Quel che la Scienza "sa" - o non sa - della Coscienza
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3 anni fa
Leggi un estratto di "Un Oceano Illimitato di Coscienza" libro di Tony Nader
Una recente ricerca su Google per "coscienza" ha dato 91 milioni di risultati; Amazon ha elencato 26.615 libri sull'argomento. Migliaia di articoli, blog, seminari e conferenze in tutto il mondo sono dedicati alla comprensione della coscienza.
Nei laboratori scientifici universitari si stanno studiando i suoi correlati neurofisiologici: cosa succede nel cervello quando sperimentiamo vari stati di consapevolezza? Alcuni ricercatori della coscienza si stanno espandendo in campi ben al di là delle solite arene di esame scientifico. Stati alterati di coscienza, fenomeni psichici e stati superiori di coscienza stanno tutti cominciando ad essere sotto la supervisione e l'attento esame della ricerca sulla coscienza.
Questo non è solo un lavoro di fondamentale importanza, è anche atteso da tempo.
Come descriverò più avanti dettagliatamente, la mia proposta è che c'è una Coscienza suprema che è indipendente da qualsiasi proprietario, persona o entità. È un'essenza e un tessuto immateriale e impersonale da cui tutto emerge. Mi riferisco spesso ad essa come pura Coscienza: l'unica realtà unificata.
Avrete sicuramente notato che scrivo la parola "coscienza" con la C maiuscola quando mi riferisco non alla mia coscienza, alla vostra coscienza, o a qualsiasi forma di coscienza individuale e localizzata, ma alla singolarità che è la Coscienza in se stessa.
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Per la comprensione scientifica moderna, la coscienza è ancora essenzialmente un enigma. Non sappiamo cosa sia o da dove venga. Ci sono molte teorie ma non c'è consenso. Diversi filosofi, psicologi e persino fisici hanno i propri punti di vista. È un campo pieno di fermento e disaccordo, un campo meravigliosamente attivo, ribollente di idee.
Si può facilmente capire perché le scienze fisiche siano così universalmente perplesse sul fenomeno della coscienza. È certamente un mistero come un fascio di neuroni - una massa di materia cerebrale grigia e umida sia in grado di eseguire i milioni di calcoli che danno origine all'esperienza soggettiva di un individuo (se questo è veramente ciò che accade nella cognizione umana).
Si teorizza che il cervello si sia evoluto in qualche modo da un precedente, primordiale stato di poltiglia biologica, per generare capolavori come la Nona Sinfonia di Beethoven, le complesse equazioni della matematica superiore, l'Amleto di Shakespeare, il David di Michelangelo e il Large Hadron Collider.
Eppure la risposta di alcuni dei più brillanti scienziati dell'umanità è stata quella di guardare oltre il dilemma e saltare attraverso il divario percepito tra il nostro essere fisico e i fenomeni della nostra coscienza, presupponendo che la coscienza sia solo un prodotto della materia.
Francis Crick, il biologo molecolare e neuroscienziato che ha ricevuto il premio Nobel per la scoperta, condivisa con altri due scienziati, della struttura molecolare del DNA, è rappresentativo della prospettiva occidentale prevalente della coscienza, il modello fisicalista, quando afferma: «"Tu", le tue gioie e i tuoi dolori... il tuo senso di identità personale e il libero arbitrio non sono in realtà altro che il comportamento di un vasto accorpamento di cellule nervose e delle loro molecole associate».
Certamente c'è una correlazione tra gli stati del cervello e l'esperienza soggettiva, ma dire che una persona non è altro che l'attività di un insieme di cellule nervose non significa solo confondere la correlazione con la causalità, ma anche sminuire anche la ricca complessità e la dignità di ogni essere umano. Noi siamo molto più di questo.
Nonostante la sicurezza di molti il cui pensiero è condizionato dalla vecchia concezione materialista della realtà, nessuno sa effettivamente quale sia il legame tra la struttura neuronale del cervello e l'esperienza soggettiva interna, ciò che gli scienziati chiamano "qualia": cose come i sentimenti, l'apprezzamento del colore e della musica, il senso di attrazione e avversione, e così via.
I qualia sono gli aspetti qualitativi e apparentemente non misurabili della nostra esperienza soggettiva: come ci si sente a vedere un bel tramonto luminoso, a sentire la canzone preferita o perfino a percepire semplicemente il colore verde o a sentire una nota suonata al pianoforte che avrebbe una "sensazione" diversa dalla stessa nota suonata su un flauto. Queste esperienze differiscono nettamente dalla descrizione oggettiva della meccanica neurologica di vista, udito ecc.
