Enzimi digestivi: cosa sono e a cosa servono
Pubblicato
2 anni fa
Romina Rossi
Giornalista e naturopata
Scopri in che modo alleviano disturbi digestivi, senso di fame e infiammazioni intestinali
Hai mai sentito la frase “sei quello che mangi”? Significa che quello che mangi ha una enorme impatto sulla nostra salute. Sarebbe però più corretto dire che “siamo quello che digeriamo”, dato che non tutto quello che ingeriamo viene correttamente digerito dal nostro intestino. Il cibo che mangiamo deve essere sminuzzato e trasformato in modo da poter utilizzare i nutrienti (vitamine, minerali…) che contiene, e da distribuirli a organi e tessuti del corpo.
Il processo di digestione è infatti uno dei più complessi che il nostro organismo deve affrontare, che dura anche una giornata intera. Per farlo occorre l'aiuto di organi, ormoni, sostanze acide ed enzimi digestivi. Tutti questi collaborano al fine far sì che il cibo che abbiamo ingerito non vada sprecato e possa davvero nutrire il nostro organismo e tutti i tessuti.
In questo articolo vediamo più in dettaglio il ruolo degli enzimi digestivi.
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Enzimi digestivi: cosa sono
Gli enzimi digestivi sono delle proteine specializzate che agiscono come dei catalizzatori nell'accelerare reazioni chimiche specifiche e che preservano la vita nel corpo. In sostanza, aiutano a scomporre le macromolecole del cibo in particelle molto più piccole, in modo che siano facilmente assorbite dall’organismo che le usa come nutrimento dei propri tessuti. Alimenti a base di proteine, grassi, carboidrati e macronutrienti vengono scomposti in modo che l’organismo possa ricavare i nutrienti di cui ha necessità.
Esistono vari tipi di enzimi digestivi, che vengono utilizzati a seconda di ciò che mangiamo:
- Amilasi: si trova nella saliva e nel succo pancreatico ed è utilizzata per scindere amidi, carboidrati e zuccheri, che sono praticamente in tutti gli alimenti vegetali (patate, frutta, verdura, cereali ecc.);
- Pepsina: scompone le proteine; si trova nel succo gastrico all'interno dello stomaco;
- Lipasi: viene secreta nell'intestino tenue, dove si mescola con la bile, e aiuta a digerire grassi e trigliceridi da cui ricavare acidi grassi. La Lipasi viene secreta ogni volta che mangi cibi che contengono naturalmente grassi come latticini, noci, oli, uova e carne;
- Cellulasi: aiuta a digerire cibi ad alto contenuto di fibre come broccoli, asparagi e fagioli, che altrimenti causerebbero gas eccessivo;
- Lattasi: scinde lo zucchero del latte (lattosio) in glucosio e galattosio;
- Sucrasio: scinde il saccarosio dello zucchero in glucosio e fruttosio;
- Maltasi: riduce il maltosio dello zucchero in molecole di glucosio più piccole.
Il corpo li produce naturalmente ogni volta che mangiamo. Può succedere però che in certe condizioni ne produca in quantità insufficienti: bassi livelli di enzimi digestivi naturali possono essere dovuti a una cattiva funzione del pancreas che fa sì che le ghiandole esocrine producano meno enzimi. In questi casi si parla di insufficienza pancreatica esocrina (EPI) che può essere causata da:
- alterata regolazione dell'insulina dovuta a diabete o dieta squilibrata o ad altri problemi che interessano la parte endocrina del pancreas;
- calcoli biliari che bloccano il dotto biliare e ostruiscono il flusso dei succhi pancreatici;
- disfunzione dello sfintere di Oddi che consente ai succhi biliari e pancreatici di fluire nell'intestino tenue;
- abuso di alcool;
- carenza di proteine;
- altre carenze nutritive.
