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Siamo fatti di incontri

Pubblicato 4 anni fa

Leggi un estratto da "Incontri - Cercando la Saggezza" di Marco Valli

Padre Tholens soleva dire che siamo fatti di incontri e col passare degli anni non posso che dargli ragione: gli incontri sono ciò che ci spinge a maturare, a migliorare, a metterci in discussione, una vita senza incontri è pura immobilità esistenziale.

Gli incontri possono essere positivi o negativi, possono influenzarci in vari modi, ma non ci lasciano mai indifferenti; gli incontri sono sempre creativi, stimolanti, spesso disorientanti.

Tutti noi incontriamo continuamente persone/libri/idee, eppure se non sappiamo porci sulla giusta lunghezza d’onda, siamo incapaci di vivere realmente l’incontro, ce lo lasciamo scorrere addosso senza lasciarci toccare.

Incontrarsi è un’arte che si affina col tempo e con l’esperienza, è un aprirsi totalmente all’altro, disposti ad essere finanche feriti, un permettere che le anime si compenetrino e si fecondino.

Perché l’incontro sia «reale» ci vuole capacità di abbandono, di apertura, di empatia e una mente da «principiante», cioè priva di pregiudizi. La pratica della meditazione è un ottimo aiuto, così come altre pratiche, per addestrarci a questa apertura, senza la quale rimaniamo bloccati nel nostro piccolo e asfittico mondo egoico, senza possibilità di abbracciare la vastità della vita.

Gli incontri ci formano, a volte ci deformano, ci lasciano cicatrici indelebili, alcune dolgono, altre brillano; segnano, comunque, il nostro percorso e ci dicono chi siamo.

Sono d’accordo con Alexandre Jollien quando asserisce che la nostra società ha esageratamente esaltato l’uomo che si fa da sé, come se qualcuno potesse realmente formarsi da solo: una follia!

Per diventare noi stessi abbiamo bisogno degli altri in cui specchiarci e ritrovarci, abbiamo bisogno dello sguardo dell’altro che accoglie e ci ama, della parola che ci stimola, ci sferza, ci sveglia, necessitiamo del racconto che fa volare la fantasia e dell’abbraccio e della carezza che ci consolano.

L’altro ci è specchio, guida, nemico, maestro, fratello, inquisitore; l’altro ci rende vivi.

Incontrarsi non è fondersi con l’altro, è creare uno spazio sacro fra di noi in cui trovarsi per poi ritornare nelle nostre solitudini, è saper fissare confini, ma anche superarli, è creare ponti fra rive, a volte, distantissime.

Dobbiamo imparare a incontrare ma anche ad essere incontro per gli altri, il che significa saper ricevere, ma anche saper dare.

Il vero incontro dona a tutti e due e ognuno torna a casa arricchito, è un momento magico in cui la vita è pienezza.


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