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Una nuova visione dello stress

Pubblicato 4 anni fa

Leggi un estratto dal libro "Vago - Il Mio Nervo più Importante" di Stanley Rosenberg e scopri di più su questo nervo così fondamentale per la nostra salute

Sebbene molte persone dicano di essere stressate, in realtà un’ampia percentuale di esse non lo è veramente in termini di attività della catena del simpatico.

Dal punto di vista fisiologico, alcune di queste persone si trovano in uno stato di attività dorsovagale (collasso o chiusura), mentre dal punto di vista emozionale si trovano in uno stato depresso.

Stai leggendo un estratto da questo libro:

Questa condizione può essere il risultato di un incidente traumatico accaduto in passato. La persona può aver ricevuto una diagnosi di stress post-traumatico anche se, fisiologicamente parlando, non si trova in un vero e proprio stato di stress indotto dall’attivazione della catena del simpatico.

Secondo la teoria polivagale, questo stato si può meglio descrivere come un’attivazione del ramo dorsale del nervo vago, e l’individuo può di conseguenza soffrire di letargia e immobilizzazione.

Il modo per far uscire una persona da entrambi questi stati – stress unito a comportamenti “combatti o fuggi” (mobilizzazione con paura) e comportamenti basati su sentimenti depressivi con collasso (immobilizzazione con paura) – consiste nell’attivare il ramo ventrale del nervo vago.

I tre circuiti del sistema nervoso autonomo sono gerarchici, ossia caratterizzati da una progressione “per gradi” da uno stato a quello successivo, in base allo sviluppo evolutivo del sistema nervoso autonomo nei vertebrati. Il coinvolgimento sociale, basato sul circuito nervoso evolutosi in tempi più recenti (comprensivo del ramo ventrovagale), è in cima alla scala evolutiva, e favorisce l’immobilizzazione tranquilla e un senso di benessere. Un gradino più sotto troviamo la catena del simpatico, che attiva la reazione “combatti o fuggi”. Alla base della scala c’è il circuito dorsovagale, la struttura evolutiva più arcaica, che induce la risposta difensiva detta “immobilizzazione con paura”.

L’attività del ramo ventrale del nervo vago inibisce i due livelli inferiori. L’attivazione del circuito ventrovagale, il quale supporta sia attività produttive in termini di sopravvivenza personale sia attività sociali, ci risolleva dall’attivazione cronica del sistema simpatico e inoltre ci fa uscire dagli stati dorsali di collasso.

Non è necessario salire la scala un gradino alla volta, dallo stato di collasso allo stress e dallo stress al coinvolgimento sociale. L’attività del circuito ventrovagale porta la persona direttamente dal collasso e dalla depressione emozionale fino a uno stato ventrovagale.

L’attività nel circuito della catena del simpatico – il gradino intermedio – inibisce il circuito dorsovagale. Correre, nuotare e altre forme di esercizio fisico che stimolano gli sforzi basati sulla reazione “combatti o fuggi” spesso aiutano a far uscire i pazienti dalla depressione.

Molti tipi di medicinali antidepressivi agiscono in modo simile. Stressando chimicamente il corpo, questi farmaci attivano temporaneamente la catena del simpatico. Tuttavia, gli antidepressivi non ci innalzano direttamente al livello del coinvolgimento sociale, e possono avere effetti collaterali indesiderati. Potendo scegliere, io credo che la maggior parte delle persone preferirebbe uscire dagli stati depressivi utilizzando semplici esercizi di auto-aiuto, come quelli che descrivo nella Seconda parte del libro.

L’obiettivo dei miei trattamenti è far uscire il paziente da uno stato di stress e depressione e portarlo fino al livello di coinvolgimento sociale. Auspico che gli esercizi e i trattamenti manuali contenuti in questo libro possano aiutare tante persone a raggiungere uno stato di coinvolgimento sociale e di benessere.

Ci sono buone ragioni per sottolineare l’importanza di un corretto funzionamento del ramo ventrovagale al fine di ottenere una salute fisica e psicologica ottimali.

Lo stato in cui si trova il nostro sistema nervoso autonomo ci dà un’indicazione del nostro livello generale di salute fisica e benessere emozionale.

