Infiammazione cronica: 3 rimedi naturali
Pubblicato
4 anni fa
Romina Rossi
Giornalista e naturopata
Come si riconosce, quali sono i rischi per la salute e come ridurla naturalmente
L’infiammazione cronica è ritenuta una condizione diffusa al giorno d’oggi che può essere molto pericolosa per la salute perché predispone ad altre malattie, come obesità, malattie cardiovascolari e cancro.
Già il "Time" se ne era occupato nel 2004, definendo questa condizione “il killer segreto”, spesso facilitato dal nostro stesso stile di vita.
Vediamo allora come riconoscere questa condizione e come cercare di diminuirla con rimedi naturali e alimentazione.
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Infiammazione: un meccanismo difensivo
L’infiammazione è un processo difensivo che il nostro organismo scatena quando si trova minacciato dalla presenza di un microrganismo patogeno (come un virus o un battere) che cerca di riprodursi tramite infezione. Nel tentativo estremo di liberarsi del nemico e ritornare alla propria omeostasi, l'equilibrio ottimale, l'organismo rilascia proteine e anticorpi e aumenta il flusso sanguigno nell’area danneggiata dal patogeno.
Alla vista questo meccanismo si evidenzia con rossore, gonfiore e calore (ed eventualmente anche febbre). Si tratta di un processo della durata di poche ore, tanto che si parla di infiammazione acuta, che termina una volta che i tessuti danneggiati sono stati riparati e il patogeno distrutto ed eliminato.
Quando questa condizione persiste per giorni, il corpo entra in una sorta di allarme costante, che fa sì che il sistema immunitario resti attivo; è come un dispositivo che rimane continuamente accesso. Quando l’organismo non riesce a spegnere l’infiammazione, questa diventa cronica.
Al contrario di quella acuta, la forma cronica si dice che è “di basso grado” (perché non si manifesta con la febbre e gli altri sintomi, ma è come se fosse silente); si tratta, tuttavia, di una condizione che porta a logoramento sia il sistema immunitario, che perde la propria funzionalità, sia tessuti, vasi sanguigni e organi che possono subire dei danneggiamenti.
Cause dell’infiammazione silenziosa
Questa condizione può essere favorita da diversi fattori, fra i quali:
- infezioni o lesioni non trattate,
- alimenti che facilitano l’infiammazione come zucchero bianco, cibi grassi e cibi industriali,
- eccesso di tossine che favorisce la proliferazione dei radicali liberi con conseguente stress ossidativo,
- squilibri intestinali che favoriscono a loro volta lo squilibrio del microbiota, la colonia di batteri benefici che regola fra le altre cose anche il sistema immunitario,
- stress, che, soprattutto quando diventa cronico, scatena una reazione ormonale anomala allo scopo di poter affrontare il pericolo di fronte al quale l’organismo si trova. A lungo andare però anche lo stress contribuisce alla formazione di radicali liberi e di conseguente infiammazione,
- malattie autoimmuni, una condizione anomala in cui il sistema immunitario, non riconoscendo più le proprie cellule, le attacca esattamente come se fossero microrganismi patogeni.
Secondo altre fonti, possono favorire l’infiammazione cronica anche:
- l’uso di alcool,
- il fumo,
- il sovrappeso.
Come si riconosce l’infiammazione cronica
Spesso non è facile riconoscere i segni che indicano la presenza di una infiammazione, perché non sono così netti come in acuto. Fra quelli più comuni ci sono:
- fatica e stanchezza cronica,
- febbre,
- sonnolenza,
- dolore
- mancanza di appetito,
- depressione,
- eruzioni cutanee.
Le conseguenze sulla salute
Il rischio dell’infiammazione cronica è quello di danneggiare tessuti, organi e vasi sanguigni che perdono la loro funzionalità.
La condizione cronica favorisce inoltre la comparsa di altre malattie croniche, quali:
- diabete di tipo 2,
- asma,
- malattie cardiache,
- obesità,
- allergie,
- malattie infiammatorie croniche dell’intestino, come il morbo di Crohn,
- psoriasi,
- aterosclerosi.
Secondo studi recenti anche le malattie degenerative, come l’Alzeheimer, e il cancro sono favoriti da una condizione infiammatoria silente cronica.
Scegli gli alimenti giusti
Il primo grande alleato contro l’infiammazione cronica è l’alimentazione: ci sono cibi che andrebbero preferiti perché aiutano ad attenuarla, mentre altri andrebbero ridotti perché la favoriscono.
Fra quelli che hanno azione antinfiammatoria naturale ci sono:
- verdure a foglia verde, come spinaci, bietole, cavoli,
- pesce grasso ricco di omega 3, come salmone, sardine e sgombro,
- frutta fresca e di stagione, naturalmente ricca di polifenoli ad attività antiossidante,
- frutta oleosa, come noci e mandorle,
- olive e olio d’oliva,
- spezie, soprattutto curcuma e zenzero hanno proprietà antinfiammatorie e contribuiscono rispettivamente a depurare l’organismo e ad alleviare eventuali dolori che l'infiammazione favorisce.
