Sogno: il significato per l'inconscio e dal punto di vista spirituale
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11 mesi fa
La scienza e la tecnica hanno portato moltissimi effetti nella nostra quotidianità dall'invenzione della ruota fino a oggi. Hanno prodotto effetti molto positivi nel campo della medicina, dell'ingegneria, delle comunicazioni, ma anche effetti disastrosi come le armi, le bombe, le modificazioni genetiche nel cibo ecc.
Partire da questo presupposto trovo sia utile per evidenziare come il solo progresso materiale, senza un progresso spirituale che si sviluppa di pari passo, non possa bastare alla salvaguardia e al benessere del genere umano e alla sua pace mentale e alla sua felicità.
La cosiddetta scienza occidentale si è molto dedicata a studiare il cervello e i suoi processi, i pensieri e le emozioni, i loro percorsi e le strette connessioni tra loro. Nella parte orientale del mondo ciò era già ben conosciuto fin dai tempi antichi, ora se ne è accorta anche la parte di mondo che si considera evoluta e sviluppata.
Parlando proprio dalla mente possiamo dire che siano due le esperienze umane (gli stati mentali) nelle quali la mente ordinaria sembra dissolversi per entrare in una dimensione, almeno in apparenza, molto differente:
- il primo stato è il sonno, accompagnato dal sogno, le cui esperienze hanno accompagnato svariate culture fin dalle prime tracce umane,
- il secondo stato è la morte del corpo, considerato in occidente il grande enigma, che è in grado di condizionare e manipolare l'esistenza di molti esseri umani e i rituali sociali e culturali.
Tra questi due stati esiste una grandissima differenza tra Oriente e Occidente: l'Occidente molto spesso si trova a disagio a confrontarsi con questi due temi e in particolare con la morte, mentre a Oriente tutti sembrano affrontarli con grande naturalezza e disinvoltura.
I sogni e l'inconscio
Per prima cosa mi preme chiarire che l'inconscio, o come spesso viene chiamato sub-conscio, non è per nulla sub, tutt'altro! Il suffisso “sub” ci fa pensare a qualcosa di sommerso, di lontano dal nostro IO conscio, ma non è affatto cosi, anzi il nostro inconscio è assolutamente presente, attivo e reale quanto il conscio.
In Oriente si parla di stati di coscienza manifesti oppure latenti e di come la percezione dei diversi stadi dipenda dal livello di coscienza. L’errore è ritenere uno dei due stati superiore, più importante o più determinante dell’altro: sono assolutamente alla pari e solo la piena consapevolezza e conoscenza e padronanza di entrambi ci può portare a raggiungere la quiete e il benessere psico-fisico.
Freud disse che l'inconscio è senza tempo, i Veda ci dicono che anche il conscio è senza tempo: noi tutti abbiamo una mente senza tempo! Il tempo e la sua universalità di misurazione ci sono utilissimi per appuntamenti e altri adempimenti in ambiti sociali, ma dopo una piccolissima analisi ci accorgiamo facilmente di come questo tempo non sia per nulla un valore assoluto. Di come il tempo rallenti o si velocizzi a seconda del luogo e delle circostanze.
Popolarmente si dice: “quando si sta bene il tempo vola”. È anche in questo caso, empiricamente, ci è chiaro ed evidente come il tempo sembri rallentare in momenti difficili, di panico, di ansia e di noia e come sembri correre nei momenti di gioia, benessere, amicizia e amore.
Durante il sonno e il sogno ci è chiaro l'abbandono del corpo fisico e del mondo materiale e l'entrata nel tempo-non-tempo e spazio-non-spazio: dimensione a cui si può accedere anche in stato di veglia, attraverso la meditazione.
Freud è stato per l'Occidente il primo indagatore dei sogni, anche se sul tema ha poi pubblicato solo due volumi. Il più noto dei quali è L'interpretazione dei sogni (1896) testo in cui si enuncia la correlazione biunivoca tra sogni e psiche umana. Egli per primo intuì che la condizione mentale del sonno non è la stessa del sogno, né tanto meno della veglia, intuizione confermata circa 60 anni dopo dalla neurobiologia.
Di notte, quando chiudiamo gli occhi, dove andiamo? Dove viviamo? In che dimensione ci ritroviamo? È reale? È diversa rispetto a quando non dormiamo?
In quella dimensione si possono avere sogni, incubi, sogni premonitori ecc., quindi direi che si vive, è vita notturna, la vera vita notturna! L'intoppo è che nessuno ci spiega cosa fare e come vivere quella dimensione. Si tende a mettere una netta linea divisoria tra quello che si sogna e quello che si vive, mentre ritengo si dovrebbero riunire in un “vivere il sogno”, vivere l'esperienza di vita notturna in quella dimensione lì.
O è tutto reale: sogno e non sogno o sono entrambe illusioni. Ritengo non ci possa essere distinzione, non possano essere considerati due stati opposti o uno più reale dell’altro, considerando anche appunto la stretta correlazione tra questi due momenti delle nostre 24 ore.
A volte abbiamo bisogno di svegliarci anche da quel sogno a occhi aperti che chiamiamo vita per accorgerci dell'illusorietà della realtà materiale.
Sogno lucido
“Un sogno lucido è un sogno nel quale si è attivamente consapevoli del fatto che si stia sognando. Si può persino giungere a manipolare la storia e i personaggi sino a creare la realtà che vogliamo” - Jayne Gackenbach
Credo sia bene partire dalla consapevolezza che tale opzione sia assolutamente possibile anche nella veglia!
Noi tutti abbiamo l'opportunità e il potere di scrivere, riscrivere e modificare continuamente la realtà che ci circonda attraverso pensieri, emozioni, parole e azioni. Se positive, in positivo!
Ci dicono gli studiosi della materia che solo il 58% delle persone sperimenta un sogno lucido nell'arco di tutta la sua esistenza materiale, quindi gli stessi studiosi lo classificano come “fenomeno raro”.
Io dico che anche questa esperienza materiale può essere allenata e più mi alleno in una pratica, più divento bravo a farla. Viene anche evidenziato che chi è abituato a meditare ha molta più dimestichezza con questo tipo di sogni consapevoli: è sempre questione di conoscenza, consapevolezza, pratica e pazienza.
In sanscrito si indica con il temine DHARMAKAYA il momento della cessazione del proliferare dei fenomeni materici, il che, ancora una volta, vale sia per il sonno che per la morte del corpo fisico. Per questo ritengo sia molto importante, avvalendosi della pratica yogica a 360 gradi, arrivare preparati sia al momento del sonno che al momento di lasciare il corpo.
Addormentarsi con la mente agitata e attiva porterà nel 99% dei casi a un sonno agitato. Viceversa arrivare al momento del sonno con la mente quieta, magari dopo qualche minuto di respiro consapevole e di meditazione favorirà un sonno profondo e ristoratore.
Nei testi indiani troviamo descritto uno stato della mente chiamato in sanscrito TURIA: ovvero l'unione armonica e consapevole di sonno, sogno e veglia.
Il raggiungimento di questo stato è lo scopo antico dello Yoga, è il SAMADH: il vivere in perenne stato meditativo.
È il vivere accorgendoci di tutto ciò che avviene intorno a noi, nel visibile e anche nell'invisibile.
E questo aiuterà poi nel momento del MAHASAMADHI, cioè nel momento di lasciare il corpo fisico.
Il vivere 15-30 minuti al giorno di meditazione attiva favorisce questo quarto stato della mente: il qui e non qui, l’adesso e non solo adesso. Non solo qui, non solamente questo corpo.
Fuori e dentro
il viaggio continua
namaste
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