Qual è il messaggio nascosto che Maria Maddalena ci ha lasciato?
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2 anni fa
Leggi un estratto del libro "La Lettera della Maddalena" di Isabelle Von Fallois
Il romanzo d'esordio di Isabel Von Fallois nasce da una visione che lei stessa ha avuto durante un'esperienza di premorte, la notte della vigilia di Natale, che si incentra su scoperte e rivelazioni spirituali importantissime.
Ecco per te un estratto dal suo libro:
Lucius, Parigi, 29-30 Settembre 2013
Lucius si guardò attorno e per un momento sostò in un ombreggiato portone.
L'aver diffuso la notizia che Julien e Marie sarebbero di nuovo stati a Parigi non aveva danneggiato la sua immagine agli occhi degli Ottaviani. Solo quando de la Fontaine insistette per sapere perché de la Tour venisse via dalla città di Lohengrin, Lucius non trovò nulla di particolarmente convincente da dirgli.
«Ha già avuto problemi con il suo ginocchio e stare sempre lì in piedi su quella navicella...», aveva balbettato. «Forse doveva dedicarsi a qualche disciplina marziale.
Comunque oggi vado lì, se ha bisogno di me sono raggiungibile al cellulare».
De la Fontaine gli aveva lanciato uno dei suoi inconfondibili sguardi, tanto che a Lucius scesero i brividi lungo la schiena. Quello sguardo perforante... Poi però lo aveva congedato con un gesto. E se non si sbagliava, non era stato seguito da nessuno, nella strada dove abitava Xiao Lin tutto era calmo.
Però più si avvicinava alla casa del maestro e più la sensazione di calma si affievoliva. Il suo istinto non si sbagliava: qualcuno lo stava osservando, lo percepì nettamente. Senza dare nell'occhio si guardò attorno; sì, lì, c'era un passante a cui normalmente non avrebbe fatto caso.
Ora però notò che camminava al suo stesso passo. Eppure le sue scarpe non facevano rumore. Così silenziosamente camminava solo chi era allenato a farlo. Lucius sapeva che avrebbe potuto distrarlo. Ma era meglio non farlo. Aveva detto che sarebbe andato da Xiao Lin.
Quindi assolutamente niente di anormale. Se solo quell'uomo non avesse avuto quell'aria... C'era qualcosa di minaccioso in lui; e poi quel cappotto... Senza volerlo Lucius sussultò, l'abbigliamento tipico delle spie dell'Europa dell'Est, cappotto di lana scuro qualunque fosse la stagione, cappello e scarpe di pelle con suole sottili.
Il ramo russo degli Ottaviani non si era lasciato ingannare, erano lì alle sue calcagna.
Lucius bussò alla porta di Xiao Lin, sapeva che l'uomo avrebbe poi riferito che lui era andato regolarmente ad allenarsi. Quando Xiao Lin aprì la porta gli fece capire che erano osservati. Si abbracciarono amichevolmente e i saluti risuonarono più francesi del solito.
Grandiosa la rapidità con cui Xiao Lin aveva reagito. Solo dopo aver chiuso la porta alle spalle di Lucius Xiao Lin disse: «Hai l'aria spaventata. Cosa succede?». «Ho visto qualcuno, gli uomini di Grigori Solokov non mollano. Forse sono riuscito a ingannare Maurice, ma non i russi, mi stanno seguendo. Per ora senza dare nell'occhio. Non mi sono tradito, questo lo so». Xiao Lin però esitò e quando Lucius si accorse che le novità l'avevano colpito gli chiese: «Cosa c'è, in che misura riguardano anche te?». «Julien sarà qui tra poco».
Lucius credette di aver capito male. «Julien de la Tour? Viene qui?». «Sì, Julien», ribadì Xiao Lin a bassa voce. «Voglio spiegarti tutto, ma prima devo mettere in guardia Julien. Deve camuffarsi». Xiao Lin si girò un attimo per scrivere qualcosa sul suo cellulare.
Lucius trovava sorprendente che il suo vecchio maestro padroneggiasse così la tecnologia più avanzata. «Il tuo non è intercettabile, vero?». Xiao Lin si limitò a sorridere a Lucius e lo invitò a seguirlo in cucina. Dopo aver versato a entrambi del tè bianco iniziò a parlare con la sua cadenza musicale.