Fra gli alimenti da ridurre ci sono:
- cibi fritti e ricchi di grassi saturi, come il burro,
- carne rossa, soprattutto se processata, come gli insaccati,
- carboidrati raffinati, come pasta o pane con farina bianca,
- zucchero bianco e bevande zuccherate.
Il cambio di alimentazione aiuta anche a mantenere il peso forma, così come è d'aiuto l'attività fisica che ha anch'essa un impatto positivo sui processi infiammatori e contribuisce a mantenere la salute cardiovascolare. Uno studio del 2017 pubblicato su "Brain, Behavior, and Immunity" ha permesso di evidenziare che solo 20 minuti di esercizio a moderata intensità (nel caso dello studio, si trattava di camminare su un tapis roulant) possono avere un effetto antinfiammatorio.
3 rimedi naturali antinfiammatori
Fra i rimedi naturali che possono essere d’aiuto te ne consiglio 3 che si sono dimostrati ad attività antinfiammatoria. Ecco quali sono.
1. Curcuma
Di tutte le spezie che la natura ci ha messo a disposizione, la Curcuma è una di quelle più apprezzate. Non solo per il suo brillante colore dorato, ma anche perché vanta numerose proprietà benefiche.
È ricca di antiossidanti che riducono l'infiammazione: uno di questi è la curcumina che, in uno studio di laboratorio, pubblicato nel 2007, ha dimostrato di essere in grado di contrastare le citochine, o proteine pro-infiammatorie. Uno studio del 2011 ha anche scoperto che la curcumina può aiutare a ridurre l'infiammazione favorita da squilibri metabolici correlati all'obesità. Inoltre, è in grado di alterare diverse vie infiammatorie, riducendo la resistenza all'insulina, l'iperglicemia e l'iperlipidemia.
La curcuma agisce anche come antidolorifico, in grado di ridurre il dolore in coloro che soffrono di artrite reumatoide e di osteoartrite, la condizione che si manifesta quando le cartilagini articolari si usurano gravemente.
Affinché diventi biodisponibile, cioè assimilabile dal nostro organismo, la curcumina va attivata con un pizzico di pepe nero.
2. Boswellia
La resina che si ottiene dalla Boswellia serrata, o incenso, un albero tipico dell’India, è utile per alleviare sia l'infiammazione che il dolore. Gli antichi testi ayurvedici indicano la pianta per il trattamento di numerose malattie, tra cui l'artrite, quelle cardiache, le febbri e la bronchite.
Si tratta infatti di un potente antinfiammatorio e antidolorifico: la ricerca ha individuato almeno quattro acidi che conferiscono alla resina di Boswellia le sue proprietà antinfiammatorie. Gli studi dimostrano che questi acidi sono in grado di tenere sotto controllo le citochine infiammatorie.
La Boswellia può anche essere usata per alleviare le condizioni infiammatorie del tratto intestinale come morbo di Crohn e colite ulcerosa. In uno studio del 2001, il 90% delle persone affette da colite cronica, dopo aver assunto 900 mg di Boswellia al giorno per 6 settimane, ha notato diversi miglioramenti.
Anche questa pianta, come la Curcuma, può migliorare l'osteoartrite: in uno studio, le persone con osteoartrite al ginocchio hanno sperimentato meno dolore dopo aver assunto l’estratto per 8 settimane, notando anche una migliore deambulazione e una maggiore flessibilità articolare.
3. Omega 3
Anche gli omega 3 vantano una spiccata attività antinfiammatoria e possono agire su diversi tipi di infiammazione, tra cui quella vascolare, che rappresenta un fattore di rischio significativo per le malattie cardiache e gli attacchi di cuore.
Aiutano inoltre a contrastare l'azione degli omega 6, che hanno azione pro-infiammatoria. Sai che il rapporto fra omega 3 e omega 6 oggi è parecchio sbilanciato? Gli studiosi affermano che, per rimanere in equilibrio ottimale, dovrebbe essere 1 a 4 ma a causa dell’alimentazione dominante è di 1 a 15 in favore degli omega 6. Il motivo è che questi acidi grassi si trovano nella carne rossa, nei latticini e nella frutta secca, che sono più consumati rispetto agli alimenti che contengono omega 3.
Il consiglio è quindi quello di aumentare il consumo di omega 3, in modo da poter ribilanciare questo rapporto, e ridurre l'infiammazione cronica. È ormai noto che gli acidi grassi DHA e EPA, o omega 3, aiutano a proteggere la funzionalità cardiovascolare, così come a prevenire malattie come artrite reumatoide, malattie cardiache e anche asma.
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