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Volere è potere

Pubblicato 4 anni fa

Leggi un estratto da "Il metodo Befancyfit" di Cristina Marino e scopri il segreto dello stare bene

Volersi bene è la prima regola per stare bene. È da questo principio, tanto semplice quanto fondamentale, che nasce tutto quello in cui credo. Non passa giorno in cui io non pensi a ciò che dovrei fare per me, al tempo che dovrei dedicare esclusivamente alla mia persona, per allenarmi o anche solo per concedermi una coccola.

Ciò non significa che io ci riesca sempre. Eppure, anche nelle giornate più complicate, quelle in cui mi sembra impossibile organizzare ogni cosa al meglio, trovare il tempo per aver cura di me rimane una priorità.

Negli anni, dopo molto studio e approfondimento, ho imparato ad ascoltare il mio corpo e sono arrivata così alla consapevolezza di quanto sia importante alimentarsi e allenarsi in maniera corretta.

 

Indice dei contenuti:

Non importa dove, non importa quando. L'importante è volerlo.

Oggi ho una certezza: conoscere il nostro corpo è essenziale. Perché il corpo non è solo un involucro, è anche il nostro strumento, è ciò che ci permette di respirare, di muoverci, e quindi di vivere. È per questo motivo che dobbiamo sapere di che cosa ha bisogno, quali sono gli alimenti adatti, quali sono le cose che possono nuocergli o meno.

Mi stupisco sempre di quanto tutti noi siamo esigenti riguardo ai vestiti che compriamo e indossiamo: ne studiamo la composizione, eppure nessuno presta la stessa attenzione nello scegliere ciò che mangia. Come è possibile? Affinché il nostro corpo funzioni al meglio, è necessario conoscerlo, amarlo e prendercene cura.

Questo libro nasce dal desiderio di accompagnare chi, da oggi, ha deciso di intraprendere un viaggio che porterà verso il benessere. Non contiene promesse miracolose e non svela segreti, ma offre spunti per riprendere in mano la propria salute. Ti avverto: non sarà facile, non subito almeno, ma ti prometto che lo diventerà, perché il percorso che ti aspetta non prevede diete punitive o allenamenti massacranti.

Si tratta di modificare il tuo stile di vita, rendendolo più salutare giorno dopo giorno, e scegliendo di avere cura di te e di vivere in maniera sana. E, una volta che avrai iniziato, non vorrai più tornare indietro perché starai meglio. Questo te lo assicuro, ed è una sensazione bellissima, irrinunciabile.

Ma servono impegno e costanza, fino a quando il tuo nuovo stile di vita non sarà diventato un'abitudine. Non importa dove, non importa quando. L'importante è volerlo. Questo è il mio motto. E vorrei che diventasse anche il tuo.

Sii la protagonista della tua storia

Sono cresciuta in una famiglia in cui lo sport ha sempre avuto una grande importanza. I miei genitori mi hanno messa sugli sci da piccolissima, sulle punte poco dopo. Non c'è attività sportiva che io non abbia sperimentato, dal tennis all'equitazione.

Mi è sempre piaciuto stare in movimento, usare il corpo per mettermi alla prova e per divertirmi, ma la
vera passione ben presto si è rivelata la danza. Per anni, ogni pomeriggio dopo la scuola, ho frequentato l'Accademia di Danza del Teatro Carcano di Milano. Per me la danza era libertà, era bellezza, ma era anche ferrea disciplina: ha sempre scandito il ritmo delle mie giornate e dei miei pomeriggi alla sbarra.

La danza mi ha plasmata donandomi una conformazione fisica che mi è rimasta fino a oggi, ha modellato i miei muscoli, mi ha permesso di conoscere il mio corpo in quella delicata fase che è l'adolescenza. Ma, dopo tanto tempo in cui la danza era stata la mia compagna quotidiana, a sedici anni ho avuto un infortunio al ginocchio che mi ha impedito di proseguire a livello professionale.

«Se vuoi continuare a danzare puoi farlo, ma solo ogni tanto», mi disse allora il medico. A me «ogni tanto» non è mai piaciuto. Sono sempre stata molto determinata e l'impegno ha contraddistinto tutti gli aspetti della mia vita: se faccio una cosa, la voglio fare bene, la voglio fare dando il massimo.

Mi piace dedicare il giusto tempo a ogni attività, approfondirla, praticarla con costanza. Non esistono cose da fare «quando posso», «quando ho tempo»; per me non esiste la superficialità. So che può sembrare un'esagerazione, ma sono sempre stata così, fin da ragazzina.

E così ho rinunciato alla danza. È stato dolorosissimo, non lo nego, ma sarebbe stato ancora più straziante ballare solo due volte alla settimana. Ho preferito dare un taglio netto e smettere del tutto. Avevo però bisogno di movimento, di trovare una valida alternativa perché un'esistenza senza sport e senza disciplina per me era semplicemente inconcepibile.