«Come sai oggi è un giorno speciale, quello del potente arcangelo Michele. Non è solo il più grande tra gli angeli custodi del Signore, ma anche il patrono di tutte le sacre arti, marziali perché anche lui è un guerriero sotto il firmamento come te e anche Julien».
Lucius aggrottò le sopracciglia: «Dove vuoi arrivare?». «Dato che entrambi dovrete essere preparati per la grande battaglia che probabilmente si svolgerà sul Montserrat vi ho convocati in questa notte pregna dell'energia di Michele per darvi ulteriori, insegnamenti».
Lucius, che era convinto di essere arrivato lì di sua iniziativa, rivolse uno sguardo interrogativo a Xiao Lin. Lui però era praticamente già mezzo fuori dalla cucina. «Apro un attimo la porta». E in quell'esatto istante qualcuno suonò alla porta. Automaticamente Lucius seguì il suo maestro. Aperta la porta, Xiao Lin si trovò di fronte un barbone, talmente malconcio che Lucius trattenne il respiro per evitare il tanfo di quel corpo sudicio. Xiao Lin aiutava tutti, nel quartiere era risaputo. Come sempre Xiao Lin chiese: «Cosa posso fare per lei?». «Ha da dare qualcosa da mangiare a un uomo affamato?». «Ma naturalmente», rispose Xiao Lin pieno di compassione. «Venga pure dentro e mi segua». E la pesante porta si chiuse per la seconda volta.
Lucius era stupefatto, perché chiunque avesse tenuto d'occhio la casa non avrebbe notato nulla di inconsueto. Eppure Julien ce l'aveva fatta a entrare in casa senza destare l'attenzione. Perché era proprio Julien che sorridendo lo stava salutando. «Sono molto felice di conoscerti finalmente, Lucius». Al più tardi l'avrei riconosciuto dal tono della voce, si disse Lucius rispondendo automaticamente: «Piacere mio».
Dal leggero inchino traspariva l'ammirazione per il grande cantante. «Ora però devo per prima cosa togliermi il costume di carnevale». La risata di Julien risuonò argentina e quando anche Xiao Lin si unì, Lucius si accorse di come la tensione accumulata si stesse scaricando.
Julien si tolse il cappellaccio e il cappotto tutto sporco. Quando si passò le mani tra i capelli neri che scendevano sulla schiena si sentì di nuovo se stesso. Nel momento in cui si accorse dello sguardo curioso di Lucius aggiunse: «Chi l'avrebbe mai detto che anni di lezioni di recitazione mi sarebbero serviti anche fuori dal palcoscenico!».
Sul suo viso si delineò un sorriso da adolescente. «Come entrambi sapete, le cose non sono mai come sembrano», intervenne Xiao Lin sorridendo e Lucius concordò con un cenno del capo.
«Ora però dovremmo dedicarci alle nostre faccende. Julien, per favore, siediti vicino a Lucius sulla panca della cucina. Ti porto subito un tè e poi vi spiego perché vi ho convocati qui». Lucius notò in Julien un sussulto. Forse era anche lui convinto di essere arrivato di sua iniziativa. Sorrise tra sé e sé. Poi fece la domanda che gli bruciava: «Da quanto tempo vi conoscete voi due? Mi sembrate molto in confidenza, anche se ai miei tempi non ho mai incontrato Julien qui».
«Julien ha cominciato che era bambino perché per diventare un vero lottatore di shaolin kung fu bisogna allenarsi intensamente già in tenera età. Questo significa che Julien veniva qui ad allenarsi praticamente tutti i giorni molto prima di te». «Ma come poteva sapere già da piccolo di dover diventare un lottatore?» insistette Lucius. «Io non ne sapevo niente», intervenne Julien, «è stata mia madre che il giorno dopo che ebbi compiuto quattro anni mi ha mandato per la prima volta da Xiao Lin esortandomi a fare tutto quello che lui pretendeva da me».
«Hai chiesto a tua madre come le fosse venuta quell'idea?».
«No, non l'ho fatto perché è morta molti anni fa».
«Oh, mi dispiace sentirlo».
«Non ti preoccupare, tutto a posto. Ma credo che dovremmo dedicarci a cose più importanti, non è vero Xiao Lin?».
