Usare le erbe
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9 anni fa
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È molto probabile che l'uso delle erbe per l'alimentazione e successivamente per la terapia sia nato con l'uomo.
I primi animali, infatti, devono necessariamente aver attinto dal terreno le fonti di sopravvivenza. Poi, mano a mano che la scala evolutiva è cresciuta, la qualità del cibo, la ricerca dello stesso e le modalità di alimentazione si sono adattate costantemente al mondo, alle stagioni, al territorio. A similitudine di quanto accadeva intorno a lui, l'uomo deve aver imitato gli animali cogliendo sia il lato nutrizionale sia quello terapeutico delle erbe.
Se vogliamo andare ancora più a monte, potremmo immaginare due cose distinte ma altrettanto interessanti.
La prima è che gli animali abbiano sperimentato le diverse erbe e abbiano imparato dalle esperienze negative a evitarne alcune e cibarsi di altre. È molto probabile che sia successo proprio questo e che ciò abbia strutturato, di conseguenza, quello che nel tempo è diventato l'istinto di sopravvivenza. Con questo termine indichiamo una serie di comportamenti per i quali non esiste una spiegazione razionale, costanti negli animali e trasmissibili nell'ambito della stessa specie.
La seconda riflessione è un po' più complessa: è possibile che la vita in un determinato ambiente possa essere in totale armonia con tutto ciò che lo costituisce. Piante, erbe, fiori, frutti, animali probabilmente sono accomunati da una lunghezza d'onda comune, una sorta di armonia della natura nella quale è facile riconoscere chi stona e chi invece può inserirsi come elemento positivo. L'istinto animale in questo modo diventa la capacità di percepire l'assonanza in un'erba curativa o nutritiva e la dissonanza in un'erba velenosa.
Con lo sviluppo più recente del cervello, in particolare con la crescita della corteccia cerebrale, l'uomo ha imparato non solo a riconoscere le piante giuste, non solo a coltivarle, ma, nel tempo, a estrarne i principi attivi per ottenere un'azione più efficace, rapida, mirata. Quest'operazione di crescita, probabilmente di evoluzione, si è rivelata senz'altro utile perché ha consentito di combattere molte malattie, ma presenta un lato oscuro e probabilmente non del tutto positivo.
Il principio attivo estratto da una pianta non può essere la pianta stessa né la può rappresentare. In questo modo, per quanto benefico esso sia, uscirà dal concetto di armonia per diventare un elemento esterno che impone le sue frequenze all'interno dell'uomo. Grande rispetto per tutti i risultati positivi che da questa operazione si possono ottenere, ma nel tempo ci porta, anzi ci ha portato, ad allontanarci progressivamente dalla natura, perdendo quel principio di risonanza che ci fa essere un tutt'uno con l'universo.
È vero, possono sembrare discorsi complessi, ma il punto terminale di queste riflessioni è rappresentato dal fatto che tanto maggiore sarà la nostra attenzione verso la qualità, la stagionalità, la completezza, la sinergia con cui scegliamo un'erba aromatica con cui fare un piatto, un'insalata o semplicemente un infuso, tanto maggiore sarà l'efficacia di questo per armonizzare il nostro corpo, farlo funzionare più correttamente e di considerare, come chiedeva Ippocrate, la nostra prima e più vera medicina il cibo che mangiamo quotidianamente.
Spezie nel mondo
Le spezie sono prodotti vegetali con proprietà aromatiche, utilizzati per dare profumo o sapore agli alimenti; sono tratti dalla corteccia (ad esempio, la cannella), dal frutto (ad esempio, il pepe nero) dai semi (ad esempio, la noce moscata) o da altre parti della pianta.
Il loro effetto è quello di insaporire e caratterizzare cibi altrimenti neutri o "noiosi". Non è un caso che si utilizzi l'espressione "dare pepe alla vita".
Naturalmente, le spezie della tradizione sono utilizzate per migliorare la digeribilità dei cibi o per il loro effetto benefico sul corpo. Usate fin dall'antichità appunto per insaporire i cibi, così come per rendere più saporito e a volte accettabile anche il vino, spesso avevano un ruolo come medicamenti, in particolare la mirra e lo zafferano.
La scienza moderna sta confermando molte qualità terapeutiche di queste sostanze, incorporandole pian piano nell'armamentario farmacologico della medicina occidentale.
All'epoca dei Greci e dei Romani esse erano utilizzate anche per la cura del corpo: molti unguenti, creme e profumi erano proprio a base di spezie. L'attrazione per quei sapori, odori e colori diede vita e occasione a numerosi viaggi verso l'Oriente originando un vero e proprio commercio marittimo: le spezie erano considerate merce preziosa e spesso erano esse stesse usate come pagamento. La stessa parola "spezia" deriva dal latino species che significa «moneta».
Sebbene la maggior parte delle spezie provenga da regioni orientali, non bisogna dimenticare che queste sostanze vengono coltivate in tutte le zone tropicali, anche quelle africane e sudamericane: molti ricorderanno il famoso libro di Jorge Amado, grande scrittore brasiliano, Gabriella garofano e cannella; nelle sue pagine ci trasporta in un mondo, quello brasiliano, in cui i sapori e le sensazioni legate alle spezie sembrano palpabili durante la lettura.
D'altro canto anche la tradizione europea ha incorporato nell'arco del tempo l'utilizzo delle spezie nella quotidianità: chi non associa il profumo della cannella all'atmosfera natalizia del Nord Europa, incantevole e magica?
Le spezie quindi si sono diffuse nel tempo in tutto il mondo e ogni zona ha ideato miscele diverse adattandole alle proprie esigenze, ai propri gusti e ai propri abbinamenti alimentari. Scopriremo insieme, muovendoci da una parte all'altra del mondo, sulla scia di questi sapori, alcune di queste miscele che ci daranno l'occasione per approfondire alcune proprietà, qualità e caratteristiche dei loro componenti.