Potatura: ecco come farla rispettando le piante
Pubblicato
1 anno fa
Matteo Cereda
Divulgatore sui temi dell’agricoltura e fondatore di Orto Da Coltivare
Cosa sapere sulla potatura, come eseguirla in maniera corretta e semplice anche senza essere esperti e come decidere se una pianta non la necessita
Per gestire un piccolo frutteto familiare è molto importante imparare a potare correttamente le proprie piante da frutto. La potatura comporta dei tagli, che provocano ferite: perché la pianta non soffra, bisogna lavorare con consapevolezza e osservare alcune regole.
Proviamo a scoprire i vantaggi di una buona potatura e quali sono i concetti più importanti per praticarla rispettando gli alberi.
Perché potare
La potatura è un lavoro importante nel frutteto, che offre una serie di vantaggi:
- Maggiore raccolto. Potando possiamo stimolare l’emissione di rami produttivi e quindi ottenere più frutta.
- Frutti migliori. Con i giusti tagli le risorse della pianta vengono indirizzate sulla produzione, selezionando rami e gemme in modo da avere frutta di miglior pezzatura e qualità.
- Raccolto costante. Le piante tendono ad alternare annate produttive ad annate scarse: con la potatura possiamo limitare questo fenomeno e ottenere un raccolto più costante nel tempo.
- Piante sane. Potando si favorisce il passaggio di luce e aria all’interno della chioma, questo aiuta a prevenire malattie, che prosperano in condizioni di umidità stagnante.
- Piante ben dimensionate. Spesso in giardino lo spazio è limitato, grazie alla potatura possiamo contenere altezza e ingombro dei nostri alberi. Inoltre si ottengono piante che portano frutta soprattutto sui rami bassi, comoda da raccogliere.
È possibile non potare le piante?
Se da un lato la potatura ha dei vantaggi, vale la pena anche chiedersi se è proprio necessario farla. In effetti potare non è obbligatorio: basta osservare che le piante in natura se la cavano benissimo da sole. La decisione di intervenire è una nostra libera scelta.
Bisogna sapere però una cosa importante: scegliendo di non potare, è bene attenersi a questa decisione anche in futuro. Ogni taglio provoca una reazione della pianta e altera il suo equilibrio, dunque se si gestisce la pianta con potature bisogna poi proseguire. Sarebbe sbagliato limitarsi a interventi di potatura occasionali. Abbiamo quindi due possibilità:
- potare regolarmente, per impostare le piante secondo i nostri desideri di dimensione e produttività,
- lasciare che le piante si sviluppino naturalmente secondo la loro inclinazione, prendendosi lo spazio che desiderano.
Se decidiamo di non intervenire e lasciare che la pianta cresca liberamente, possiamo comunque ottenere un raccolto, senza necessità di particolari manutenzioni agli alberi. Questo è, ad esempio, l’approccio della food forest, che prevede la realizzazione di un frutteto ispirato al bosco, ricreando gli equilibri che regolano gli ecosistemi naturali.
Non c’è un “giusto” o uno “sbagliato”: ciascuno sceglierà l’approccio più vicino alle proprie sensibilità e ai propri obiettivi.
Ci sono però piante per cui la potatura è particolarmente importante: ad esempio vite e olivo. Altre piante, come noce o ciliegio, senza interventi possono diventare maestose, per cui quando si sceglie di non potare bisogna assicurarsi di avere spazio sufficiente per il loro sviluppo.
5 regole fondamentali per la potatura
Se decidiamo di potare, dobbiamo farlo rispettando la pianta: un intervento fatto nei modi o nei tempi sbagliati può creare sofferenza e anche danni permanenti. Spesso la potatura viene percepita come un lavoro molto tecnico, riservato ad agronomi o a giardinieri professionisti. In realtà, prendersi cura delle proprie piante è alla portata di tutti, a patto di conoscere e rispettare alcune regole.
1. Potare nel momento giusto
Le piante sono in grado di sopportare i tagli di potatura se vengono fatti nel periodo adatto. Ogni pianta ha sue peculiarità, come ogni zona in cui si coltiva, ma possiamo comunque tracciare un calendario di massima. Il miglior momento per le potature è generalmente la fine dell’inverno (mese di febbraio) quando le piante si trovano in riposo vegetativo e non ancora in fioritura. Ci sono eccezioni: la vite si pota anche a gennaio, gli agrumi in primavera, mentre per l’olivo bisogna attendere la fine delle gelate. Alcune piante molto delicate, come albicocco e ciliegio, possono essere anche potate in estate dopo il raccolto, perché non patiscano gelo sulle ferite fresche.
2. Potare con costanza
Se le piante vengono gestite regolarmente, non serviranno interventi traumatici. In particolare i tagli di rami di grosso diametro saranno rari.
In molti casi conviene potare poco e tutti gli anni, ad esempio fico, ciliegio e noce beneficiano molto di questo approccio. Su quanto potare però non c’è una regola generale: anche in questo ogni pianta ha le sue inclinazioni. Ad esempio il pesco richiede una potatura molto decisa, asportando buona parte della chioma.
3. Usare attrezzi idonei e puliti
Come già scritto, potando si provocano ferite, un po’ come fa un chirurgo durante un’operazione. Questo paragone ci fa capire quanto sia importante avere gli attrezzi giusti, in grado di fare tagli netti, senza danneggiare inutilmente la corteccia.
Le forbici da potatura inoltre vanno tenute pulite e disinfettate, altrimenti passando da una pianta all’altra si possono trasmettere eventuali malattie.
4. Tagliare nel punto giusto
Se si taglia per eliminare un ramo bisogna farlo al collare di corteccia. Osservando il punto in cui un ramo parte dalla branca principale notiamo un corrugamento alla sua base, si tratta del collare di corteccia. Il collare va mantenuto, tagliando appena sopra, è lui che ha il tessuto in grado di chiudere la ferita. Sarebbe sbagliato lasciare uno sperone, che finirebbe per seccare, ma anche tagliare troppo rasente esponendo una maggior superficie all’aria, che non cicatrizzerebbe.
5. Rispettare le punte con i tagli di ritorno
Se vogliamo abbassare o contenere in larghezza una pianta, dobbiamo operare dei tagli di ritorno. Questo significa non fare un raccorciamento in un punto casuale, ma tornare sempre dove c’è una diramazione secondaria.
La pianta infatti ha sempre bisogno di mantenere delle punte, a cui dirigere la linfa. Con il taglio di ritorno si toglie una punta, ma si lascia che la linfa scorra nella diramazione, dove troverà una nuova punta.