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Pronto dottore... - Estratto da "Tachipirina, Paracetamolo e altri Farmaci per Abbassare la Febbre"

Pubblicato 6 anni fa

Leggi le prime pagine del libro di Stefano Montanari e Antonietta Gatti; per fare chiarezza sui farmaci a base di paracetamolo e sul loro impiego

"Pronto, dottore, il bambino ha 37 e 9. Che cosa faccio?"

"Gli dia una Tachipirina".

Clic.

Indice dei contenuti:

Un piccolo bombardamento farmacologico

La mamma, preoccupata per il febbrone “da cavallo” del bambino che potrebbe impedirle di andare al lavoro il giorno dopo, apre l’armadietto dei medicinali, un armadietto che farebbe invidia ad una piccola farmacia, e ne estrae la scatola di Tachipirina. Vuota!

“Pronto, dottore, ho finito la Tachipirina. Sono disperata!”

“Acetamol? Panadol? Sanipirina? Efferalgan? Adolef? Babyrinolo? Sinebriv?”. (vedi la lista dei farmaci in appendice).

Il pediatra snocciola a memoria una serie interminabile di nomi in tono interrogativo.

“Dottore: ce li ho tutti!”

La mamma è trionfante: domani il piccolo rompiscatole non avrà più una linea di febbre, sarà guarito e non ci saranno problemi a rimandarlo subito all’asilo, magari dopo aver comprato nel tragitto da casa, infilandola poi nel cestino della merenda, una supposta di Tachipirina che la maestra provvederà a somministrare in caso di necessità. Tra mamme ci si capisce.

Dall’altra parte il pediatra tira un sospiro di sollievo per essersi liberato dell’incomodo e accoglie dalla sala d’aspetto l’altra mamma con l’identico problema: il bambino ha mal di gola e un po’ di febbre. La soluzione, ormai ripetuta innumerevoli volte da lui e da altrettanto innumerevoli colleghi è automatica: un piccolo bombardamento di Tachipirina o di qualcosa di analogo in alleanza con un cortisonico e un antibiotico, vale a dire un cocktail che ai tempi antichi della nostra università ci avrebbe valso una solenne bocciatura se solo avessimo menzionato un’eresia simile all’esame di farmacologia.

Ma, si sa, i tempi cambiano e il corpo umano deve adeguarsi ai ritmi moderni.

E il pediatra? Il pediatra deve cancellare i sintomi del bambino perché questo è quello che chiede la mamma. Se non lo facesse, perderebbe il, o meglio, la cliente.

Paracetamolo: un po' di storia

Il principio attivo di tutti i medicinali in qualche modo simili alla Tachipirina (in Italia, tra quelli in distribuzione e quelli che, comunque, possono ancora trovarsi in casa, pare siano oltre 400, almeno al momento in cui scriviamo queste noterelle) è il paracetamolo. In appendice se ne trova l’elenco (vedi p. 60).

Di che cosa si tratta?

Nel 1878 un giovane chimico americano, tale Harmon Northrop Morse, divenuto noto in campo scientifico per quella che si chiama “equazione di Morse (un metodo escogitato da lui per calcolare la pressione osmotica e per cui fu pure premiato nel 1917 con la Medaglia di Avogadro) fece reagire del para-nitrofenolo con dell’acido acetico glaciale in presenza di stagno.

Nessuno si preoccupi se non ha idea di che cosa stiamo dicendo: quello che importa è il risultato, e il risultato fu di far saltare fuori il paracetamolo e tanto ci basti, a meno che qualcuno non pretenda il nome chimico; IUPAC (International Union for Pure and Applied Chemistry.) E, allora, eccolo accontentato: N-(4-hydroxyphenyl)ethanamide, N-(4-hydroxyphenyl)acetamide. Ma per noi tutto questo è irrilevante.

Se oggi quella molecola trova impiego quasi universale per contrastare la temperatura corporea ritenuta eccessiva, non fu così per parecchi decenni. Per tanto tempo, quando si voleva arrivare a un rassicurante 36 e 3 di temperatura a livello della pelle (o, più o meno, 97,4 gradi Fahrenheit per chi si ostina a usare quella scala un po’ cervellotica), si usarono l’acetanilide e la fenacetina: due prodotti che, prima di trasformarsi in paracetamolo all’interno dell’organismo (ma lo si scoprì solo grazie al biochimico Julius Axelrod che poi, nel 1970, si prese il Premio Nobel per tutt’altri motivi e al chimico Bernard Beryl Brodie che il Nobel, invece, non lo prese), hanno effetti molto pesanti almeno sul fegato, sui reni e sul sangue di chi li assume o, un tempo, li assumeva.

Così, negli Anni Cinquanta, cominciò il percorso del già allora attempato paracetamolo verso quello che diventò un vero e proprio trionfo.

Oggi quel principio attivo è diventato quasi ubiquo e lo si trova in capsule, in liquidi, in polvere, in supposte, in sospensioni, in sciroppi e in compresse di ogni sorta e non manca mai nell’armamentario di ogni casa che si rispetti.


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