Possono esserci, inoltre, altre condizioni che influiscono negativamente sulla secrezione di queste sostanze, fra le quali:
- infiammazione cronica nell'intestino;
- poca acidità di stomaco;
- disbiosi intestinale;
- dieta che favorisce l'infiammazione, come nei casi in cui si prediligano cibi con farina raffinata e zucchero, alimenti trasformati, alcol;
- sensibilità alimentare o intolleranza a glutine, latticini, mais, soia;
- stress fisico, emotivo o psicologico;
- gravidanza;
- fumo;
- invecchiamento.
A cosa fanno bene
Oltre a partecipare al processo digestivo, hanno dei benefici riconosciti:
- Aiutano ad alleviare la leaky gut syndrome o sindrome dell’intestino gocciolante, una condizione che si verifica quando la disbiosi – l’alterazione della composizione del microbiota intestinale – e l’infiammazione allentano le giunzioni cellulari che tengono ben salda la parete intestinale e la mantengono impermeabile. Dall’intestino transita infatti il cibo ma anche materiale di scarto, tossine e altri residui che devono essere eliminati e non dovrebbero entrare nel circolo sanguigno. Per questo la parete intestinale deve rimanere impermeabile, lasciando passare solo molecole selezionate come l’acqua. Quando le giunzioni cellulari si allentano la parete diventa invece permeabile, e tutto ciò che transita dall’intestino può uscire e immettersi nel flusso sanguigno, contribuendo a creare accumuli di tossine e infiammazioni in qualsiasi distretto dell’organismo, che a loro volta facilitano dolori articolari e altri danni alla salute.
- Contrastano l’infiammazione gastrointestinale che può essere favorita dalla presenza di cibo non digerito. Fra le conseguenze dell’infiammazione ci sono: stitichezza, diarrea e anche disbiosi intestinale. Condizioni come Crohn e colite ulcerosa, collegate all’infiammazione intestinale, possono migliorare con gli enzimi.
- Aiutano il corpo a scomporre proteine e zuccheri difficili da digerire, come glutine, caseina e lattosio (lo zucchero del latte).
- Migliorano i sintomi del reflusso gastroesofageo e della sindrome dell'intestino irritabile: in quest’ultimo caso possono aiutare ad alleviare gonfiori, gas addominali e diarrea.
- Migliorano e aumentano l'assorbimento dei nutrienti, prevenendo in questo modo anche eventuali carenze nutrizionali legate alla incapacità di digerire correttamente il cibo.
- Aumentano il livello di energia: lo scarso assorbimento dei nutrienti indebolisce il corpo e lo priva di energia vitale, dato queste molecole sono utilizzate soprattutto per svolgere i normali processi metabolici. Gli enzimi digestivi, soprattutto l'amilasi, possono aiutare a convertire i carboidrati in glucosio, la particella di zucchero essenziale che il corpo utilizza per l'energia, donando nuovo carburante all’organismo.
- Mantengono la salute del fegato, che può perdere la propria efficienza quando il corpo non assorbe nutrienti in maniera sufficiente. Quest’organo richiede nutrienti in abbondanza per svolgere correttamente i suoi compiti ed evitare che il corpo venga invaso da tossine e sostanze chimiche che non riesce a smaltire. Inoltre, un fegato debole può contribuire alla carenza di vitamina B12 e di ferro.
- Migliora l’aspetto della pelle. Ciò che mangi e digerisci si riflette sul viso: se hai un’alimentazione ricca di cibi trasformati e lavorati e di bevande zuccherate la pelle appare spenta, “sporca” con acne e brufoli. Per non parlare del fatto che le imperfezioni possono favorire lo stress e peggiorare il tuo stato di benessere generale. Se il cibo è ricco di nutrienti e viene digerito in maniera corretta, la pelle appare invece più radiosa, lucente e tonica.
Quando prenderli?
La carenza di enzimi digestivi ha sintomi diversi: uno di questi la presenza di problemi digestivi. In questi casi l'assunzione di integratori di enzimi digestivi può facilitare la corretta digestione e alleviare diversi tipi di disturbi associati a questa condizione.
