Pan di Zenzero: uno yogino perfetto
Pubblicato
4 anni fa
Sequenza yoga mamma e bambino
Il potere del racconto delle storie per insegnare ai bambini lo Yoga
Lo Yoga può essere utile per raccontare storie ma anche per cambiare la storia personale di ognuno di noi.
Siamo infatti dipendenti dai nostri pensieri e questi ci influenzano profondamente. La nostra mente non riesce a fare una netta differenza fra il mondo reale e il mondo immaginario e/o immaginato. Se i pensieri negativi ci condizionano così tanto da deprimerci o addirittura ammalarci, altrettanto può fare, ma al contrario, un pensiero positivo.
Raccontare una storia, interpretarla, sentirla con tutto il corpo, significa dare sfogo ad una volontà più grande del corpo e della mente.
Lo Yoga ci insegna ad essere consapevoli di questa volontà e di come questa può espletarsi e aiutarci a realizzarci come “esseri felici”.
Come adulti abbiamo il compito di trasmettere questa consapevolezza, che è un super potere, ai più piccoli. Le difficoltà maggiori che si incontrano nel voler educare a questo sono spesso legate alle differenze generazionali, di linguaggio e di atteggiamenti.
Bisogna dunque trovare un punto di incontro fra l’adulto e il bambino e, questo può trovarsi nel racconto di una storia. Un momento esclusivo di intimità che proietta grandi e piccoli in uno spazio immaginario nuovo, che azzera le differenze di età e che può riscrivere il destino di ognuno di noi. Uno spazio incontaminato dove impiantare i semi dello Yoga!
Pan di Zenzero il mio super eroe
Ho scelto la storia del biscotto Pan di Zenzero, rielaborandola un po', perché a mio avviso questo famosissimo e goloso biscotto rappresenta il potenziale bisogno di ognuno di noi di affermare se stessi (Pan di Zenzero durante la sua fuga ricorda e afferma spesso chi sia) e di spezzare la routine quotidiana (un biscotto deve per forza finire mangiato?).
In fondo Pan di Zenzero è un biscotto importante, ricordiamo che fu la regina Elisabetta I d’Inghilterra nel XVI secolo a sperimentarlo. La Regina faceva preparare questi biscotti aromatizzati allo zenzero per gli ospiti più importanti che venivano invitati a corte.
Pan di Zenzero con la sua fuga eroica (dall’accogliente e caldo “forno” materno) si chiede e ci invita a domandarci: se ho un tempo limitato di essere, in cosa devo credere? Come posso vivere al meglio?
In effetti per cambiare la nostra vita bisogna innanzi tutto cambiare il proprio atteggiamento, il proprio programma, poiché intenzione ed emozione producono sicuramente un cambio di energia.
L’Epigenetica ci insegna che tutte le possibilità di essere sono già presenti dentro di noi, sono scritte nel nostro DNA. Pan di Zenzero, a mio avviso, rompe le vecchie abitudini immagazzinate nel suo vecchio corpo. Vuole andare oltre la propria materia e diventare una sorta di “ingegnere genetico” di sé stesso.
Immergendosi nell’acqua per sfuggire al corvo, infatti, si inizierà al cambiamento, alla trasformazione con matura consapevolezza.
La storia di Pan di Zenzero, letta in chiave yogica



In una bella casetta nel bosco viveva una coppia di anziani desiderosi (1) di avere un bambino. Un giorno la vecchietta, appassionata di cucina, decise di preparare i biscotti di Pan di Zenzero.
Mentre impastava e modellava (2) il composto istintivamente diede ad una parte di esso sembianze umane (3). La donna mise ribes al posto degli occhi e le ciliegie come bottoni per il vestiti. Usò poi la glassa colorata per imprimere al biscotto un bel sorriso.



Quasi a cottura ultimata, la donnina sentì una voce provenire dal forno: “Mammina, mammina, che caldo che fa qui… prendimi e fammi uscire!”. La donna con stupore prese il caldo omino di Pan di Zenzero e lo abbracciò (4)
Una volta “fuori” il biscotto cominciò a correre e a saltellare (5) per tutta la casa. Saltò fuori dalla finestra e si allontanò dalla casetta abbandonando la coppia di vecchietti. Il biscotto cominciò a girare per le fattorie del paese ripetendo ad animali e umani questa frase:
“Sono scappato da una vecchia donna e da un vecchio uomo, posso scappare da tutti, posso scappare da te. Io posso! Corri corri tanto non mi prenderai io sono l'Omino di Pan di Zenzero".
Per strada incontrò una mucca (6) che lo guardò con aria gioiosa “Vieni omino, vieni che voglio mangiarti”. Ma l’omino sempre correndo, rispose “Corri pure, tanto non mi prendi, io sono l’Omino di Pan di Zenzero!”.