Quando il sistema nervoso autonomo si trova in uno stato di stress o di collasso, spesso abbiamo problemi che riguardano la salute, le relazioni e le nostre condizioni emotive. Nella mia pratica clinica, se i test rivelano che il ramo ventrale del nervo vago è malfunzionante (vedi Capitolo 4), il mio primo obiettivo è fare in modo che questo nervo funzioni correttamente.

Negli anni ho utilizzato tecniche differenti per aiutare le persone a uscire da uno stato di stress o depressione e ripristinare la funzionalità del ramo ventrovagale. Da qualche anno ho scoperto che è sufficiente far sì che i miei pazienti pratichino da soli l’esercizio base (vedi Seconda parte).

In alcuni casi (ad esempio con neonati, bambini piccoli o individui affetti da disturbi dello spettro autistico), può essere difficoltoso o impossibile comunicare verbalmente in modo adeguato affinché la persona esegua correttamente da sola gli esercizi. In queste circostanze utilizzo tecniche manuali prese dalla terapia craniosacrale biomeccanica. Trovate la descrizione di una di queste tecniche in “Tecnica di rilascio neurofasciale” (sempre nella Seconda parte).

Dopo che i pazienti hanno eseguito l’esercizio base, o dopo aver utilizzato la mia tecnica manuale, verifico nuovamente la loro funzionalità vagale per accertarmi che il cambiamento desiderato sia stato ottenuto. Una volta ripristinato il corretto funzionamento del ramo ventrovagale applico delle tecniche aggiuntive attinte dalla terapia craniosacrale biomeccanica. In molti casi, quando il ramo ventrovagale è stato riportato alla funzionalità appropriata, i problemi di salute dei pazienti diminuiscono o scompaiono.

«Ma tu non sei un medico!», potrebbero obiettare alcune persone. No, infatti non lo sono. Nella mia clinica non eseguo alcuna forma di diagnosi medica né curo malattie.

Fornire una diagnosi e trattare malattie prescrivendo farmaci è esclusiva responsabilità di un medico adeguatamente preparato. In questo contesto, tutto ciò che posso fare è valutare e agire sul funzionamento o malfunzionamento del ramo ventrovagale del paziente, e sugli altri quattro nervi cranici necessari al coinvolgimento sociale.

Molte persone che si rivolgono a me hanno già ricevuto una diagnosi medica. Io tratto pazienti che hanno ricevuto diagnosi da un medico, e il mio intervento consiste principalmente nel migliorare la funzionalità del loro sistema nervoso. Per esperienza so che portare il sistema nervoso autonomo del paziente a uno stato di coinvolgimento sociale e condurre la persona verso la salute ottimale ha un effetto positivo, e in molti casi aiuta a superare vari problemi medici.

Durante il colloquio preliminare, se il paziente mi parla di un problema di salute io ne prendo nota e mi chiedo: posso ricollegare questa problematica a una possibile disfunzione in uno dei cinque nervi cranici implicati nel coinvolgimento sociale? Quindi controllo la funzionalità di un ramo del nervo vago del paziente. In alcuni casi effettuo un test anche su altri nervi cranici.

Successivamente faccio eseguire al paziente l’esercizio base, oppure applico una delle tecniche manuali descritte nella Seconda parte, o altre tecniche attinte dalla terapia craniosacrale biomeccanica. Poi effettuo un ulteriore controllo. Se sono riuscito ad apportare un cambiamento positivo nella funzionalità del ramo ventrovagale, ci sono buone possibilità che il corpo del paziente si autoregoli, e che i suoi problemi di salute diminuiscano o addirittura scompaiano.

Il mio metodo ha aiutato tante persone afflitte da una vasta gamma di problematiche, incluso lo stress, la depressione psicologica, l’emicrania, la fibromialgia, le difficoltà legate alla concentrazione e alla memoria, i disturbi del sonno, i problemi digestivi, il collo rigido e il mal di schiena o alle spalle.

Viviamo in un mondo in cui tutto è in costante cambiamento, dentro e fuori di noi. La nostra sopravvivenza, il nostro benessere e la nostra felicità dipendono da un sistema nervoso adattabile, che ci regoli e ci renda capaci di reagire nel modo appropriato ai cambiamenti che avvengono nel nostro ambiente e nel nostro stesso organismo.


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