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Una bellissima storia per incontrare la nostra coscienza divina

Pubblicato 2 anni fa

Cosa ci insegna il saggio? Come raggiungere la pace del proprio essere interiore – in cui la Coscienza vibra – e sorge la visione del mondo?

Lo Yoga Vasishta è uno dei più antichi testi sanscriti del più alto ordine sul Vedanta, un'opera monumentale che non ha pari nella letteratura sanscrita.

Il nome Vasishta deriva da quello del grande saggio Vasishtha, che insegnò la conoscenza suprema del Vedanta al suo discepolo reale, il principe Rama, l'eroe del Ramayana.

Swami Muktananda disse che lo studio di questo grande testo può aiutare a ottenere la coscienza divina. Lo Yoga Vasishta è una miniera di saggezza per chi aspira alla beatitudine suprema.

Vasihstha ci esorta:

Ecco perché oggi esploriamo il mondo dello Yoga Vasishta grazie alle bellissime parole di Maharishi Valmiki

Leggi l'estratto del libro

 

 

Indice dei contenuti:

La Storia di Bhima, Bhasa e Dridha

Muni Vasishtha continuò: — I tre asura Dama, Vyala e Kata furono completamente sconfitti. Sambara, il capo degli asura, conosceva molto bene maya e, rimasto solo, fu ancora più in collera con i deva.

Dopo aver ponderato a lungo per trovare dei mezzi per poterli distruggere, pensò tra sé: "Gli asura Dama, Vyala e Kata che avevo creato per distruggere gli altezzosi deva sono stati sconfitti a causa della loro stoltezza, del loro orgoglio ed egoismo. Mancavano della conoscenza del Sé e avevano sviluppato una forte concezione di 'io' e 'mio'.

Con il mio potere di maya creerò di nuovo degli asura, ma dotati d'Atma-jnana, preparati negli shastra e liberi dell'illusorio ahamkara: essi riusciranno a sconfiggere i deva in combattimento".

Con la sua maya, Sambara creò tre asura che riempirono lo spazio del cielo come le onde che fluttuano sulla superficie del mare. Erano onniscienti, avevano la conoscenza dell'Atman; erano equi e puri, avevano la mente calma ed erano dotati di buone virtù.

Liberi da amore, odio, dubbi, paura, illusione, attaccamento, egoismo e possessività, non stimavano l'intero universo più di un filo di paglia. I loro nomi erano Bhima, Bhasa e Dridha.

Sambara ordinò loro di combattere i deva ed essi li combatterono per numerosi anni. Senza farsi esaltare dall'orgoglio, furono sempre impavidi nella lotta. Agivano con la ferma convinzione che il corpo transitorio fosse nulla e che ciò che la gente chiamava io non esistesse. Non avevano pensieri di passato e futuro; non avevano paura della morte.

Le loro menti non erano attaccate a niente; uccidevano i nemici senza considerarsi gli uccisori. Erano perfettamente liberi da ogni desiderio; facevano il loro dovere, ma non si consideravano gli autori. Condussero la guerra con il convincimento di fare il proprio dovere verso il loro maestro Sambara, liberi da passioni ed emozioni.


Coloro che sono liberi dall'egoismo e che praticano la ricerca dell'Atman sono liberi dalla paura di nascite e morti; sono sempre soddisfatti delle cose che possono avere facilmente, e guardano tutto con equanimità.


Nella guerra contro i tre asura, tutti i deva fuggirono dal campo di battaglia e corsero a cercare rifugio dal Signore Hari (Vishnu), prostrandosi a Lui. Lo stesso Signore Hari andò sul campo di battaglia, combatté i tre asura e li uccise: essi raggiunsero il Vaikunthaloka (il paradiso di Vishnu), perché coloro che vengono salvati o uccisi dal Signore Hari hanno ugualmente diritto alla Sua suprema dimora.

I tre asura Dama, Vyala e Kata furono sconfitti per il loro ahamkara. Gli asura Bhima, Bhasa e Dridha furono vittoriosi proprio per la loro mancanza d'ahamkara.

Rama, da questa storia puoi capire che chi non ha il senso dell'ego ha sempre successo. Non seguire mai l'esempio di Dama, Vyala e Kata. Segui la condotta di Bhima, Bhasa e Dridha. Conosci perfettamente ogni cosa per mezzo della conoscenza dell'Atman e rimani sempre in pace nel beato Sé.

I vasana (desideri sottili) generano schiavitù. Quando i vasana sono annientati la schiavitù scompare. Tutti i vasana sono bruciati dal fuoco della conoscenza del Sé. Quando i vasana sono distrutti, la mente rimane quieta come una lucerna senza olio.


