Nutrizione e Alfabetizzazione Biologica
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4 anni fa
Legame uomo-ambiente
La nutrizione è una leva fondamentale dello stile di vita che permette di sviluppare il proprio potenziale biologico, la propria vitalità e mantenere la propria salute.
Mangiare però non è solo un atto personale, ma genera ricadute sul mondo economico, sull'agricoltura, sull'ambiente e in cascata anche sul cambiamento climatico.
Le scelte alimentari che facciamo quotidianamente vanno pertanto ben oltre il nostro ambito personale perché sono uno strumento molto potente che ci lega al territorio e al modo in cui si utilizzano le risorse.
È difficile che un cibo sano per noi abbia un forte impatto negativo sull’ambiente. Pensiamo ad esempio a frutta e verdura coltivata con metodi biologici, consumata di stagione e vicina ai luoghi in cui viene prodotta.
L’unica criticità di questi prodotti, potrebbe essere quella di avere un prezzo di vendita più alto rispetto ad analoghi prodotti convenzionali, ma questo avviene in gran parte perché i costi della salute pubblica e dell’inquinamento ambientale non ricadono direttamente sul prodotto, ma sulla collettività.
Per non parlare degli alimenti processati che, anche se costano molto poco vengono mangiati in grandi quantità grazie a meccanismi di dipendenza indotta da ingredienti quali zuccheri, grassi, aromi e additivi vari.
Diventare consapevoli
In questo periodo c’è bisogno di ricostruire un’alfabetizzazione biologica, definita dal medico Franco Verzella nel libro “L’Io della Salute” come “l’acquisizione delle conoscenze sulle principali funzioni che regolano la nostra macchina biologica, come la nutrizione, l’esercizio fisico, il sonno, il respiro, il sesso, il controllo dello stress e l’umore”.
Nella mia professione di biologo nutrizionista noto sempre più spesso in molte famiglie con figli la mancanza di informazioni di base che un tempo venivano tramandate di generazione in generazione, frutto dell’esperienza e della saggezza popolare o delle conoscenze tradizionali.
L’approccio di alfabetizzazione che condivido e che cerco di trasmettere trova una connessione tra le più avanzate ricerche medico-scientifiche in tema di salute e nutrizione con ciò che di buono viene dalle tradizioni.
Fa che il cibo sia la tua medicina!
Un approccio alla nutrizione che abbracci questa visione più ampia e che ricorda la frase di Ippocrate è quello della medicina funzionale.
Questa scuola, nata negli Stati Uniti una trentina di anni fa, considera la salute in un’ottica sistemica e attribuisce un peso importante allo stile di vita nel determinare salute o causare malattia. La potenza dello stile di vita sta anche nel fatto che sia modificabile, rendendo possibile dei cambiamenti su ciò che viene ritenuto un destino ineluttabile.
Ad esempio, se una persona che mangia junk food inizia ad alimentarsi in modo pulito ed equilibrato, aumenterà le sue aspettative di vita sana modificando il suo “destino”.
Secondo l’American College of Lifestyle Medicine circa l’80% delle malattie cronico degenerative potrebbe essere evitato agendo correttamente sugli stili di vita.
Valore del cibo
Tra gli elementi che compongono lo stile di vita l’alimentazione riveste un ruolo fondamentale.
Il cibo acquista uno spazio multidimensionale che va oltre alla classica visione energetica degli alimenti. Infatti, Cibo è:
- Energia
- Medicina
- Informazione
- Connessione

Cibo come fonte energetica per il mantenimento delle funzioni vitali.
Occorre andare oltre alla visione del cibo centrata sul bilancio energetico e la visione “caloricocentrica” e sul considerare le vitamine e i minerali come quantitativo minimo per evitare carenze. Dovrebbe essere chiaro che una chilocaloria di broccoli ha un effetto diverso nel corpo umano da una chilocaloria di zucchero.
Tutto il patrimonio di micronutrienti, fibre, polifenoli, ecc. rende i cibi veri una fonte inimitabile di substrati per i miliardi di reazioni chimiche che avvengono ogni secondo nel corpo umano.
Consideriamo ad esempio che ogni 10 secondi si creano 1 milione di globuli bianchi, 20 milioni di globuli rossi e 30 milioni di piastrine.
Se attraverso il cibo forniamo le molecole giuste, potrà avvenire correttamente quello che viene detto ringiovanimento immunitario che nel periodo che stiamo vivendo risulta fondamentale.

