro “competenze”, cioè delle capacità di affrontare la vita, di crescere e di sapersela cavare in qualsiasi situazione. Questo è anche l’obiettivo primario della scuola steineriana: cioè quello di permettere all’essere umano di sviluppare le capacità per poter essere chi vuole, indipendentemente dalla società in cui è inserito. In questo senso, è attualissima. Poi, ha un po’ di retrò in tutte quelle che sono le abitudini: rallentare l’apprendimento; il permettere al bambino di crescere e vivere la sua infanzia come infanzia: per cui si lavora tantissimo rispettando i momenti di riposo, di gioco, di immaginazione e fantasia, senza risvegliare immediatamente quelle forze di pensiero più logiche o più astratte, che sono necessarie e utili, ma che, dal punto di vista della scuola steineriana, sono più adatte ai pre-adolescenti o agli adolescenti. Prima, però, bisogna sviluppare un sentire, un sentimento, una capacità di relazionarsi con il mondo e con gli altri, sano e pieno.


Ultimo commento su Pedagogia alternativa per bambini felici oggi e adulti consapevoli domani

Recensioni dei clienti

Baristo T.

Recensione del 11/12/2024

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 11/12/2024

L'educazione e la formazione dei bambini devono comprendere molte cose, per prima cosa penso non ci sia un modello unico da seguire e non è nemmeno giusto imporre il proprio volere ai piccoli solo perché pensiamo che un’educazione possa essere migliore di un’altra. Gli approcci educativi possono essere molti e non è detto che non si possano adottare al di fuori della scuola classica.

Altri articoli che ti potrebbero interessare

Ciao ciao, ciuccio!

Pubblicato 2 settimane fa. 0 visualizzazioni. 1 commenti.

Fiori di Bach: un valido aiuto per le mamme in gravidanza

Pubblicato 7 mesi fa. 5604 visualizzazioni. 4 commenti.

Giochi da fare in casa in inverno (per bambini da 0 a 99 anni)

Pubblicato 9 mesi fa. 391 visualizzazioni. 3 commenti.