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Risvegli notturni e allattamento

Pubblicato 1 anno fa

Giorgia Cozza
Giornalista esperta in gravidanza, allattamento al seno, psicologia e salute della mamma e del bambino

Impariamo la fisiologia del sonno dei bambini per favorire il riposo di tutti i membri della famiglia

Il sonno del bebè è uno degli aspetti della vita da genitore che più impatta sui nuovi ritmi ed equilibri famigliari. Tra notti in bianco, metodi improbabili per “insegnare ai bambini a dormire” e stanchezza cronica, vediamo insieme come funziona il sonno dei più piccoli e come favorire il riposo di tutti i membri della famiglia.

Indice dei contenuti:

Come dormono i bambini?

“È bravo, dorme?”. Ecco una delle domande che più spesso vengono rivolte ai genitori. Come se esistessero neonati “cattivi” o bambini che non dormono. Tutti i bimbi dormono, dormivano già nel pancione della mamma. Solo, non dormono come gli adulti. I ritmi sonno-veglia sono differenti, le fasi di sonno REM (dall’inglese Rapid Eye Movements) che corrisponde al sonno più leggero, e le fasi di sonno non-REM, ovvero più profondo, non sono ancora ben definite e nei momenti di passaggio tra stadi di sonno diversi è più facile che il bimbo si svegli. In realtà, dei micro-risvegli al termine dei cicli di sonno capitano anche agli adulti, ma essendo brevissimi, in genere, al mattino non se ne conserva memoria. 

Latte, anche di notte

Nei primi mesi di vita, inoltre, i bimbi hanno la necessità di nutrirsi – al seno o con il biberon – anche di notte, per cui il bambino che “dorme tutta la notte”, è più l’eccezione che la regola. Se il bimbo è allattato, le poppate notturne sono un prezioso alleato del buon avvio e della riuscita dell’allattamento stesso: durante la notte, la prolattina (ormone responsabile della produzione di latte) raggiunge livelli particolarmente elevati nell’organismo materno e il bebè assume una parte importante della sua quota giornaliera di latte. Questi risvegli, oltre ad essere fisiologici, hanno anche una funzione protettiva nei confronti della SIDS, la sindrome della morte improvvisa del lattante, poiché riducono il rischio di apnee notturne1.

Risvegli notturni, un evento fisiologico

Crescendo, viene meno il bisogno di nutrirsi durante la notte e le fasi di sonno iniziano (gradualmente) a regolarizzarsi, ma i bimbi possono svegliarsi ancora per vari motivi: dai fastidi fisici (sete, raffreddore, eruzione dei dentini, malanni di stagione), al bisogno di contatto e rassicurazione. Ad esempio, i risvegli possono intensificarsi quando si manifesta la cosiddetta ansia da separazione (quando il bimbo si scopre come individuo a sé, separato dalla mamma, e teme di poterla perdere), in occasione del rientro al lavoro della mamma e quando il bimbo raggiunge nuovi traguardi nelle tappe di sviluppo psico-motorio. E in generale i cambiamenti (come l’inizio del nido o della scuola dell’infanzia, un trasloco, la nascita di un fratellino) possono associarsi a notti un po’ più movimentate. Succede anche a noi adulti, se abbiamo qualche pensiero o preoccupazione, il sonno può risultare più disturbato.

Quando dormirà tutta la notte?

Eccola, la domanda “fatidica”: ma quando dormirà di più? Per questo interrogativo non c’è una risposta standard: alcuni bimbi iniziano a dormire tutta la notte a un anno, alcuni a un anno e mezzo, alcuni a due. Si è visto però che intorno al terzo compleanno la durata e la distribuzione delle fasi di sonno più profondo e più leggero corrispondono a quelle degli adulti. A quel punto i risvegli diventano un evento più raro, collegato magari a un brutto sogno o a un periodo emotivamente impegnativo. 

