Trasforma te stesso e trasformerai il mondo. Cos’hanno in comune genitorialità e potere?
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5 anni fa
Fra essere genitore/educatore e fare il genitore/educatore c’è un fil rouge che si chiama consapevolezza. Se vuoi che i tuoi figli o allievi realizzino le proprie doti e talenti, sì da co-creare un’umanità fondata sull’amore e sul rispetto, è necessario che siano consapevoli della loro grandezza e, siccome non puoi trasmettere ciò che non sai, devi essere tu stesso consapevole di chi sei, cosa vuoi e come agisci.
Parlare di educazione e di genitorialità in questi tempi apre scenari di restrizioni e distanziamenti, di disagi e incertezze, tuttavia non è di questo che voglio parlare bensì della domanda che sorge di conseguenza: che futuro si prospetta alle nuove generazioni? Me lo sono chiesto molte volte e non solo ora; me lo chiedo da sempre.
Quante volte abbiamo pensato che così non si può andare avanti, che il mondo non corrisponde ai nostri reali desideri e bisogni e che l’etica e i sentimenti sono messi in secondo piano rispetto a un’economia sociale sciatta e iniqua?
Come siamo arrivati fin qua?
Ovunque sento trapelare paura e sfiducia ma raramente sento parlare di consapevolezza e impegno personale.
Pensare che qualcosa muti là fuori evitando di coinvolgerci in prima persona è un’utopia. Vorremmo che il mondo cambiasse – sia per noi sia per i nostri figli e allievi – ma, non sapendo come fare, demandiamo la responsabilità ad altri e restiamo alla finestra in attesa del desiderato cambiamento… che non arriva mai e, semmai arrivasse, non è quello in cui speravamo. Ovvio, perché quel cambiamento, il reale e autentico cambiamento, può solo attuarsi partendo da noi: da chi siamo e da come ci relazioniamo sia con gli altri, sia con noi stessi.
Come genitori ed educatori abbiamo una grande responsabilità. Il nostro compito non è di plasmare i nostri figli o allievi in base alle nostre aspettative ma di creare un campo fertile e creativo, inter ed extra familiare o professionale, in cui possano espandere le proprie doti e i propri talenti, essere resilienti acquisendo la capacità di trovare autonomamente le risposte alle sfide della vita e, soprattutto, a realizzare se stessi percependo e vivendo il proprio autentico potere personale. Un potere che non è arroganza o prevaricazione ma un Potere con la lettera maiuscola che manifesta la capacità di stare sui propri piedi, di presentarsi al mondo per come si è e non per come gli altri si aspettano. Un Potere dotato di coraggio e determinazione, di amore e curiosità. Quel Potere che dona la pace interiore che tutti cerchiamo perché è la manifestazione del proprio essere autentico che include tutto e tutti.
Non potendo insegnare ciò che non si conosce è necessario che anche noi lo percepiamo e lo viviamo pienamente e, per farlo, dobbiamo attivare ed espandere la nostra consapevolezza.
Sì, è proprio così. Per cambiare il mondo e per contribuire alla crescita di individui sani e realizzati, pane e amore sono necessari ma non bastano: ci vuole consapevolezza!
Il termine indica la capacità di cognizione, ovvero l’essere perfettamente al corrente di fatti e cose, ma non è tutto qui; in psicologia indica la capacità di percepire ciò che ci accade interiormente e, contemporaneamente, di essere coscienti della risposta comportamentale che diamo a tale percezione; quindi non si tratta solo di essere in contatto col proprio stato interiore ma anche di come si agisce rispetto ad esso. Essere consapevoli significa quindi essere coscienti del proprio mondo interno ed esterno, dell’interrelazione fra l’essere e il fare.
E qui mi soffermo: c’è differenza fra essere e fare?
In un contesto interiore dove la personalità è padrona e l’automatismo è ponderante c’è molta differenza. Quante volte percepiamo qualcosa e agiamo in direzione opposta seguendo fantomatiche idee di “buona educazione” o, al contrario, reagiamo scaricando sull’altro rabbia o risentimento? Quante volte facciamo spalluccia – isolandoci – o all’opposto giudichiamo l’altro – escludendolo? Infine, quante volte dichiariamo un certo pensiero ma agiamo inconsapevolmente seguendo leggi dettate da altri seppur non in sintonia al nostro sentire? Tante volte, non è vero? Dichiarare e agire il nostro disagio o i nostri desideri non sempre è facile, anzi, è spesso considerato pericoloso dalla nostra personalità, tuttavia, preoccupandoci principalmente di apparire come gli altri si aspettano – in cambio dell’attenzione e dell’amore di cui abbiamo bisogno – perdiamo il contatto con noi stessi e, a lungo andare, ci dimentichiamo di noi. Siamo e ci percepiamo in un determinato modo ma agiamo all’opposto: l’essere e il fare si contrappongono e creano tensioni sia interne sia esterne. Diverso sarebbe se ci dessimo la libertà di manifestare il nostro stato d’animo, di essere coerenti con noi stessi e, in altre parole, di esprimere autenticamente quel Potere personale che è una delle sfaccettature della nostra Vera Natura che è dotata di molteplici qualità.
Se sei un genitore o un educatore e vuoi cambiare il mondo, lo ripeto, comincia da te. Sii consapevole di te. A quel punto non desidererai cambiare più nulla perché il cambiamento sarà la naturale conseguenza del tuo essere e agire.
Qualcuno ha detto: “cambia te stesso e trasformerai il mondo” e io credo che sia vero. Se tutti diventassimo consapevoli del nostro Potere e immensità, la società cambierebbe in un battibaleno.