Studi scientifici sulle pratiche spirituali
Pubblicato
5 anni fa
Leggi un estratto da "Scienza e Pratiche Spirituali" di Rupert Sheldrake e scopri come riconnetterti attraverso l'esperienza diretta
Verso la line del Novecento, con un timido inizio a partire dagli anni Settanta, gli scienziati hanno cominciato a studiare un'ampia varietà di pratiche spirituali, tra cui la meditazione, la preghiera, il canto corale e le pratiche di gratitudine.
Stai leggendo un estratto da
Nel 2001, la pubblicazione Handbook of Religion and Health ("Manuale di religione e salute") ha raccolto i risultati di oltre 1200 studi sperimentali sull'argomento.
Nel secolo attuale c'è stato un notevole incremento delle attività di ricerca e nel 2012 è uscita la seconda edizione del Manuale con oltre 2100 studi originali, quantitativi ed empirici effettuati a partire dall'anno 2000. Da allora ne sono stati pubblicati molti altri.
In genere, i risultati mostrano che le pratiche religiose e spirituali producono benefici quali il miglioramento della salute fisica e mentale, una minore tendenza alla depressione e maggiore longevità.
L'antiquata opposizione tra scienza e religione è una falsa dicotomia. Gli studi scientifici più evoluti ci consentono, anzi, di comprendere più a fondo le pratiche spirituali e religiose.
In questo libro analizzerò sette diverse pratiche, passando in rassegna gli studi scientifici sui loro effetti. Si tratta di una selezione limitata, che non include tutte le pratiche spirituali esistenti; ho in mente di approfondirne altre in un prossimo libro. Queste pratiche sono altrettanto compatibili con uno stile di vita sia laico che religioso.
Sono pratiche basate sull'esperienza, non sulle credenze; tuttavia, come dimostrerò nel corso del libro, le credenze possono influenzare l'interpretazione delle pratiche stesse.
Per esempio, la meditazione è praticata da svariati secoli nell'ambito delle tradizioni religiose induiste, buddhiste, ebraiche, cristiane, musulmane, sikh e via dicendo; la credenza di fondo è che questa pratica consenta di connettersi con un livello di coscienza più-che-umano.
I materialisti negano per principio che esista una coscienza oltre il livello umano; quando meditano, considerano le loro esperienze come semplici cambiamenti che avvengono nel cervello, all'interno della scatola cranica. Nonostante ciò, a prescindere da quello in cui credono, le persone che praticano la meditazione ne traggono spesso un beneficio in grado di arricchire la loro vita.
Le sette pratiche di cui parlo in questo libro sono comuni a tutte le religioni.
Tutte le religioni promuovono la gratitudine, e in ogni tradizione esistono pellegrinaggi: gli induisti visitano templi consacrati a varie divinità, montagne sacre come il monte Kailash e fiumi sacri come il Gange; i musulmani vanno alla Mecca; ebrei, cristiani e musulmani si dirigono a Gerusalemme. Nell'Europa Occidentale, i cristiani vanno in pellegrinaggio a Santiago de Compostela, Roma, Canterbury e Chartres; i cattolici irlandesi visitano la montagna sacra Croagh Patrick e il lago sacro Lough Derg.
Anche la riconnessione con il mondo più-che-umano fa parte di tutte le tradizioni religiose, così come lo stabilire rapporti di tipo spirituale con le piante. I rituali sono espressioni di spiritualità presenti in tutte le religioni e le società laiche. Allo stesso modo, ciascuna tradizione spirituale comprende una qualche forma di canto corale.
Alla fine di ciascun capitolo, suggerirò due modi in cui il lettore potrà fare esperienza diretta di tali pratiche in prima persona.