La vite è un’avventura
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4 anni fa
Oramai venti anni fa è cominciata la mia avventura nel mondo del vino. Fin da molto piccolo sono sempre stato particolarmente attratto dagli alberi, dal processo che sviluppa e forma una pianta da un minuscolo seme avvizzito, dagli animali selvatici e le loro interazioni immediate con l’ambiente.
Questo fascino mi ha accompagnato durante tutta l’adolescenza, mi ha portato ad iscrivermi alla facoltà di Agraria e a fare le esperienze più disparate nel vasto mondo che è la Natura. Ma la vite ed il vino hanno sempre occupato un posto di riguardo in me, fin da ragazzo mi piaceva sperimentare per conto mio la vinificazione, la spumantizzazione naturale... La vite era per me una pianta eccezionale: generosa, resistente, dotata di stupefacente adattabilità.
Non sorprende che fin da tempi remoti sia stata considerata una pianta tra le più sacre ed il suo frutto simbolo dell’estasi divina in diverse civiltà, dalla Grecia antica fino all’India vedica. Così tra gli ultimi anni ’90 e i primi del 2000 mi decisi finalmente a fare della mia passione un lavoro a tempo pieno, piantando i primi vigneti a Mercato Saraceno, mio paese d’origine, che ho scelto come luogo ideale per realizzare il mio sogno e al quale dunque sono voluto tornare...
Devo dire che non fu facile all’inizio, nessuno mi incoraggiò e molti invece mi sconsigliarono di tentare: il vino era un settore in difficoltà allora, in più a me interessava produrre vini in modo naturale da antiche varietà autoctone romagnole - completamente sconosciute allora, nel migliore dei casi disprezzate.
Piano piano, superando diverse difficoltà, sono arrivato ad individuare i vitigni più adatti al microclima nel quale mi trovavo - Famoso, Albana, antiche varietà di Sangiovese, Centesimino - e a sperimentare i metodi di coltivazione e vinificazione naturale che più mi si addicevano - rinforzo delle piante con prodotti omeopatici biodinamici, utilizzo esclusivo di lieviti indigeni. Negli anni il progetto si è espanso, e non potevo proseguire da solo. È stato indispensabile un aiuto, col tempo formare un piccolo gruppo: questo l’ho trovato uno degli aspetti più delicati e fondamentali al tempo stesso. Si possono utilizzare tutte le tecniche ed i prodotti naturali che si preferisce, ma alla fine ciò che
più influisce sullo sviluppo di una pianta o la nascita di un vino è l’energia, la coscienza delle persone che vi hanno a che fare. Le persone giuste sono arrivate, ognuno ha trovato il proprio ruolo, ognuno dà il proprio contributo insostituibile. Ogni giorno si presentano nuove sfide, nuove occasioni di creatività, e la cosa più importante mi sembra mantenere un’armonia in sé, un’armonia con gli altri, un’armonia nel lavoro.
Il vino è una bevanda che cova in sé e trasmette in modo sorprendente miriadi di informazioni. Creare vino comporta una grande responsabilità - come ogni lavoro suppongo - perché si infonde letteralmente qualcosa in chi lo beve. Col nostro vino io cerco di diffondere un’informazione di tranquillità fiduciosa, di coraggio nell’affrontare ogni momento e l’avvenire.