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Riscoprire la nascita con Michel Odent

Pubblicato 3 anni fa

Il ruolo di serenità, intimità, ormoni dell’amore e microbioma per la nascita di un’umanità nuova, ri-connessa alla natura

Era giugno 2006, quando scrissi una mail a Michel Odent per proporgli un seminario in Italia. Ero una sconosciutissima Clara, Italy. Tre volte madre, mi ero immersa nei suoi libri soltanto un anno prima negli Stati Uniti dalla birthkeeper Jeannine Parvati Baker (1). Mi rispose in meno di 24 ore.
Da allora conto circa 135 giornate gomito a gomito. La prima volta, lui atterrato a Pisa senza un numero di telefono né un indirizzo, io interprete improvvisata, con la figlia di un anno sulle ginocchia e spesso al seno. Mi ha portata perfino a Honolulu nel 2012, in occasione della Mid-Pacific Conference on Birth and Primal Health: nel logo la Venere di Botticelli che nasce dal mare.
Ci siamo capiti al volo. Sa quel che ho vissuto partorendo. Lo sa perché lo ha assaporato quando è nato.

Indice dei contenuti:

Maternità e nascita: una questione di umanità

Si obietterà che tutti nasciamo e ogni madre partorisce, ma l’esperienza può essere molto diversa. Di un certo sapore, irresistibile, è stato testimone almeno 16.000 volte. Nell’ospedale francese di Pithiviers dal 1962 al 1985 e poi in Gran Bretagna nei parti a domicilio. A dire il vero, si trasferì oltremanica per consacrarsi interamente alla ricerca e alla divulgazione. Ma la vita aveva anche altri piani per lui. Si sparse la voce che viveva a Londra e un bel giorno lo chiamarono all’ultimo momento. Andò. Le telefonate si moltiplicarono, a volte anche tre al giorno. Un giorno si recò da una certa Liliana (2), e andò a finire che dal 1999 animano insieme il corso Paramanadoula.

Michel Odent, nato nel 1930, sempre in giacca, camicia e pantaloni classici con la piega, rispondendo a quella prima chiamata nel 1986 si ritrovò in uno squat [un edificio occupato, N.d.R.] londinese. Pas de problème. Non è questione di estrazione sociale o stile di vita. È questione di umanità. Vale la pena che il maggior numero possibile di donne partorisca con le proprie forze, ovvero con i propri ormoni, e che la maggior parte di creature nasca esposta a quegli ormoni e al microbioma materno.

Il periodo attorno alla nascita è il più critico dell’esistenza: in gioco ci sono i tratti caratteriali e la salute. Vale la pena che il maggior numero possibile di donne viva serenamente la gravidanza, e che quindi la maggior parte di creature possa svilupparsi bene nella delicata fase nel grembo materno.

Un ginecologo per caso, uno studioso della natura umana per vocazione

Si dice che Michel Odent sia un ginecologo, e da quanto letto fin qui potrebbe sembrare. In realtà è un medico chirurgo generico di altri tempi, risparmiato da eccessiva specializzazione, scrupoloso e attento per indole. Prima della tesi aveva già maturato una certa esperienza, anche in Algeria durante la Guerra. Dopo la laurea prese servizio come chirurgo in un ospedale con una piccola maternità in mano alle ostetriche (Pithiviers). In breve divenne il preferito per effettuare un cesareo nei rari casi in cui serviva.

Solo per caso quindi è stato coinvolto nella nascita. Solo per caso ha scritto il suo primo libro, Nascita dell’uomo ecologico, a cui poi ne sono seguiti tanti altri. Si dice che promuova il parto “naturale”, ma lui stesso non abbina alcun aggettivo e parla piuttosto di fisiologia del parto. Le innovazioni introdotte in quella piccola maternità nacquero dal saper fare un passo indietro per lasciar emergere la fisiologia in sinergia con le ostetriche. Si crede sia il padre del parto in acqua. In realtà, avendo notato in molte donne un’attrazione istintiva, ebbe l’idea di offrire la possibilità di immergersi durante il travaglio. Mai avrebbe immaginato che a volte il bambino sarebbe nato in acqua, e lo stupì la risonanza mediatica. Oggi si presenta quale studioso della natura umana. Addentrarsi nel primo periodo della vita ispira in effetti domande inusuali e fruttuose su cosa ci contraddistingue come specie, come siamo giunti alla situazione attuale e cosa ci aspetta in futuro.

La riscoperta della nascita indisturbata

Si accorse presto che il parto è un processo involontario, dipendente da uno specifico equilibrio ormonale. Tutto quel che si può fare è non disturbarlo. Così scoprì che – a certe condizioni – il travaglio è più facile, la creatura nasce di botto con un forte riflesso di eiezione, spesso “con la camicia”, madre e bambino a quel punto sono “su di un altro pianeta” e, se lasciati indisturbati, interagiscono in modo tale che ben presto c’è la prima poppata.

Nel 1977, in un congresso a Roma, per primo parlò della capacità del neonato di trovare il seno poco dopo la nascita. Delle centinaia di medici presenti nessuno lo capì, a parte una donna che si precipitò a stringergli la mano. Era Sheila Kitzinger (3). Come mai tale incredulità? Non si osservava da millenni, chiarisce.

