Vai al contenuto principale Vai al footer

  +39 0547 346317
Assistenza dal Lunedì al Venerdì dalle 8 alle 12 e dalle 14 alle 18, Sabato dalle 8 alle 12

Scegliere o lasciarsi scegliere

Pubblicato 4 anni fa

Leggi un estratto da "L'Alchimia dell'Amore" di Claudia Rainville e scopri cosa sta alla base delle coppie più solide

Essere liberi, significa essere completamente se stessi, totalmente responsabili della propria vita ed essere in grado di fare scelte, prendere decisioni e di assumerne le conseguenze.

Alcuni scienziati e terapeuti che operano nell'ambito delle scienze sociali hanno riflettuto a lungo sulla domanda riguardo a cosa attragga a vicenda due esseri umani, che cosa li porti alla decisione di sposarsi, quali siano le combinazioni di personalità che abbiano maggiori possibilità di durare e quelle che, al contrario, siano votate al fallimento fin dall'inizio.

Si sono resi conto di non poter fare affidamento sui pronostici, tenuto conto del loro scarso tasso di affidabilità.

In effetti, le coppie che all'inizio sembravano favorite in tutto, finivano per separarsi, mentre altre, che sembravano non aver niente in comune, riuscivano a sviluppare una relazione molto soddisfacente per entrambi i partner.

Giunsero alla conclusione che, nonostante le cause del successo o del fallimento di una relazione amorosa siano difficili da spiegare in parole povere, resta il fatto che i fattori motivazionali e i mezzi d'interazione della relazione stessa giocano un ruolo importante.

Stai leggendo un estratto da...

Indice dei contenuti:

Spunti di riflessione

Rifletti sulla relazione in cui ti trovi attualmente oppure su altre precedenti: sei stato tu a scegliere o sei stato scelto?

Qual è stato l'obiettivo che ti ha spinto a impegnarti in una relazione di coppia con quella particolare persona?

  • Andartene dall'ambiente familiare.
  • Crearti la famiglia che avresti voluto e non hai avuto.
  • Godere del benessere finanziario che l'altro ti poteva procurare.
  • Fare il tuo dovere, essere nella norma.
  • Porre fine alla solitudine che iniziava a pesarti.
  • Suscitare l'ammirazione della tua famiglia.
  • Compiacere i tuoi genitori che gradivano quella persona.
  • Sentirti utile o comunque di supporto a quella persona alle prese con alcune difficoltà o sofferenze.
  • Farti carico di quello che credevi una tua responsabilità, ad esempio, la nascita di un bambino o la rottura di una coppia.
  • Cercare consolazione per la perdita di una persona amata.
  • Sfidare tua madre o tuo padre che non accettavano quella persona.
  • Condividere le spese inerenti alla tua sussistenza.
  • Dare un padre o una madre a tuo figlio.
  • Accettare una sfida: essere amato da una persona che ti respingeva o che tutti si giravano a guardare.
  • Vendicarti di chi ti ha tradito, abbandonato o che non si decideva mai a impegnarsi con te.
  • Avere qualcuno che si prenda cura di te.
  • Impegnarti per davvero con chi hai scelto di tutto cuore.
  • Vivere una relazione che permetta a te stesso di scoprirti, di crescere ed esprimere tutto il tuo potenziale aiutando il partner a fare lo stesso.

La tua risposta può comprendere più enunciati di questo elenco, come invece può dipendere da altre motivazioni.

Quello che importa, è prendere coscienza delle basi sulle quali è stata costruita l'attuale relazione o quelle precedenti.

Che cosa ti aspetti da una relazione di coppia?

Un'amica aveva l'abitudine di dire: "La felicità è per la vita, e la vita è adesso!"

Questa mia amica era stata in una relazione che le aveva richiesto parecchi compromessi e, da allora, non aveva più cercato di avere relazioni di coppia a lungo termine. La sola cosa che le importava era andare d'accordo con un uomo e passare, in maniera sporadica, dei bei momenti con lui. 

Una partecipante ai miei seminari si era ripromessa di non divorziare mai. Faceva sforzi immani per corrispondere alle aspettative del marito nei suoi confronti, o almeno a quelle che lei credeva fossero le sue aspettative. Non si rendeva conto della pressione che lei, al tempo stesso, esercitava sul marito, chiedendogli di essere il marito perfetto. Quella pressione ebbe la meglio sulla loro relazione di coppia e finirono per divorziare.


La giusta via di mezzo consiste nel godersi appieno i bei momenti condivisi, avendo dei progetti in comune. 