Nella sua fuga l’omino, incontrò un cane (7) che, non appena lo vide, cominciò a rincorrerlo “Fermati omino, fermati che voglio mangiarti” ma lui sempre correndo e saltellando canticchiava “Corri pure tanto non mi prendi, io sono l’Omino di Pan di Zenzero".
Alla mucca ed al cane si unì più avanti anche una lepre (8), intenzionata anche lei a mangiare l’omino “Fermati omino, fermati, che voglio mangiarti anche io!” e l’Omino ridacchiando urlò “Correte, correte più che potete, tanto non mi prendete, io sono l’omino di pan di zenzero!".
Soddisfatto per essere stato più veloce e scaltro degli altri, cominciò a ridere, finché giunse lungo le sponde di un fiume “Oh no!” pensò, “Sono in trappola!”.
Ad un certo punto uscì da dietro una siepe un gatto (9) “Se vuoi posso aiutarti io ad attraversare il fiume, così riuscirai a scappare”, l’Omino, inizialmente fu sorpreso da tale bontà e con aria dubbiosa esclamò “Non vorrai mica mangiarmi?” e il gatto ridacchiò “Scherzi? Voglio solo aiutarti!”.
Così, nonostante il dubbio, decise di fidarsi del gatto, salendo, inizialmente sulla sua coda. Quando fu a metà del fiume, però, cominciò a bagnarsi “Oh no, adesso mi scioglierò!” cominciò ad urlare.
Allora il gatto gli consigliò di salire sul suo dorso “Omino, sali così non ti bagnerai!” e appena dopo qualche metro, furbamente aggiunse “Omino, sei troppo pesante. Sono stanco. Vai sul mio naso”.
L’Omino di Pan di Zenzero, oramai sicuro del buon cuore del gatto, passò sul suo naso, ma il gatto immediatamente fece una scrollata che bastò a gettare in aria l’omino, il quale rotolò alto in cielo.



Durante la discesa dell’Omino il gatto aprì la bocca per mangiarselo, ma in un attimo finì dritto nella bocca di un corvo (10) che stava svolazzando in cielo.
Pan di Zenzero impaurito e arrabbiato con se stesso per essersi fidato del gatto capì che per salvarsi doveva iniziare a ragionare non più con la mente normale, ma con la mente del cuore. Guardò il fiume sotto di lui e si gettò giù.
Pan di Zenzero atterrò sull’acqua trasformandosi in barca (11) riuscendo così ad arrivare all’altra sponda del fiume. Stanco si avvicinò ad un albero (12), salì su un ramo.

Il sole caldo iniziò a sciogliere l’Omino che sereno accolse la sua nuova missione, divenire nutrimento per l’albero (13).
Conclusioni
Sarà per questo motivo che, specialmente a Natale, viene spesso appeso all’albero come simbolo di rinascita? Se fosse così, il giorno del compleanno vostro o del vostro bambino regalatevi un biscotto di Pan di Zenzero, non aspettate Dicembre ;)
La sequenza di Yoga presente nella storia di Pan di Zenzero e i suoi benefici
- Vajarasana (Posizione del guerriero in riposo)
- Riscaldamento delle mani (apri e chiudi)
- Shavasana (Posizione del cadavere)
- Marichyasana (Posizione del raggio di luce)
- Druta Utkatasana (Posizione dinamica dell’energia)
- Gomukasana (Muso di Vacca)
- Adho Muka Svanasana (Cane a faccia in giù)
- Naman Pranamana (Posizione dell’inchino)
- Marjarasana (Posizione del gatto)
- Bakasana (Posizione del corvo)
- Navasana (Posizione della Barca)
- Vrksana (Posizione dell’Albero)
- Balasana (Posizione del bambino)
Le posizioni di Yoga che si possono proporre con questa storia hanno tanti benefici fra i quali:
- calmare mente e corpo
- migliorare l’equilibrio
- rinforzare gli arti
- aiutare la circolazione del sangue
- allungare la schiena ed elasticizzare la zona lombare
- rinforzare il core.
Ricordate, quando si fa yoga con i bambini (specialmente al di sotto dei sei anni) il fine non è raggiungere la posa perfetta ma assaporarsi il processo.
Namastè