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Il ruolo della mamma nella formazione del microbioma

Pubblicato 4 anni fa

Flavio Sacco
Biologo, fermentatore, autore e divulgatore

Il ruolo centrale della madre nella trasmissione del patrimonio biologico (genetico e microbico) ai figli

Gli esseri umani sono per la maggior parte microbi. Un’affermazione che trova conferma nella stima degli scienziati che indicano come per ogni cellula umana, ci siano dieci microrganismi che vivono in simbiosi con noi.

Questa scoperta degli ultimi anni ha cambiato il concetto di essere umano, che non è più visto come un singolo organismo, ma piuttosto come un ecosistema, un superorganismo.

Quello che tuttavia non ci era ancora chiaro, è che i microrganismi non solo hanno un ruolo legato alla loro presenza o assenza, ma si portano dietro un sacco di materiale genetico, il loro genoma, che può essere sfruttato dal nostro organismo. Una sorta di libretti di istruzione accessori al nostro.

Il DNA, semplificando, è il codice dove sono riportate tutte le istruzioni su come si costruisce un essere vivente.

In questo articolo parliamo di...

Indice dei contenuti:

Microbioma e genoma umano

Il microbiota è l’insieme di microrganismi che vive con noi. Oltre al microbiota abbiamo anche il microbioma, ovvero tutto quello che i microrganismi si portano dietro: i loro metaboliti (oggi chiamati postbiotici), gli enzimi e il materiale genetico, ovvero il loro DNA.

Il nostro genoma è composto da circa 30.000 geni (anche se il numero è continuamente revisionato), un gene è un pezzetto di DNA che spiega come si costruisce una proteina o che regola una funzione. Si stima che il numero di geni che apportano i microrganismi che vivono solo nel nostro intestino sia più di 170 milioni (Almeida et al. 2020).

Questo “secondo genoma” è molto importante, perché arricchisce notevolmente il nostro. Possiamo fare un sacco di cose in più grazie a questi geni accessori. L’importanza va ben oltre l’aspetto numerico, perché il genoma microbico è facilmente modificabile.

La modifica di un gene umano è un processo complesso e poco frequente. Invece, per modificare il microbioma è sufficiente modificare i microrganismi e di conseguenza i geni che si portano dietro.

Questo aspetto è importante in relazione alla capacità di un organismo vivente di modificarsi velocemente per affrontare un cambiamento ambientale, quindi adattarsi e sopravvivere. Basta cambiare consapevolmente alcuni nostri comportamenti, come l’alimentazione, per modificare il microbioma.

Il microbioma del neonato

Formazione del microbioma umano e ruolo della mamma

La scoperta della “massa” di geni che prendiamo in prestito dal nostro microbioma, ha cambiato anche come studiamo le malattie. Prima tutto era focalizzato su problemi relativi al nostro genoma, ma ora che sappiamo che rappresenta una minima percentuale di tutti i geni dell’ecosistema umano, si dedica molta più attenzione a quel 99 e passa %, rappresentato dal microbioma.

Il microbiota di un essere umano inizia a formarsi molto presto, già alla nascita. In realtà anche durante la gestazione, ma diciamo che inizia al parto.

Una prima variabile molto importante sembra essere la modalità del parto, poiché quello naturale sembra essere nettamente vantaggioso rispetto al cesareo (Hoang et al. 2021). Ovviamente questo non lo dico per demonizzare il cesareo, ma perché ci sia maggiore consapevolezza che questa scelta ha un impatto importante sul microbiota del nascituro. Sapere che un parto cesareo, che ha salvato e salva molte vite, può creare uno squilibrio nel microbioma ci permette di prendere le dovute contromisure.


Riconoscere una disabilità (perché di questo si tratta) è il primo passo per sconfiggerla.


Un altro aspetto fondamentale è l’allattamento al seno e il contatto con la pelle della madre. Questi aspetti sembrano essere determinanti per la formazione del microbioma del neonato (Dietert 2013). Non solo in questo modo la mamma dona il suo microbioma alla progenie, ma fornisce loro anche i mezzi per far proliferare i microrganismi.

Nel latte materno sono presenti degli oligosaccaridi che il neonato non digerisce, ma servono per alimentare i microrganismi intestinali (Marcobal et al. 2010). Questi microrganismi produrranno così una serie di metaboliti (postbiotici) fondamentali per la corretta crescita del piccolo organismo umano. Questi aspetti, soprattutto in passato, venivano totalmente ignorati dai produttori di latte artificiale, semplicemente perché si basavano su un concetto vecchio di biologia umana. Non si conosceva il ruolo del microbioma e la relazione significativa col latte materno.

Oggi sappiamo che un essere umano è quindi composto dal genoma umano e da quello microbico, dove il primo rappresenta meno del 1%.

Se il genoma umano è eredità alla pari fra madre e padre, quello microbico sembra derivare principalmente dalla madre. Quindi, se il genoma totale dei figli è rappresentato da umano e microbico, e il microbico rappresenta più del 99% e proviene dalla madre, non è sbagliato dire che i figli sono un’eredità al 99% di linea materna.

Biologicamente, l’essere umano è una specie matriarcale. Gli uomini, biologicamente, rappresentano un mero accessorio utile solo alla ricombinazione genetica proveniente dalla riproduzione sessuata.

Scherzi a parte, quando insisto nel dire che la fermentazione degli alimenti è una rivoluzione anche socioculturale, è perché è strettamente legata alle scoperte relative al microbioma umano e come questo influenzi la nostra salute, il nostro modo di mangiare e l’economia del settore alimentare. In questo caso, dovrebbe anche influenzare la società dal punto di vista dei ruoli e della tutela delle donne.

Una bambina o un bambino, che non viene correttamente allattato al seno perché la madre deve tornare velocemente a lavoro per non rischiare di perderlo, svilupperà con maggiore probabilità una disbiosi con annesso rischio di sviluppare una serie di malattie. Questa è una disabilità provocata dalla società.

Avere queste informazioni potrebbe aiutare fortemente a cambiare l’atteggiamento della società verso la donna, non solo per raggiungere una parità di genere che è ancora ingiustificatamente lontana, ma per addirittura innalzare maggiormente la donna rispetto all’uomo, in una disparità ribaltata rispetto all’odierna. E lo dico da papà.

Buona fermentazione!

Per approfondire puoi leggere...

Bibliografia

Almeida, A., Nayfach, S., Boland, M., Strozzi, F., Beracochea, M., Shi, Z. J., ... & Finn, R. D. (2020). A unified catalog of 204,938 reference genomes from the human gut microbiome. Nature Biotechnology, 1-10.

Dietert, R. R. (2013). Natural childbirth and breastfeeding as preventive measures of immune-microbiome dysbiosis and misregulated inflammation.

Hoang, D. M., Levy, E. I., & Vandenplas, Y. (2021). The impact of Caesarean section on the infant gut microbiome. Acta Paediatrica, 110(1), 60-67.

Marcobal, A., Barboza, M., Froehlich, J. W., Block, D. E., German, J. B., Lebrilla, C. B., & Mills, D. A. (2010). Consumption of human milk oligosaccharides by gut-related microbes. Journal of agricultural and food chemistry, 58(9), 5334-5340.


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Recensioni dei clienti

Baristo T.

Recensione del 07/01/2025

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 07/01/2025

Queste scoperte sono sensazionali e di sicuro molto importanti per capire in futuro eventuali problemi, malattie o altro che si potrebbero evitare o combattere per tempo in modo da migliorare la salute dei piccoli partendo già dalla gestazione. Bellissimo articolo veramente interessante.

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