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Tutti dobbiamo diventare buddha perché la Terra abbia ancora una possibilità

Pubblicato 3 anni fa

Leggi un estratto di "Lo Zen e l’Arte di Salvare il Pianeta" libro di Thich Nhat Hanh

La bellezza della Terra è come il suono di una campana che risveglia la nostra consapevolezza. Se non riesci a vederla, devi chiederti il perché. Forse c'è qualcosa che ti impedisce di farlo. O forse sei talmente impegnato nella ricerca di qualcos'altro da non riuscire a sentire il richiamo della Terra.

La Terra sta dicendo: «Figlio mio, sono qui per te, tutto quello che vedi te lo sto offrendo». Ed è vero. I raggi del sole, il canto degli uccelli, i ruscelli limpidi, i fiori di ciliegio che sbocciano in primavera e la bellezza delle quattro stagioni: è tutto per te. Se non riesci a capirlo o a sentirlo, è perché la tua mente è troppo piena.


La Terra ti sta dicendo che esiste per te e che ti vuole bene.


Ogni fiore è un sorriso della Terra. Lei ti sorride, ma tu non vuoi ricambiare il suo sorriso. Il frutto che hai in mano - un'arancia o un kiwi - è un dono della Terra. Ma se non ti senti grato, è perché tu non sei presente per la Terra, non sei presente alla tua stessa vita.

Una condizione essenziale per ascoltare il richiamo della Terra, e rispondervi, è il silenzio. Se dentro di te non hai il silenzio, non puoi sentire il suo richiamo: il richiamo della vita. Il tuo cuore ti sta chiamando, ma tu non lo senti. Non hai tempo per ascoltare il tuo cuore.

La consapevolezza ci aiuta a bloccare ogni distrazione e a tornare al nostro respiro. Concentrandoci esclusivamente sull'inspirazione e sull'espirazione, smettiamo di pensare, e in pochi secondi ci rendiamo conto del fatto che siamo vivi, che stiamo respirando, che ci siamo. Esistiamo. Non siamo inesistenti. «Ah! Sono qui, sono vivo», diciamo a noi stessi. Smettiamo di pensare al passato, smettiamo di preoccuparci per il futuro, concentriamo tutta la nostra attenzione sul fatto che stiamo respirando. Grazie al nostro respiro consapevole, ci liberiamo.


Siamo liberi di essere qui, presenti a noi stessi: liberi dai pensieri, dall'ansia, dalla paura e dallo sforzo.


Una volta liberi, possiamo rispondere al richiamo della Terra. «Sono qui. Sono uno dei tuoi figli.» Ci rendiamo conto di essere parte di questa grande meraviglia. E riusciamo a dire: «Sono libero: libero da tutto ciò che mi impedisce di essere pienamente vivo. Puoi contare su di me».

Quando aprirai gli occhi e vedrai che la Terra non è solo l'ambiente che ti circonda, ma che la Terra siamo noi, allora entrerai in contatto con la natura dell'inter-essere. E sarà in quel momento che potrai avere una vera comunicazione con la Terra. È la forma più alta di preghiera. È in questo genere di relazione troverai l'amore, la forza e la consapevolezza che ti occorrono per cambiare la tua vita.

La verità è che molti di noi si sono allontanati dalla Terra, fino a diventarle estranei. Dimentichiamo di essere vivi, di essere qui, su un bellissimo pianeta, e che il nostro corpo è una meraviglia donataci dalla Terra e dal cosmo intero. Se la Terra ha saputo generare la vita è perché ha elementi non terrestri al suo interno, tra i quali il sole e le stelle. L'umanità è fatta di stelle. La Terra non è solo la Terra, ma il cosmo intero.

Solo quando riuscirai ad avere questa retta visione, questa intuizione, non ci saranno più discriminazioni e potrà esserci una profonda comunione, una profonda comunicazione tra te e la Terra. E ne verranno benefìci di ogni sorta.

Supera il modo dualistico di vedere le cose: smettila di pensare che la Terra sia solo il tuo ambiente, che il vero centro sia tu e che l'unico motivo per cui desideri fare qualcosa per la Terra sia garantire la tua sopravvivenza.

Quando inspiri e diventi consapevole del tuo corpo, guardi profondamente nel tuo corpo e capisci che tu sei la Terra, che la tua coscienza è anche la coscienza della Terra e può diventare una coscienza liberata, libera da discriminazioni e visioni errate. Questo è fare ciò che Madre Terra si aspetta che tu faccia: raggiungere l'illuminazione, diventare un buddha che sia d'aiuto a tutti gli esseri viventi, e questo non solo sulla Terra ma anche, in ultima istanza, su altri pianeti.

La mia generazione ha commesso molti errori. Abbiamo preso in prestito questo pianeta che è anche tuo, che sei anche tu, e abbiamo provocato grandi danni e portato la distruzione. Ora, nel consegnartelo, ce ne vergogniamo. Non è come vorremmo che fosse.

Quello che ti stiamo dando è un pianeta bellissimo che è stato gravemente ferito e danneggiato. Proviamo dispiacere per questo. Da persona che appartiene alla vecchia generazione, spero che le nuove riescano a intervenire il prima possibile. Questo pianeta appartiene a te, alle generazioni future. Il tuo destino e il destino del pianeta sono nelle tue mani.

La nostra è una civiltà fondata sul prendere in prestito. Ogni volta che vogliamo qualcosa che non possiamo permetterci, come una casa o un'auto, contiamo sul nostro corpo e sul nostro lavoro futuro per ripagare il debito. Prendiamo in prestito ancora e ancora, senza sapere se saremo mai in grado di ripagare i debiti contratti. Ed è così che abbiamo preso in prestito da noi stessi, dalla nostra salute e dal pianeta. Ma il pianeta non ce la fa più. Ed è troppo ciò che abbiamo preso in prestito da voi, dai nostri figli e dai nostri nipoti.

Il pianeta e le generazioni future siamo anche noi; non siamo entità separate. Il pianeta siamo noi, e anche voi siete noi. La verità è che non resta molto di noi stessi.

È molto importante aprire gli occhi e capire che non abbiamo bisogno di prendere in prestito altro. Ciò che è disponibile qui e ora basta già per il nostro nutrimento, per la nostra felicità. E questo è il miracolo della consapevolezza, della concentrazione e dell'intuizione: se capiamo che possiamo essere felici nelle condizioni in cui già ci troviamo, non avremo bisogno di sforzarci per ottenere di più, sfruttando il pianeta come sdamo facendo. Non occorre «prendere in prestito» alcunché. Solo questo genere di consapevolezza ci consentirà di fermare la distruzione.

Non è qualcosa che si può fare a livello individuale. Dobbiamo aprire gli occhi tutti insieme. E se il risveglio arriverà per tutti, allora avremo una possibilità.

Il nostro modo di condurre l'esistenza e di pianificare il futuro ci ha portato in questa situazione. E ora dobbiamo guardare in profondità per trovare una via d'uscita, non solo come individui, ma come collettività, come specie. Non si può più fare affidamento sulle vecchie generazioni.

Ho detto spesso che un solo buddha non basta: occorre un risveglio collettivo. Tutti noi dobbiamo diventare dei buddha, se vogliamo che il nostro pianeta abbia una possibilità.

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