La mente continua a esistere perché gli uomini alimentano il pensiero degli oggetti, e le impressioni degli oggetti s'imprimono nella mente. Se si annientano i pensieri, la mente svanisce subito.


La mente è confinata in questo mondo a Causa dei vasana. Quando la mente è affrancata dai vasana si ha la sua liberazione.

La Storia di Arjuna

Sri Vasishtha continuò: — Rama, agisci nel mondo senza desiderare il frutto delle azioni. Vivi come vivrà Arjuna, secondo la via che gli mostrerà il Signore Krishna.

Rama chiese: — Quando s'incarnerà Arjuna? In cosa lo inizierà il Signore Krishna?

Vasishtha rispose: "l'intero universo appare nell'oceano della Coscienza Cosmica. In conformità alla legge universale, Yama, il dio della morte, in determinati periodi entra in meditazione per alcuni anni, durante i quali la popolazione della terra aumenta notevolmente (proprio perché Yama è impegnato altrove)".

Allora gli dei, temendo un'esplosione demografica, fanno ricorso a vari mezzi per limitarla.

Tutto questo è accaduto innumerevoli volte.

Anche l'attuale Yama a suo tempo andrà a meditare per alcuni anni e, quando la popolazione della terra aumenterà rapidamente, gli dei chiederanno a Vishnu di venire in loro aiuto.

Egli s'incarnerà nella forma del Signore Krishna, insieme al suo alter ego chiamato Arjuna.

In seguito i cugini di Arjuna faranno guerra a lui e ai suoi fratelli. Nella battaglia tra cugini periranno diciotto divisioni armate, e in tal modo Vishnu libererà la terra del peso umano eccedente.

Krishna sarà l'auriga di Arjuna, e quando questi vedrà le due armate schierate di fronte sul campo di battaglia, pronte a combattersi, sarà preso dallo scoraggiamento e rifiuterà di combattere. A quel punto il Signore Krishna lo inizierà alla saggezza suprema, producendo il suo risveglio spirituale.

Egli dirà ad Arjuna: "Tu non sei questo corpo. Il Sé non nasce né muore, è eterno e non muore con il corpo. Chi pensa che Esso uccida o possa venire ucciso è ignorante. Come e da chi può essere distrutto l'Essere infinito, che è uno-senza-secondo e più sottile dello spazio?

Arjuna, contempla il Sé che è infinito, non manifesto, eterno, immacolato e della natura della pura Coscienza.

Tu sei non-nato ed eterno!

"Alzati, e con la mente rivolta a Me compi il tuo dovere, senza pensare al frutto delle tue azioni".

[Il testo continua esponendo l'essenza della Bhagavad Gita, con molti versi citati testualmente. N. d. T.]

Quando il Signore avrà terminato d'istruire Arjuna, quest'ultimo dirà: "La mia illusione è scomparsa e attraverso la Tua grazia la mia mente s'è destata alla conoscenza della Realtà assoluta".

Detto ciò Arjuna s'impegnerà nella battaglia considerandola un gioco divino. Rama, abbi anche tu quest'attitudine, rimani distaccato, pieno di spirito di rinuncia e fa' che qualunque cosa tu compia o sperimenti sia un'offerta all'onnipresente Brahman.

Allora conoscerai la verità e non vi saranno più dubbi

Chi possiede lo spirito di non dualità non è turbato neanche quando è impegnato attivamente nel mondo. Ciò che qui appare essere il mondo in realtà è un'opera magica della Coscienza Infinita.

Qui non c'è unità, là non c'è dualità. Anche i miei insegnamenti hanno la stessa natura! Le parole e il loro significato, il discepolo, il desiderio e lo sforzo del discepolo, l'abilità del guru nell'uso delle parole: tutte queste cose sono manifestazioni dell'energia della Coscienza Infinita.

Nella pace del proprio essere interiore la Coscienza vibra, e sorge la visione del mondo.

Se la Coscienza non vibra, non si ha alcuna visione del mondo.


Quando si risveglia l'intelligenza interiore, finisce il desiderio del piacere.


Questa è la natura del saggio: in lui la cessazione del desiderio del piacere è naturale e senza sforzo.

 

Per approfondire, continua la lettura del libro:

 


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Recensioni dei clienti

Barbara T.

Recensione del 16/10/2025

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 16/10/2025

Veramente una bellissima storia che può farci avvicinare alla nostra coscienza divina visto che una parte di divino è in tutti noi. La cosiddetta scintilla divina. Grazie per questo bell'estratto.

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