A ogni famiglia la sua soluzione

Abbiamo visto che i risvegli nei primissimi anni di vita sono normali, ma come gestire la fatica dei genitori? Per dare modo alla mamma di “recuperare” sarebbe preziosa una rete di supporto, parenti e amiche che danno una mano in casa, che portano un piatto pronto, che si occupano della spesa. Purtroppo questo aiuto spesso non c’è, ma resta valido il suggerimento di riposare il più possibile non appena il bimbo dorme. E il pavimento da lavare? E i panni da piegare? Lo so, il caos può creare disagio, ma è un momento della vita – una fase - in cui cambiano le priorità. 

Per quanto riguarda l’organizzazione notturna, il fatto di dormire nella stessa stanza (come consigliato dalle associazioni scientifiche per ridurre il rischio di SIDS) consente di occuparsi del piccolo senza doversi alzare e raggiungerlo in un’altra camera. La collaborazione anche notturna del papà può essere determinante in termini di benessere materno: anche se la mamma allatta, il papà può occuparsi del cambio del pannolino, può cullare il piccolo, può portare un bicchier d’acqua alla compagna.

Superati i primi mesi di vita, alcune famiglie trovano che accogliere il bimbo nel lettone aiuti tutti a dormire di più. Altre preferiscono accostare il lettino al lettone. Come sempre ogni famiglia deve trovare la sua strada, le soluzioni giuste per la propria realtà.

Genitori di giorno e di notte

Nella nostra società è radicato il mito del “bambino bravo che dorme tutta la notte”, per cui quando il bimbo si sveglia spesso si tende a incolpare i genitori o a raccomandare loro di mettere in pratica qualche metodo per “insegnare” al piccolo a dormire. Ma attenzione, il suggerimento di lasciar piangere il bambino per intervalli di tempo sempre più lunghi, senza prenderlo in braccio e consolarlo, è sbagliato e potenzialmente dannoso. I bambini hanno bisogno dell’aiuto di un genitore per riprendere sonno e il pianto è l’unico strumento di cui dispongono per comunicare. Un pianto sistematicamente ignorato, oltre a portare livelli molto alti di cortisolo (l’ormone dello stress che resta in circolo per diverse ore dopo che il pianto è cessato), insegna al bambino che non è in grado di chiamare a sé i genitori, che il suo linguaggio è inefficace. L’altro messaggio implicito è che quando hai bisogno nessuno ti aiuta. 

Al contrario, la disponibilità del genitore, l’accoglienza dei bisogni anche notturni, pongono le fondamenta per la sicurezza in sé stesso, la fiducia e l’autostima del bambino. Con benefici emotivi, nell’immediato e a lungo termine.


Ultimi commenti su Risvegli notturni e allattamento

Recensioni dei clienti

Mirea L.

Recensione del 08/08/2025

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 08/08/2025

Infatti accostare "è bravo?" alla domanda "dorme?" non mi è mai piaciuto, e non mi piace nemmeno sentirlo. I neonati hanno dei ritmi differenti dai nostri, e la collaborazione del papà in tutto ciò è fondamentale

Baristo T.

Recensione del 26/11/2024

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 26/11/2024

Purtroppo, va a fortuna, c’è il bimbo che mangia e dorme bello beato e quello che sembra indemoniato. Ma grazie al cielo ci sono soluzioni e consigli molto pratici e utili per aiutare i neogenitori a capire di cosa ha realmente bisogno il bimbo quando non dorme. Grazie per tutti i consigli e le spiegazioni per nulla scontate.

Lia M.

Recensione del 08/11/2024

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 08/11/2024

Molto utile. Spesso non si capisce perché ci siano determinate problematiche durante la notte, andando incontro alla frustrazione!

Annarita R.

Recensione del 14/11/2023

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 14/11/2023

A mio parere è un articolo che aiuta tanto e apre delle strade per capire i funzionamenti che ci sono dietro al ritmo del sonno dei neonati

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