Ricominciare a rendere le favole la nostra realtà

Cosa sono le favole? Sono davvero solo un modo per far addormentare figli iperattivi così che noi possiamo finalmente riposare o finire di svolgere le nostre faccende in santa pace?

Davvero crediamo che sia solo insegnare loro la pace attraverso un pulcino che aiuta gli altri pulcini ad uscire dal guscio? Nobile intento, ma questo lo possiamo insegnare con il nostro esempio.

C’è stato un tempo nel quale le fiabe erano solo una traccia di possibilità ancora non in essere da lasciar plasmare alla mente fresca e libera da giudizi del più piccolo tra i piccoli.

Mi spiego. Avevate mai pensato alla bravura di Cenerentola nel riuscire in un momento, in un solo giorno a trasformare dei topolini in cocchieri ed una zucca in carrozza? Pura follia vero? No, solo gestione focalizzata ed intenzionale del potenziale dato dall'energia oscura che costituisce il 99,97% dello spazio sub nucleare.

No, non sto scherzando.

I nostri atomi, e quelli di qualsiasi altra cosa sono solo UNO degli infiniti modi con cui l’energia, una volta PENSATA, si configura in una cosa che a noi sembra materia densa e tangibile.

Quella zucca in realtà non è mai stata una zucca che abbiamo trasformato in carrozza. Essa è solo una rappresentazione di uno degli infiniti modi con cui la fluttuazione quantistica può configurarsi in un ologramma percettivo. In parole povere, la forma delle cose è solo un sogno che grazie al nostro cervello noi riusciamo a vedere realizzato, ma che contiene in sé tutti i possibili sogni che noi consideriamo possibili. E questa è scienza, non filosofia.

Ora, proviamo ad immaginare quello che saremmo in grado di fare nella nostra vita se fin da piccoli i nostri sogni e le fantasie non venissero limitati dalla società moderna e dalle sue regole che servono ad auto-alimentare se stessa anziché noi e il nostro potenziale creativo.

Siamo nati come maghi creatori di realtà e tutto intorno a noi si sforza di farci credere che tutto quello che possiamo creare è un buon lavoro, una buona famiglia e alla fine la morte. E noi ci crediamo pure, solo perché dimentichiamo ben presto quello che siamo stati in grado di fare partendo da una singola cellula uovo fecondata che si frattalizza nel suo sogno infinito di essere umano.

Proviamo a pensare a cosa succederebbe se dal momento stesso del concepimento continuassimo a dire a nostri figli che sono degli Dei in grado di perpetrare la creazione infinita che si chiama vita solo grazie al fatto che POSSONO SOGNARE.

Mai più impedire ai sogni più sfrenati di far traccia alla propria vita e al proprio sé futuro. Leggere di come un calabrone può quantisticamente volare, di come un sasso può essere un cristallo pensante, di come un organo è solo un pensiero che ci dice come stiamo nella materia, può fare la differenza tra una vita in catene ed una vita da meravigliosi sacerdoti del proprio Dio creante.

Noi siamo tutto ciò che vogliamo essere, nel bene e nel male: smettiamo di limitare questo potenziale senza limiti se non quelli che noi gli ritagliamo sulla misura delle nostre credenze.

La favola, la fiaba, il racconto sono solo espressioni del possibile che si palesa dalle ceneri dell’impossibile: facciamo sapere ai nostri figli che non esiste differenza tra i due!

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