Le sensazioni fisiche come la fame o il calore, la gamma di emozioni come la gioia e la paura, e gli stati d'animo come la noia e l'inquietudine appartengono tutti al regno dei qualia sperimentati personalmente.
Il filosofo e scienziato cognitivo Jerry Fodor lo riassume così: «Nessuno ha la minima idea di come qualcosa di materiale possa essere cosciente. Nessuno sa nemmeno come sarebbe avere la minima idea di come qualcosa di materiale possa essere cosciente».
Consapevolezza. Vigilanza. Attenzione. Concentrazione. Risveglio. Questi sono tutti aspetti riconoscibili della coscienza.
Potremmo dire (un po' troppo semplicisticamente) che la coscienza è la capacità di essere consapevoli di qualcosa, di essere svegli e capaci di valutare noi stessi e il nostro ambiente.
Eppure non è così facile trovare una definizione di coscienza. Quale sarebbe, per esempio, la differenza tra consapevolezza e coscienza?
Supponiamo che stiate dormendo e che ci siano dei rumori in strada che non sentite. Non ne siete consapevoli, eppure siete ancora esseri coscienti, vero? Non avete perso la condizione di esseri umani coscienti anche se siete momentaneamente inconsapevoli degli eventi dell'ambiente circostante (o per meglio dire, anche se siete indubbiamente ancora "consapevoli" di fenomeni interni e mentali come i sogni, e il vostro corpo è "consapevole" e si adatta costantemente a una serie di variabili esterne e interne come la temperatura, l'ossigenazione del sangue ecc.).
Quindi la consapevolezza potrebbe essere definita come la nostra capacità di essere coscienti di qualcosa, mentre la coscienza sarebbe uno stato dell'essere.
Immaginate un'altra situazione. Siete ospiti di una grande festa, in una sala da ballo affollata da ogni sorta di persone per lo più raccolte in piccoli gruppi, ognuno dei quali impegnato in una conversazione diversa. Da persone coscienti siete ovviamente consapevoli della sostanza di alcune di quelle conversazioni, anche se certamente non di tutte.
Parte del problema è che vari scienziati e filosofi usano i termini "consapevolezza" e "coscienza" in modo intercambiabile, quindi non è facile trovare una definizione precisa, e infatti la scienza non lo ha fatto.
Una comprensione relativamente nuova nella scienza è che ci sono vari stati discreti di coscienza.
Fino agli anni '50, la scienza riconosceva solo due stati di coscienza, la veglia e il sonno. A ciascuno si attribuiva una propria attività corrispondente nel corpo e nel cervello, gamme di attivazione metabolica e marcatori biochimici.
Nel 1953, è stato scoperto il sonno con movimento rapido degli occhi (REM, Rapid Eye Movement) che ha portato al riconoscimento del sogno come uno stato separato di coscienza, quando sono venute alla luce onde cerebrali uniche, caratteristiche del sogno.
Il sogno è naturalmente tutt'altro che un fenomeno nuovo. È molto citato nella Bibbia, in cui i sogni e la loro interpretazione hanno spesso giocato un ruolo importante nella vita di patriarchi come Giacobbe (lotta con l'angelo) e Giuseppe (previsione di sette anni prosperi, grassi e sette anni magri), per non parlare della letteratura popolare di tutto il mondo da migliaia di anni. Gli studenti di filosofia indiana si sono dilettati - e si sono grattati la testa per lo sconcerto - sul sogno-nel-sogno del testo classico Yoga Vasishtha.
Ma fino a quando l'attività fisiologica e neurologica misurabile che accompagnava l'esperienza soggettiva dei sogni poteva essere identificata, monitorata e descritta in modo quantificabile, per quanto riguarda la scienza lo stato di sogno avrebbe potuto benissimo non esistere.
Questo perché la veglia, il sonno profondo e il sogno sono stati di coscienza non solo nella sfera soggettiva. Ognuno ha la sua corrispondente modalità fisiologica di funzionamento, la sua caratteristica "firma" fisica. Le onde cerebrali durante la veglia e i modelli che la fisiologia assume, incluso il tasso metabolico, l'attività cardiaca e la chimica del corpo, sono diversi quando sognate o quando dormite profondamente.
Il sogno è per lo più spiegato dalla scienza medica come un mezzo per liberarsi dallo stress, per dare sfogo a desideri inconsci e per sfogare il sistema nervoso. Se il sogno è compromesso per lungo tempo, si va incontro a disturbi mentali e fisici.
