Guida alla scelta degli incensi per la pratica di Yoga e per la meditazione
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4 anni fa
Un piccolo vademecum su proprietà, differenze e come utilizzarli al meglio
L’origine dell’incenso nei rituali di purificazione risale alla notte dei tempi e si espande su una vastità di territori e culture molto diverse tra loro: dalla fumigazione dei nativi americani, ai rituali giapponesi di Koh-Do (letteralmente, la via dell’incenso), all’India.
Infatti, già nei Veda, gli antichissimi testi sacri indiani (sulla cui datazione si è ad oggi ancora incerti) si parla dell’incenso, in particolare della sua produzione, in bastoncini e coni.
Ma non è tutto! Infatti troviamo l’utilizzo dell’incenso anche nella scienza ayurvedica, le cui origini risalgono a più di 5000 anni fa. Nell’Ayurveda, la scienza sorella dello yoga, l’incenso veniva usato come primo approccio alla guarigione, per le sue diverse proprietà:
- purifica l’ambiente, il corpo e la mente
- depura l’aria
- allontana gli insetti
- ha un piacevole effetto rilassante e calmante
In questo articolo parliamo di...
L’incenso come simbolo del potere di Agni, il fuoco purificatore
Bruciare un incenso può essere visto come metafora del potere di Agni, il fuoco sacro che trasforma la materia (bastoncini di incenso, coni, resine, smudge stick) in spirito. Il fumo che sprigiona l’incenso infatti si espande verso l’alto, il luogo dove simbolicamente risiede la divinità.
Nell’Induismo, ma anche nel Buddismo, l’incenso viene acceso durante il rito della Puja, ovvero durante l’adorazione della divinità, a cui vengono fatte delle offerte. Nello specifico, l’offerta dell’incenso davanti alla rappresentazione dei Deva durante una Puja viene chiamata Dhupa e in molti casi ha un valore propiziatorio.
Bruciare l’incenso è quindi una pratica strettamente legata alla cultura indiana e alle sue tradizioni.
Bruciare l'incenso: un rituale per prepararsi alla pratica degli Asana e alla meditazione
Per preparare l’ambiente e la nostra mente a praticare yoga o a meditare può essere utilissimo creare un rituale prima di iniziare, questo servirà per entrare più velocemente nel mood della pratica.
Possiamo infatti srotolare il nostro tappetino o posizionare il nostro cuscino da meditazione e accendere poi un incenso.
L’incenso può bruciare davanti al nostro altare, oppure possiamo posizionarlo nella stanza in cui pratichiamo, in modo che il fumo non ci disturbi.
Se utilizziamo uno smudge stick o il palo santo possiamo accenderli (preferibilmente con un fiammifero oppure sulla fiamma di una candela) e passare nelle varie stanze per spargere il fumo in ogni direzione e infine possiamo anche avvolgere il nostro corpo con la fumigazione, passando sopra la corona della testa, vicino a braccia e gambe (prestando sempre attenzione), compiendo una sorta di lavaggio col fumo.
Se vogliamo creare un vero e proprio rituale di purificazione dovremmo tenere le finestre chiuse e le porte aperte, in modo che il fumo possa passare in tutti gli ambienti. Se utilizziamo gli incensi in grani o gli smudge possiamo spargere il fumo nello spazio attorno a noi utilizzando una piuma.
Il gesto dell’accensione dell’incenso può diventare, quindi, un momento per calmarsi e centrarsi, per ritrovare il proprio tempo prima della pratica.
Quali incensi scegliere per accompagnare la pratica di Yoga (e non solo)
Esistono diversi formati di incensi:
- bastoncini
- grani
- coni
- paletti di legno
- smudge
Il formato più utilizzato, per la praticità di utilizzo, la durata e la persistenza del fumo, nonché per la molteplicità di fragranze fra cui scegliere sono i bastoncini. Consistono in un’anima di legno (spesso di bambù) a cui viene fatta aderire una miscela di polveri che sprigionano il loro aroma con la combustione.
I bastoncini di incenso una volta accesi non richiedono particolari attenzioni, quindi sono perfetti se decidiamo di praticare Yoga o meditazione e abbiamo bisogno di non essere distratti.
Le profumazioni possono essere anche molto intense, quindi cerchiamo di posizionare l’incenso in un punto della stanza che non risulti fastidioso durante tutta la durata della nostra pratica di Yoga.
I coni hanno una durata più breve rispetto agli stick e sono da preferire, quindi, se abbiamo poco tempo, ma vogliamo comunque utilizzare l’incenso per accompagnare la nostra pratica di Asana.
L’incenso in grani e resine rilascia una quantità di fumo maggiore rispetto ai bastoncini e ai coni, quindi è più adatto se abbiamo bisogno di purificare e profumare l’ambiente velocemente. Possiamo scegliere la fragranza che più ci richiama, ricordando che la combustione permette l’evaporazione di quelle sostanze aromatiche che hanno anche proprietà benefiche e curative. Ad esempio la canfora è infatti è molto utilizzata nella tradizione indiana, poiché il suo aroma aiuta la chiarezza e acutezza mentale.
Gli smudge sono incensi formati da piante essicate, assemblate e legate con un filo di origine naturale. Si accendono e si lasciano fumigare in un piattino di terracotta, finchè non si esauriscono.
Anche questi creano una quantità notevole di fumo e hanno una profumazione assolutamente naturale e molto particolare. Da utilizzare sia prima di iniziare la nostra pratica di yoga e meditazione, per centrarci e calmarci, magari passando lo smudge nei vari ambienti di casa, ma anche tutte le volte che vogliamo resettare le energie di un particolare spazio o quando sentiamo che abbiamo bisogno di voltare pagina nel corso della nostra giornata, ad esempio dopo una discussione.
L’incenso naturale di palo santo si presenta comunemente, invece, sotto forma di un bastoncino in legno che ha una durata di fumigazione breve, in quanto tende a spegnersi abbastanza velocemente. Va quindi riacceso più volte, il che predispone maggiormente al rituale e alla meditazione, come gli smudge. Il palo santo è fantastico per armonizzare e mettere in connessione mente e corpo, rilassa ed è perfetto prima di Savasana o di pratiche di Yin Yoga (ma anche prima di dormire, da accendere nella stanza da letto).