Vai al contenuto principale Vai al footer

  +39 0547 346317
Assistenza dal Lunedì al Venerdì dalle 8 alle 12 e dalle 14 alle 18, Sabato dalle 8 alle 12

L'adolescenza e la fase oppositiva

Pubblicato 2 anni fa

Il conflitto e la provocazione, atteggiamenti tipici di questa fase della vita e occasione di evoluzione

L’adolescenza è il periodo in cui avviene la cosiddetta separazione-individuazione, ovvero il ragazzo si separa gradualmente dalle figure genitoriali, si apre alle relazioni esterne, si confronta con il mondo, fa nuove esperienze e prende decisioni con sempre maggiore autonomia: in questo modo costruisce la propria identità.

Ne abbiamo parlato in particolare nell'articolo incentrato sulle 3 fasi tipiche di questa delicata fase.

All’interno di questo processo, il conflitto è un’occasione evolutiva in quanto permette all’adolescente, da una parte, di differenziarsi dalle figure genitoriali, dall’altra, di apprendere nuove modalità relazionali.
Osserviamo in generale un temperamento caratterizzato da una difficoltà a regolare gli stati emotivi (elevata reattività emozionale, scarsa capacità a tollerare le frustrazioni), che porta l’adolescente a gestire con difficoltà il rapporto con i genitori, ma anche con gli adulti che sono presenti nel suo entourage (insegnanti, allenatori, etc).

Indice dei contenuti:

Atteggiamenti tipici

Vediamo nel dettaglio alcuni atteggiamenti comunemente visibili nei ragazzi:

Umore collerico/irritabile: l'adolescente va spesso in collera, è spesso permaloso o facilmente contrariato, adirato o risentito.

Comportamento polemico/provocatorio: litiga spesso con le persone che rappresentano l’autorità; spesso ha un atteggiamento sfidante nei confronti delle persone che rappresentano l’autorità/gli adulti; irrita deliberatamente gli altri; accusa gli altri per i propri errori o il proprio cattivo comportamento.

Vendicatività: fa dispetti e rinfaccia situazioni vissute portando rancore, atteggiamento che fra l'altro lo porta ad accumulare ulteriormente tensione ed energia negativa.

L’influenza dell’ambiente educativo

L’ambiente in cui crescono i ragazzi è molto influente, determina l’approccio alle situazioni e aiuta la modulazione delle emozioni.
Gli stili educativi sono responsabili di tanti atteggiamenti e reazioni che i ragazzi possono vivere positivamente o negativamente.

Elenchiamone alcuni per un quadro più chiaro:

Permissivismo: mancanza di regole definite, per cui il ragazzo non riesce a capire quali siano le risposte genitoriali alle sue azioni.

Incoerenza: i genitori non intervengono tempestivamente nel far comprendere al ragazzo che un suo comportamento è sbagliato; alternano punizioni e ricompense senza una ragione precisa, lasciandosi molto condizionare dai loro stati d’animo.

Rifiuto: la coppia genitoriale trascura il figlio e ha nei suoi confronti aspettative molto basse. Il rapporto con il ragazzo è freddo e poco comunicativo.

Disinteresse: i genitori, in parte anche con il desiderio di non apparire opprimenti, lasciano troppa libertà al ragazzo, non mostrando, in tal modo, la giusta quota di interesse per le sue attività, pensieri e stati d’animo. Hanno una conoscenza molto parziale di loro figlio e delle difficoltà che potrebbe avere.

Uso eccessivo delle punizioni: è tipico delle famiglie che pensano di poter contrastare l’aggressività dei figli usando l’aggressività. Si tratta di uno dei peggiori errori educativi che un genitore può commettere, in quanto significa voler insegnare ad un ragazzo a non usare la violenza, utilizzandola contro di lui. Questi genitori non riescono a comprendere che, se il ragazzo è già di per sé aggressivo, riproponendola non faranno altro che rafforzare ancor più la sua aggressività. Egli, infatti, imparerà che l’aggressività è il mezzo più efficace per imporre la propria volontà.

