Sotto la lente
Pubblicato
3 anni fa
Leggi un estratto da "Femdom" di Stefano Re e scopri alcune differenze tra i generi sessuali
Numerosi studi in ambito psicologico, sociologico e psicosociale sono stati condotti riguardo alle differenze tra i generi sessuali. Benché mi riservi di citarne i risultati nel corso di questo testo, occorre premettere fin d'ora alcune riflessioni introduttive.
Gli studi di Psicologia hanno analizzato, in coerenza con le premesse delle relative scuole di pensiero, alcuni tratti individuali, cercando di tradurne i risultati in paradigmi applicabili per genere a uomini e donne.
Gli studi di Sociologia hanno invece cercato di individuare e analizzare le differenze nei comportamenti sociali inserendo la variabile genere come discriminante.
La Psicologia sociale, infine, ha dedicato una certa attenzione al soggetto fornendo interessanti spunti di riflessione sui rapporti di causalità tra sistemi culturali, sull'appartenenza a uno specifico genere sessuale, sulle capacità individuali e sulle specifiche forme di interazione.
Ancora, occorre notare come tutti gli studi sulle differenze di genere siano orientati a valutare le diverse modalità di reazione o interazione rispetto a situazioni e stimoli definiti. In tal senso uomini e donne sono stati sottoposti a test e situazioni sperimentali nel tentativo di analizzare le loro reazioni, fossero esse spontanee, studiate, finalizzate o totalmente inconsapevoli.
Vediamo ora nel dettaglio quali risultati hanno fornito queste ricerche.
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Lo sviluppo delle differenze
Sigmund Freud ha definito l'anatomia «un destino». Ciò che determina questo destino prende le mosse dalla presenza/assenza di un ramo cromosomico. Tra Maschi e Femmine, all'origine, la differenza è la "gamba" di una X.
Alla base di ogni essere umano c'è infatti un codice genetico: miliardi di informazioni e pianificazioni raccolte in due cromosomi, forniti rispettivamente dal padre e dalla madre all'atto del concepimento. Questa coppia può essere formata da due cromosomi X o da un cromosoma X e uno Y.
La coppia cromosomica XX caratterizza il genere femminile, mentre la coppia XY origina un individuo di sesso maschile. Dalla presenza o dall'assenza della seconda gamba di uno dei cromosomi ha origine ogni differenza strutturale tra i generi.
Prima le signore
È oramai opinione condivisa che la generazione del fenotipo maschile sia in realtà un processo di modificazione rispetto alla formazione di quello femminile. In altre parole, ogni individuo inizia la sua esistenza organica come Femmina, e si differenzia con un processo di "de-femminizzazione" e/o "mascolinizzazione" per divenire Maschio.
Il cromosoma Y determina infatti la formazione dei testicoli la cui attività definisce l'assunzione di tratti maschili nell'individuo. Il sesso predefinito per ogni nuovo essere è dunque quello femminile. In seguito, l'attività - o l'assenza dell'attività -originata dai testicoli determina la formazione di un essere di sesso maschile.
Un ruolo parallelo, ma di portata minore e più tarda, sembra essere svolto dalle ovaie nel corso dello sviluppo del fenotipo femminile.
Avere gli attributi
I due processi tramite cui l'individuo in formazione assume il genere maschile sono tra essi paralleli ma distinti.
I testicoli producono infatti testosterone, un ormone che viene alternativamente trasformato in altri due composti ormonali essenziali per lo sviluppo del soggetto: estrogeni e dihydrotestosterone (o DHT). La configurazione di tratti e comportamenti tipici del genere maschile risulta collegata alla diffusione del DHT e alle sue conseguenze, mentre la soppressione delle caratteristiche femminili risulta caratterizzata dalla presenza di estrogeni e dalla loro attività.
Lo sviluppo del corpo maschile dipende direttamente dalla presenza di estrogeni.
Le Femmine mostrano coerentemente la presenza nel sangue della feroproteina-alfa: una sostanza che assorbe gli estrogeni nel corso dello sviluppo, finalizzata a inibire il processo di mascolinizzazione. Questo processo può anche venire bloccato o limitato da stati di stress della madre durante la gestazione, che modificano in modo sensibile il rilascio di testosterone nel feto e ne impediscono la trasformazione in estrogeni.
Esperimenti condotti su specie animali hanno mostrato che lo stress indotto (o la somministrazione delle medesime sostanze chimiche che verrebbero prodotte dal corpo materno in caso di stress) comporta una elevata probabilità di generare individui con spiccato orientamento omosessuale. Un altro risultato di questi studi evidenzia che i ratti omosessuali o bisessuali di sesso maschile mostrano una elevata incidenza di comportamenti materni.
Mente e corpo
Risulta dagli studi condotti che i processi chimici che determinano la mascolinizzazione del cervello siano distinti e non necessariamente collegati ai processi chimici che determinano lo sviluppo degli attributi fisici del corpo maschile.
La formazione dei genitali esterni dipende infatti direttamente dal DHT, mentre il processo di mascolinizzazione del cervello è regolato dagli estrogeni. Questo dato suggerisce la necessità di distinguere tra genere sessuale fisico e genere sessuale mentale. Distinzione che comporta la possibilità di considerare quattro elementi sessuali diversi (mente maschile, mente femminile, corpo maschile, corpo femminile) e le loro possibili interrelazioni come fondamenta dei diversi tipi di essere umano.
Queste differenziazioni sembrano porre interessanti prospettive di ricerca riguardo all'omosessualità e al transgenderismo.
Alcuni ricercatori hanno notato che una simile distinzione, che contempla quattro generi sessuali possibili, trova riscontro in alcune credenze culturali dei nativi americani.
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