Cibo è medicina perché gli effetti salutistici e preventivi di una sana alimentazione non sono raggiungibili da nessun farmaco. Ma questa strada può essere percorsa in entrambe le direzioni e conduce da un lato alla salute e alle massime prestazioni e dall’altro al malessere e alla malattia.
È sufficiente osservare i paesi in cui si è diffuso recentemente il modello della cultura occidentale moderna con il suo stile alimentare fatto di cibi ultra-processati, eccessi di zuccheri semplici, eccessi di prodotti animali e di grassi saturi. In questi luoghi si assiste all’incremento dell’incidenza di malattie cronico-degenerative quali il diabete, l’obesità, l’ipertensione, ecc. in precedenza quasi sconosciute.

Il Cibo è anche informazione perché è in grado di dialogare con le nostre cellule e può indurre il codice genetico a esprimere determinati caratteri piuttosto che silenziarli o esprimerne altri. È stato coniato il termine scientifico nutrigenomica che definisce e studia le interazioni cibo-DNA.
Va inoltre anche inclusa la capacità del cibo di fornire informazioni anche alle popolazioni di microrganismi (oltre 100 mila miliardi di batteri, funghi e virus) che albergano nell’intestino umano e che prendono il nome di microbiota. Queste a loro volta producono materiale genetico o altre sostanze che fungono da segnali che sono in grado di dialogare con organi e apparati anche lontani dall’intestino come ad esempio il cervello.

Cibo è connessione con gli altri, con la storia e le tradizioni ed è socialità. A questo proposito la definizione di dieta mediterranea, patrimonio immateriale dell’UNESCO rispecchia questa qualità:
La dieta mediterranea include una serie di competenze, conoscenze, riti, simboli e tradizioni riguardanti le colture, la raccolta, la pesca, la zootecnia, la conservazione, la lavorazione, la cottura, e in particolare la condivisione e il consumo di alimenti.
Il contesto sociale in cui viviamo ha grandi ricadute sul nostro stile di vita perché condiziona i comportamenti. Alcuni ricercatori affermano che le compagnie che frequentiamo hanno un peso maggiore sulla nostra salute rispetto all’ereditarietà.
La connessione tra salute e contesto sociale è oggetto di studi da parte di neuroscienziati che hanno individuato come la rete complessa di relazioni interpersonali nelle comunità condizioni i comportamenti.
Questo network genera delle ricadute sugli stili di vita, incluse le scelte alimentari. E così negli studi epidemiologici su larga scala, come il Framingham Heart Study, si possono riscontrare raggruppamenti o cluster di obesità, o ancora di fumo di sigaretta o ancora del senso di felicità.
Impariamo l’alfabeto biologico

Con la consapevolezza del potere che risiede nelle scelte alimentari quotidiane non resta altro che operare quelle corrette.
L’alfabetizzazione biologica potrà quindi guidare un percorso di consapevolezza attraverso la connessione tra il crescente patrimonio di scoperte scientifiche in costante evoluzione con le conoscenze tradizionali che possono includere la riscoperta di cereali antichi o di piante edibili con proprietà nutraceutiche o ancora dei cibi fermentati.
Si può iniziare con un’alimentazione equilibrata, personalizzata sui propri gusti e preferenze e tenendo conto della condizione fisica di partenza. Mangiar bene non significa per forza rinunciare ai cibi tipici del territorio, ma piuttosto saperne dosare quantità e frequenze ed equilibrarli all’interno di un pasto.
È importante creare una massa critica di consumatori consapevoli di volersi nutrire con un cibo che sia sano per loro e per l’ambiente.
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