Vai al contenuto principale Vai al footer

  +39 0547 346317
Assistenza dal Lunedì al Venerdì dalle 8 alle 12 e dalle 14 alle 18, Sabato dalle 8 alle 12

Alimentazione, digiuno e prevenzione dei tumori

Pubblicato 3 anni fa

Leggi un estratto da "Il Cancro a Digiuno" di Valter Longo e scopri come digiuno e nutritecnologia stanno rivoluzionando la prevenzione e la cura dei tumori

I nostri studi che mostrano come le persone con forti carenze negli ormoni della crescita si ammalino raramente di tumore, a cui si sono aggiunte scoperte simili in Europa e in Medio Oriente e altri studi sulla capacità della restrizione calorica di ridurre del 50% l'insorgenza di tumori nelle scimmie senza cambiare alimentazione, indicano che è possibile prevenire la maggior parte dei tumori, anche se riuscirci non sarà sicuramente facile.

Anche se l'obiettivo non dovrebbe essere prevenire una sola malattia ma vivere a lungo senza alcuna malattia, in questo capitolo tratterò la prevenzione del tumore, pensando a coloro che hanno una predisposizione genetica a questa patologia (molti casi di tumore in famiglia) e anche a coloro che potrebbero non riuscire a evitare il contatto con condizioni ambientali che possono provocare certi tipi di tumore (tossine presenti nel cibo o nell'aria ecc.).

Tenendo presenti questi due gruppi, per prevenire i tumori dovremmo concentrarci su:

  1. il cibo e altri fattori che controllano i geni che a loro volta controllano i tumori;
  2. l'esposizione ad agenti che possono provocare o far crescere i tumori (carcinogeni, ormoni della crescita, virus ecc.). 

Stai leggendo un estratto da:

Indice dei contenuti:

Tumore ereditario

Di tumore ci si può ammalare nel corso della vita a causa di sostanze cancerogene che danneggiano il DNA: per esempio il fumo di sigaretta, l'inquinamento, le radiazioni ecc., o come risultato di certi tipi di malnutrizione, dell'obesità ecc.

Nel 5-10% di tutti i tumori, le mutazioni di specifici geni che possono aumentare l'incidenza dei tumori possono essere ereditate dai genitori. Sono state identificate più di 50 tipologie di tumori ereditari che predispongono gli individui a sviluppare questa patologia.

Per esempio, nelle persone con difetti enzimatici del metabolismo dell'alcol, l'enzima alcol deidrogenasi (ADH) non funziona correttamente. Le persone che soffrono di questo problema dovrebbero evitare l'alcol, perché questo può aumentare il rischio di tumore al pancreas. Questo difetto genetico è molto comune in alcune popolazioni, come quelle asiatiche, per esempio i giapponesi.

Certe predisposizioni genetiche richiedono quindi specifici cambiamenti, ma per la grande maggioranza delle persone alcuni cambiamenti nell'alimentazione sembrano essere comunque benefici. Vedremo qui in che misura l'alimentazione, e in particolare certi alimenti, influiscano sull'incidenza dei tumori.

Il digiuno

Quando mi chiedono se il digiuno fa bene o male alla salute, spesso rispondo che «digiuno» in sé non significa nulla: è come chiedere se mangiare fa bene o male alla salute. La risposta è che sia mangiare sia digiunare può fare bene, fare male o non avere alcun impatto sulla salute e sulla longevità, ma possono essere molto positivi se messi in atto in modo corretto e appropriato per quella particolare persona in in quel particolare momento.

Lo scopo di questo capitolo è di identificare le forme di digiuno migliori e più fattibili e di mostrare le loro grandi potenzialità. Esamineremo anche i tipi di digiuno che possono essere sia positivi sia negativi.

La cosa migliore comunque sarebbe rivolgersi a uno dei medici o dei nutrizionisti della nostra Fondazione per avere ulteriori indicazioni.

Mi capita spesso di leggere articoli che insistono sulla bontà del digiuno perché fa parte delle prescrizioni di molte pratiche religiose, e perché lo abbiamo praticato per migliaia di anni. Ma potremmo dire la stessa cosa dell'abitudine ad abbuffarsi di cibo: è raccomandato da tutte le nonne e lo facciamo da migliaia di anni, ma oggi più del 70% degli americani e circa il 50% degli europei sono sovrappeso od obesi. Ed è anche un fatto che mangiare molto e spesso non è un problema se la gran parte di ciò che si mangia proviene da una dieta vegana o pescetariana a basso contenuto di zuccheri.

Se invece consideriamo il digiuno, di certo sappiamo che mangiamo per troppe ore: in un esperimento durato 16 settimane, le persone che si astenevano dal cibo per 14 ore al giorno (e quindi mangiavano nell'arco di 10-11 ore al giorno) hanno ottenuto una riduzione del peso corporeo, che hanno mantenuto anche dopo un anno. Coloro che seguono questo schema dietetico riferiscono anche di sentirsi più energici in generale e in particolare la mattina, di provare meno fame all'ora di andare a letto e di dormire meglio.