Indipendentemente dal ruolo e dal significato dei sogni, è interessante sottolineare come una modalità di funzionamento del sistema nervoso durante un sogno faccia sì che l'individuo sperimenti e creda con tutto il cuore che qualcosa sia reale, mentre è puramente fittizio e immaginario. Questo evidenzia come la nostra percezione della realtà è molto soggettiva e dipende dal funzionamento del nostro sistema nervoso. Sottolinea il fatto che in realtà percepiamo solo quegli aspetti della realtà che i nostri strumenti di percezione (cervello, apparati sensoriali, sistema nervoso, ecc.) ci permettono di sperimentare.
Questo è illustrato dal fatto che c'è una condizione neurologica ben documentata conosciuta come sinestesia in cui, in una persona, sono unite due o più sfere sensoriali che formano una relazione. Stimolando un senso si stimola l'esperienza dell'altro. L'effetto più comune avviene nelle persone che vedono certe parole o lettere in colori particolari quando chiunque altro vede solo caratteri neri. Si crede che almeno una persona su 10.000 abbia questa condizione.
Se è possibile che così tante persone vedano le cose in modo così diverso dagli altri, allora sembra probabile che ci sia un numero infinito di altri modi in cui tutti noi potremmo percepire la realtà in modo diverso - e del tutto unico - se solo i nostri cervelli fossero cablati diversamente.
La relazione tra la coscienza e la fisiologia è intima e reciproca: ogni cambiamento nel vostro stato fisiologico, compresi fattori banali come il cibo che avete mangiato a pranzo e se siete riposati o stanchi, è accompagnato da un cambiamento nel vostro stato mentale-emotivo. Allo stesso modo, quando la coscienza si sposta, sia che si tratti di spostamenti maggiori come dalla veglia al sonno, o di spostamenti minori come i cambiamenti d'umore o le percezioni, c'è uno spostamento parallelo nell'attivazione fisiologica. Questo è molto ben stabilito ed è talvolta indicato come il "principio psicofisiologico".
Immaginate di aver fatto un'escursione su un sentiero di montagna e di essere diretti verso casa; la sera si avvicina rapidamente quando improvvisamente vedete davanti a voi, raggomitolato e apparentemente pronto a colpire, un serpente! La reazione di paura crea immediatamente cascate chimiche nella vostra fisiologia, l'adrenalina inonda il flusso sanguigno, la pressione del sangue sale e il cuore accelera e pompa più sangue e via di seguito.
Questa reazione a catena è stata studiata a fondo e ora va sotto il termine descrittivo piuttosto scoraggiante di reazione psico-neuro-endocrino-immunologica, il che significa che la vostra percezione ha innescato un cambiamento su larga scala nel funzionamento corporeo. E il fatto è che non era affatto un serpente, era solo un pezzo di corda! È stato il pensiero a creare la reazione fisica.
Ma continuiamo la nostra esplorazione di quanto lontano le nostre moderne scienze fisiche e computazionali sono arrivate ad espandere la nostra comprensione della coscienza e le varie forme o "stati" che la coscienza sembra assumere.
Mentre la veglia, lo stato di sonno e lo stato di sogno sono quelli generalmente considerati stati "normali" di coscienza, sembra che ci siano anche numerosi stati di coscienza alterati o indotti.
Un esempio è lo stato indotto dall'anestesia, in cui al paziente vengono somministrate alcune sostanze chimiche ed è come se il cervello si addormentasse, spegnendo temporaneamente la consapevolezza. Questo stato chimicamente indotto ha enormi benefici, facilita gli interventi chirurgici salvavita e permette ai pazienti di evitare dolori fortissimi. Pensate solo per un secondo a tutti i soldati feriti del passato che si sono fatti tagliare arti spappolati, strappati o gravemente infetti solo con il contributo di un bicchierino di whisky o l'espediente di "stringere la pallottola fra i denti". Ma anche se fa ormai parte della vita moderna, l'anestesia non può essere considerata uno stato normale di coscienza.
E in effetti c'è una sorta di famiglia di stati di coscienza compromessi, tipicamente causati da lesioni cerebrali, che si assomigliano, ma che ricerche recenti hanno dimostrato essere ben distinti:
Sindrome Locked-in
In questo stato piuttosto terribile, la persona è cosciente, ma tutti i muscoli volontari del corpo sono paralizzati. La persona è completamente immobile per niente e quindi non può comunicare normalmente.
Un'eccezione frequente è che gli occhi possono muoversi e sbattere le palpebre, il che diventa l'unico mezzo di comunicazione possibile.