L'estate successiva al mio infortunio ho deciso di partire per un viaggio. È a Singapore che mi sono avvicinata per la prima volta al crossfìt e ho sentito riaccendersi in me una passione che temevo si fosse spenta. Sono tornata in Italia con il desiderio di sperimentare nuovi allenamenti e di trovare qualcosa che mi stimolasse davvero.

Ho provato di tutto, dal corpo libero alle macchine in palestra. Ben presto, però, mi sono resa conto che le ripetizioni e i circuiti con i macchinari mi annoiavano: non mi piaceva lavorare sul mio corpo in quel modo e non mi entusiasmava l'idea di rinchiudermi sempre in una palestra.

Mi sono ritrovata quindi ad allenarmi al parco, equipaggiata solo di un tappetino e di alcuni semplici attrezzi come gli elastici. Ho scoperto che per fare esercizio potevo usare qualunque cosa mi capitasse a tiro, anche la ruota di un camion. Questo mi ha permesso di capire che potevo allenarmi ovunque, e con poco. Com'è nel mio carattere, ho iniziato a farlo subito con costanza, perché sentivo che solo la quotidianità mi dava reale soddisfazione.

Ma non era sufficiente. Nonostante mi fossi gettata a capofitto nella sperimentazione dei più svariati tipi di allenamento, non riuscivo a stare bene con me stessa, non trovavo ciò che mi appassionasse nel profondo e che andasse oltre il banale «stare in forma».

È stato allora che ho direzionato la mia ricerca anche al benessere che deriva dall'alimentazione. Sentivo il bisogno di capire come funzionava realmente il mio corpo, come reagiva a sostanze diverse, come cambiava a seconda di ciò che mangiavo. Proprio come avevo fatto per l'allenamento, di nuovo mi sono ritrovata a provare di tutto: dapprima ho iniziato una dieta di sole proteine, poi una di sole verdure.

Ascoltavo le reazioni del mio corpo, soppesavo l'energia che ne derivava, il tono muscolare, la forza, l'aumento o la diminuzione di peso. Mi osservavo con attenzione per comprendere che cosa mi facesse dimagrire e che cosa ingrassare, che cosa mi desse energia e che cosa invece mi appesantisse.

Ho studiato e sperimentato molto, dalla dieta chetogenica alla Dukan. Ho provato anche un regime di solo frutta e verdura, fino a diventare vegetariana per due anni. Insomma, ho cercato di osservarmi nel profondo, per arrivare finalmente a capire come funzionava il mio corpo.

Non posso negare, però, che all'inizio il mio unico obiettivo fosse dimagrire, non tanto sentirmi in forma. Contavo le calorie, mi allenavo fino allo sfinimento, non tolleravo il cucchiaino d'olio in più. Se al ristorante ordinavo un semplice pollo alla griglia e mi arrivava condito, lo rimandavo indietro.

Volevo conoscermi e capire come funzionavo, certo, ma allo stesso tempo ero esigentissima con me stessa perché ero convinta che fosse giusto comportarsi così. Eppure il mio peso era piuttosto costante e oscillava di tre chili al massimo. Ma era come se fossi in un «trip»: volevo vedermi perfetta. E più mi ostinavo, più mi sembrava di raggiungere lo scopo.

Oggi so che la bilancia non è la mia migliore amica: può essere utile quando si inizia un percorso per monitorare i cambiamenti, ma non è lei a stabilire il mio benessere. Ho imparato che un metabolismo sano deve semplicemente essere indirizzato verso un'alimentazione e uno stile di vita corretti per lavorare al meglio e farci sentire in forma. Esistono dei metabolismi più lenti, che impiegano più tempo a mettersi in moto, ma non significa che non funzionino.

Ci tengo perciò a ribadire che l'obiettivo di uno stile di vita sano non è, e non deve essere, il peso, ma lo stare bene, in forma e in salute. Oggi ammetto di aver vissuto un periodo disordinato e poco salutare, ma comunque consapevole, che però mi ha permesso, provando tutto su di me, di trovare un equilibrio e di arrivare a capire quello di cui il mio corpo aveva bisogno.

Dopo questa parentesi della mia vita, ho incontrato un personal trainer che per me è stato un vero e proprio guru, una persona straordinariamente preparata che teneva tantissimo a uno stile di vita sano, proprio come lo intendevo io. È stato lui a introdurmi all'allenamento funzionale, ovvero l'allenamento dedicato all'intero corpo e non solo a una sua parte specifica.

Ed è stato sempre lui a spiegarmi perché l'allenamento funzionale può essere considerato «intelligente»: perché è l'unico tipo di training che varia a seconda delle esigenze di ogni persona, prendendo in considerazione la fisiologia e la biomeccanica. Mi sono ingarellata! Ingarellata, voce del verbo «ingarellarsi», espressione romanesca per dire che finalmente avevo trovato qualcosa che mi stimolava davvero. L'obiettivo finale ora non era più dimagrire, ma stare bene...


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