Educare senza punizioni
Pubblicato
1 anno fa
Angela Mezzolani
Dottoressa in Psicologia dell'Età Evolutiva
Punire per ottenere obbedienza o rispettare per cooperare?
In passato le punizioni sono state utilizzate tantissimo in ambito educativo. Venivano spesso utilizzate come mezzo per correggere quei comportamenti indesiderati dei bambini che tanto infastidivano l'adulto. I bambini venivano puniti quando non rispettavano la richiesta dell'adulto, quando non rispettavano le regole imposte dall'adulto, quando non si comportavano secondo quella che era l'aspettativa dell'adulto.
Venivano utilizzate con la falsa credenza che fossero l'unico modo per insegnare ai bambini e alle bambine il rispetto, le regole e, più in generale, insegnare loro come ci si comporta.
Purtroppo questa falsa credenza è ancora molto radicata e tutt'oggi spesso l'adulto che punisce lo fa pensando di fare il bene del bambino o della bambina. "Lo faccio perché almeno impara cosa deve e cosa non deve fare. Cosa può e cosa non può fare"
Ma davvero questo è l'unico mezzo possibile? E quali sono le conseguenze? Cosa otteniamo realmente con le punizioni?
Quali sono le conseguenze dell'utilizzo delle punizioni?
L'utilizzo delle punizioni in ambito educativo porta quasi sicuramente a una veloce soluzione a breve termine. Sono infatti un modo molto rapido per correggere e modificare un certo tipo di comportamento nel bambino e nella bambina. Per il timore di ricevere la punizione, il bambino o la bambina sarà portato ad assecondare le richieste dell'adulto. Ma sarà una risposta dettata dalla paura, dal timore, dal terrore di ricevere una punizione.
Non ci sarà da parte del bambino o della bambina una vera interiorizzazione di quelle che sono le motivazioni della richiesta che gli è stata fatta e nemmeno delle conseguenze del suo comportamento o del suo gesto. Semplicemente si sottomette alla richiesta del genitore per paura della punizione.
Che cosa otteniamo realmente con le punizioni?
Le punizioni portano a una motivazione estrinseca piuttosto che a una motivazione intrinseca che è invece la base di un interesse genuino del bambino a compiere una certa azione o a mettere in atto un certo comportamento.
Le punizioni aiutano gli adulti a ottenere quello che vogliono, a far sì che il bambino o la bambina si comporti in un certo modo ma non aiutano i bambini e le bambine a essere migliori persone né a comprendere il valore e il significato delle loro azioni.
Questo provoca un allontanamento nel rapporto genitori-figli, i bambini e le bambine possono provare un senso di risentimento verso i genitori, paura, terrore. Questo allontanamento può essere anche causa di una futura ribellione nell'adolescenza, di un rapporto basato sullo scontro continuo piuttosto che sull'ascolto e sulla comunicazione.
Ma davvero questo è l'unico mezzo possibile? E quali sono le conseguenze? Cosa otteniamo realmente con le punizioni?
Le soluzioni alternative
Creare con i propri figli un rapporto basato sulla fiducia è fondamentale per ricevere in cambio ascolto, rispetto e collaborazione. È molto importante che sia l'adulto il primo esempio per i propri figli. I bambini apprendono come comportarsi osservando l'adulto che hanno al loro fianco come guida. Non possiamo chiedere rispetto ai bambini se siamo i primi a mancare loro di rispetto mettendoli in punizione. Non possiamo pretendere collaborazione se stiamo mettendo le basi per un rapporto basato sul "io comando, io decido e tu esegui".
Dobbiamo rispettarli noi per primi. Ascoltarli, conoscere i loro bisogni, comunicare, trovare un accordo.
Non esistono vere e proprie soluzioni strategiche alternative.
Quello che dobbiamo mettere in atto è cambiare il nostro punto di vista. Dal pretendere obbedienza da parte del bambino o della bambina, al creare un rapporto di connessione, rispetto e fiducia affinché la collaborazione e il rispetto avvengano in modo naturale.
Dialogare con il bambino o la bambina, riconoscere le loro necessità, aiutarli a comprendere il perché della nostra richiesta.
Spiegare e ascoltare con empatia, amorevolezza e pazienza. A volte è necessario anche comprendere cosa vuole comunicare il bambino o la bambina attraverso il comportamento che l'adulto ritiene sbagliato. Spesso l'intento dell'adulto è quello di modificare il comportamento del bambino o della bambina mentre la cosa veramente importante è modificare il sentire. Come si sente quel bambino o quella bambina? Cosa possiamo fare affinché si senta meglio?
La vera soluzione quindi non è un metodo preconfezionato o una strategia rispettosa. Non si tratta di mettere in atto delle strategie ma di trasformare il modo in cui concepiamo il rapporto genitori-figli. È nel costruire un legame di fiducia, rispetto e comprensione che troviamo il terreno fertile per una crescita sana e armoniosa dei nostri figli.
Per approfondire questo argomento puoi leggere anche l'articolo sul rinforzo positivo nell'educazione oppure...