Buone notizie sulla lotta allo spreco
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3 anni fa
Tra gli effetti del distanziamento sociale e del lockdown forse una nota positiva può essere rilevata nel nuovo rapporto che abbiamo con il cibo. I dati del report Waste Watcher International su rilevazioni Ipsos indicano un calo degli sprechi alimentari domestici in Italia nel 2020 superiore al 10% rispetto all’anno precedente. Si spreca ancora ma decisamente meno rispetto al recente passato. Finiscono nella pattumiera infatti 27 Kg di cibo a testa a fronte degli oltre 30 kg del 2019. Questo vuol dire oltre 222.000 tonnellate di alimenti sottratti allo spreco per un valore di circa 370 milioni di euro. Il cibo come scelta più consapevole dunque per la propria salute ed il benessere nostro e di tutto il pianeta.
Tuttavia il valore stimato dell’intera filiera dello spreco di cibo in Italia si aggira attorno ai 10 miliardi di euro. All’ingente danno economico si aggiunge il danno ambientale con milioni di tonnellate di gas serra emessi in atmosfera e di metri cubi di acqua sprecati invano.
Lo spreco alimentare in Italia e in tutti i paesi occidentali continua a costituire un’emergenza poiché ancora tantissimo cibo ogni giorno viene sprecato, non solo nella fase di consumo domestico, che costituisce la parte più rilevante, ma anche nella fase di produzione e distribuzione.
Nella filiera orticola ad esempio una consistente parte della produzione può essere lasciata in campo. Pensiamo ai casi in cui l’offerta supera la domanda (dove l’agricoltore potrebbe preferire lasciare il prodotto in campo) e ai casi in cui i costi di raccolta siano superiori ai prezzi di mercato (per cui non vi sia convenienza a raccogliere) oppure ai casi di prodotti fuori pezzatura (cipolle troppo grandi o troppo piccole) o colpiti dalla grandine che forma piccole macchioline che la pianta cicatrizza perfettamente ma che sono poco tollerate dalla distribuzione. In tutti questi casi non è compromesso l’uso degli alimenti per il consumo umano e quindi il fatto che vengano scartati e sottratti al loro inserimento nella catena alimentare comporta solo uno spreco.
L’attenzione, in Italia in particolare, a queste tematiche è sempre più alta ed esistono tante iniziative e progetti orientati verso l’economia circolare e la riduzione degli sprechi. Esistono fondazioni che si occupano di trasformare le eccedenze di industria e grande distribuzione in risorse, distribuendole gratuitamente ad associazioni ed enti caritativi. Si stanno diffondendo delle app per dispositivi mobili che segnalano la presenza di cibi prossimi alla scadenza in sconto nei supermercati con la possibilità di prenotarli e ritirarli in negozio oppure quelle che permettono ai commercianti di vendere a prezzi calmierati i prodotti rimasti invenduti in giornata. Esistono progetti di economia circolare dove si collabora con gli agricoltori per lavorare le eccedenze di produzione che vengono così “salvate” e reintrodotte nella catena come prodotti trasformati e conserve che, con la loro bassa deperibilità, consentono di limitare il rischio di un successivo spreco alimentare domestico.
Uno sviluppo sostenibile non può che guardare alla prevenzione e riduzione degli sprechi come elemento chiave per preservare la salute dell’uomo e dell’ambiente e siamo tutti chiamati a fare la nostra parte.