Certe persone credono che amare sia facile, e che la difficoltà stia nel trovare la giusta persona da amare.

Quante volte mi è capitato di sentire dire da alcuni partecipanti ai miei corsi: "Se sono io che li amo, loro non mi amano, ma, se sono io a non amarli, allora sono loro che amano me." Come è possibile spiegare una simile situazione?

Se scegliamo di imbarcarci in una relazione affettiva con una persona che ha paura di perdere la propria libertà, rischiamo di ritrovarci nella tipica relazione di uno che fugge e dell'altro che insegue. Chi fugge investirà poco nella relazione, restando sulle sue, mentre chi insegue investirà tutto se stesso nel tentativo di conquistare il cuore della persona da cui vorrebbe essere riamato. 

Più il nostro investimento è grande, più questa persona acquista valore ai nostri occhi e, di conseguenza, maggiore diventa la nostra convinzione di amarla.

Talvolta, il nostro investimento nei suoi confronti è così totale che, quando la persona ci respinge o cerca di allontanarsi, veniamo presi da una sorta di ossessione che ci porta a pensare a lei senza sosta. Nonostante le sofferenze, ci ostiniamo a comportarci nello stesso modo, aggrappandoci a esso, arrivando anche a supplicare la persona amata o a elemosinare un po' del suo amore. 

Un tale accanimento può indurre l'altra persona, che non si sente più rispettata nella sua libertà di desiderare o di amare, a decidere di tagliare i ponti che ci permettevano di raggiungerla. Ne veniamo fuori profondamente feriti nell'intimo, accusando l'altro di essersi approfittato di noi e di tutto ciò che gli abbiamo dato. Siamo arrabbiati con lui e chiudiamo il nostro cuore per non dover più soffrire, giurando a noi stessi di stare più attenti la prossima volta.

Passa il tempo, e alla fine facciamo la conoscenza di un'altra persona che si mostra gentile, amorevole e attenta nei nostri confronti. Ci propone di uscire, ci fa dei regali, dimostra affetto. Le permettiamo di volerci bene in modo spontaneo. Poi, gradualmente, cominciamo a percepire il potere che quella persona cerca di esercitare su di noi. La nostra libertà si sente minacciata e allora cerchiamo di mettere un po' di distanza tra lei e noi.

A quel punto è l'altra persona che deve raddoppiare gli sforzi, supplicare e aggrapparsi ai propri comportamenti, esattamente come avevamo fatto noi nella nostra precedente relazione. Più quella persona si comporta in quel modo e più ci passa la voglia di amarla e di farci coinvolgere da lei. Temiamo, tuttavia, di farle del male, lo stesso che noi abbiamo sofferto quando l'altra persona che amavamo ci ha lasciato. Cerchiamo allora di trattare i suoi sentimenti con riguardo non rivelandole quello che proviamo veramente, lasciando così intatte le sue illusioni nei nostri confronti, fino a quando, non potendone più, rompiamo definitivamente.

Che cosa è successo nella prima e nella seconda relazione?

Nella prima, il nostro desiderio di conquistare l'altra persona ci ha portato a percorrere gran parte della strada per raggiungerla, chiedendole solo di fare quel piccolo passo che ci avrebbe fatto tanto piacere. Quando investiamo così tanto, il nostro interesse per la relazione è molto maggiore di quando il nostro coinvolgimento è scarso. Il che fa esclamare a chi dei due è più coinvolto: "L'amo da impazzire!", mentre l'altro, che lo è meno, dirà un semplice "Mi piace".

Nella seconda situazione, siamo noi ad avere dato molto poco, poiché il nostro cuore si era indurito come reazione alle sofferenze per il rifiuto o per l'abbandono che avevamo precedentemente subito. Le premure profuse dalla nuova persona erano, all'inizio, un vero toccasana per il nostro cuore ferito. Inoltre, poiché dimostrava grande interesse, non avevamo ragione di preoccuparci, potevamo prenderci del tempo per vedere se avremmo potuto innamorarci. Ma, quando abbiamo chiaramente percepito il suo desiderio di conquistarci e di possederci, ecco che allora ci siamo sentiti minacciati nella nostra libertà d'amare.


Il desiderio di voler conquistare l'amore dell'altro equivale al voler forzare un cuore ad aprirsi.


"Non si può costringere un cuore ad amare", mi aveva detto un giorno un uomo che avrei tanto voluto conquistare. Un altro mi aveva detto: "Ti stai dando troppo da fare per avermi."

Perché ci diamo così tanto da fare?