La sindrome Locked-in è causata da danni al tronco encefalico e a porzioni del cervello inferiore, ma il funzionamento del cervello superiore (la corteccia) rimane in gran parte o perfino completamente intatto. Così la persona mantiene la consapevolezza e può pensare in modo normale, ma non ha modo di comunicare. Quindi si è imprigionati nel proprio corpo.
Stato vegetativo
Questa è una condizione simile ma per certi versi opposta, in cui le porzioni superiori del cervello (gli emisferi cerebrali) sono danneggiate, mentre le porzioni inferiori sono illese.
Una persona in questo stato simile al coma sembrerà passare attraverso normali cicli di sonno e veglia e mostrerà movimenti oculari e alcuni riflessi motori, ma non avrà alcuna apparente consapevolezza di sé o delle persone e di quanto avviene nell'ambiente circostante.
Stato minimamente cosciente
Come suggerisce il nome, una persona minimamente cosciente ha una grave ma non completa chiusura della consapevolezza e della reattività. Quando le onde cerebrali e le varie funzioni fisiologiche sono monitorate, sembra che la persona stia attraversando cicli di veglia, sogno e sonno ma è a malapena reattiva a qualsiasi stimolo.
Questo stato è come lo stato vegetativo ma non così estremo.
Solo molto recentemente i neurofisiologi sono stati in grado di distinguere i due stati ed è una distinzione importante, poiché una persona minimamente cosciente ha una prognosi migliore per un recupero almeno parziale rispetto a una persona in stato vegetativo.
Coma
Questo è l'esempio estremo di coscienza compromessa, in cui una persona non passa attraverso i cicli di veglia, sogno e sonno, è completamente insensibile e sembra totalmente inconsapevole.
Tuttavia, sono stati riportati numerosi casi clinici in cui una persona in coma ha in seguito descritto, con grande precisione, conversazioni ed eventi che hanno avuto luogo attorno a lei quando si pensava che fosse incosciente e che il cervello fosse a malapena funzionante.
Questi casi sfidano la convinzione prevalente che la coscienza sia causata o creata dal cervello.
Stato alterato (lieve)
Una categoria che quasi tutti hanno sperimentato almeno una volta è una forma di stato alterato che coinvolge cambiamenti nella consapevolezza, nell'umore o nella percezione che possono essere causati sia involontariamente da fattori come febbre alta, privazione del sonno o psicosi, o intenzionalmente attraverso il digiuno o l'uso di droghe psicotrope (che alterano la mente) tra cui la marijuana e allucinogeni come LSD, ecstasy e mescalina.
A volte spaventosi, a volte estatici, di solito da qualche parte nel mezzo, gli stati alterati sono di regola limitati a poche ore prima di svanire.
Sogni lucidi
Questa è un'affascinante varietà di esperienza cosciente in cui una persona sta veramente sognando, sa che sta sognando e può controllare il sogno.
La persona è il regista: può controllare la storia, cambiare l'esito se non le sembra troppo favorevole, aggiungere o eliminare personaggi, cambiare luoghi. Se vi ritrovate a volare durante un sogno e vi piace, potete decidere di volare ancora.
Se vi svegliate da un sogno lucido a causa di qualche fattore di disturbo come un rumore, potete decidere di tornare a dormire e riprendere il filo e continuare lo stesso sogno.
Sonnambulismo
Il sonnambulismo (camminare nel sonno) è un altro stato di coscienza alterato abbastanza paradossale.
Le persone che camminano nel sonno tipicamente si alzano dal letto nel primo terzo della notte, durante la fase "onda lenta" dell'attività cerebrale verso la fine del normale ciclo del sonno. Hanno gli occhi aperti ma sono addormentate e non hanno alcuna auto-percezione di ciò che stanno facendo.
Durante gli episodi di sonnambulismo, che durano da trenta secondi a mezz'ora, possono svolgere una serie di attività, dal semplice andare in bagno al fare le pulizie, cucinare o perfino guidare, ma molto raramente ricordano qualcosa al mattino.
Il sonnambulismo è più comune nei bambini che negli adulti e di solito viene superato nella tarda adolescenza.
Ipnosi
L'ipnosi è un altro stato in cui gli individui sono svegli ma insolitamente aperti alla suggestione, quindi il loro processo decisionale è in qualche modo sotto il controllo dell'ipnotizzatore.
Come definito dalla Mayo Clinic, è uno "stato simile alla trance in cui si hanno un'attenzione e una concentrazione elevate".
L'ipnosi è spesso usata per promuovere il rilassamento e la calma; può essere autoindotta o assistita da un terapeuta.