Se però monitoriamo persone che praticano quotidianamente un digiuno di 16 ore o più e consumano cibo nell'arco di 8 ore o meno, iniziamo a vedere dei problemi, in particolare tra coloro che saltano la colazione. Tra gli effetti negativi riportati da coloro che saltano la colazione ci sono aumento di peso e del colesterolo, pressione alta, diabete, cardiopatie, oltre a un incremento della mortalità.

Lunghi periodi di digiuno accrescono anche il rischio di formazione di calcoli alla cistifellea: un digiuno di 16 ore raddoppia la possibilità di soffrire di calcoli alla cistifellea rispetto a chi digiuna per 10 ore al giorno.

Sulla base di tutto questo, le mie raccomandazioni, come descritto nel libro La Dieta della Longevità, sono di mangiare nell'arco di 11-12 ore e di digiunare nell'arco di 12-13 ore al giorno. Non ho mai letto uno studio che abbia evidenziato conseguenze negative di un digiuno di 12 ore al giorno e questo fa pensare che, se la cosa provoca problemi, lo fa raramente.

Se ci riferiamo nello specifico ai tumori, il digiuno notturno provoca miglioramenti nella regolazione del glucosio nel sangue e del sonno, due fattori che potenzialmente riducono il rischio di recidive, ovvero del ripresentarsi del tumore. Per esempio una ricerca pubblicata nel 2012 ha evidenziato come un digiuno notturno breve (13 ore o meno a notte) fosse associato a un maggior rischio di recidiva del tumore alla mammella (36%), rispetto a un digiuno di 13 o più ore a notte, in un campione di donne che hanno partecipato allo studio prospettico Women's Healthy Rating and Living, svoltosi tra il 1995 e il 2007. Nel caso delle donne con famigliarità al tumore alla mammella o già colpite da questo tipo di tumore, vale forse la pena di prolungare il digiuno notturno a 13-14 ore.

Adottare quindi un periodo di digiuno giornaliero di 12-14 ore rappresenta un sistema semplice e fattibile per ridurre potenzialmente la recidiva del tumore alla mammella. Il fenomeno potrebbe basarsi in parte sulla capacità di adottare periodi di digiuno quotidiano per abbassare i livelli di glucosio nel sangue e insulina, ma probabilmente anche sulla capacità dei periodi di digiuno di ridurre l'IGF-l e altri fattori di crescita. Oltre a ciò, si potrebbe ridurre anche il rischio di ammalarsi di diabete di tipo 2 e di soffrire di disturbi cardiovascolari.

La Dieta della Longevità nella prevenzione dei tumori

Il cancro è forse la patologia più rappresentativa legata all'avanzamento dell'età perché dipende da una serie di fattori fortemente influenzati dal processo di invecchiamento: danni al DNA, infiammazione, riduzione del funzionamento del sistema immunitario ecc.

Rispetto alla prevenzione di altre patologie, la prevenzione del tumore è quindi più legata alla possibilità di ritardare il processo di invecchiamento e di attivare strategie anti-invecchiamento. Per tale motivo, al centro di questo capitolo sulla prevenzione dei tumori c'è una versione leggermente modificata della Dieta della Longevità descritta nel mio primo libro.

Come spiegato allora, la Dieta della Longevità poggia sui «5 Pilastri della Longevità», quindi su diversi campi della scienza e della medicina, così da assicurare che le raccomandazioni alimentari abbiano radici profonde e un'alta probabilità di prolungare una sana longevità.

Lo scopo è di spostarsi da un punto di vista che si limita a un singolo studio o a un solo ambito di ricerca come quello degli studi epidemiologici per formulare raccomandazioni basate su tutti i pilastri e che probabilmente cambieranno in modo sostanziale nei prossimi decenni.

La ricerca iuventologica

Sono arrivato al termine «iuventologia» per prendere le distanze dall'idea di studiare il processo di invecchiamento (gerontologia) e concentrarmi invece sullo studio di come rimanere giovani e sani.

Perché un topo si ammala di tumore quando è di mezz'età o circa a 12-18 mesi di vita, e invece per le persone è raro ricevere una diagnosi di tumore prima dei 30-40 anni? La risposta è che topi ed esseri umani sono controllati da due programmi di longevità molto differenti: nel primo caso il programma fa sì che il topo rimanga giovane e sano per poco più di un anno, nell'altro le persone devono essere protette molto più a lungo e finché hanno la possibilità di riprodursi, cioè 30-40 anni.

Se ne deduce che: 

  1. il tumore non è inevitabile; 
  2. ritardando l'invecchiamento possiamo ritardare, e in molti casi evitare, i tumori.

Per continuare a leggere, acquista il libro:


Non ci sono ancora commenti su Alimentazione, digiuno e prevenzione dei tumori

Altri articoli che ti potrebbero interessare

SHAMATHA - Suoni e Frequenze per la Meditazione in Armonie con l’Universo

Pubblicato 1 anno fa. 350 visualizzazioni. 2 commenti.

L'Essenziale - Bhagavad Gita

Pubblicato 1 anno fa. 617 visualizzazioni. 2 commenti.

Guarire con una fiaba

Pubblicato 1 anno fa. 580 visualizzazioni. 1 commenti.