Agiamo in questo modo perché non crediamo che sia possibile essere amati semplicemente per quello che siamo. Se ne fossimo convinti, non ci daremmo così tanto da fare.

Come sperare, dunque, di essere amati se siamo convinti di non essere interessanti o, addirittura, ci riteniamo indegni di essere amati?

La storia di Bernard

Bernard si era sposato a ventisette anni, per lo più perché era normale essere sposati alla sua età.

In ogni caso, fece di tutto per piacere alla moglie. Lei, però, continuava ad andare dai suoi genitori per qualsiasi motivo o li faceva venire a casa, così che Bernard aveva l'impressione di essere un estraneo a casa propria. Sopportò quella situazione per diverso tempo senza mai lamentarsi, però, nel corso degli anni, iniziò a vedersi solo come colui che provvedeva ai bisogni familiari, senza ricevere il giusto apprezzamento e con la crescente sensazione di non contare.

Dopo diciassette anni pose fine a quel matrimonio, conservando la speranza di incontrare una donna con cui avrebbe potuto vivere la relazione di coppia che sognava. Si iscrisse ad alcuni corsi di crescita personale dove incontrò Celine, giovane donna dinamica, entusiasta, con una notevole apertura mentale. Si ritrovavano ogni settimana a quei corsi e parlavano delle reciproche scoperte.

Bernard provava una crescente attrazione nei confronti di Celine. Pensava, inoltre, che il fatto che lei avesse intrapreso un percorso sulla propria persona sarebbe stata una sorta di garanzia di armonia tra di loro. Una sera, alla fine del corso, la invitò a cena e le rivelò i sentimenti che nutriva nei suoi confronti.

Qualche settimana dopo la sua dichiarazione. Celine lasciò la sua famiglia, l'impiego e casa sua per trasferirsi da lui. Bernard avrebbe preferito frequentarla prima con calma, però, come succede in molti casi di dipendenza affettiva, Celine si era impegnata subito, nel timore di perdere la persona che aveva espresso un interesse per lei.

Nel giro di qualche tempo, Celine rimase incinta. Bernard fu molto felice della notizia, ma la sua felicità fu di breve durata. Capi molto in fretta che, esattamente come la sua prima moglie. Celine non teneva minimamente conto di lui. Dopo la nascita della bambina, si ritrovò a ricoprire sia il ruolo di padre sia quello di madre nei confronti della figlia, dato che il lavoro di lei aveva progressivamente preso il sopravvento sulla loro vita familiare.

Bernard cercò di far capire la situazione a Celine, ma senza successo. I litigi divennero il loro pane quotidiano. Dapprima Bernard si trincerò dietro il suo mutismo, finché non scoprì che Celine aveva un amante. Sentendosi maltrattato, tradito e non rispettato, pose quindi fine alla relazione, anche se addolorato dal doversi separare dalla figlioletta e con la sensazione di aver fallito nuovamente nelle relazioni di coppia.

Interrogando Bernard su ciò che aveva vissuto da bambino, venni a sapere che sua madre se n'era andata di casa quando lui aveva cinque anni, portando via con sé la sorellina più piccola e affidando lui alle cure del padre e della nonna paterna. Bernard credette di non avere nessun valore agli occhi della madre, era convinto che lei non lo amasse, visto che aveva scelto la sorellina.

Era esattamente lo scenario che riviveva nelle sue relazioni di coppia, attirando donne che gli preferivano altre persone o altre attività. La prima moglie gli aveva preferito i suoi genitori, la seconda le proprie attività e interessi.

Bernard era in attesa che una donna lo scegliesse e gli desse importanza, ma lui stesso non si era mai scelto e non aveva mai riconosciuto la propria importanza. Non aveva mai ben definito quello che desiderava in una relazione di coppia.

Quando Celine aveva deciso di trasferirsi subito a casa sua, lui non solo non si era opposto, ma non si era nemmeno chiesto se fosse davvero ciò che desiderava. Aveva accettato nel timore di darle un dispiacere e che lei rinunciasse alla loro relazione amorosa. In tal senso, lui era dipendente quanto lei sul piano affettivo. Diede quindi via libera alla relazione di coppia con Celine, con la testa e il cuore colmi di speranze e aspettative non espresse. In breve tempo si sentì incompreso e profondamente deluso riguardo quello che si aspettava dalla sua compagna, sperando che un miracolo intervenisse a salvare la loro coppia in pericolo.