Xiao Lin accennò un sorriso dicendo: «So che avete delle domande da farmi. Nel frattempo è chiaro a tutti e due che siete dalla stessa parte, anche se Lucius deve dare l'impressione che non sia così per il bene della nostra causa». Poi, guardando Julien nel profondo degli occhi aggiunse: «Quello che però ancora non sai è che Lucius è cresciuto nella convinzione che i suoi genitori siano stati uccisi nel 1983 dai seguaci della linea di sangue. Questa è la ragione per cui de la Fontaine è riuscito a portarlo dalla sua parte. È da poco che Lucius ha riconosciuto di non essere un assassino e che la vendetta non fa altro che portargli via tutta la forza.
Solo qualche giorno fa ha potuto aprire un dossier sui suoi genitori rendendosi conto fino a che punto de la Fontaine lo abbia manipolato».
Lo sguardo che Julien rivolse a Lucius era pieno di compassione. «Julien, puoi immaginare come fosse stravolto Lucius quando ha scoperto che il suo autoproclamato benefattore, Maurice de la Fontaine, aveva commissionato l'assassinio dei suoi genitori. Véronique era qui quando abbiamo aperto una cartella con delle foto che provano che lui ha assistito, mano nella mano con il piccolo Lucius all'epoca un bambino, all'attentato mortale...».
«So cosa pensi Julien», continuò Xiao Lin. «D'ora in avanti Lucius sarà dalla testa ai piedi dalla parte della luce!». «Ci puoi giurare!», fece Lucius con uno sguardo gelido. «Non so davvero cosa dire Lucius», rispose Julien sbigottito. In segno di comprensione gli mise una mano sulle spalle.
Lucius percepì quanto quel gesto gli facesse bene e rispose con un sorriso di gratitudine. Ora poteva capire perché Véronique lo stimasse così tanto. Xiao Lin annuì quando vide l'amicizia che traspariva dai loro sguardi.
«Dovremmo prepararci, è per questo che ci siamo riuniti qui questa notte». Julien e Lucius si alzarono contemporaneamente mentre il maestro usciva dalla cucina. «Ora invochiamo l'aiuto dell'arcangelo Michele». In silenzioso accordo i tre, passando per il cortile, si recarono nel luogo più sacro della casa. Prima di entrare in quel santuario, in silenzio, si tolsero le scarpe e rimasero un attimo in raccoglimento.
Xiao Lin fece loro un cenno per invitarli a entrare nel dojo, poi porse loro due tute blu scuro. Lucius si stupì di quanto fosse in forma Julien. Non se lo sarebbe immaginato, non era solo un cantante?
E poi non aveva sentito da qualche parte che i cantanti d'opera non potevano assolutamente avere degli addominali troppo duri per non pregiudicare l'attività del diaframma mentre cantavano?
Di nuovo una prova che le cose non erano mai come sembravano a prima vista. Le parole del saggio Xiao Lin riecheggiarono nella testa di Lucius ed ecco che già erano lì uno di fronte all'altro, concentrati dopo essersi fatti l'inchino. Xiao Lin disse: «Anche se al Montserrat non vi affronterete, sarà utile che qui lottiate uno contro l'altro perché così potrete riconoscervi e capire il vostro stato esteriore e interiore».
Già durante gli esercizi di riscaldamento Lucius si accorse della differenza. Come sempre lui si preparava a eseguire i suoi esercizi con disciplina ferrea. Julien invece sembrava assorto ad ascoltare se stesso sino a quando il suo corpo, agile e caldo, non seguiva i suoi comandi. Lucius era stupito, un altro approccio, eppure il maestro era lo stesso. Era veramente curioso di vedere l'effetto di questi due diversi atteggiamenti durante il combattimento.
Notò con quanta attenzione Xiao Lin stesse osservando i suoi allievi così diversi tra loro.
Appena pronti li pregò di iniziare il combattimento senza armi. Lucius guardò Julien, si inchinò in attesa del cenno di Xiao Lin. Si accorse quasi subito di essere molto più in forma di Julien.
In silenzio annuì a se stesso, non si era aspettato nulla di diverso, sapeva che la lotta era una cosa seria e lui si dedicava a ogni combattimento con tutta la sua concentrazione. Lucius osservò attentamente Julien; ma non stava forse zoppicando?