Iper-protezione: i genitori mantengono un controllo eccessivo sul ragazzo, impedendogli di accedere alle esperienze fondamentali per acquisire nuove competenze. Tale stile educativo favorisce l’insicurezza e/o il desiderio di ribellione e trasgressione, rabbia, aggressività e rifiuto dell’autorità dei genitori.

Ragazza che sbuffa con mamma esasperata

Strategie e soluzioni

E’ utile stabilire un sufficiente livello di alleanza/cooperazione con il ragazzo contro i principali avversari: la rabbia e l’aggressività, che per contro possono essere riconosciute come caratteristiche da osservare, gestire e da cui non farsi travolgere.

  • Imparare a riconoscere le situazioni che generano rabbia e a mettere in atto strategie efficaci per “calmarsi” e superare i momenti di crisi;
  • Imparare a riconoscere e regolare meglio le proprie emozioni, comprendendo il legame esistente tra pensieri-emozioni-comportamenti;
  • Acquisire abilità di problem solving in cooperazione;
  • Parlate con loro. Gli adulti di oggi devono dimenticare le proprie idee sull'adolescenza e tornare ad essere curiosi: per capire chi sono dobbiamo metterci in ascolto e conoscere le culture in cui sono immersi, i loro interessi, i loro passatempi;
  • Personalizzate l'approccio. Ogni ragazzo è a sé e una sola modalità di azione non può funzionare per tutti: è possibile includere sia chi ha un atteggiamento più sfidante sia chi è più passivo, ma le modalità e i tempi di coinvolgimento sono diversi;
  • Progettate CON loro. Non attivate progetti sui ragazzi, ma con i ragazzi. L'apatia o passività è una reazione uguale e contraria al desiderio di protagonismo esistente in tutti i giovani: se invece di trattarli come destinatari di una proposta li mettete al centro come soggetti e attori, scardinate questo meccanismo.
  • Fate squadra. Si parla sempre di alleanza educativa ma poi i soggetti in gioco attorno agli adolescenti (insegnanti, allenatori, educatori e genitori) si parlano molto raramente. «È proprio difficile coinvolgere il soggetto al centro, se non lo conosciamo e se non mettiamo insieme le informazioni per conoscerlo.

Adolescenti passivi

Alcuni adolescenti non sono così provocatori, non cercano lo scontro aperto con le figure adulte. Un dato di fatto osservato da tutti i soggetti che si occupano di minori, ma ancora difficile da decifrare.

Da un lato i ragazzi e le ragazze si trovano di fronte sempre più frequentemente adulti che si sottraggono al conflitto, che faticano a sostenerlo; dall'altro però sono loro stessi a rivolgersi sempre meno alle generazioni più anziane per avere un confronto.

La società adulta certamente li considera ancora ‘piccoli’, ma anche loro cercano gli spazi per emergere avendo come riferimento i coetanei e non una collettività che prevede scambi intergenerazionali.
Per questo è importante offrire loro la possibilità di essere ascoltati grazie al dialogo e al confronto, lasciando da parte le imposizioni e l’aggressività, il giudizio e la mancanza di fiducia.

Con una gigante dose di pazienza e tanti tanti respironi profondi.

Per approfondire l'argomento puoi leggere...


Ultimo commento su L'adolescenza e la fase oppositiva

Recensioni dei clienti

Baristo T.

Recensione del 09/12/2024

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 09/12/2024

Fortunatamente è solo una fase ma sì, ci va tanta ma tanta pazienza. Il dialogo è la prima cosa, sempre e mai far passare inosservati certi atteggiamenti che possono diventare un problema per se stessi e per la famiglia. Forse una cosa che non si ricorda spesso è che la legge ritiene i genitori responsabili dei figli fino alla maggiore età in tutto e per tutto, a parte i vari casi previsti anche dopo, ed è importante saperlo. Grazie per tutte le spiegazioni.

Altri articoli che ti potrebbero interessare

Ciao ciao, ciuccio!

Pubblicato 10 giorni fa. 0 visualizzazioni. 1 commenti.

Fiori di Bach: un valido aiuto per le mamme in gravidanza

Pubblicato 6 mesi fa. 5604 visualizzazioni. 4 commenti.

Giochi da fare in casa in inverno (per bambini da 0 a 99 anni)

Pubblicato 9 mesi fa. 391 visualizzazioni. 3 commenti.