Questo genere di delusioni, sperimentate da un grande numero di coppie, finiscono per innescare dei dubbi che possono essere così espressi:

  • Sarà davvero la persona giusta per me?
  • Magari c'è, da qualche parte, un'altra persona più adatta a me e con la quale mi sentirei più amato e compreso?
  • E se mi fossi sbagliato?
  • E se mi fossi lasciato coinvolgere troppo in fretta?
  • Siamo davvero fatti uno per l'altro?
  • Mi sa che questo matrimonio è stato uno sbaglio...

I dubbi uccidono l'amore mentre la fiducia lo aiuta a crescere e a prosperare.


Sono gli stessi dubbi che incupivano i pensieri di Bernard e gli impedivano di aprire completamente il proprio cuore alla persona che aveva accanto. Più le attività di Celine la allontanavano da lui, più i dubbi di Bernard si moltiplicavano facendolo progressivamente chiudere in se stesso. Celine si stancò dei suoi silenzi e finì per cercare altrove l'affetto che in casa non trovava più, cosa che li portò alla separazione.

Come avrebbe potuto evitare, Bernard, di ripetere lo stesso copione nella sua prossima relazione?

Bernard doveva, in un primo tempo, liberarsi dalla convinzione che la madre avesse preferito la sorella a lui. Quella convinzione alimentava il dolore dovuto al rifiuto, al quale lui cercava di sfuggire cercando una compagna pronta a offrirgli un amore esclusivo.

Per liberarsene, era necessario che aiutasse il ragazzino che era stato a capire che la madre lo amava esattamente come la sorella e che lo aveva affidato a suo padre solo perché lui potesse sviluppare la propria identità maschile.

Questa nuova comprensione dei fatti ebbe il vantaggio di liberarlo dalla sensazione di rifiuto e dalla paura che qualcun altro potesse prendere il suo posto nel cuore della donna amata. Una volta libero da quel passato, Bernard doveva imparare a scegliersi, e cioè a iniziare a concedere a se stesso l'amore e l'attenzione che si aspettava così tanto dagli altri.

Ama il bambino dentro di te

Il bambino che non si è sentito amato non riesce a credere di essere degno d'amore. Il che lo porta a darsi molto da fare, talvolta esagerando, per meritarsi l'amore della persona dalla quale desidera essere amato.

Agendo in questo modo, succede che impaurisca la persona che lo ha avvicinato. Questa, sentendosi costretta, si allontana per preservare la propria libertà, comportamento che ha l'effetto di ravvivare il dolore legato al rifiuto e all'abbandono di colui che puntava tutto su quell'amore.

Quando l'adulto in noi impara ad amare e a rassicurare il proprio bambino interiore, a rispondere ai suoi bisogni, quest'ultimo inizia a convincersi che può essere amato. Non si comporta più come un assetato d'amore e, dunque, permette alle persone di avvicinarsi e persino di sceglierlo.

È solo quando ci siamo sentiti amati per davvero che possiamo credere di essere degni d'amore e, una volta che ci crediamo degni d'amore, allora possiamo davvero sentirci amati.

Il bambino cresciuto tra critiche e rimproveri, senza mai essere lodato, ma al quale vengono di continuo richieste ottime prestazioni, potrebbe credere che, per essere amato, deve essere perfetto.

Una volta adulto, quel bambino potrà mostrarsi estremamente esigente nei propri confronti e nei confronti delle persone amate, criticandole e criticando se stesso per ogni minima mancanza, poiché giudicherà le prestazioni, sue e degli altri, non sempre all'altezza. Per arrivare ad accettare i propri limiti e a riconoscere il proprio valore, l'adulto in ognuno di noi dovrà esercitarsi ad amare in modo incondizionato il bambino interiore che ha dentro, il che significa sforzarsi di essere indulgenti verso le sue azioni o reazioni talvolta infantili.

A quel punto, ci si può trovare di fronte a un bambino imbronciato, a un bambino che fa i capricci o a quello dall'atteggiamento eccessivamente sciolto, che lo ha spinto ad agire o a esprimersi in maniera incresciosa, e così via.

Prendiamo, ad esempio, il seguente caso: Viviane frequentava un uomo che lei avrebbe ardentemente voluto come suo compagno, mentre lui non provava gli stessi sentimenti nei suoi confronti. Conoscendo la sensibilità di quell'uomo per i bambini e il suo spiccato senso di responsabilità, lei fece in modo di rimanere incinta. Quando gli annunciò di aspettare un bambino, lui andò su tutte le furie. Si era sentito usato, manipolato, tradito, non rispettato e quell'inganno produsse il risultato opposto a ciò che lei si era aspettata.