Tuttavia, questi composti possono essere assunti anche se sperimenti spesso:
- reflusso acido,
- voglie per determinati cibi,
- bruciore di stomaco e indigestione,
- capelli che si assottigliano o cadono in maniera abbondante,
- pelle secca, opaca e spenta,
- problemi di concentrazione o sensazione di nebbia al cervello,
- stanchezza mattutina,
- disturbi del sonno,
- artrite o dolori articolari,
- debolezza muscolare o eccessiva stanchezza dopo l'esercizio fisico,
- sbalzi del tono dell’umore, stati tendenti alla depressione o irritabilità,
- mal di testa o emicrania,
- sindrome premestruale.
Enzimi digestivi: quali?
Gli enzimi digestivi naturali sono contenuti in molti alimenti. Eccone alcuni con le loro caratteristiche che sono utilizzati anche in erboristeria per integratori di enzimi digestivi.
Ananas
Fra i frutti che contengono enzimi digestivi, c’è l’ananas, ricca di bromelina. Questa sostanza è contenuta nel gambo, la parte centrale più fibrosa, ed è utile per scomporre i nutrienti presenti nelle proteine, riducendo gonfiore e bruciore di stomaco. Allo stesso tempo, migliorando la digestione, allevia anche il senso di fame.
Oltre che attività digestiva, la bromelina ha azione:
- antinfiammatoria,
- antiossidante,
- antiedemigene.
Aiuta in particolar modo a eliminare l’eccesso di liquidi che può ristagnare e aumentare gonfiore, soprattutto a gambe e caviglie, e ritenzione idrica. Poiché ha effetto antinfiammatorio, è usata spesso anche per contrastare la cellulite, un inestetismo che è causato sia dalla presenza di ristagno dei liquidi in eccesso che da infiammazione dei tessuti interstiziali.
Questa sostanza naturale aiuta anche a contrastare le vene varicose: riesce infatti a sciogliere la fibrina, la proteina che causa indurimento delle pareti venose. In questo modo anche la circolazione può migliorare.
Papaya
La papaya contiene naturalmente enzimi digestivi – il principale è la papaina – tanto che il frutto nei paesi tropicali viene utilizzato per alleviare i disturbi dopo i pasti. La validità della papaya è stata confermata anche da uno studio a cui hanno partecipato persone affette da indigestione cronica e disfunzioni del tratto gastrointestinale. Inb seguito ad assunzione di papaina è stato notato un miglioramenti del transito intestinale, soprattutto in caso di stitichezza e gonfiore, gas intestinali e crampi allo stomaco.
Ricca di proprietà nutritive, così come di vitamina A, C ed E, oltre che di minerali come Magnesio, Potassio e Calcio, la papaya è utile anche per:
- la sua attività antinfiammatoria, utile anche nei casi cronici,
- l’attività antiossidante, in grado di contrastare l’azione dei radicali liberi e di ridurre lo stress ossidativo. Uno studio ha dimostrato che la Papaya fermentata assunta per 2 settimane, ha permesso ai partecipanti affetti da diabete di sperimentare un miglioramento della funzionalità di diversi organi, indeboliti dallo stress ossidativo. Tali miglioramenti sono stati misurati attraverso la valutazione dei valori della proteina C-reattiva, e del rapporto LDL/HDL del colesterolo e dei livelli di acido urico nell’organismo. La diretta conseguenza di questo benefico è che la papaya è in grado di proteggere il cuore dalle malattie cardiache, soprattutto in presenza di valori alti di colesterolo cattivo e trigliceridi.
Oltre a questi benefici la papaya fermentata svolge anche attività:
- di sostegno, poiché aiuta l’organismo a difendersi dalle aggressioni esterne,
- energizzante, dato che permette di ritrovare le energie e la vitalità.
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