Vertical farm: il futuro della fitoterapia?
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2 anni fa
Può sembrare fantascienza ma non lo è! Da pochi anni è arrivato in Italia il primo modello tecnologico e produttivo in cui le piante officinali vengono coltivate fuori suolo. In verticale, su molteplici livelli in altezza, in un ambiente totalmente idoneo alla crescita della singola pianta.
Un ambiente controllato nel quale non è necessario utilizzare prodotti fitosanitari di nessun tipo (pesticidi, erbicidi ecc..), un risparmio d’acqua del 95% e un prodotto finale di elevatissima qualità a residuo zero, privo di metalli pesanti e proveniente da una filiera a chilometro 0, nel completo rispetto dell’ambiente.
Quali sono i vantaggi della vertical farm?
I botanici ottenuti in vertical farm, vengono raccolti nel loro specifico tempo balsamico (ndr: ovvero il momento in cui la pianta presenta un contenuto ottimale di principi attivi) al fine di ottenere un estratto ricco di molecole attive, in quantità personalizzabili in base all’effetto che si vuole ottenere. Oltre al principio attivo si ottiene anche il fitocomplesso, per una resa farmacologica ottimale. Solitamente, nella normale coltivazione dalla semina alla raccolta avvengono molti passaggi che possono deteriorare la qualità e la quantità dei principi attivi estratti; ad esempio, se tra la fase di taglio e quella di estrazione dovesse trascorrere un considerevole lasso di tempo, assisteremmo ad un importante deterioramento del fitocomplesso. Problemi analoghi si verificano anche quando le materie prime percorrono lunghi viaggi prima di raggiungere la destinazione, sia per i tempi di viaggio che per le condizioni di trasporto.
Un esempio concreto
La pianta dello zafferano (Crocus sativus L.), una delle spezie più costose al mondo utilizzata fin dall’antichità nella medicina ayurvedica e in quella tradizionale orientale come calmante e antidepressiva, è stata una delle prime ad essere studiata e coltivata in vertical farm.
Studi odierni dimostrano la sua efficacia nel contrastare ansia e depressione grazie ai suoi principi attivi, il safranale e la crocina contenuti negli stigmi e il kaempferolo presente nei fiori. Coltivando lo zafferano in vertical farm, è possibile utilizzare ad uso fitoterapico e farmacologico più parti della pianta (il fitocomplesso) ottenendo così un prodotto più efficace e più facilmente assimilabile rispetto agli estratti tradizionali che contengono una quantità inferiore di principi attivi derivanti solamente da una parte della pianta.
Nonostante siamo ancora agli albori di questa nuova tecnologia in ambito farmaceutico, è già possibile coltivare in vertical farm numerose piante officinali. In un contesto mondiale in cui l’80% dei terreni coltivabili è già saturo e le risorse idriche non riescono a soddisfare le crescenti esigenze dell’uomo, la coltivazione verticale rappresenta uno strumento fondamentale per il futuro dell’agricoltura sostenibile sia in ambito nutrizionale che per la coltivazione delle piante medicinali.