Vitamina D: elisir del sistema immunitario e alleata contro il Covid-19
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4 anni fa
“SuperOrmone”, “antiCovid”, “elisir del Sistema Immunitario”…sono solo alcuni dei soprannomi dati alla Vitamina D negli ultimi mesi, in cui è passata alla ribalta grazie a osservazioni cliniche evidenzianti come un certo numero di pazienti che avevano riscontrato un’evoluzione più grave della malattia “Covid19” avessero livelli di vitamina D molto bassi rispetto a soggetti con una prognosi migliore.
Cerchiamo allora di dare quale informazione in più su questa vitamina: cos’è e dove si trova, il suo ruolo nelle infezioni respiratorie ed il suo ruolo nelle infezioni da Sars-CoV-2.
Cos’è e dove si trova la vitamina D
Con “vitamina D” intendiamo un gruppo (nell’uomo, i composti più importanti di questo gruppo sono la vitamina D3- colecalciferolo e la vitamina D2- ergocalciferolo) di pro-ormoni liposolubili, sostanze che, in seguito ad alcune reazioni biochimiche, diventano forme attive e con azione biologica nell’organismo. Per ormone infatti si intende un messaggero chimico che nell’organismo trasmette segnali per modulare il metabolismo e l'attività di tessuti e organi. La Vitamina D agisce sul metabolismo di calcio e fosfato regolando così il metabolismo osseo e minerale, per questo da sempre è considerata una “vitamina per le ossa”; negli ultimi decenni è stato però dimostrato che agisce anche a livello di intestino, pancreas, prostata e cellule del sistema immunitario, grazie all’espressione del suo recettore su questi tessuti e cellule. (1,2).
Questo ha aperto il campo a tutta una serie di nuovi studi scientifici che hanno evidenziato il suo importantissimo ruolo nella regolazione del sistema immunitario: la Vitamina D può attivare la trascrizione di peptidi antimicrobici (3, 4, 5), influenzare l’azione dei linfociti T (6,7,8), e ridurre i livelli di molecole coinvolte nella infiammazione, come il TNF-a (9).
Dove si trova questa vitamina? Proprio in virtù della sua importanza, il nostro organismo si è assicurato una modalità, unica tra le vitamine, per non rimanerne senza: la sintesi attraverso l’esposizione ai raggi solari (UVB). Comportamenti “moderni” però, come il vestirsi troppo coperti, l’utilizzare protezioni solari troppo elevate, restare al chiuso per lunghe ore, sommati alle limitazioni di natura climatica nella stagione invernale rendono questa via insufficiente, consigliando anche una introduzione con l’alimentazione. In natura la vitamina D si trova prevalentemente nei pesci ad alto tenore di grassi, nell’olio di fegato di merluzzo e nel tuorlo d’uovo tra le fonti animali, e nei funghi tra quelle vegetali.
Uno studio (10) si è concentrato sui tre funghi più consumati in tutto il mondo: l’Agaricus bisporus (detto più comunemente Champignon), i funghi Pleurotus e i funghi Shiitake, evidenziando elevate concentrazioni della molecola di ergosterolo nelle loro pareti cellulari, che pare giochi un ruolo simile a quello del colesterolo negli animali, poiché rafforza le membrane cellulari, modula la fluidità della membrana e supporta il trasporto intracellulare. Quando esposto alle radiazioni UV, l’ergosterolo nella parete cellulare dei funghi viene trasformato in pre-vitamina D2, che viene poi isomerizzato termicamente in un processo dipendente dalla temperatura in ergocalciferolo, comunemente nota come vitamina D2.
Ruolo nelle infezioni respiratorie
Una meta-analisi di Martineau et al. ha mostrato come livelli più alti di vitamina D si associassero ad una produzione più efficiente di anticorpi specifici nei confronti, ad esempio, del virus dell'influenza. (11). Ulteriori studi epidemiologici hanno trovato una associazione tra i bassi livelli di vitamina D e le infezioni respiratorie, e tra la supplementazione di vitamina D e la riduzione del rischio di infezione acuta del tratto respiratorio (12, 13, 14). Altri studi hanno dimostrato che la vitamina D può indurre una potente risposta antivirale con efficace risposta infiammatoria in modelli in vitro di infezione da virus respiratorio sinciziale (RSV), tra le più comuni cause di infezione delle vie respiratorie, soprattutto nei bambini. (15)
Ruolo nelle infezioni da Sars-CoV-2
L’idea di un possibile ruolo della vitamina D in questa patologia nasce da una analisi realizzata da due docenti, il Prof. Giancarlo Isaia, Docente di Geriatria e Presidente dell’Accademia di Medicina di Torino, e il Prof. Enzo Medico, Professore Ordinario di Istologia all’Università di Torino (16), successivamente altri studi e osservazioni hanno ampliato l’indagine.
Tra questi, i risultati di uno studio pubblicato a gennaio sulla rivista Nutrients (17) dimostrano che la somministrazione di due dosi consecutive di 200.000 UI di colecalciferolo (totale di 400.000 UI) possono migliorare significativamente il decorso della patologia nei pazienti affetti da COVID-19 gravati da tre o più malattie. In particolare, ciò che è stato osservato è che nei soggetti che avevano assunto la vitamina D, il rischio di andare incontro a decesso o trasferimento in terapia intensiva si è ridotto di circa l’80% rispetto ai soggetti che non l’avevano assunta.
Inoltre, la vitamina D ha un ruolo nel modulare la funzione immunitaria sia innata che adattativa, (18) promuovendo la clearance virale (18a) e riducendo l’infiammazione (19,20).
Concludendo
Il Sars-CoV-2 è un virus ancora poco conosciuto ed è probabilmente prematuro dare come “certezza scientifica” il ruolo preventivo della vitamina D nell’ambito di questa patologia, ma vale la pena senz’altro considerare tutte le vie metaboliche in cui questa vitamina può dare un valido supporto e considerare l’opportunità di migliorare le proprie abitudini, sia in termini alimentari che di vita all’aria aperta, per favorirne una buona “scorta” nel nostro corpo.
Bibliografia:
1. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/17634462/
2. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/22886046/
3. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/15712453/
4. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/15322146/
5. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/15985530/
6. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/21131424/
7. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/20515520/
8. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/3156926/
9. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29348609/
10. Cardwell G et al. A Review of Mushrooms as a Potential Source of Dietary Vitamin D. Nutrients
2018, 10(10), 1498.
11. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5310969/
12. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/18298852/
13. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/19237723/
14. https://www.medrxiv.org/con.../10.1101/2020.07.14.20152728v1
15. https://www.jimmunol.org/content/184/2/965
16. https://www.unitonews.it/storage/2515/8522/3585/
Ipovitaminosi_D_e_Coronavirus_25_marzo_2020.pdf
17.Effectiveness of In-Hospital Cholecalciferol Use on Clinical Outcomes in Comorbid COVID-19
Patients: A Hypothesis-Generating Study (Nutrients, gennaio 2021)
18. https://www.dovepress.com/vitamin-d-and-inflammatory…
18a.http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioNotizieNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=4274#:~:text=La%20definizione%20di%20eliminazione%20(“clearance,asintomatica%20senza%20segni%20di%20malattia
19. https://www.mdpi.com/1422-0067/20/22/5811
20. https://www.thelancet.com/.../PIIS0140-6736(20.../fulltext
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