Viviane non si era mai perdonata per aver agito in quel modo. Ad aver messo in atto quello stratagemma per rimanere con quell'uomo non era stata la sua parte adulta, ma la bambina in lei. Alla Viviane adulta non restava che accogliere e rassicurare, con amore incondizionato, quella ragazzina che non aveva saputo trovare altri mezzi per trattenere la persona da cui desiderava essere amata.


Quando siamo in grado di dare a noi stessi questo amore incondizionato, e solo allora, potremo offrirlo a qualcun altro, perché è unicamente in questo tipo di amore che si può crescere e sbocciare.


Scegliersi significa quindi:

  • Amarsi incondizionatamente concedendosi il diritto di non essere perfetti.
  • Accettare di poter sbagliare, di dovere ricominciare.
  • Riconoscere di essere "bravi apprendisti" in corso di evoluzione.
  • Concedere anche a se stessi la compassione, il perdono che ci si aspetta dagli altri.
  • Essere fieri dei propri successi e indulgenti per i traguardi non ancora raggiunti.
  • Riconoscere ciò che è importante, ciò che ci si aspetta dalla vita (gli obiettivi che vogliamo raggiungere, i sogni che desideriamo realizzare).
  • Restare fedeli a se stessi e a quello che sentiamo intimamente, piuttosto che rinunciare a ciò che ci è caro per paura di perdere l'amore dell'altro.

Quando non ci siamo mai scelti, perché avevamo troppo bisogno di piacere all'altro, può succedere che la prima volta che ci decidiamo, finisce che lo facciamo in modo molto egocentrico.

È quella che in genere si chiama la legge del pendolo, che consiste nell'oscillare da un estremo all'altro per trovare il giusto equilibrio. Tuttavia, è proprio quel giusto equilibrio che ci consentirà di sceglierci permettendo anche a qualcun altro di farlo. I giochini manipolatori o quelli atti a conquistare diventeranno, a quel punto, superflui. Si potrà così dare vita a una relazione vera, in cui i partner diventeranno compagni di squadra per costruire insieme un'unione sana e duratura.


Se scegliere un compagno pronto a entrare in relazione con noi non garantisce il successo di coppia, ciò non toglie che la scelta del partner sia la base di partenza.


Sposarsi o andare a vivere con una persona non significa necessariamente impegnarsi in una relazione di coppia.

Impegnarsi implica un coinvolgimento, essere pronti a contribuire perché si ha fiducia nella relazione in cui si sta entrando. Impegnarsi significa correre il rischio di essere delusi e magari di perdere, ma possibilmente anche di vincere!

Chi si impegna davvero, può anche perdere nell'immediato, ma sarà in ogni caso vincente col tempo, grazie alle esperienze di cui avrà saputo fare tesoro. Chi non si impegna, nel breve termine non perde niente, ma perderà sicuramente nel lungo, dato che si sarà lasciato sfuggire quello che avrebbe potuto imparare.

Francoise si stava interrogando sulle ragioni che l'avevano portata a sposare Hubert. Era stato per dimostrare al padre che si era sbagliato quando le diceva che lei non avrebbe mai sposato uno per bene, o perché amava davvero Hubert?

Il suo cuore, in realtà, batteva per un altro uomo già impegnato. Lui continuava a evitarla, ma lei si ostinava a credere che la vita li avrebbe fatti, prima o poi, riunire. Francoise passava più tempo a fantasticare sulla vita che avrebbe potuto avere con quella persona piuttosto che sfruttare al meglio quella che già aveva con Hubert.

Quante volte, volendo andare a cercare altrove la felicità, ci si dimentica di quella che abbiamo a portata di mano!

Danny aveva scelto la sicurezza. Aveva sposato André, convinta che fosse un tipo ambizioso, perché aveva un'attività commerciale. Si rese rapidamente conto che, in realtà, lui non era un bravo gestore e che non avrebbe potuto contare su di lui per la sicurezza tanto sperata. Rimase così delusa che cercò di porre fine alla relazione con il tradimento.

La nostra unica scelta dovrebbe essere quella dell'amore e del desiderio di voler crescere con il nostro partner.

Per continuare a leggere, acquista il libro


Non ci sono ancora commenti su Scegliere o lasciarsi scegliere

Altri articoli che ti potrebbero interessare

SHAMATHA - Suoni e Frequenze per la Meditazione in Armonie con l’Universo

Pubblicato 1 anno fa. 350 visualizzazioni. 2 commenti.

L'Essenziale - Bhagavad Gita

Pubblicato 1 anno fa. 617 visualizzazioni. 2 commenti.

Guarire con una fiaba

Pubblicato 1 anno fa. 580 visualizzazioni. 1 commenti.