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Collo smart

Pubblicato 4 anni fa

Leggi un estratto da "Schiena Felix" di Elisabetta Raganati e Valeria Covini per scoprire l'importanza di coccolare il collo

Maestra Eli oggi mi sento il collo bloccato, che cosa suggerisci?

«In questi casi, la prima domanda a cui si deve rispondere è: “Hai la testa sulle spalle?”» Domanda antica, mi sembra di sentire mia madre! «Le mamme hanno sempre ragione, anche in questo caso, cara Vale. Il motivo è semplice: per trovare l’allineamento corretto del collo è sufficiente avere la testa sulle spalle, quindi dobbiamo ricordarcelo ogni volta che camminiamo, stiamo seduti a lavorare, a studiare o a guardare la tv.»

Oggi però è molto facile… perdere la testa.

Basta guardarsi attorno: in metro, tutti a faccia in giù, con la testa che abbandona le spalle per piegarsi in avanti verso lo smartphone tenuto in grembo oppure tutti indietro, per scattare un selfie di gruppo e il collo ne fa le spese e con lui anche le spalle, i polsi…

Non a caso cervicalgie, spalle ingobbite e dolori alle mani sono aumentati. Quindi per rieducare il collo strapazzato da schermi di computer e cellulari, alla moderna netiquette si dovrebbe aggiungere una nuova regola: non sono la testa e il collo che si piegano verso il cellulare, ma è lo smartphone (o il tablet) che vanno portati davanti agli occhi, così avremmo davvero la testa sopra le spalle con le sette vertebre del collo che ringraziano perché sono finalmente allineate.»

Stai leggendo un estratto da:

Indice dei contenuti:

Coccolare il collo

Per conoscere il nostro collo, muoverlo in modo corretto e sapere quotidianamente dov’è la nostra testa, ecco una serie di esercizi. Li possiamo eseguire dovunque, tutti i giorni, da soli o in sequenza, ripetendoli più volte se ne sentiamo la necessità e finché avvertiamo benessere.

Guardo in su, guardo in giù

Posizione di partenza: seduti, le gambe larghe quanto i nostri fianchi, teniamo i piedi ben appoggiati a terra. La testa sulle spalle.

Attenzione: i talloni non devono essere mai più indietro dell’incavo del ginocchio, altrimenti la nostra colonna appoggerà sulle gambe e non sugli ischi, le ossa del bacino che gli inglesi chiamano, non a caso, seat bones, ossa da seduta!

Pronti, via! Con i piedi piantati per terra, il nostro bacino che sostiene la colonna, inspirando rotoliamo la testa indietro, espirando la portiamo in avanti, verso il basso.

Nell’inspiro il collo si allunga anteriormente e vanno via le rughe, quelle che nessun mago della chirurgia plastica riesce a distendere! Durante l’espiro, invece, si allunga il collo posteriormente, distendendo i muscoli sui quali incombe il peso della giornata, delle arrabbiature, dello stress.

Attenzione: le spalle devono essere rilassate, non accompagnano il movimento, ma subiscono il peso della gravità, perciò restano naturali, non hanno nessun tipo di tensione, non vanno né avanti né indietro, stanno “pesantemente leggere”.

Variante: torniamo nella posizione di partenza. Inspiriamo per prepararci alla rotazione ed espirando giriamo la testa a destra; inspirando torniamo al centro. Espirando ruotiamo la testa a sinistra, inspirando la riportiamo in centro.

Ascolto del respiro: respirare “rumorosamente” – cioè sentire il rumore dell’espiro dalla bocca e dell’inspiro dal naso o viceversa – può aiutare a concentrarci sul movimento che stiamo facendo. Per gli esercizi del collo una buona regola è avere la lingua appoggiata al palato inferiore e la bocca socchiusa e sentire il respiro dalle narici.

Ancora più utile è soffiare a bocca socchiusa riproducendo il suono del vento: questo tipo di respirazione yogica sblocca la 3ª e 4ª vertebra cervicale, la gola e riesce a rilassare i muscoli della mascella.

I numeri col naso

Questo esercizio è importante perché ci offre un altro riferimento per sapere se la nostra testa è davvero sopra le nostre spalle. La punta del naso, infatti, è parallela proprio alla prima vertebra cervicale, l’Atlante, che sostiene la nostra testa.

Posizione di partenza: seduti, le gambe larghe quanto i nostri fianchi, teniamo i talloni in linea con le ginocchia e i piedi ben appoggiati a terra. La testa sulle spalle.

Pronti, via! Immaginiamo di trasformare la punta del naso in una matita – il colore lo sceglieremo a seconda dell’umore della giornata – e con quella disegniamo in successione i numeri 1-2-3-6-8-9 e 0 in senso orario e antiorario, respirando in modo naturale.

In questo modo siamo sicuri di muovere il collo in tutte le direzioni – flessione, estensione, inclinazione, rotazione – in modo sicuro ed elegante, forte e gentile.

Danza delle vertebre

Questo esercizio fa “danzare le vertebre”. Il nostro collo è una sorta di “ponte” fra cervello e cuore, pensiero ed emozioni.

Ascolto del respiro: il respiro è naturale, ma c’è. Espiriamo per girare la testa o guardare in basso, inspiriamo per guardare in alto.

Attenzione: le 7 vertebre cervicali, quando si muovono, lo fanno ovviamente tutte insieme, però ogni singolo movimento che compone questa “danza cervicale” stimolerà di più una vertebra rispetto a un’altra.

Trucco: i movimenti del collo, se è possibile, è sempre meglio farli a occhi chiusi perché così riusciamo a rilassare i muscoli regolatori nella nuca che normalmente si contraggono per muovere la testa e il collo in base alla direzione dello sguardo.

Posizione di partenza: seduti, le gambe larghe quanto i nostri fianchi, teniamo i talloni in linea con le ginocchia e i piedi ben appoggiati a terra. La testa sulle spalle.

La prima vertebra cervicale, l’Atlante, possiamo muoverla creando dei piccolissimi sì con la punta del naso.

Attenzione: il movimento è un’oscillazione verticale piccolissima da fare pensando di muovere solo la testa, non il collo!

La seconda vertebra cervicale si chiama Dente Epistrofeo perché ha la forma di un piccolo dente nel quale si incastra il cranio e serve proprio a far da perno alla nostra testa. Per mobilizzarla servono dei piccolissimi no, come se qualcuno ci oscillasse la testa in orizzontale.

La terza vertebrale cervicale che è sulla stessa linea della nostra bocca, si muove facendo dei piccoli “non so”, una lieve inclinazione della testa.


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