In qualsiasi momento, il vostro cervello è impegnato a svolgere centinaia, se non migliaia di compiti contemporaneamente.
Mentre leggete queste pagine con attenzione cosciente, il cervello sta monitorando e regolando dozzine di processi corporei interni, decidendo quali delle attività in cui è coinvolto devono diventare coscienti per essere eventualmente agite. Oppure il vostro cervello potrebbe etichettare alcune nuove informazioni per l'archiviazione in memoria mentre scarta altri dati in arrivo.
Tutto questo, e molto di più, avviene al di fuori della vostra consapevolezza. Infatti, la stragrande maggioranza di ciò che fa il cervello non raggiunge mai la consapevolezza cosciente.
C'è un certo dibattito su quali aspetti di questa attività non cosciente debbano essere etichettati come inconsci e quali sono subconsci, anche se penso che la maggioranza sia d'accordo sul fatto che si tratta principalmente di una differenza di grado.
I dati subconsci sono vicini alla superficie della consapevolezza, come le indicazioni per arrivare a quel negozio dall'altra parte della città, i numeri di telefono, e i nomi dei figli dei parenti, cose che si sanno ma che non sempre si usano e che possono essere richiamate alla coscienza con relativa facilità. Il subconscio d'altra parte ospita ricordi, paure e altri sentimenti che abbiamo dimenticato, magari perché erano dolorosi, e a cui non possiamo accedere facilmente.
Secondo questa comprensione, che è stata prominente nella cultura occidentale fin dai tempi di Freud, gran parte della nostra vita mentale si svolge per così dire al buio, al di sotto o al di fuori della nostra consapevolezza cosciente, eppure ha un potente effetto sulla nostra vita nel presente. Questo dominio include anche fattori come le nostre convinzioni, che dettano ciò che pensiamo sia giusto o sbagliato, possibile o impossibile.
Il filosofo francese Jean-Paul Sartre all'inizio si rifiutava di credere che ci fosse un inconscio perché voleva sottolineare la libertà e la responsabilità e la capacità di prendere decisioni e tracciare il proprio destino.
Basandosi sulla teoria dell'inconscio, gli psicologi parlano di "apprendimento implicito", un modo molto comune di elaborazione delle informazioni che non è completamente cosciente o intenzionale.
Impariamo la lingua madre in questo modo e molti dei modelli comportamentali che assimiliamo nel nostro ambiente familiare e culturale sono appresi implicitamente, con l'esempio e una sorta di osmosi, in contrasto con il modo intenzionale in cui potremmo imparare la geometria, l'informatica o la neuroanatomia.
Un fenomeno correlato è chiamato "memoria implicita". Impariamo certe abilità, le dimentichiamo e quando è necessario possiamo richiamarle facilmente. Andare in bicicletta, tagliare la verdura a dadini, guidare la macchina, lavarsi i denti sono tutte abilità di questo tipo. Impararle richiede intenzione attiva e attenzione, ma una volta imparate diventano automatiche.
Questo è interessante da una prospettiva neurologica, in quanto la fase di apprendimento attivo richiede una notevole produzione di energia nel cervello, quindi il metabolismo cerebrale - cioè l'utilizzo di ossigeno - aumenta. Una volta appresa l'informazione o il comportamento, l'attivazione dell'energia diminuisce perché l'informazione viene immagazzinata nella memoria. Allora accedervi e utilizzarla è facile; non dobbiamo pensarci.
Molti di noi hanno avuto l'esperienza di guidare una macchina come se ci fosse il "pilota automatico", riuscendo in qualche modo a percorrere un bel po' di chilometri pensando a qualcos'altro, la mente cosciente impegnata a risolvere problemi o a sognare ad occhi aperti mentre l'inconscio gestisce la macchina. Questa è un'altra variazione che potremmo chiamare il gioco della coscienza.
Possiamo anche distinguere tra la coscienza "sullo sfondo" e la coscienza "in primo piano" o effettiva del presente.
La coscienza di sfondo è il nostro senso del Sé, chi sentiamo di essere, la nostra identità umana e personale. Anche se non ci pensiamo attivamente durante il giorno, tutti noi abbiamo un senso generale di chi siamo, il nostro nome, la nostra professione, i nostri ruoli e le nostre relazioni con gli altri. Tutto questo passa inosservato sullo sfondo della nostra coscienza.
In primo piano ci sono le specificità dell'esperienza di oggi: ciò a cui pensiamo e su cui poniamo l'attenzione, le nostre percezioni, i pensieri, le intenzioni, i desideri e le azioni che intraprendiamo.