L'aveva già notato un'altra volta osservando il tenore, probabilmente si era ferito al ginocchio e quello era il suo punto debole. Lucius rifletté su come sfruttarlo a suo favore e se Xiao Lin veramente lo volesse.
Non importava, si girò di scatto e col piede colpì l'anca di Julien atterrandolo. Ansimando entrambi si fermarono quando Xiao Lin tornò da loro rivolgendo lo sguardo a Lucius: «Lucius tu lotti come se ne andasse della tua vita, ma non ti sei collegato con la tua forza superiore. Hai vinto solo perché Julien al momento non è nella migliore condizione fisica. Ciò significa che devi lavorare di più sulla tua forza interiore, piuttosto che su quella esteriore». Lucius sapeva che Xiao Lin aveva ragione. L'aveva sempre. Ciò nonostante la critica lo ferì, perché, tra le righe, vi lesse che in realtà Julien era superiore a lui. La cosa non gli era nuova, l'aveva visto come lottava nel duomo di. Santo Stefano.
Era curioso di sentire cosa Xiao Lin avrebbe detto a Julien, che si. stava riprendendo. «So che il ginocchio ti procura dolore, ma questo non può trattenere un vero guerriero dall'allenarsi con ferrea volontà. Mio caro, nei prossimi giorni dovrai lavorare sulla tua forza fisica con grande disciplina, non importa quanto dolore ti procuri. Solo così impari a superare il dolore con la tua forza interiore e a essere pronto per la grande lotta, perché si tratta di essere in forma su tutti i piani».
Umilmente Julien chinò il capo dicendo: «Lo farò, mio maestro». «Lo so, mon petit», rispose Xiao Lin con un sorriso affettuoso. A Lucius era chiaro che si stava rivolgendo al ragazzino che aveva addestrato e anche a Lucius venne da sorridere rivedendosi davanti a uno Xiao Lin più giovane, ne sentì la voce che per lui era stata un faro nell'oscurità della sua vita dopo la morte dei suoi genitori. «Ora preparatevi di nuovo ma questa volta vi invito a farlo interiormente. Poi passerete alla lotta con i bastoni».
Al cenno di Xiao Lin, Lucius si sedette accanto a Julien sul pavimento come per meditare e a occhi chiusi si focalizzarono sul loro respiro e sul fluire del chi. A Lucius ronzava la testa con tutte, quelle impressioni che c'erano da elaborare, il respiro di Julien accanto a lui era molto più regolare del suo e mentre cercava di raggiungere un'armonia interiore vide dall'aura di Julien che il suo era uno stato di raccoglimento molto più intenso.
Dopo un po' Xiao Lin li riportò alla realtà porgendo loro due bastoni. Lucius afferrò il suo e si mise di fronte a Julien in attesa del segnale di Xiao Lin e poi ecco di nuovo la distrazione, perché gli avversari non segnalano mai l'inizio di un combattimento, era lui a dover decidere quando iniziare ad attaccare. All'improvviso si rese conto di quante volte lui stesso era stato l'aggressore. Nel duomo era stato diverso. E nel Montserrat sarebbe stata ancora un'altra cosa, sarebbe stati loro quelli aggrediti. Dal primo movimento Lucius capì che non avrebbe avuto alcuna chance contro Julien. Lui era sì veloce, agile ma la calma che emanava il suo avversario questa volta era enorme. Julien, parò i colpi di bastone e mentre Lucius rispondeva con forza sempre crescente i movimenti di Julien erano di una leggerezza che lo intimoriva. Sentiva di non avere alcuna possibilità contro la grazia danzante di quei movimenti.
Aveva appena fatto a tempo a formulare quel pensiero che già era battuto. Con profonda stima si inchinò di fronte a Julien complimentandosi per la vittoria. «Tu sei veramente Parsifal che con cuore puro lotta contro il male del mondo modificandolo al suo interno. Ti ringrazio dal profondo del cuore per poter lottare al tuo fianco».
Julien lo prese tra le braccia e lo strinse forte a sé sussurrando: «Merci de tout mori coeur, mon frère!», «Grazie con tutto il mio cuore, fratello mio!».