A partire dal neolitico, dopo aver addomesticato piante e animali, abbiamo addomesticato anche noi stessi. Il parto è stato socializzato, compito dei presenti è diventato tagliare immediatamente il cordone e allontanare il neonato, per impedirgli l’accesso al seno nei primi giorni. Molto probabilmente, come per tutti i mammiferi, prima il parto avveniva in totale intimità e al riparo da sguardi.

Il condizionamento è talmente forte che le sue parole sul concetto di protezione, piuttosto che di aiuto, e sul fatto che il parto sia una storia a due trovano ancora poca eco. Perlomeno nei fatti. Rarissimo che una donna possa partorire “come se fosse da sola”. Molti restano scettici, e anche chi comprende incontra difficoltà ad abbandonare abitudini consolidate.

Bimbo appena nato fra le braccia della mamma

Microbioma e periodo primale: come Odent ha anticipato recenti scoperte scientifiche

Michel Odent, partendo da una ricca esperienza empirica e un’inconsueta apertura mentale, ha avuto intuizioni formidabili, anticipando importanti scoperte scientifiche. Laddove tutti si preoccupavano di disinfettare, si è accorto negli anni Settanta che la prima colonizzazione del neonato con i microrganismi materni è fondamentale per il sistema immunitario, prima della recente rivoluzione del microbioma.

Con il concetto di periodo primale, negli anni Ottanta ha messo l’accento sull’esistenza di periodi critici per lo sviluppo e sulla necessità di studiare gli effetti a lungo termine di ciò che accade all’inizio della vita, prima dell’avvento dell’epigenetica.

Ora ha introdotto il concetto di preparazione fisiologica al parto, per indicare i cambiamenti metabolici via via più accentuati fino all’ultimo, e sottolinea l’importanza di questa fase di transizione dati scientifici alla mano.

Siamo prima di tutto mammiferi, anzi scimpanzé marini

Sa comunicare con un linguaggio semplice, efficace, innovativo. Pensiamo a: cocktail di ormoni dell’amore, riflesso di eiezione del feto, bisogni fondamentali di base della donna in travaglio, ecologia del grembo, primo contatto indisturbato tra madre e bambino, placenta avvocato del bambino, ossitocina ormone timido, epidemia di induzioni, cesareo a travaglio avviato ma non di emergenza, ricerca in salute primale.

Non parla di stati alterati di coscienza, ma di stati emozionali trascendenti, e a estasi preferisce sensazione oceanica. Si tratta della ricompensa fisiologicamente prevista per ogni evento della vita riproduttiva.

Insiste sul fatto che abbiamo una neocorteccia enorme, rispetto agli altri mammiferi: conviene soddisfare i suoi bisogni nutrizionali fin da quando si sviluppa, e conviene assai badare a non disturbare la fisiologica modulazione della sua attività in certi frangenti, per esempio attorno alla nascita.

Ci ricorda instancabilmente che siamo mammiferi, anzi per essere più precisi suggerisce scimpanzé marini.

Si è sempre posto tante domande, ad ampio spettro, con una prospettiva interdisciplinare, non viziate da condizionamenti e pregiudizi, adeguate al momento storico e a situazioni senza precedenti.

Qualunque aspetto si consideri, la conclusione è identica: abbiamo raggiunto il limite della dominazione della natura. È ora di cambiare rotta. Nonostante sia tuttora un tabù, avvolto in una sorta di cecità culturale, forse non è utopico includere tra le varie misure la protezione dei processi fisiologici all’inizio della vita. Sarebbe auspicabile, in un’epoca segnata da un’infezione virale, che altro non è che segno di una de-regolazione del sistema immunitario. Poi, forse, si potrà prendere atto anche del fatto che, grazie alla moderna medicina, negli ultimi cent’anni abbiamo infranto le leggi di selezione naturale, come Michel Odent segnala con_ cognizione di causa. Per fortuna, le prese di coscienza sono fenomeni misteriosi che avvengono all’improvviso. Quindi c’è speranza.


Note

1 Jeannine Parvati Baker (1949-2005) è stata un personaggio poliedrico: ostetrica, maestra di yoga, erborista, astrologa, esperta in cerimonie sacre, fondò Hygieia College, una scuola esoterica internazionale di scienza femminile e di arte ostetrica esperenziale.

2 Liliana Lammers, doula con esperienza pluridecennale, fondatrice, con Michel Odent, della scuola internazionale per doule Paramanadoula.

3 Sheila Kitzinger è conosciuta in tutto il mondo per i suoi libri sui temi del parto, allattamento e sessualità, molti dei quali divenuti bestseller internazionali. È morta nel 2015, aveva 86 anni.


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Recensioni dei clienti

Baristo T.

Recensione del 28/12/2024

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 28/12/2024

Avevo sentito parlare del dottor Odent quando un'amica volle fare, anni e anni fa, il parto in acqua, forse nell'unica struttura che c'era in zona allora e in effetti ci si riferisce sempre a lui per molti concetti "moderni" riguardo al parto. Grazie per questo bellissimo e interessante articolo.

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